Decorò la chiesa di strane statue e fece incidere sull’architrave sopra l’ingresso l’iscrizione latina:
TERRIBILIS EST LOCUS ISTE
(“Questo luogo è terribile”)
Dopo la morte del vescovo di Carcassonne, il successore Mons. de Beauséjour chiese conto al sacerdote del suo strano comportamento, gli ordinò di lasciare Rennes e gli affidò il paese di Coustogne. Oltre a non accettare il trasferimento imposto dal suo superiore, Bérenger Saunière reagì con tono di sfida, rifiutando di spiegare l’origine della sua ricchezza. Accusato di simonia, venne sospeso a divinis, e reintegrato ai suoi incarichi soltanto dopo essersi appellato in Vaticano.
Saunière morì il 22 gennaio 1917 per un ictus cerebrale. Tutti i suoi averi furono ereditati dalla perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953).
Qual era la fonte di tutta la ricchezza del curato? Secondo i tre autori di The Holy Blood and the Holy Grail le pergamene ritrovate sotto l’altare contenevano in codice un messaggio sconvolgente: Gesù non era morto, e la prova di questo fatto si trovava proprio a Rennes-le-Château. Con delle pergamene del genere tra le mani Bérenger Saunière avrebbe potuto facilmente ricattare sia il Vescovo di Carcassonne sia lo stesso Vaticano, e garantirsi un tenore di vita sempre più ricco e agiato. La possibilità che questa “prova” fosse nascosta a Rennes era – a detta del trio – assolutamente plausibile: il paesino sorgeva in una regione che in passato aveva ospitato gli eretici Albigesi (o Catari). Costoro erano stati vittima, nel 1209, di uno sterminio da parte di un esercito inviato dal Papa Innocenzo III; si diceva inoltre che custodissero un “tesoro” che – però – non fu mai trovato. Quale “tesoro” più grande poteva esserci di una prova che Gesù non era morto? Il fatto che i Catari possedessero del materiale così “scottante” li rendeva molto pericolosi per la Chiesa di Roma e dunque si poteva spiegare in questo modo la Crociata contro di loro. Ma come avevano potuto gli Albigesi entrare in possesso di quel “tesoro”? Lincoln, Baigent e Leigh non hanno dubbi: dai Cavalieri Templari. Costoro, infatti, non erano altro che l’emanazione di un’organizzazione segreta chiamata Priorato di Sion, fondata da Goffredo di Buglione nel 1099.
Questo fantomatico gruppo avrebbe avuto a capo, nel corso dei secoli, personaggi sorprendenti: furono Gran Maestri di Sion tra gli altri Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Robert Boyle, Isaac Newton, Victor Hugo e Jean Cocteau.
Il Priorato aveva come scopo quello di “purificare” e “rinnovare” il mondo intero, radunando tutte le nazioni sotto una monarchia illuminata retta da un sovrano merovingio dello stesso lignaggio di Cristo. Come riportato in precedenza la dinastia merovingia era nata dall’unione dei discendenti di Gesù con i Franchi. Nel 496 d.C. la Chiesa aveva concluso un patto con i Merovingi, perché – consapevole della vera identità della stirpe – desiderava sostenerli perpetuamente. A Clodoveo fu offerto il titolo di Sacro Romano Imperatore. Dopo alcuni decenni, però, la dinastia del Sangue Reale perse il trono: l’ultimo monarca merovingio fu Dagoberto II.
La stirpe, però, non si estinse ma proseguì fino ai giorni nostri. Fu il Priorato di Sion a preservare il “segreto” del Sangue di Cristo; per mille anni questa organizzazione segreta ha lavorato (e lavorerebbe tutt’oggi) nell’ombra per riportare al potere un discendente della linea del Santo Graal. Nella chiesa di Rennes-le-Château qualcuno (Catari? Templari? Membri del Priorato?) avrebbe nascosto le genealogie dei discendenti di Cristo, codificando sulle pergamene dei messaggi ben precisi. Uno di questi, riportato sopra, affermerebbe che il “tesoro”, ovvero il segreto sulla linea di sangue di Cristo, apparterrebbe a re Dagoberto II, dunque ai Merovingi, e al Priorato di Sion. Quel “Egli è morto là” potrebbe indicare la presenza di un sepolcro intorno a Rennes contenente il corpo di Gesù. Tale sepolcro sarebbe stato rappresentato sulla tela di Nicholas Poussin Pastori d'Arcadia. La scritta "ET IN ARCADIA EGO" può essere anagrammata e letta così:
I! TEGO ARCANA DEI
(“Vattene! Custodisco i segreti di Dio.”)
Si afferma spesso che Sauniere fosse membro segreto del Priorato di Sion. La prova consisterebbe in una statua conservata nella chiesa di Rennes, alla cui base compare la scritta
CHRISTUS A. O. M. P. S. DEFENDIT
L'interpretazione dell'acronimo sembra non dar adito a dubbi: Antiquus Ordo Mysticusque Prioratus Sionis("Cristo difende l'antico ordine mistico del Priorato di Sion").
Nessun autore, però, ricorda che a Roma, sulla base dell'obelisco di papa Sisto V compare l'iscrizione:
CHRISTUS Ab Omni Malo Populum Suum DEFENDIT
(Cristo difende il suo popolo da ogni male)
Questo non è certamente l'unico fraintendimento dei fatti avvenuti nel paesino francese. Né i dati oggettivi di cui siamo in possesso per giudicare gli avvenimenti di Rennes-le-Château giustificano in alcun modo le conclusioni cui sono giunti Lincoln, Baigent e Leigh. Non c’è alcuna prova del fatto che le pergamene contenessero genealogie e testi enigmatici, né i tre autori riportano la fonte dalla quale avrebbero tratto queste notizie. Saunière non lasciò nulla di scritto su questo ritrovamento, ed è possibile che si sia arricchito vendendo i reperti rinvenuti; la stessa cripta della chiesa poteva contenere qualche manufatto risalente ad epoca medievale, da lui scoperto durante i restauri. Non sorprende il fatto che desiderasse compiere da solo gli scavi: evidentemente desiderava tenere lontani gli occhi dei compaesani da ciò che avrebbe rinvenuto e in seguito venduto. Né è così improbabile che il vescovo Beauséjour avesse ragione: è possibile che il parroco di Rennes fosse implicato in un losco traffico di donazioni e di messe che gli avrebbero fruttato enormi somme di denaro.
L’indole bizzarra di Bérenger, singolarmente attenta alle allegorie e al simbolismo, è innegabile. Sulla scia di una tradizione locale dell’epoca, non parrebbe neanche così strano ritrovarvi un modesto interesse per l’esoterismo; fu questa passione il motivo per cui si circondò di strani oggetti e bizzarre opere architettoniche. E nonostante si continui a ripetere che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, le prove addotte non permettono di formulare alcuna conclusione sicura a proposito.
Molti autori segnalano la pavimentazione a scacchiera, la volta stellata e la Via Crucis destrogira della chiesa parrocchiale come elementi unici e assolutamente bizzarri. Ma una pavimentazione a scacchiera bianca e nera e una volta stellata si ritrovano nella chiesa di Jonquerettes, vicino ad Avignone; così la Via Crucis destrogira è presente nella Cattedrale di Perpignan, città nei dintorni di Rennes.
La voce che Rennes-le-Château custodisse un tesoro si diffuse soltanto dopo alcuni anni dalla morte di Bérenger Saunière.
La donna che aveva ereditato tutte le sue terre e i suoi immobili, Marie Denarnaud, si affrettò a cercare dei compratori. Come incoraggiamento nei confronti di eventuali acquirenti, ella iniziò a favoleggiare di tesori nascosti nella zona, legati alle attività di Saunière. Le voci affascinarono particolarmente Noel Corbu (1912-1968), che acquistò dalla Denarnaud le proprietà di Rennes per trasformarle in un ristorante e cominciò a diffondere le voci circa il tesoro sulla stampa locale. Incise, inoltre, un nastro magnetico che raccontava di come tale tesoro fosse giunto a Rennes: Bianca Castiglia, madre di San Luigi, reggente del regno della Francia durante le crociate del figlio, avrebbe giudicato Parigi poco sicura per conservare il tesoro reale, e deciso di custodirlo in segreto a Rennes-le-Château. Nel corso delle generazioni si sarebbero perse le informazioni che identificavano il luogo in Rennes ove il tesoro era custodito, tanto che Filippo il Bello fu obbligato a fare della moneta falsa, perché il tesoro della Francia era scomparso; si trattava, ovviamente, di una manovra pubblicitaria organizzata da Corbu per attirare turisti in un remoto borgo francese, ma l’operazione funzionò: il paesino fu raggiunto da esoteristi e giornalisti che tracciarono un’ulteriore collegamento tra il tesoro di cui parlava Corbu e il mitico tesoro dei Catari, che in passato avevano abitato la regione in cui sorge Rennes.
Tra costoro c’era anche l’autore di Le trésor maudit Gérard de Sède.
TERRIBILIS EST LOCUS ISTE
(“Questo luogo è terribile”)
Dopo la morte del vescovo di Carcassonne, il successore Mons. de Beauséjour chiese conto al sacerdote del suo strano comportamento, gli ordinò di lasciare Rennes e gli affidò il paese di Coustogne. Oltre a non accettare il trasferimento imposto dal suo superiore, Bérenger Saunière reagì con tono di sfida, rifiutando di spiegare l’origine della sua ricchezza. Accusato di simonia, venne sospeso a divinis, e reintegrato ai suoi incarichi soltanto dopo essersi appellato in Vaticano.
Saunière morì il 22 gennaio 1917 per un ictus cerebrale. Tutti i suoi averi furono ereditati dalla perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953).
Qual era la fonte di tutta la ricchezza del curato? Secondo i tre autori di The Holy Blood and the Holy Grail le pergamene ritrovate sotto l’altare contenevano in codice un messaggio sconvolgente: Gesù non era morto, e la prova di questo fatto si trovava proprio a Rennes-le-Château. Con delle pergamene del genere tra le mani Bérenger Saunière avrebbe potuto facilmente ricattare sia il Vescovo di Carcassonne sia lo stesso Vaticano, e garantirsi un tenore di vita sempre più ricco e agiato. La possibilità che questa “prova” fosse nascosta a Rennes era – a detta del trio – assolutamente plausibile: il paesino sorgeva in una regione che in passato aveva ospitato gli eretici Albigesi (o Catari). Costoro erano stati vittima, nel 1209, di uno sterminio da parte di un esercito inviato dal Papa Innocenzo III; si diceva inoltre che custodissero un “tesoro” che – però – non fu mai trovato. Quale “tesoro” più grande poteva esserci di una prova che Gesù non era morto? Il fatto che i Catari possedessero del materiale così “scottante” li rendeva molto pericolosi per la Chiesa di Roma e dunque si poteva spiegare in questo modo la Crociata contro di loro. Ma come avevano potuto gli Albigesi entrare in possesso di quel “tesoro”? Lincoln, Baigent e Leigh non hanno dubbi: dai Cavalieri Templari. Costoro, infatti, non erano altro che l’emanazione di un’organizzazione segreta chiamata Priorato di Sion, fondata da Goffredo di Buglione nel 1099.
Questo fantomatico gruppo avrebbe avuto a capo, nel corso dei secoli, personaggi sorprendenti: furono Gran Maestri di Sion tra gli altri Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Robert Boyle, Isaac Newton, Victor Hugo e Jean Cocteau.
Il Priorato aveva come scopo quello di “purificare” e “rinnovare” il mondo intero, radunando tutte le nazioni sotto una monarchia illuminata retta da un sovrano merovingio dello stesso lignaggio di Cristo. Come riportato in precedenza la dinastia merovingia era nata dall’unione dei discendenti di Gesù con i Franchi. Nel 496 d.C. la Chiesa aveva concluso un patto con i Merovingi, perché – consapevole della vera identità della stirpe – desiderava sostenerli perpetuamente. A Clodoveo fu offerto il titolo di Sacro Romano Imperatore. Dopo alcuni decenni, però, la dinastia del Sangue Reale perse il trono: l’ultimo monarca merovingio fu Dagoberto II.
La stirpe, però, non si estinse ma proseguì fino ai giorni nostri. Fu il Priorato di Sion a preservare il “segreto” del Sangue di Cristo; per mille anni questa organizzazione segreta ha lavorato (e lavorerebbe tutt’oggi) nell’ombra per riportare al potere un discendente della linea del Santo Graal. Nella chiesa di Rennes-le-Château qualcuno (Catari? Templari? Membri del Priorato?) avrebbe nascosto le genealogie dei discendenti di Cristo, codificando sulle pergamene dei messaggi ben precisi. Uno di questi, riportato sopra, affermerebbe che il “tesoro”, ovvero il segreto sulla linea di sangue di Cristo, apparterrebbe a re Dagoberto II, dunque ai Merovingi, e al Priorato di Sion. Quel “Egli è morto là” potrebbe indicare la presenza di un sepolcro intorno a Rennes contenente il corpo di Gesù. Tale sepolcro sarebbe stato rappresentato sulla tela di Nicholas Poussin Pastori d'Arcadia. La scritta "ET IN ARCADIA EGO" può essere anagrammata e letta così:
I! TEGO ARCANA DEI
(“Vattene! Custodisco i segreti di Dio.”)
Si afferma spesso che Sauniere fosse membro segreto del Priorato di Sion. La prova consisterebbe in una statua conservata nella chiesa di Rennes, alla cui base compare la scritta
CHRISTUS A. O. M. P. S. DEFENDIT
L'interpretazione dell'acronimo sembra non dar adito a dubbi: Antiquus Ordo Mysticusque Prioratus Sionis("Cristo difende l'antico ordine mistico del Priorato di Sion").
Nessun autore, però, ricorda che a Roma, sulla base dell'obelisco di papa Sisto V compare l'iscrizione:
CHRISTUS Ab Omni Malo Populum Suum DEFENDIT
(Cristo difende il suo popolo da ogni male)
Questo non è certamente l'unico fraintendimento dei fatti avvenuti nel paesino francese. Né i dati oggettivi di cui siamo in possesso per giudicare gli avvenimenti di Rennes-le-Château giustificano in alcun modo le conclusioni cui sono giunti Lincoln, Baigent e Leigh. Non c’è alcuna prova del fatto che le pergamene contenessero genealogie e testi enigmatici, né i tre autori riportano la fonte dalla quale avrebbero tratto queste notizie. Saunière non lasciò nulla di scritto su questo ritrovamento, ed è possibile che si sia arricchito vendendo i reperti rinvenuti; la stessa cripta della chiesa poteva contenere qualche manufatto risalente ad epoca medievale, da lui scoperto durante i restauri. Non sorprende il fatto che desiderasse compiere da solo gli scavi: evidentemente desiderava tenere lontani gli occhi dei compaesani da ciò che avrebbe rinvenuto e in seguito venduto. Né è così improbabile che il vescovo Beauséjour avesse ragione: è possibile che il parroco di Rennes fosse implicato in un losco traffico di donazioni e di messe che gli avrebbero fruttato enormi somme di denaro.
L’indole bizzarra di Bérenger, singolarmente attenta alle allegorie e al simbolismo, è innegabile. Sulla scia di una tradizione locale dell’epoca, non parrebbe neanche così strano ritrovarvi un modesto interesse per l’esoterismo; fu questa passione il motivo per cui si circondò di strani oggetti e bizzarre opere architettoniche. E nonostante si continui a ripetere che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, le prove addotte non permettono di formulare alcuna conclusione sicura a proposito.
Molti autori segnalano la pavimentazione a scacchiera, la volta stellata e la Via Crucis destrogira della chiesa parrocchiale come elementi unici e assolutamente bizzarri. Ma una pavimentazione a scacchiera bianca e nera e una volta stellata si ritrovano nella chiesa di Jonquerettes, vicino ad Avignone; così la Via Crucis destrogira è presente nella Cattedrale di Perpignan, città nei dintorni di Rennes.
La voce che Rennes-le-Château custodisse un tesoro si diffuse soltanto dopo alcuni anni dalla morte di Bérenger Saunière.
La donna che aveva ereditato tutte le sue terre e i suoi immobili, Marie Denarnaud, si affrettò a cercare dei compratori. Come incoraggiamento nei confronti di eventuali acquirenti, ella iniziò a favoleggiare di tesori nascosti nella zona, legati alle attività di Saunière. Le voci affascinarono particolarmente Noel Corbu (1912-1968), che acquistò dalla Denarnaud le proprietà di Rennes per trasformarle in un ristorante e cominciò a diffondere le voci circa il tesoro sulla stampa locale. Incise, inoltre, un nastro magnetico che raccontava di come tale tesoro fosse giunto a Rennes: Bianca Castiglia, madre di San Luigi, reggente del regno della Francia durante le crociate del figlio, avrebbe giudicato Parigi poco sicura per conservare il tesoro reale, e deciso di custodirlo in segreto a Rennes-le-Château. Nel corso delle generazioni si sarebbero perse le informazioni che identificavano il luogo in Rennes ove il tesoro era custodito, tanto che Filippo il Bello fu obbligato a fare della moneta falsa, perché il tesoro della Francia era scomparso; si trattava, ovviamente, di una manovra pubblicitaria organizzata da Corbu per attirare turisti in un remoto borgo francese, ma l’operazione funzionò: il paesino fu raggiunto da esoteristi e giornalisti che tracciarono un’ulteriore collegamento tra il tesoro di cui parlava Corbu e il mitico tesoro dei Catari, che in passato avevano abitato la regione in cui sorge Rennes.
Tra costoro c’era anche l’autore di Le trésor maudit Gérard de Sède.
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