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Rinascita maledetta...

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  • Rinascita maledetta...

    Ti avrei seguito ovunque mio dolce amore
    Anche fronte al diavolo, nel suo regno di terrore
    Fu per mio insano desiderio che, dannazione eterna,
    Mi pugnalai, per raggiungere la mia amante lanterna
    Salvezza unica di questo povero non saggio
    Detentore involontario di un cuor sì selvaggio.

    Finalmente tutto intorno a me era tranquillo, nulla disturbava la mia quieta morte, di fronte a me in lontananza vedevo il mio amore che saliva al cielo e io affannandomi cercavo di raggiungerla per farle sapere che pure in questa avventura non l’avrei lasciata sola. Mi stavo avvicinando sempre più, urlavo, strillavo ma nulla… non mi sentiva. Eppur era ormai poca la distanza fra di noi, ch’è i morti non sentano più come si sentiva sulla terra? No, subito capii il perché di quella condizione. Un demone mi si parò innanzi bloccando la strada fra me e il mio angelo. Mi disse che ciò che avevo fatto non meritava la salvezza e che la punizione sarebbe stata l’eterna dannazione nel mio ritorno in vita. Mai più avrei avuto la capacità di amare un’altra persona, mai più alcun forte sentimento mi avrebbe legato ad un’altra vita. Con una ghigno sul volto mi afferrò con le braccia e spalancando le sue grandi ali da demone spiccammo il volo, mi voltai in un disperato tentativo di salvezza a chiedere aiuto al mio amore, lanterna della mia vita. Le parole nuovamente caddero nel vuoto e fu l’ultimo sguardo che posai su di lei prima che sparissi per sempre dal regno dei morti.

    Non avevo neppure la forza per combattere e mi feci portare come peso morto dal demone fino alla nostra destinazione. Finalmente giunti mi posò a terra e pronunciò delle parole magiche al che sentii nuovamente la vita scorrere nel mio corpo. Ero di nuovo vivo, credevano che ciò mi avrebbe fatto desistere dal vedere il mio amore? “Già una volta mi sono ucciso per raggiungerla, cosa ti fa pensare che non lo rifarò nuovamente?” detto ciò presi il pugnale che ancora avevo in tasca e mi trapassai il cuore. Il demone scoppiò in una risata guardando la sofferenza sul mio volto, il dolore era fortissimo e poi… nulla! Rimasi dove ero poco prima ma senza poter toccare nulla di ciò che vedevo e il demone parlò. “Vedi, la tua dannazione consiste nel non poter morire veramente. La tua eterna dannazione consiste nel rimanere qui in eterno… ma per rendere il divertimento maggiore ti voglio rivelare che c’è qualche modo per morire davvero, se riuscirai a scoprirlo… sarai libero di raggiungere la tua amata”. Mentiva... sentivo che non diceva il vero del tutto. Non me l’hanno lasciata raggiungere la prima volta che ho commesso il suicidio come potrebbero farmela incontrare ad un successivo suicidio? Ma un modo lo troverò dovessi vivere su questa terra per millenni.

    Alcune parole magiche del demone e di nuovo tornai in vita ancora sofferente per la pugnalata. “Ma dimmi demone… in che terra mi trovo ora?” il demone divenne serio e mi guardò perplesso come per cercare di capire se avevo veramente già abbandonato l’idea di raggiungere il mio amore, poi parlò “Questa terra non è quella sulla quale sei nato, è un mondo parallelo chiamato Malas. Precisamente questa è la città di Umbra, vedi quel portale? – indicò un portale alle mie spalle – quello ti permette di raggiungere altri tre mondi, ma non illuderti, anche lì non potrai morire esattamente come su questo. In uno di essi regna la guerra aperta, mentre negli altri tre troverai creature pronte ad ogni momento a toglierti la vita. Ovviamente però ‘toglierti la vita’ inteso nel modo di questi mondi e come hai visto non è molto piacevole qui…” e sghignazzò volando via.

    Mi guardai intorno poi decisi di entrare in uno degli edifici vicini. Un uomo alto mi venne incontro “desidera qualcosa? Abbiamo reagenti per tutte le magie, pergamene, pozze magiche e quant’altro possa desiderare…” e sorrise. “M… m… Magie? – dissi – in che senso magie? Non intenderà mica abracadabra, hocus pocus e roba del genere vero? Non mi faccia ridere” avevo incominciato nel peggiore dei modi la mia vita su questo mondo. Subito l’uomo pronunciò delle parole che allora non capii, ero terrorizzato, chissà cosa mi voleva fare… poi improvvisamente mi sentii meglio, era veramente una magia, e quel mago aveva appena curato il dolore che provavo al petto per la ferita del pugnale. “Come vi chiamate giovane viandante?” mi vergognai a dire il mio nome… lui era un mago e chissà quale nome strano avevano i maghi su questo mondo e io cosa dovevo dirgli? ‘piacere sono Marco’? Iniziai a cercare nella mente qualche ricordo su leggende di maghi e roba simile sul mio mondo poi “Abraxas… di Umbra… sono nato qui e per lungo tempo ho vissuto su… ehm… ad ovest sa… nelle terre lontane…” certo il nome di una presunta divinità della magia non era proprio il massimo eh… ma servì allo scopo. “Piacere Abraxas di Umbra, io sono Oscar – guardai verso l’alto divertito – avete bisogno di nuovi incantesimi?” Vista la sua disponibilità decisi di farmi insegnare quanto più potevo apprendere di magia e lo ripagai pulendo il negozio per molti giorni.

    Quando finalmente ripagai il mio debito con Oscar decisi di vedere un po’ il mondo sul quale ero stato catapultato e decisi di iniziare a viaggiare. Mi spiegarono come si utilizzavano i portali, entrare e pensare ai due nomi della destinazione, prima il mondo e poi la città. Al primo tentativo mi venne in mente solo Enterprise e Spock e mi misi a ridere come un idiota e Oscar non capiva cosa intendevo… poi finalmente capii e viaggiai. Dopo vari anni qui su Sosaria ho capito che è meglio morire il meno possibile se non si vuole soffrire troppo. Ho anche capito che è meglio portar rispetto a chi porta a sua volta rispetto a te, e disprezzare chi invece non mostra alcun rispetto.

    Ormai sono passati 5 anni da quel lontano 1154 che vide il mio arrivo sulle terre di Sosaria, Ilshenar e Malas, il mio odio per alcuni suoi abitanti è cresciuto a pari passo con l’amore per altri. Il signore delle terre di Sosaria, British, è un terrestre come me e pare avere a cuore le sofferenze degli abitanti dei suoi territori. Ma è anche vero che spende fortune per mantenere in piedi templi consacrati a fantomatiche virtù che i brav’uomini devono seguire… è tutto molto strano qui… e poi quel Blackthorne, anche lui terrestre, in continua competizione con British per la questione delle virtù. Se invece di spendere tanto tempo in queste questioni si alleassero e s’impegnassero per il bene dei propri abitanti queste terre sarebbero splendidamente rigogliose e draghi e altre creature malvage verrebbero ricacciate nelle loro grotte in breve tempo. Purtroppo non è così ma non è mai detto che qualcuno possa fare qualcosa per rimediare a ciò, e chissà che non sia la mia buona possibilità per redimermi dal mio peccato di suicidio per finalmente rivedere la mia amata…
    Ultima modifica di Radagast; 09-07-2003, 00:17.
    Abraxas di Umbra su UO Dreams
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    "Ho visto cose che voi arredatori non potreste immaginare... interi dungeon insanguinati e ricoperti da un mare di ossa. E ho visto cumuli di spazzatura balenare nel buio vicino alle porte di Montor. E tutti quegli arredi andranno perduti nel nuke come bit nell'etere. E' tempo di staticizzare..." Flint lo scripter, 22 maggio 2003 23:47


  • #2
    Veramente un bel racconto... complimenti

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