Gli avvenimenti che collegano Ustica alla realtà extraterrestre:
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L’inchiesta muove dai quesiti lasciati aperti dalle indagini che malgrado siano state chiuse di recente dal giudice Priore rimangono irrisolti.
Primo fra tutti l’inquietante silenzio sulle notizie che il giudice stesso avrebbe dovuto riportare dopo il suo viaggio a Washington avvenuto nel dicembre 1992, dal suo ritorno, infatti, non si è più parlato di Ustica.
La tesi del missile poi supportata dall’intervento di alcuni marescialli russi che sostengono che il DC9 fosse stato colpito da ben due missili, è sicuramente più soddisfacente dell’ipotesi del cedimento strutturale, rimane però da provare come sia potuto accadere che due armi tanto sofisticate possano passare da parte a parte la fusoliera di un aereo senza esplodere. Forse ad uno può accadere, ma difficilmente a due.
Inoltre non si possono non menzionare i resti di un MIG libico rinvenuti nell’aspromente il 18 luglio 1970, il mistero infatti si infittisce perchè il primo referto necroscopico riferisce che il cadavere del pilota era vecchio di tre giorni, mentre una recente intervista al medico che curò la perizia sostiene che il decesso risaliva a 20 giorni prima e che era stato costretto a mentire da "due personaggi piovuti da Roma". Ci domandiamo per quale motivo.
Sui cieli teatro della disgrazia erano presenti che si sappia, con i loro velivoli, le aereonautiche militari di Italia, di Francia, Gran Bretagna, degli USA, di Israele, della Libia e dell’URSS. Nessuna esercitazione era in corso per ammissione delle autorità militari. Cosa facevano però tutti quegli aerei in quella zona, quel giorno?
Solitamente poi, se si assiste all’abbattimento di un aereo mililtare straniero, si hanno recriminazioni, denunce, si costringe la parte contraria alla ammissione di colpa come in passato è gia accaduto più volte tra le varie fazioni, ma questa volta tutti i governi tacciono e solidarizzano. Perchè?
I resti dell’aereo ritrovati a 2000 metri sotto il livello del mare, erano circoscritti entro una superficie di 300 metri quadrati, quando il rettangolo che circoscrive l’aereo integro è di circa 900 metri quadrati.
Cosa hanno mai subito quei rottami? Azioni meccaniche di depistaggio o azioni di una sconosciuta forza o improbabili azioni di correnti marine?
Tutte queste insolute domande si nascondono dietro al sempre più impenetrabile "muro di gomma".
La tesi dell’UFO, continua l’ingegner Resta, spiegherebbe meglio la dinamica degli eventi, anche se fino ad oggi la nostra cultura non contempla l’esistenza di oggetti volanti non identificati e tende a relegare il fenomeno nei meandri della credulità o del fanatismo.
IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI:
I libici vengono a sapere dell’UFO e mandano uno dei loro MIG per intercettarlo, ma fallisce e precipita in aspromonte. Dalla portaerei Saratoga decollano caccia americani, sopraggiungono poi velivoli di tutte le aeronautiche militari che possono raggiungere in breve tempo la zona. Qualche radarista dichiara che si è sfiorata una guerra. Il DC9 partito in ritardo forse proprio per l’anomalo traffico aereo si trova coinvolto nell’incidente. Le tracce radar non lasciano dubbi sulle cause del disastro, si tratta proprio dell’UFO. Sulla Saratoga che prima si dirigeva sul luogo del disastro per poi rientrare inspiegabilmente, si riuniscono le massime autorità militari NATO. Il "muro di gomma" creato intorno al disastro di Ustica dura da 18 anni, sicuramente non è stato improvvisato, ma ben architettato e nei minimi dettagli.
" Io non c’ero a Ustica, non ho esperienza diretta dell’accaduto e non posso mettere una mano sul fuoco a favore di questa tesi; ma una cosa è certa. A mio avviso, l’UFO spiegherebbe meglio del missile la dinamica dell’accaduto".
Resta prosegue senza avanzare pretesa alcuna di possedere la verità assoluta però auspica "una revisione del caso USTICA che potrebbe superare le residuali incongruità e incompletezze che questa analisi non va a colmare e che essezialmente sono:
La testimonianza del pilota capitano di Corvetta Bonifacio, che all’alba del 28 giugno, e quindi poche ore dopo l’incidente, sorvolando Ustica con un aereo Atlantic, avrebbe visto galleggiare il DC9.
Le quasi contemporanee collisioni aeree con il DC9 e con il Mig sono effettivamente tante anche per un UFO in difficoltà, a meno di non ritenere l’incidente del mig provocato dall'esaurimento del carburante."
Rimangono quindi molti e più interrogativi sulla strage di Ustica, certo è che come conclude l'ingegnere "l'indagine potrà progredire solo se si saprà e si potrà liberarsi dai limiti della convenzionalità e dai dogmi del mondo scientifico".
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L’inchiesta muove dai quesiti lasciati aperti dalle indagini che malgrado siano state chiuse di recente dal giudice Priore rimangono irrisolti.
Primo fra tutti l’inquietante silenzio sulle notizie che il giudice stesso avrebbe dovuto riportare dopo il suo viaggio a Washington avvenuto nel dicembre 1992, dal suo ritorno, infatti, non si è più parlato di Ustica.
La tesi del missile poi supportata dall’intervento di alcuni marescialli russi che sostengono che il DC9 fosse stato colpito da ben due missili, è sicuramente più soddisfacente dell’ipotesi del cedimento strutturale, rimane però da provare come sia potuto accadere che due armi tanto sofisticate possano passare da parte a parte la fusoliera di un aereo senza esplodere. Forse ad uno può accadere, ma difficilmente a due.
Inoltre non si possono non menzionare i resti di un MIG libico rinvenuti nell’aspromente il 18 luglio 1970, il mistero infatti si infittisce perchè il primo referto necroscopico riferisce che il cadavere del pilota era vecchio di tre giorni, mentre una recente intervista al medico che curò la perizia sostiene che il decesso risaliva a 20 giorni prima e che era stato costretto a mentire da "due personaggi piovuti da Roma". Ci domandiamo per quale motivo.
Sui cieli teatro della disgrazia erano presenti che si sappia, con i loro velivoli, le aereonautiche militari di Italia, di Francia, Gran Bretagna, degli USA, di Israele, della Libia e dell’URSS. Nessuna esercitazione era in corso per ammissione delle autorità militari. Cosa facevano però tutti quegli aerei in quella zona, quel giorno?
Solitamente poi, se si assiste all’abbattimento di un aereo mililtare straniero, si hanno recriminazioni, denunce, si costringe la parte contraria alla ammissione di colpa come in passato è gia accaduto più volte tra le varie fazioni, ma questa volta tutti i governi tacciono e solidarizzano. Perchè?
I resti dell’aereo ritrovati a 2000 metri sotto il livello del mare, erano circoscritti entro una superficie di 300 metri quadrati, quando il rettangolo che circoscrive l’aereo integro è di circa 900 metri quadrati.
Cosa hanno mai subito quei rottami? Azioni meccaniche di depistaggio o azioni di una sconosciuta forza o improbabili azioni di correnti marine?
Tutte queste insolute domande si nascondono dietro al sempre più impenetrabile "muro di gomma".
La tesi dell’UFO, continua l’ingegner Resta, spiegherebbe meglio la dinamica degli eventi, anche se fino ad oggi la nostra cultura non contempla l’esistenza di oggetti volanti non identificati e tende a relegare il fenomeno nei meandri della credulità o del fanatismo.
IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI:
I libici vengono a sapere dell’UFO e mandano uno dei loro MIG per intercettarlo, ma fallisce e precipita in aspromonte. Dalla portaerei Saratoga decollano caccia americani, sopraggiungono poi velivoli di tutte le aeronautiche militari che possono raggiungere in breve tempo la zona. Qualche radarista dichiara che si è sfiorata una guerra. Il DC9 partito in ritardo forse proprio per l’anomalo traffico aereo si trova coinvolto nell’incidente. Le tracce radar non lasciano dubbi sulle cause del disastro, si tratta proprio dell’UFO. Sulla Saratoga che prima si dirigeva sul luogo del disastro per poi rientrare inspiegabilmente, si riuniscono le massime autorità militari NATO. Il "muro di gomma" creato intorno al disastro di Ustica dura da 18 anni, sicuramente non è stato improvvisato, ma ben architettato e nei minimi dettagli.
" Io non c’ero a Ustica, non ho esperienza diretta dell’accaduto e non posso mettere una mano sul fuoco a favore di questa tesi; ma una cosa è certa. A mio avviso, l’UFO spiegherebbe meglio del missile la dinamica dell’accaduto".
Resta prosegue senza avanzare pretesa alcuna di possedere la verità assoluta però auspica "una revisione del caso USTICA che potrebbe superare le residuali incongruità e incompletezze che questa analisi non va a colmare e che essezialmente sono:
La testimonianza del pilota capitano di Corvetta Bonifacio, che all’alba del 28 giugno, e quindi poche ore dopo l’incidente, sorvolando Ustica con un aereo Atlantic, avrebbe visto galleggiare il DC9.
Le quasi contemporanee collisioni aeree con il DC9 e con il Mig sono effettivamente tante anche per un UFO in difficoltà, a meno di non ritenere l’incidente del mig provocato dall'esaurimento del carburante."
Rimangono quindi molti e più interrogativi sulla strage di Ustica, certo è che come conclude l'ingegnere "l'indagine potrà progredire solo se si saprà e si potrà liberarsi dai limiti della convenzionalità e dai dogmi del mondo scientifico".
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