Ormai da due o tre giorni, almeno da queste parti, il cielo è azzurro e sgombro da strane nuvole come non lo ricordavo da tempo. L’atmosfera non è proprio limpida, ma finalmente in lontananza si scorgono alcuni grossi cumuli, quei sani cumuli che avevano ormai ceduto il posto a una costante presenza di nuvole artefatte, il prodotto residuo dell’attività aerea legata alla formazione delle misteriose scie chimiche. Ieri, osservando le immagini meteosat alla televisione, l’Europa centrale si presentava quasi completamente libera da formazioni nuvolose: era impressionante il “deserto” sopra Francia e Germania. Curioso, mi son detto.
Ora, in questo arco di tempo si è verificata all’interno dell’alleanza atlantica la più grave crisi da quando fu istituita la NATO. I paesi più direttamente implicati nella controversia, quelli che si rifiutano di avallare qualsiasi pretesto per attaccare l’Iraq e scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili, sono Francia e Germania, insieme al Belgio e spalleggiati ora anche da Russia e Cina.
Ma cosa c’entra questo con l’apparente assenza delle “chemtrails”?
“Non lo so, però c’ho ragione, e i fatti mi cosano!”, direbbe l’assessore alle varie e particolari che imperversa a Zelig. Scherzi a parte, non ho potuto fare a meno di ricordare un aspetto curioso legato al fenomeno: la prima volta che questo è stato osservato e documentato sopra la Croazia, fu il giorno dopo che questo paese aveva avanzato formale domanda di adesione alla NATO; inoltre, gli aerei apparentemente più coinvolti in questo genere di attività sembrano essere velivoli militari presumibilmente appartenenti all’alleanza atlantica (KC-135, KC-10, etc.). Se effettivamente, come sembra, l’attività è calata o è stata sospesa del tutto, questo fatto potrebbe essere collegato con quanto sta accadendo presso i vertici della NATO? Staremo a vedere cosa succede nei prossimi giorni, ma spero vivamente di potermi godere ancora un po’ questo cielo azzurro...
Sia quel che sia, in questo momento il bel sole mi ha ringalluzzito, così eccomi qui a scrivere due righe di commento su alcuni fatti.
Per cominciare, vi avevo promesso qualcosa in merito alla tragedia dello Shuttle Columbia. Be’, Yoichi Clark Shimatsu, che scrive per The Laissez Faire Electronic Times, parla di una missione segreta e afferma che l’astronauta israeliano Ilan Ramon fosse incaricato di spiare l’Iraq utilizzando un apparecchio fotografico multispettrale, indispensabile per poter ricavare immagini anche in condizioni di nebbia, forte foschia o di notte, e incastrare eventualmente Saddam e i suoi presunti programmi di armi chimiche con una “pistola fumante”. In altre parole, si tratterebbe di una tecnologia affine alla classica visione notturna all’infrarosso, ma notevolmente più sofisticata. Questo speciale “telescopio” è stato costruito dall’università di Tel Aviv e da una ditta statunitense, la Orbital Sciences Corp. Il progetto di ricerca fu chiamato MEIDEX (Mediterranean-Israel dust experiment). Ramon doveva effettuare osservazioni e scattare fotografie degli aerosol atmosferici nell’area del Mediterraneo, usando apparecchi atti ad operare nella fascia di luce ultravioletta, visibile e quasi-infrarossa. I dati sono stati trasmessi direttamente all’università di Tel Aviv e all’Istituto Israeliano di Biologia, centro dei programmi israeliani relativi alle armi biologiche e i gas nervini. In pratica, grazie all’analisi computerizzata delle immagini, si potrebbe verificare il contenuto dell’atmosfera, e qualora i presunti laboratori di Saddam dovessero rilasciare residui tossici (durante la lavorazione o la distruzione delle presunte armi chimiche e/o biologiche), anche se avessero l’accortezza di eseguire tali operazioni di notte o col cielo coperto, verrebbero immediatamente scoperti.
Il fatto è che per ottenere tali prestazioni dal telescopio MEIDEX, è necessario sparare un raggio ad infrarossi estremamente potente, e questo richiede energia; onde evitare il rischio di black-out energetici ad altri esperimenti o alla stessa navetta, è stato necessario dotare l’apparecchio di un generatore di energia autonomo. E la soluzione più ovvia è stata utilizzare energia nucleare.
Ora, ricorderete tutti che le autorità e la NASA hanno ripetutamente avvertito la popolazione di non toccare i detriti dello shuttle, perché potenzialmente tossici. Sembra che il minuscolo reattore nucleare utilizzato facesse uso di un esotico tipo di combustibile fissile, chiamato americio-242, il quale necessita soltanto dell’uno per cento della massa dell’uranio o del plutonio per raggiungere il suo stato critico. Le sue straordinarie caratteristiche tecniche lo rendono il candidato ideale per i progetti relativi a veicoli spaziali a propulsione nucleare, dato che permetterebbe una estrema miniaturizzazione dei motori, ma naturalmente anche al sistema d’arma spaziale comunemente noto come “Guerre Stellari”, tanto agognato dall’amministrazione Bush.
Per farla breve, stanno fiorendo interessanti ipotesi, pur se tutte da verificare, che collegherebbero l’utilizzo di queste tecnologie all’incidente stesso: man mano che emergeranno fatti rilevanti e concreti, vi aggiornerò in merito.
E mentre da tutto il mondo piovono via internet e fax messaggi di solidarietà al governo francese, come pure a quello tedesco e belga, per la presa di posizione in favore di una soluzione pacifica della crisi irachena, un insegnante americano al termine di una giornata di scuola ha trovato questa poesia, scritta in un foglietto accartocciato da uno sconosciuto studente di 16 o 17 anni:
Sono un americano
Sono un americano, credo nella libertà.
Sono un americano; vivo nel più grande paese del mondo.
Sono un americano, confido che il mio governo faccia quello che è giusto.
Sono un americano; chiedo, “Cosa posso fare per il mio paese?”
Sono un americano, navigo impunito in rete.
Sono un americano, guardo 36 ore di televisione alla settimana.
Sono un americano, credo nei media che mi dicono la verità.
Sono un americano, il mio governo non mente.
Sono un americano; sto tutto il giorno in riga.
Sono un americano; faccio quello che mi dicono le autorità.
Sono un americano, ditemi cosa pensare.
Sono un americano, ditemi cosa credere, l’ho dimenticato.
Ora, in questo arco di tempo si è verificata all’interno dell’alleanza atlantica la più grave crisi da quando fu istituita la NATO. I paesi più direttamente implicati nella controversia, quelli che si rifiutano di avallare qualsiasi pretesto per attaccare l’Iraq e scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili, sono Francia e Germania, insieme al Belgio e spalleggiati ora anche da Russia e Cina.
Ma cosa c’entra questo con l’apparente assenza delle “chemtrails”?
“Non lo so, però c’ho ragione, e i fatti mi cosano!”, direbbe l’assessore alle varie e particolari che imperversa a Zelig. Scherzi a parte, non ho potuto fare a meno di ricordare un aspetto curioso legato al fenomeno: la prima volta che questo è stato osservato e documentato sopra la Croazia, fu il giorno dopo che questo paese aveva avanzato formale domanda di adesione alla NATO; inoltre, gli aerei apparentemente più coinvolti in questo genere di attività sembrano essere velivoli militari presumibilmente appartenenti all’alleanza atlantica (KC-135, KC-10, etc.). Se effettivamente, come sembra, l’attività è calata o è stata sospesa del tutto, questo fatto potrebbe essere collegato con quanto sta accadendo presso i vertici della NATO? Staremo a vedere cosa succede nei prossimi giorni, ma spero vivamente di potermi godere ancora un po’ questo cielo azzurro...
Sia quel che sia, in questo momento il bel sole mi ha ringalluzzito, così eccomi qui a scrivere due righe di commento su alcuni fatti.
Per cominciare, vi avevo promesso qualcosa in merito alla tragedia dello Shuttle Columbia. Be’, Yoichi Clark Shimatsu, che scrive per The Laissez Faire Electronic Times, parla di una missione segreta e afferma che l’astronauta israeliano Ilan Ramon fosse incaricato di spiare l’Iraq utilizzando un apparecchio fotografico multispettrale, indispensabile per poter ricavare immagini anche in condizioni di nebbia, forte foschia o di notte, e incastrare eventualmente Saddam e i suoi presunti programmi di armi chimiche con una “pistola fumante”. In altre parole, si tratterebbe di una tecnologia affine alla classica visione notturna all’infrarosso, ma notevolmente più sofisticata. Questo speciale “telescopio” è stato costruito dall’università di Tel Aviv e da una ditta statunitense, la Orbital Sciences Corp. Il progetto di ricerca fu chiamato MEIDEX (Mediterranean-Israel dust experiment). Ramon doveva effettuare osservazioni e scattare fotografie degli aerosol atmosferici nell’area del Mediterraneo, usando apparecchi atti ad operare nella fascia di luce ultravioletta, visibile e quasi-infrarossa. I dati sono stati trasmessi direttamente all’università di Tel Aviv e all’Istituto Israeliano di Biologia, centro dei programmi israeliani relativi alle armi biologiche e i gas nervini. In pratica, grazie all’analisi computerizzata delle immagini, si potrebbe verificare il contenuto dell’atmosfera, e qualora i presunti laboratori di Saddam dovessero rilasciare residui tossici (durante la lavorazione o la distruzione delle presunte armi chimiche e/o biologiche), anche se avessero l’accortezza di eseguire tali operazioni di notte o col cielo coperto, verrebbero immediatamente scoperti.
Il fatto è che per ottenere tali prestazioni dal telescopio MEIDEX, è necessario sparare un raggio ad infrarossi estremamente potente, e questo richiede energia; onde evitare il rischio di black-out energetici ad altri esperimenti o alla stessa navetta, è stato necessario dotare l’apparecchio di un generatore di energia autonomo. E la soluzione più ovvia è stata utilizzare energia nucleare.
Ora, ricorderete tutti che le autorità e la NASA hanno ripetutamente avvertito la popolazione di non toccare i detriti dello shuttle, perché potenzialmente tossici. Sembra che il minuscolo reattore nucleare utilizzato facesse uso di un esotico tipo di combustibile fissile, chiamato americio-242, il quale necessita soltanto dell’uno per cento della massa dell’uranio o del plutonio per raggiungere il suo stato critico. Le sue straordinarie caratteristiche tecniche lo rendono il candidato ideale per i progetti relativi a veicoli spaziali a propulsione nucleare, dato che permetterebbe una estrema miniaturizzazione dei motori, ma naturalmente anche al sistema d’arma spaziale comunemente noto come “Guerre Stellari”, tanto agognato dall’amministrazione Bush.
Per farla breve, stanno fiorendo interessanti ipotesi, pur se tutte da verificare, che collegherebbero l’utilizzo di queste tecnologie all’incidente stesso: man mano che emergeranno fatti rilevanti e concreti, vi aggiornerò in merito.
E mentre da tutto il mondo piovono via internet e fax messaggi di solidarietà al governo francese, come pure a quello tedesco e belga, per la presa di posizione in favore di una soluzione pacifica della crisi irachena, un insegnante americano al termine di una giornata di scuola ha trovato questa poesia, scritta in un foglietto accartocciato da uno sconosciuto studente di 16 o 17 anni:
Sono un americano
Sono un americano, credo nella libertà.
Sono un americano; vivo nel più grande paese del mondo.
Sono un americano, confido che il mio governo faccia quello che è giusto.
Sono un americano; chiedo, “Cosa posso fare per il mio paese?”
Sono un americano, navigo impunito in rete.
Sono un americano, guardo 36 ore di televisione alla settimana.
Sono un americano, credo nei media che mi dicono la verità.
Sono un americano, il mio governo non mente.
Sono un americano; sto tutto il giorno in riga.
Sono un americano; faccio quello che mi dicono le autorità.
Sono un americano, ditemi cosa pensare.
Sono un americano, ditemi cosa credere, l’ho dimenticato.
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