MILANO -- Un nuovo sistema per raffreddare con acqua i processori dei computer che si surriscaldano troppo è stato messo a punto da una società californiana. È il primo passo per arrivare a computer sempre più silenziosi.
Il problema andava affrontato, in un modo o nell'altro. Con l'aumento della velocità di calcolo i processori hanno la tendenza a scaldarsi sempre di più. Quindi più potente è un computer più si surriscalda, richiedendo un sistema di raffreddamento.
I computer di oggi utilizzano il raffreddamento ad aria, tramite le ventole che sentiamo girare ogni qualvolta accendiamo la macchina, ma per poter raffreddare i processori che stanno diventando sempre più veloci, e quindi si scaldano sempre di più, sarebbe necessario aumentare anche la velocità delle ventole, con un logico aumento del rumore e una maggiore possibilità di problemi meccanici.
Per risolvere il problema, la società Cooligy, con base in California, ha realizzato un sistema di raffreddamento ad acqua che sfrutta una pompa senza parti mobili, riducendo così il rischio di difetti meccanici.
La legge di Moore, enunciata nel 1965 dal professor Gordon Moore, indica che la velocità di un processore di nuova generazione raddoppia ogni 18 mesi. "Possiamo dire che con ogni nuova generazione di chip," ha spiegato Andy Keane, portavoce della Cooligy, "anche il calore dissipato raddoppia di pari passo."
In un futuro neppure troppo lontano, quindi, si può facilmente immaginare che i computer, da tavolo e i portatili, genereranno un calore che le tradizionali ventole difficilmente riusciranno a contrastare. Da qui l'idea del raffreddamento ad acqua.
Per la verità, alcuni sistemi di raffreddamento ad acqua esistono già. L'Hitachi ha annunciato il lancio di un Pentium IV portatile nel febbraio del 2002, mentre a maggio di quest'anno, la NEC ha realizzato quello che è stato definito il primo computer da tavolo raffreddato ad acqua. Esistono anche diversi laptop che impiegano metanolo o altri liquidi per trasferire il calore generato dal processore centrale.
La novità del sistema realizzato dalla Cooligy, però, risiede nella la pompa che utilizza un sistema di elettro osmosi per spostare l'acqua, quindi eliminando ogni parte mobile e, di conseguenza, ogni possibile rumore. La pompa, che è l'anima del sistema, è stata sviluppata dall'ingegnere meccanico Ken Goodson, della californiana Stanford University.
Gli esperimenti condotti dall'ingegner Goodson hanno dimostrato che il sistema è in grado di raffreddare processori che producono 120 watt di calore per centimetro quadrato. Per avere un'idea della potenza del sistema basta pensare che il chip del Centrino della Intel dissipa 35 watt.
Si può quindi dire che sia stato trovato l'Uovo di Colombo per quanto riguarda il.raffreddamento dei processori, anche se a molti non piacerà l'idea di avere dell'acqua che circola a pochi millimetri dal proprio nuovissimo, e costosissimo, laptop di ultima generazione.
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Bene, arriveremo dunque a creare superprocessori con supercaratteristiche
Il problema andava affrontato, in un modo o nell'altro. Con l'aumento della velocità di calcolo i processori hanno la tendenza a scaldarsi sempre di più. Quindi più potente è un computer più si surriscalda, richiedendo un sistema di raffreddamento.
I computer di oggi utilizzano il raffreddamento ad aria, tramite le ventole che sentiamo girare ogni qualvolta accendiamo la macchina, ma per poter raffreddare i processori che stanno diventando sempre più veloci, e quindi si scaldano sempre di più, sarebbe necessario aumentare anche la velocità delle ventole, con un logico aumento del rumore e una maggiore possibilità di problemi meccanici.
Per risolvere il problema, la società Cooligy, con base in California, ha realizzato un sistema di raffreddamento ad acqua che sfrutta una pompa senza parti mobili, riducendo così il rischio di difetti meccanici.
La legge di Moore, enunciata nel 1965 dal professor Gordon Moore, indica che la velocità di un processore di nuova generazione raddoppia ogni 18 mesi. "Possiamo dire che con ogni nuova generazione di chip," ha spiegato Andy Keane, portavoce della Cooligy, "anche il calore dissipato raddoppia di pari passo."
In un futuro neppure troppo lontano, quindi, si può facilmente immaginare che i computer, da tavolo e i portatili, genereranno un calore che le tradizionali ventole difficilmente riusciranno a contrastare. Da qui l'idea del raffreddamento ad acqua.
Per la verità, alcuni sistemi di raffreddamento ad acqua esistono già. L'Hitachi ha annunciato il lancio di un Pentium IV portatile nel febbraio del 2002, mentre a maggio di quest'anno, la NEC ha realizzato quello che è stato definito il primo computer da tavolo raffreddato ad acqua. Esistono anche diversi laptop che impiegano metanolo o altri liquidi per trasferire il calore generato dal processore centrale.
La novità del sistema realizzato dalla Cooligy, però, risiede nella la pompa che utilizza un sistema di elettro osmosi per spostare l'acqua, quindi eliminando ogni parte mobile e, di conseguenza, ogni possibile rumore. La pompa, che è l'anima del sistema, è stata sviluppata dall'ingegnere meccanico Ken Goodson, della californiana Stanford University.
Gli esperimenti condotti dall'ingegner Goodson hanno dimostrato che il sistema è in grado di raffreddare processori che producono 120 watt di calore per centimetro quadrato. Per avere un'idea della potenza del sistema basta pensare che il chip del Centrino della Intel dissipa 35 watt.
Si può quindi dire che sia stato trovato l'Uovo di Colombo per quanto riguarda il.raffreddamento dei processori, anche se a molti non piacerà l'idea di avere dell'acqua che circola a pochi millimetri dal proprio nuovissimo, e costosissimo, laptop di ultima generazione.
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Bene, arriveremo dunque a creare superprocessori con supercaratteristiche
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