Le previsioni del tempo, anche se molto migliorate, hanno una precisione che non va oltre qualche giorno. Studiando però lo strato atmosferico sopra le nubi più alte, alcuni ricercatori inglesi e americani, guidati da Mark P. Baldwin, pensano di poter arrivare a circa 10 giorni di anticipo.
Hanno così pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di una ricerca in cui dimostrano che, monitorando con attenzione i moti dell'aria nella stratosfera (la zona dell'atmosfera appunto sopra le ultime nubi che parte da circa 6-17 chilometri per arrivare a 50) è possibile predire i movimenti dell'Oscillazione Artica.
Questo fenomeno è associato con fluttuazioni climatiche invernali dall'Alaska alla Scandinavia, ma che colpiscono anche la Spagna e il Medio Oriente. La sua presenza nella stratosfera potrebbe provocare cambiamenti di pressione anche nello strato più basso, la troposfera, cioè la zona dove ci sono le nubi e si verificano tutti i fenomeni atmosferici più rilevanti.
Lo studio conclude affermando che forse anche i gas che contribuiscono all'effetto serra potrebbero modificare la circolazione nella stratosfera.
Tratto da focus.it
Hanno così pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di una ricerca in cui dimostrano che, monitorando con attenzione i moti dell'aria nella stratosfera (la zona dell'atmosfera appunto sopra le ultime nubi che parte da circa 6-17 chilometri per arrivare a 50) è possibile predire i movimenti dell'Oscillazione Artica.
Questo fenomeno è associato con fluttuazioni climatiche invernali dall'Alaska alla Scandinavia, ma che colpiscono anche la Spagna e il Medio Oriente. La sua presenza nella stratosfera potrebbe provocare cambiamenti di pressione anche nello strato più basso, la troposfera, cioè la zona dove ci sono le nubi e si verificano tutti i fenomeni atmosferici più rilevanti.
Lo studio conclude affermando che forse anche i gas che contribuiscono all'effetto serra potrebbero modificare la circolazione nella stratosfera.
Tratto da focus.it