Le grandi ustioni si cureranno con sorta di spray a base di cellule della pelle che ricostruisce la cute danneggiata dal fuoco
La nuova tecnica, che apre nuove speranze per chi ha subito lesioni cutanee finora giudicata irreparabili, è stata messa a punto da un team di scienziati britannici del Queen Victoria Hospital di East Grinstead: alcuni pazienti, fra cui un uomo con ustioni sul 90% del corpo sono già stati sottoposti al nuovo trattamento con buoni risultati, anche se il procedimento ha costi molto elevati.
I ricercatori vogliono ora verificare, con un altro studio, se le nuove cellule continuano a funzionare come parte integrante della cute. Il metodo attuale di cura contro le ustioni consiste nel prelevare campioni di pelle sana e farle passare attraverso una macchina, chiamata meshing-machine, che espande il tessuto, e crea una catena di bende di pelle fatta a rete. Ma, come spiegano i medici, si tratta di una tecnica lenta e non sempre efficace. Il nuovo metodo, invece, "riesce a coprire aree del corpo molto più grandi e in modo più rapido di quanto fatto finora. - spiega Phil Gilbert, chirurgo plastico specializzato in ustioni - Negli studi pilota abbiamo avuto la chiara impressione che le lesioni guarissero più velocemente".
In base alla tecnica dei medici inglesi, un campione di pelle sano viene prelevato dal paziente e frammentato in laboratorio, in modo da separarvi lo strato superficiale delle cellule, conosciute con il nome di cheratinociti. Queste cellule vengono poi coltivate per 2-3 settimane e trasformate in una sospensione “spruzzabile”. Contemporaneamente altre cellule del tessuto epiteliale, prelevate dal paziente, vengono passate in una macchina che taglia il tessuto di pelle in tanti piccoli quadrati. Le cellule coltivate vengono poi spruzzate su piccoli pezzi di tessuto e unite insieme per creare la nuova pelle del paziente.
Il paziente già trattato con questa nuova metodica è stato curato con campioni di pelle prelevata da una gamba non danneggiata dalle ustioni. La sua pelle oggi è diversa da quella normale: è sottile, non ha follicoli piliferi e non presenta sudorazione. Ha però iniziato a “mettere radici” e ad assumere un colore più naturale. E’ ora in programma un nuovo studio condotto su 24 adulti gravemente ustionati e 50 bambini al di sotto dei tre anni con scottature, per verificare se le cellule coltivate continuano a dividersi e formare nuova pelle, o se il nuovo tessuto deriva solo dai piccoli pezzi di pelle con cui erano state unite.
![](http://www.benesseredonna.it/benesseredonna/pages/img/benessere/immPelle.jpg)
La nuova tecnica, che apre nuove speranze per chi ha subito lesioni cutanee finora giudicata irreparabili, è stata messa a punto da un team di scienziati britannici del Queen Victoria Hospital di East Grinstead: alcuni pazienti, fra cui un uomo con ustioni sul 90% del corpo sono già stati sottoposti al nuovo trattamento con buoni risultati, anche se il procedimento ha costi molto elevati.
I ricercatori vogliono ora verificare, con un altro studio, se le nuove cellule continuano a funzionare come parte integrante della cute. Il metodo attuale di cura contro le ustioni consiste nel prelevare campioni di pelle sana e farle passare attraverso una macchina, chiamata meshing-machine, che espande il tessuto, e crea una catena di bende di pelle fatta a rete. Ma, come spiegano i medici, si tratta di una tecnica lenta e non sempre efficace. Il nuovo metodo, invece, "riesce a coprire aree del corpo molto più grandi e in modo più rapido di quanto fatto finora. - spiega Phil Gilbert, chirurgo plastico specializzato in ustioni - Negli studi pilota abbiamo avuto la chiara impressione che le lesioni guarissero più velocemente".
In base alla tecnica dei medici inglesi, un campione di pelle sano viene prelevato dal paziente e frammentato in laboratorio, in modo da separarvi lo strato superficiale delle cellule, conosciute con il nome di cheratinociti. Queste cellule vengono poi coltivate per 2-3 settimane e trasformate in una sospensione “spruzzabile”. Contemporaneamente altre cellule del tessuto epiteliale, prelevate dal paziente, vengono passate in una macchina che taglia il tessuto di pelle in tanti piccoli quadrati. Le cellule coltivate vengono poi spruzzate su piccoli pezzi di tessuto e unite insieme per creare la nuova pelle del paziente.
Il paziente già trattato con questa nuova metodica è stato curato con campioni di pelle prelevata da una gamba non danneggiata dalle ustioni. La sua pelle oggi è diversa da quella normale: è sottile, non ha follicoli piliferi e non presenta sudorazione. Ha però iniziato a “mettere radici” e ad assumere un colore più naturale. E’ ora in programma un nuovo studio condotto su 24 adulti gravemente ustionati e 50 bambini al di sotto dei tre anni con scottature, per verificare se le cellule coltivate continuano a dividersi e formare nuova pelle, o se il nuovo tessuto deriva solo dai piccoli pezzi di pelle con cui erano state unite.