Nella vostra azienda preferiscono il termine “ristrutturazione” oppure “esubero” o magari l’americaneggiante “downsizing”? Stanno cantando le virtù della “mobilità” o della “flessibilità”? Nel frattempo i più idioti vengono promossi in base al taglio dei capelli o al colore della cravatta? Qualche vostro dirigente partecipa al Premio Per La Decisione Più Stupida Dell’Anno? Vi chiedono una relazione sulle relazioni? Il direttore generale non distingue un computer da un aspirapolvere? Le procedure aziendali vengono ridefinite a ogni cambio di stagione, come le collezioni dell’alta moda? Se voi date un consiglio (gratis) al capo, quello non lo accetta? Invece, se quello stesso esatto consiglio glielo dà un consulente esterno (profumatamente pagato), il capo lo segue immediatamente?
Se rispondete sì a queste domande, ebbene, con tutta probabilità la vostra azienda segue Il principio di Dilbert. Ma come difendersi? Grazie alla sua durissima esperienza (17 anni in un miserabile cubicolo aziendale), Scott Adams traccia un fenomenale manuale di sopravvivenza.
Ai lettori più feroci e ambiziosi, l’irresistibile e perfido Dogbert - il cane di Dilbert - spiega addirittura come fare carriera. Mescolando con effetti assolutamente esilaranti i fumetti a un contro-manuale di management di provata efficacia, Il principio di Dilbert è una lettura indispensabile a tutti quelli che si guadagnano faticosamente la vita in un ufficio.
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