MILANO: CONDANNATI GENITORI DEI 15ENNI CHE STUPRARONO RAGAZZINA
MILANO CONDANNATI GENITORI DEI 15ENNI CHE STUPRARONO RAGAZZINA - Agenzia di stampa Asca
Quando ho sentito la notizia al TG ho pensato che fosse una condanna giusta ed esemplare
(ASCA) - Roma, 4 feb - Dovranno versare un risarcimento di quasi 450mila euro i genitori di due ragazzini che violentarono una 12enne. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Milano chiamato a esprimersi sulla vicenda di una 12enne abusata da 5 amici della ''Milano bene'' poco piu' grandi di lei tra il 2001 e il 2003.
Come riporta il Corriere della Sera, i genitori sono stati condannati perche' e' ''mancata l'educazione ai sentimenti''.
Il giudice ha puntato l'attenzione sul contesto familiare in cui sono cresciuti i giovani del 'branco', un contesto di famiglie ''assolutamente normali'', residenti nel centro di Milano.
L'educazione, scrive il giudice nella sentenza, non e' fatta solo della ''fondamentale indicazione al rispetto delle regole'' ma anche di ''quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche si sentimenti e di sesso, con l'altra e con l'altro''. Di questa educazione, ''che consente di entrare in relazione non solo corporea con l'altro, non vi e' traccia nel comportamento dei minori''. Un'educazione essenziale tanto piu' oggi che i ragazzi crescono nel mondo dell'immagine e del corpo ''mercificato'', secondo il magistrato. La sentenza sottolinea che gli argomenti portati a difesa dai genitori (rispetto dell'orario di rientro, risultati scolastici, valori cristiani) sono ''circostanze generiche'', mentre i ripetuti abusi dimostrano che ''non e' stata dedicata cura particolare, tanto piu' doverosa in presenza di opposti segnali provenienti da una diffusa cultura di mercificazione dei corpi, a verificare che il processo di crescita avvenisse nel segno del rispetto del corpo dell'altro/a''.
Come riporta il Corriere della Sera, i genitori sono stati condannati perche' e' ''mancata l'educazione ai sentimenti''.
Il giudice ha puntato l'attenzione sul contesto familiare in cui sono cresciuti i giovani del 'branco', un contesto di famiglie ''assolutamente normali'', residenti nel centro di Milano.
L'educazione, scrive il giudice nella sentenza, non e' fatta solo della ''fondamentale indicazione al rispetto delle regole'' ma anche di ''quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche si sentimenti e di sesso, con l'altra e con l'altro''. Di questa educazione, ''che consente di entrare in relazione non solo corporea con l'altro, non vi e' traccia nel comportamento dei minori''. Un'educazione essenziale tanto piu' oggi che i ragazzi crescono nel mondo dell'immagine e del corpo ''mercificato'', secondo il magistrato. La sentenza sottolinea che gli argomenti portati a difesa dai genitori (rispetto dell'orario di rientro, risultati scolastici, valori cristiani) sono ''circostanze generiche'', mentre i ripetuti abusi dimostrano che ''non e' stata dedicata cura particolare, tanto piu' doverosa in presenza di opposti segnali provenienti da una diffusa cultura di mercificazione dei corpi, a verificare che il processo di crescita avvenisse nel segno del rispetto del corpo dell'altro/a''.
Quando ho sentito la notizia al TG ho pensato che fosse una condanna giusta ed esemplare
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