Moratti: "Una via per Craxi"
Di Pietro: "Sulla targa
dovete scrivere: 'latitante'"
La decisione della giunta comunale di Milano dovrebbe arrivare entro il decennale della morte, il prossimo 19 gennaio. Polemiche per le parole dell'ex magistrato
Milano, 29 dicembre 2009 - Come previsto non mancano le polemiche sulla decisione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, di intitolare a Bettino Craxi, a dieci anni dalla morte, una via o più probabilmente un giardino all'interno di un parco nella sua citta' natale. Il sindaco sarebbe convinta che sia il giusto riconoscimento ''per un uomo che ha dato una svolta al Paese'', ma proprio in previsione delle polemiche Palazzo Marino non aveva finora reso pubblica la notizia. I tecnici comunali milanesi della Toponomastica sarebbero gia' al lavoro e avrebbero individuato alcune aree, le piu' vicini possibili al centro.
Molto probabilmente già nella prossima giunta comunale sarà discussa e poi emanata la delibera, così da arrivare alla cerimonia ufficiale di intitolazione in poche settimane, visto che il 19 gennaio 2010 cadrà il decennale della morte di Craxi, l'ex leader del Psi morto dieci anni fa in Tunisia dove viveva dopo essere stato travolto dal ciclone Tangentopoli.
IL FIGLIO BOBO
"Il gesto preannunciatomi da Letizia Moratti, di cui sono particolarmente grato, ricopre un significato politico e storico di particolare importanza, poiché riconosce, con equilibrio, che la missione positiva in vita del cittadino milanese. Craxi fu di gran lunga superiore alle cose negative attribuitegli" - scrive Bobo Craxi in una nota - "Si levano e si leveranno - prosegue Bobo -polemiche inevitabili. Tuttavia, io credo si debba andare verso una pacificazione politica nazionale e verso una vera seconda Repubblica con senso di coraggio e di verità nell`interesse di tutti gli italiani. L`ex procuratore Borrelli - conclude Bobo Craxi - si può mettere il cuore in pace: a lui dedicheranno il Teatro alla Scala, ma spero più in là, nel tempo".
CLAUDIO MARTELLI
''Secondo me, a parte certi accanimenti, la riabilitazione è compiuta. Ci sono stati tanti riconoscimenti. Fanno tutti bene alla sua memoria e all'Italia. Ma finche' non ci sara' una robusta forza socialista, democratica e liberale, nel Paese Craxi sara' sempre in esilio''. Per Claudio Martelli, vicesegretario di Bettino Craxi nel Psi, la riabilitazione dell'ex leader socialista è compiuta, ma il suo lascito politico e' ancora in esilio: ''L'esilio peggiore non e' quello che ti capita in vita - dice - ma se delle tua opera nel tempo non rimane nulla. Senza una forza socialista, la memoria resta esiliata o inerte''.
I MAGISTRATI DI 'MANI PULITE'
"Io credo che ci sia una distorsione della realta', attraverso tentativi di riabilitazione di una persona condannata per corruzione e illecito finanziamento ai partiti, responsabile di tanti debiti nelle casse dello Stato nella prima repubblica. Anche oggi continua a essere scambiato per una persona in esilio, in realta' era latitante". Cosi' a CNRmedia.com, Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori.
"La differenza tra lui e il suo sodale e amico Berlusconi- continua- e' che Craxi per sfuggire alla giustizia e' scappato, Berlusconi invece e' andato in Parlamento per farsi le leggi che gli servivano per non farsi processare o per non fare risultare i reati che aveva commesso". E attacca: "Se proprio vogliono fare una targa scrivano 'Bettino Craxi, politico, condannato, latitante' perché è questa la storia di quella persona. I finti buonismi non servono a niente. Io ho il ricordo di una stagione della verità che ha fatto emergere una classe politica corrotta e corruttibile. Di questa faceva parte Craxi cosi' come altri politici della prima repubblica, molti dei quali continuano a pontificare dimenticando le storie passate".
''Trovo indecoroso, offensivo intitolare una via, una piazza o qualunque cosa ad un personaggio che e' morto da latitante'', ha detto Francesco Saverio Borrelli, procuratore capo della repubblica negli anni di tangentopoli, a guida del cosidetto pool di Mani Pulite, di cui facevano parte Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. ''Io comunque non ho nulla di personale contro Craxi - ha precisato Borrelli - Il fatto che in quegli anni fossi a capo della procura non significa per forze avere delle ostilita' nei suoi confronti''.
TUTTI CONTRO DI PIETRO
"Con i suoi insulti a Craxi, estesi a Berlusconi, e con le sue minacce ed intimidazioni al presidente della Repubblica Napolitano, Di Pietro conferma che purtroppo esiste nel nostro sistema politico e mediatico un grumo di incivilta', di odio, di rozzezza del quale l'ex Pm ed il suo partito sono la punta dell'iceberg", dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, secondo il quale "Di Pietro e' il portavoce di un network che ha capacita' di fuoco che non puo' essere sottovalutata".
"Ciò che oggi ha detto Di Pietro riguardo alla memoria di Bettino Craxi, riferendosi addirittura a ciò che dovrebbe o non dovrebbe dire il Presidente della Repubblica in occasione di una cerimonia di commemorazione è senza precedenti". Lo dice il coordinatore del Pdl e ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. "Non ci sono più parole ormai - aggiunge - per qualificare, stigmatizzare e polemizzare con un uomo che fa della provocazione, dell insulto, della volgarità il suo programma politico".
"Di Pietro sbaglia a non riconoscere il suo errore nel giudizio storico su Bettino Craxi, ma almeno dovrebbe attenersi alla saggezza latina: de mortuis nihil nisi bonum, dei morti si parla solo se si puo' dirne bene". Cosi' il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.
Quotidiano Net - Moratti: "Una via per Craxi" Di Pietro: "Sulla targa dovete scrivere: 'latitante'"
devo andare a comprare qualche bomboletta spray...
Di Pietro: "Sulla targa
dovete scrivere: 'latitante'"
La decisione della giunta comunale di Milano dovrebbe arrivare entro il decennale della morte, il prossimo 19 gennaio. Polemiche per le parole dell'ex magistrato
Milano, 29 dicembre 2009 - Come previsto non mancano le polemiche sulla decisione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, di intitolare a Bettino Craxi, a dieci anni dalla morte, una via o più probabilmente un giardino all'interno di un parco nella sua citta' natale. Il sindaco sarebbe convinta che sia il giusto riconoscimento ''per un uomo che ha dato una svolta al Paese'', ma proprio in previsione delle polemiche Palazzo Marino non aveva finora reso pubblica la notizia. I tecnici comunali milanesi della Toponomastica sarebbero gia' al lavoro e avrebbero individuato alcune aree, le piu' vicini possibili al centro.
Molto probabilmente già nella prossima giunta comunale sarà discussa e poi emanata la delibera, così da arrivare alla cerimonia ufficiale di intitolazione in poche settimane, visto che il 19 gennaio 2010 cadrà il decennale della morte di Craxi, l'ex leader del Psi morto dieci anni fa in Tunisia dove viveva dopo essere stato travolto dal ciclone Tangentopoli.
IL FIGLIO BOBO
"Il gesto preannunciatomi da Letizia Moratti, di cui sono particolarmente grato, ricopre un significato politico e storico di particolare importanza, poiché riconosce, con equilibrio, che la missione positiva in vita del cittadino milanese. Craxi fu di gran lunga superiore alle cose negative attribuitegli" - scrive Bobo Craxi in una nota - "Si levano e si leveranno - prosegue Bobo -polemiche inevitabili. Tuttavia, io credo si debba andare verso una pacificazione politica nazionale e verso una vera seconda Repubblica con senso di coraggio e di verità nell`interesse di tutti gli italiani. L`ex procuratore Borrelli - conclude Bobo Craxi - si può mettere il cuore in pace: a lui dedicheranno il Teatro alla Scala, ma spero più in là, nel tempo".
CLAUDIO MARTELLI
''Secondo me, a parte certi accanimenti, la riabilitazione è compiuta. Ci sono stati tanti riconoscimenti. Fanno tutti bene alla sua memoria e all'Italia. Ma finche' non ci sara' una robusta forza socialista, democratica e liberale, nel Paese Craxi sara' sempre in esilio''. Per Claudio Martelli, vicesegretario di Bettino Craxi nel Psi, la riabilitazione dell'ex leader socialista è compiuta, ma il suo lascito politico e' ancora in esilio: ''L'esilio peggiore non e' quello che ti capita in vita - dice - ma se delle tua opera nel tempo non rimane nulla. Senza una forza socialista, la memoria resta esiliata o inerte''.
I MAGISTRATI DI 'MANI PULITE'
"Io credo che ci sia una distorsione della realta', attraverso tentativi di riabilitazione di una persona condannata per corruzione e illecito finanziamento ai partiti, responsabile di tanti debiti nelle casse dello Stato nella prima repubblica. Anche oggi continua a essere scambiato per una persona in esilio, in realta' era latitante". Cosi' a CNRmedia.com, Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori.
"La differenza tra lui e il suo sodale e amico Berlusconi- continua- e' che Craxi per sfuggire alla giustizia e' scappato, Berlusconi invece e' andato in Parlamento per farsi le leggi che gli servivano per non farsi processare o per non fare risultare i reati che aveva commesso". E attacca: "Se proprio vogliono fare una targa scrivano 'Bettino Craxi, politico, condannato, latitante' perché è questa la storia di quella persona. I finti buonismi non servono a niente. Io ho il ricordo di una stagione della verità che ha fatto emergere una classe politica corrotta e corruttibile. Di questa faceva parte Craxi cosi' come altri politici della prima repubblica, molti dei quali continuano a pontificare dimenticando le storie passate".
''Trovo indecoroso, offensivo intitolare una via, una piazza o qualunque cosa ad un personaggio che e' morto da latitante'', ha detto Francesco Saverio Borrelli, procuratore capo della repubblica negli anni di tangentopoli, a guida del cosidetto pool di Mani Pulite, di cui facevano parte Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. ''Io comunque non ho nulla di personale contro Craxi - ha precisato Borrelli - Il fatto che in quegli anni fossi a capo della procura non significa per forze avere delle ostilita' nei suoi confronti''.
TUTTI CONTRO DI PIETRO
"Con i suoi insulti a Craxi, estesi a Berlusconi, e con le sue minacce ed intimidazioni al presidente della Repubblica Napolitano, Di Pietro conferma che purtroppo esiste nel nostro sistema politico e mediatico un grumo di incivilta', di odio, di rozzezza del quale l'ex Pm ed il suo partito sono la punta dell'iceberg", dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, secondo il quale "Di Pietro e' il portavoce di un network che ha capacita' di fuoco che non puo' essere sottovalutata".
"Ciò che oggi ha detto Di Pietro riguardo alla memoria di Bettino Craxi, riferendosi addirittura a ciò che dovrebbe o non dovrebbe dire il Presidente della Repubblica in occasione di una cerimonia di commemorazione è senza precedenti". Lo dice il coordinatore del Pdl e ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. "Non ci sono più parole ormai - aggiunge - per qualificare, stigmatizzare e polemizzare con un uomo che fa della provocazione, dell insulto, della volgarità il suo programma politico".
"Di Pietro sbaglia a non riconoscere il suo errore nel giudizio storico su Bettino Craxi, ma almeno dovrebbe attenersi alla saggezza latina: de mortuis nihil nisi bonum, dei morti si parla solo se si puo' dirne bene". Cosi' il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.
Quotidiano Net - Moratti: "Una via per Craxi" Di Pietro: "Sulla targa dovete scrivere: 'latitante'"
devo andare a comprare qualche bomboletta spray...
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