Il dato di fatto: il trattato di Kyoto conteneva tanti bei propositi, ma nessuno lo ha seguito.
L'altro dato di fatto: molte imprese hanno difficoltà economiche e non vogliono sobbarcarsi i costi aggiuntivi dell'ecosostenibilità
Il terzo dato di fatto: l'ambiente ne risente e gli effetti iniziali sono già tangibili.
Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo durante il Premio Ariete, dedicato alla comunicazione responsabile da parte delle aziende pubbliche, si è confrontata con il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e ha sottolineato il fondamentale ruolo che gli imprenditori devono avere nella ricerca continua di sfide innovative capaci di sostenere “un modello di sviluppo” avanzato e proteso all’ambiente e non meramente una “battaglia di target delle emissioni”.
‘‘L’impresa – ha detto – non deve vivere i vincoli come un peso. L’ambiente è una sfida etica e le imprese devono invertire il rapporto con questi temi”. Poiché ‘‘la partita che si sta giocando – ha aggiunto – è quella del modello di una crescita economica globale all’insegna della sostenibilità ambientale”, c‘è l’estremo bisogno di ‘‘investire di più perché questi temi entrino in testa agli imprenditori”.
“L’attenzione e’ massima e abbiamo già affermato nelle sedi internazionali che l’Italia non vuole ripetere una situazione simile a quella verificatasi col Trattato di Kyoto quando alcuni Paesi hanno assunto impegni gravosi e vincolanti e altri hanno sottoscritto dichiarazioni politiche. Nel caso in cui ci fosse realmente il rischio di responsabilità e doveri ulteriori, questi, dovranno comunque essere condivisi in modo equo da tutti. Lo sforzo che l’Europa ha sostenuto impegnandosi in maniera autonoma per un taglio delle emissioni del 20% e, in prospettiva, del 30%” deve poter continuare ad avere un seguito ed un riscontro in futuro solo attraverso una assunzione di responsabilità di tutti i Paesi “cominciando dagli Stati Uniti”.
Che ne pensate?
L'altro dato di fatto: molte imprese hanno difficoltà economiche e non vogliono sobbarcarsi i costi aggiuntivi dell'ecosostenibilità
Il terzo dato di fatto: l'ambiente ne risente e gli effetti iniziali sono già tangibili.
Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo durante il Premio Ariete, dedicato alla comunicazione responsabile da parte delle aziende pubbliche, si è confrontata con il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e ha sottolineato il fondamentale ruolo che gli imprenditori devono avere nella ricerca continua di sfide innovative capaci di sostenere “un modello di sviluppo” avanzato e proteso all’ambiente e non meramente una “battaglia di target delle emissioni”.
‘‘L’impresa – ha detto – non deve vivere i vincoli come un peso. L’ambiente è una sfida etica e le imprese devono invertire il rapporto con questi temi”. Poiché ‘‘la partita che si sta giocando – ha aggiunto – è quella del modello di una crescita economica globale all’insegna della sostenibilità ambientale”, c‘è l’estremo bisogno di ‘‘investire di più perché questi temi entrino in testa agli imprenditori”.
“L’attenzione e’ massima e abbiamo già affermato nelle sedi internazionali che l’Italia non vuole ripetere una situazione simile a quella verificatasi col Trattato di Kyoto quando alcuni Paesi hanno assunto impegni gravosi e vincolanti e altri hanno sottoscritto dichiarazioni politiche. Nel caso in cui ci fosse realmente il rischio di responsabilità e doveri ulteriori, questi, dovranno comunque essere condivisi in modo equo da tutti. Lo sforzo che l’Europa ha sostenuto impegnandosi in maniera autonoma per un taglio delle emissioni del 20% e, in prospettiva, del 30%” deve poter continuare ad avere un seguito ed un riscontro in futuro solo attraverso una assunzione di responsabilità di tutti i Paesi “cominciando dagli Stati Uniti”.
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