A Coccaglio, il comune bresciano che con l'operazione "White Christmas" ha inaugurato la caccia al clandestino in nome del Natale, gli immigrati di colore sono ormai un quinto della popolazione. Negli uffici del municipio c'è un grafico affisso al muro, che mostra la crescita degli ultimi dieci anni. Aprile '98, 177 stranieri. Aprile 2009, 1583, su poco meno di settemila abitanti, alcuni dei quali danno i loro pareri:
Romina, barista: "Il nome lo conoscevo, "White Christmas", ma sinceramente non ci ho mai fatto caso, il problema è che del Natale a loro non gliene frega niente. Il nome forse è sbagliato, ma l'operazione, quella no. Loro qui non ci vengono. Perché fortunatamente con gli immigrati non ho mai attaccato".
Monica, estetista: "I miei figli hanno solo amici extracomunitari. Uno ha 14 anni, l'altro 12. Vanno in giro sempre con due romeni e due africani. A Coccaglio sono tantissimi. Io però non voglio che escano con questi. È razzismo questo? Mi chiede perché? Perché no. Non mi va. Non mi vanno nemmeno i loro genitori".
Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi: "il Comune ha applicato la legge, anche se non c'era bisogno di chiamare l'operazione "White Christmas", si poteva chiamare "Natale controllo della regolarità".
Il sindaco Franco Claretti e l'assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi preferiscono non commentare.
Andrea Cavallini, tabaccaio: "A me l'iniziativa non è piaciuta. Ma il metodo è terribile. Ti spediscono una lettera, se non rispondi entrano in casa, vedono se hai clandestini. Si faceva così ai tempi del Duce, lo faceva anche Stalin. Vogliamo tornare lì?".
Mergan, kosovaro immigrato: "Il problema non sono i controlli e nemmeno il nome, è il momento. Perché ora c'è il rischio che con la perdita di lavoro si perda anche la possibilità di rinnovare i documenti. È vero, c'è il sussidio di disoccupazione. Ma si può chiedere una sola volta. Poi, dopo, cosa si fa con la moglie e i figli che sono nati qui, a Coccaglio. Non lavoro da mesi. Sono gli italiani a non chiamarmi più. Se va avanti così, e poi un giorno vengono a farmi un controllo, cosa succede?".
come vivete l'immigrazione? E c'è tra noi qualcuno del bresciano che ci può dare il suo parere "in diretta"?
Romina, barista: "Il nome lo conoscevo, "White Christmas", ma sinceramente non ci ho mai fatto caso, il problema è che del Natale a loro non gliene frega niente. Il nome forse è sbagliato, ma l'operazione, quella no. Loro qui non ci vengono. Perché fortunatamente con gli immigrati non ho mai attaccato".
Monica, estetista: "I miei figli hanno solo amici extracomunitari. Uno ha 14 anni, l'altro 12. Vanno in giro sempre con due romeni e due africani. A Coccaglio sono tantissimi. Io però non voglio che escano con questi. È razzismo questo? Mi chiede perché? Perché no. Non mi va. Non mi vanno nemmeno i loro genitori".
Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi: "il Comune ha applicato la legge, anche se non c'era bisogno di chiamare l'operazione "White Christmas", si poteva chiamare "Natale controllo della regolarità".
Il sindaco Franco Claretti e l'assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi preferiscono non commentare.
Andrea Cavallini, tabaccaio: "A me l'iniziativa non è piaciuta. Ma il metodo è terribile. Ti spediscono una lettera, se non rispondi entrano in casa, vedono se hai clandestini. Si faceva così ai tempi del Duce, lo faceva anche Stalin. Vogliamo tornare lì?".
Mergan, kosovaro immigrato: "Il problema non sono i controlli e nemmeno il nome, è il momento. Perché ora c'è il rischio che con la perdita di lavoro si perda anche la possibilità di rinnovare i documenti. È vero, c'è il sussidio di disoccupazione. Ma si può chiedere una sola volta. Poi, dopo, cosa si fa con la moglie e i figli che sono nati qui, a Coccaglio. Non lavoro da mesi. Sono gli italiani a non chiamarmi più. Se va avanti così, e poi un giorno vengono a farmi un controllo, cosa succede?".
come vivete l'immigrazione? E c'è tra noi qualcuno del bresciano che ci può dare il suo parere "in diretta"?
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