ROMA - Fumata nera anche stamani. E per la seconda volta in due settimane la Commissione di vigilanza sulla Rai, l'organismo parlamentare di controllo sui servizi televisivi, non riesce ad eleggere il presidente. La prassi parlamentare prevede che la Vigilanza vada, per controbilanciare i poteri, all'opposizione. Dopo lunghe trattative e stop and go, la scelta è caduta su Leoluca Orlando dell'Italia dei valori, un compromesso "al ribasso" digerito dalla Cdl che non ne voleva sapere di personalità più battagliere come quella di Beppe Giulietti. Sarcastico il commento del candidato unico del Pd Leoluca Orlando: "Continuo ad essere testimonial di un principio".
Un primo stop&go era arrivato la scorsa settimana e aveva fatto gridare a Veltroni alla violazione della "prassi costituzionale". Stamani era tutto pronto per la fumata bianca. E invece la maggioranza ha fatto mancare il numero legale impedendo nei fatti la votazione. Il Pdl ha disertato in blocco la votazione fissata per oggi dai due presidenti delle Camere. "La commissione - ha confermato alla fine della seconda chiama il presidente di turno, Giorgio Merlo - non è in numero legale. Rappresenterò la situazione ai presidenti delle camere che decideranno per una nuova convocazione".
Il secondo rinvio in una settimana misura la febbre del clima sempre meno dialogante tra maggioranza e opposizione. E rivela come dietro la Commissione la vera partita sia quella del rinnovo del Consiglio di amministrazione della Rai. "Non ci sono ancora le condizioni per l'elezione del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai perchè non si riesce a concordare un'intesa complessiva che riguardi l'assetto della Rai" affermano in una nota congiunta Pdl, Lega nord e Mpa. La mancanza del numero legale quindi non è un mancato accordo sul nomemdi Orlando (unico candidato di tutto il Pd) quanto una ripicca, un ricatto, una questione di redistribuzione di poltrone nel Cda di vilae Mazzini per lo più nelle file della maggioranza. Detta molto in sintesi la questione è che Fi dovrebbe rinunciare a un po' di poltrone a favore di An e Lega che hanno notevolmente aumentato il loro peso specifico all'interno della coalizione.
"L'assemblea della Rai per il rinnovo del cda -prosegue la nota congiunta di Pdl, Lega nord e Mpa- è stata già convocata ieri, poichè i vertici sono scaduti alla fine di maggio. La commissione di vigilanza deve poter assicurare la rapida indicazione dei nuovi vertici per garantire alla Rai un pieno funzionamento. Occorre chiarezza su questo punto e lo diciamo alla luce del sole, perchè l'elezione del Presidente della Commissione non può prescindere da un'intesa più generale che consenta, con i due terzi previsti dalla legge, di designare il nuovo presidente della Rai ed i vari consiglieri. Confidiamo in una rapida intesa -concludono gli esponenti della maggioranza- per il miglior funzionamento del servizio pubblico".
Una doppia fumata nera non ha precedenti nella storia parlamentare ai tempi della Rai. Usa toni durissimi Giorgio Merlo, capogruppo Pd in Commissione. Questa seconda fumata nera è "un gesto politico grave ed irresponsabile che rischia di indebolire il futuro e la credibilità stessa della tivù pubblica". Poi Merlo si rivolge ai Presidenti delle Camere che "su questo tema ormai non possono più svolgere un ruolo puramente formale o notarile".
Non ho ancora capito il valore politico di questo assenteismo mirato, se qualcuno ha una spiegazione plausibile si faccia avanti
Un primo stop&go era arrivato la scorsa settimana e aveva fatto gridare a Veltroni alla violazione della "prassi costituzionale". Stamani era tutto pronto per la fumata bianca. E invece la maggioranza ha fatto mancare il numero legale impedendo nei fatti la votazione. Il Pdl ha disertato in blocco la votazione fissata per oggi dai due presidenti delle Camere. "La commissione - ha confermato alla fine della seconda chiama il presidente di turno, Giorgio Merlo - non è in numero legale. Rappresenterò la situazione ai presidenti delle camere che decideranno per una nuova convocazione".
Il secondo rinvio in una settimana misura la febbre del clima sempre meno dialogante tra maggioranza e opposizione. E rivela come dietro la Commissione la vera partita sia quella del rinnovo del Consiglio di amministrazione della Rai. "Non ci sono ancora le condizioni per l'elezione del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai perchè non si riesce a concordare un'intesa complessiva che riguardi l'assetto della Rai" affermano in una nota congiunta Pdl, Lega nord e Mpa. La mancanza del numero legale quindi non è un mancato accordo sul nomemdi Orlando (unico candidato di tutto il Pd) quanto una ripicca, un ricatto, una questione di redistribuzione di poltrone nel Cda di vilae Mazzini per lo più nelle file della maggioranza. Detta molto in sintesi la questione è che Fi dovrebbe rinunciare a un po' di poltrone a favore di An e Lega che hanno notevolmente aumentato il loro peso specifico all'interno della coalizione.
"L'assemblea della Rai per il rinnovo del cda -prosegue la nota congiunta di Pdl, Lega nord e Mpa- è stata già convocata ieri, poichè i vertici sono scaduti alla fine di maggio. La commissione di vigilanza deve poter assicurare la rapida indicazione dei nuovi vertici per garantire alla Rai un pieno funzionamento. Occorre chiarezza su questo punto e lo diciamo alla luce del sole, perchè l'elezione del Presidente della Commissione non può prescindere da un'intesa più generale che consenta, con i due terzi previsti dalla legge, di designare il nuovo presidente della Rai ed i vari consiglieri. Confidiamo in una rapida intesa -concludono gli esponenti della maggioranza- per il miglior funzionamento del servizio pubblico".
Una doppia fumata nera non ha precedenti nella storia parlamentare ai tempi della Rai. Usa toni durissimi Giorgio Merlo, capogruppo Pd in Commissione. Questa seconda fumata nera è "un gesto politico grave ed irresponsabile che rischia di indebolire il futuro e la credibilità stessa della tivù pubblica". Poi Merlo si rivolge ai Presidenti delle Camere che "su questo tema ormai non possono più svolgere un ruolo puramente formale o notarile".
Non ho ancora capito il valore politico di questo assenteismo mirato, se qualcuno ha una spiegazione plausibile si faccia avanti