LINGUA E SCRITTURA
Nella lingua giapponese non vi è una distinzione netta, nell'articolazione dei suoni, tra una consonante e una vocale, e non viene attribuito a ciascuno di questi elementi un carattere a se stante. Il giapponese quindi non possiede un alfabeto ( come lo intendiamo noi occidentali ) ma un sillabario formato da un insiame di segni che rappresentano tutti i suoni fondamentali dellalingua; cioè simbili che non possono essere scomposti ulteriormente.
Tali fonemi sono in totale 45, incluse le 5 vocali occidentali che compaiono spesso nelle parole o singolarmente, e il suono n che puo'essere trovato da solo diventando di fatto la 46esima sillaba fonetica.
Nella tabella che includo in fondo ( ** domani magari anche le immagini se mi attivano l'account ** ) compaiono xro'51 simboli. Il motivo e'semplice ci sono alcuni fonemi che per consuetudine vengono spesso fatti coincidere con le corrispondenti vocali. Questi sono due del gruppo y e tre del gruppo w
Generalmente il sillabario - che sarebbe stato graduatamente sviluppato e alla cui formazione contribui il buddista Kuunai ( 774-835), noto col titolo onorifico di Kooboo Daishi e famoso soprattutto come calligrafo - viene chiamato kana, cioè "caratteri a prestito" e a volte gojuuon, "i suoi 50 suoni" benchè siano 46. Tali suoni sono detti saion cioe' "suoni puri" o "fondamentali".
Aggiungendo ai caratteri di alcuni di essi, in alto a destra, un piccolo segno formato da due trattini o apici nigori "impurità" o un cerchietto maru si ottengono rispettivamente 20 "suoni impuri" o dakuon e 5 "suoni semipuri" o handakuon. Infine ci sono 36 "suoni contratti" yooon che derivano dalla combinazionedi alcuni dei precedenti.
I giapponesi nella scrittura utilizzano generalmente il sillabario chiamato hiragana, ma ne hanno un secondo katagana impiegato di norma nei testi scientifici, per le trascrizioni di termini onomatopeici e per le parole straniere o di origine straniera ( escluse quelle cinesi ) o per riagioni puramente estetiche / stilistiche.
Osservando i due sillabari si puo'subito notare una differenza sostanziale: quello hiragana ha uno stile cursivo, mentre quello katagana ricorda molto di piu'uno stile stampatello
In entrambe le parole che distinguono i sillabari si nota la parte kana ( che diventa gana nella prima per ragioni eufoniche ) che significa "carattere prestato", infatti i due sillabari sono stati tratti dai caratteri cinesi.
hira significa "comune", "ordinario" ossia "carattere prestato di uso comune" o corsivo.
kana significa "parte", "frammento" ossia "carattere prestato di frammento/parte" e cioe'prendento solo una parte di un carattere completo
E'importante ricordare che i due sillabari NON sono mai usati contemporaneamente nella stessa parola.
A destra il simbolo occidentale ( detto ROMANJI )
In alto il simbolo hiragana
In basso il simbolo katagana
^ mi sono accorto di un errore la seconda riga Ja Ju Jo in realtà e' za zu zo ^
Nella lingua giapponese non vi è una distinzione netta, nell'articolazione dei suoni, tra una consonante e una vocale, e non viene attribuito a ciascuno di questi elementi un carattere a se stante. Il giapponese quindi non possiede un alfabeto ( come lo intendiamo noi occidentali ) ma un sillabario formato da un insiame di segni che rappresentano tutti i suoni fondamentali dellalingua; cioè simbili che non possono essere scomposti ulteriormente.
Tali fonemi sono in totale 45, incluse le 5 vocali occidentali che compaiono spesso nelle parole o singolarmente, e il suono n che puo'essere trovato da solo diventando di fatto la 46esima sillaba fonetica.
Nella tabella che includo in fondo ( ** domani magari anche le immagini se mi attivano l'account ** ) compaiono xro'51 simboli. Il motivo e'semplice ci sono alcuni fonemi che per consuetudine vengono spesso fatti coincidere con le corrispondenti vocali. Questi sono due del gruppo y e tre del gruppo w
Generalmente il sillabario - che sarebbe stato graduatamente sviluppato e alla cui formazione contribui il buddista Kuunai ( 774-835), noto col titolo onorifico di Kooboo Daishi e famoso soprattutto come calligrafo - viene chiamato kana, cioè "caratteri a prestito" e a volte gojuuon, "i suoi 50 suoni" benchè siano 46. Tali suoni sono detti saion cioe' "suoni puri" o "fondamentali".
Aggiungendo ai caratteri di alcuni di essi, in alto a destra, un piccolo segno formato da due trattini o apici nigori "impurità" o un cerchietto maru si ottengono rispettivamente 20 "suoni impuri" o dakuon e 5 "suoni semipuri" o handakuon. Infine ci sono 36 "suoni contratti" yooon che derivano dalla combinazionedi alcuni dei precedenti.
I giapponesi nella scrittura utilizzano generalmente il sillabario chiamato hiragana, ma ne hanno un secondo katagana impiegato di norma nei testi scientifici, per le trascrizioni di termini onomatopeici e per le parole straniere o di origine straniera ( escluse quelle cinesi ) o per riagioni puramente estetiche / stilistiche.
Osservando i due sillabari si puo'subito notare una differenza sostanziale: quello hiragana ha uno stile cursivo, mentre quello katagana ricorda molto di piu'uno stile stampatello
In entrambe le parole che distinguono i sillabari si nota la parte kana ( che diventa gana nella prima per ragioni eufoniche ) che significa "carattere prestato", infatti i due sillabari sono stati tratti dai caratteri cinesi.
hira significa "comune", "ordinario" ossia "carattere prestato di uso comune" o corsivo.
kana significa "parte", "frammento" ossia "carattere prestato di frammento/parte" e cioe'prendento solo una parte di un carattere completo
E'importante ricordare che i due sillabari NON sono mai usati contemporaneamente nella stessa parola.
A destra il simbolo occidentale ( detto ROMANJI )
In alto il simbolo hiragana
In basso il simbolo katagana
^ mi sono accorto di un errore la seconda riga Ja Ju Jo in realtà e' za zu zo ^
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