annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Raccoto... forse un pò lunghino

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Raccoto... forse un pò lunghino

    Stravolta da una giornata in mezzo alla vita, tornavo a casa. Lì mi attendeva la pura morte, la mia vera felicità... non capivo molto bene quale concetto fosse veramente e sopratutto quale significato gli attribuiva la gente.

    Era distante da tutto, era isolata dal centro, dal divertimento, da chiunque.. forse era anche per questo che l'amavo tanto. Quella mia Tana. Era costruita in pietra, inespugnabile, una fortezza, sembrava un Castello, beh! In realtà lo era stato in antiche ere, adesso cadeva un pò in rovina, ma era veramente tutto il mio mondo, tutto ciò di cui avevo bisogno.

    Spinsi con forza l'alto cancell che rendeva la mia dimora ancora più tetra e inattacabile, il cigolio mi accompagnò fino al grande portone. Finalmente varcata la soglia, le tenebre più totali mi avvolsero, un leggero brivido percorse la mia schiena, non potevo certo pretendere una temperatura più calda, viste le spesse mura i raggi non avrebbero mai influito.

    Buffo, mi chiamo Vivian... ma non è tanto il mio nome che mi fa sorridere, quanto il fatto che mi sia attribuito un nomignolo, in quel piccolo circolo di persone che sono obbligata a frequentare, per poter tenere nascota la mi vera identità... Mi conoscono ormai come Vivi. Nonostante io disprezzi totalmente tutto ciò che è inerente alla vita e quindi anche un soprannome che è la sua assonanza mi disturba un pò. Ma cosa ci potevo fare? Dovevo continuare a fingere il mio essere "normale" ormai i temi sono cambiati, non si può modificare le cose a propio genio...

    Non mi faceva molta differenza la temperatura che respiravo... mi tolsi la maschea di dosso, mi spogliai lentamente e gustai la mia vera essenza che sprigionava il mio odore. Sentivo la stipidità umana e la sua inutilità, scivolarmi via insieme ai miei abiti, camminavo e dietro di me come una scia, segnavo il mio passaggio.

    Salii le scale con fare lento e silenzioso, sentivo sotto i miei piedi la carezza del tappeto che che le ricopriva, il passamano mi scivolavasenza opporre resistenza, quasi mi avesse riconosciuto. Percorsi il lungo corridoio con l'agitazione che saliva in me.

    Stavo per raggiungere l'unico filo che mi teneva legata al presente.

    Era tutto avvolto nell'oscuritò totale, ormai i miei occhi si erano abituati e percorrevo sicura quesgli angoli da me respirati da molti anni. La maglia mi strinse quasi la mano, entrai, finalmente...

    Mi avvicinai al suo essere guardavo dall'alto quel giaciglio che mi rendeva fiera per il solo fatto di essere al suo cospetto. mi abbassai, aprii il coperchio ed entrai, mi misi sopra di lui ancora assopito.

    Il suo odore mi strinse più di una catena avvolta al collo, sentivo come una sorta di calore, o più probabilmente era solo un ricordo evocato. Sentivo il sangue che ancora gli circolava nelle vene, chissà da quale vergine lo aveva rapito quella notte.ne respiravo l'odore impresso nelle labbra, quella punta di stridulità che ne avvolgeva le vesti.

    L'eternità trovavo in quei momenti, la completezza nel solo tatto, il totale abbandono. Baciai il suo collo con infinita dolcezza, era strano, quella stessa bocca che con tanta ferocia e brutalità aveva mietuto migliai di vite, potesse compiere gesti di tanta armonia e quiete.

    Ormai era notte fonda e il nostro essere chiamava l'amara verità, la nostra era natura...i suoi occhi si apirono lentamente, sentii il suo cuore battere più forte, il desiderio di uccidere saliva in lui... e in me. Il sangue ci urlava di andarlo a prendere.

    Mi avvolsi nel mio amntello nero e vestita solo di quello , abbracciai la notte e le sue sorelle. Fresca l'aria sul mio corpo nudo, mentre balsavo da un tetto all'altro cercando la mia preda.

    Chissà lui dov'era... Non andavamo mai insieme a dare tributo alla nostra essenza. Lui non voleva. Diceva che non ci saremmo più guardati allo stesso modo. Sapevamo esattamente cosa vremmo fatto.. forse era un lembo di umanità che ci legava al passato.

    Mi fermai sul tetto più alto, il vento mi accarezzava il volto e scopriva la mia pelle bianca come porcellana, chiuque mi avesse visto, si sarebbe stroppiciato gli occhi e sarebbe tornato a dormire.

    Ecco... la mia preda. Non provavo nè rimpiati nè sentimenti, o lui o me...Questo mi riptevo sofrozandomi di non lasciarmi travolgere da quell'animale che si svegliava in me...

    La finestra della mia vittima era aperta, fin troppo facile entrare, fin troppo facile essergli sopra e attendere di servirsi di lui.
    S svegliò di soprassalto, allibito guardo il mio corpo nudo sopra di lui, ero in ginocchio vicino alle sue gambe, mi abbassai lentamente, annusai il suo odore e lo spogliai della sua veste da notte. Il suo collo mi attirava più di ogni altra cosa, però volevo farlo lentamente...
    il giovane che avevo scelto era di una bellezza attraente, lineamenti fancilleschi e il suo stupore mi incuriosivano. Come un'antilope incuriosisce una leonessa.
    Lui era pietrificato, non del tutto, il suo essere uomo da poco lo tradiva. Lo provocai, divertendomi con i suoi boccoli d'angelo, gli ricadeva sulle spalle, sul collo... il suo collo, soffice pelle come seta.

    Ad un tratto qualcosa mi distolse dal mio pasto, una presenza alle mie spalle. Era Lui. Era Kaine... cosa ci faceva? Aveva visto il mio gioco? Perchè era lì? migliaia di domande mi tormentarono. Non mi voltai neanche, il suo potere mi opprimeva il corpo. Colsi la vita del giovane sotto di me, lo prosciugai della vita e volai via dalla finestra senza guardare indietro.

    Io signora della notte, che mai nessuno aveva fatto vacillare, me ne correvo a casa con la coda fra le gambe.

    Mi diressi alla mansarda, il piano più per un demone dei bassi inferi come me. Una picola stanza, con enormi finestre, entravano le stelle a guardarla.. Lui era lì, sapeva che mi sarei diretta in quel luogo... Era il luogo dove avevo deciso di farmi raggiungere dall'alba per mettere fine alle mie follie. Seduto sulla poltrona davanti al camino, con in mano un calice con del liquidi cremisi.
    Sorseggiava lentamente.

    Ormai lo avevo perduto... ne ero sicura, vederlo lì, meraviglioso nella sua pelle di marmo e i lineamenti di seta.
    Avvertì la mia angoscia e incominciò lui:

    <Ti diverti sempre così tanto con le tue vittime?>
    Ero atterrita da quella domanda, mi vergognai... e poi riprese...

    <Il mostro che è in noi, ha contminato quel poco di umanità che era in te...>
    Non credevo a quello che sentivo, lascrime di sangue mi scesero copiose sulle guancie, credevo che ormai dopo secoli si fossero prosciugate, ma non era così...

    Mi misi davanti a lui e dissi
    <Chidi la mia Vita è Tua>

    Mi avvolse in un abbraccio forte, da togliere il fiato e più non capivo e più mi trasmetteva tutto il suo amore per me. Mi fece sedere accanto a lui e continuò.

    <Credevo che almeno la tua purezza fosse rimasta...> Capii che anche lui era rimasto orripilato dalla sua malvagità, entrambi eravamo schiavi della nostra natura.

    < Il nostro amore è sporcato da così tanta violenza...> e capii.

    Il mio Amato Kaine sperava che almeno io rispettasi le forme di vita di cui ci nutrivamo, ma purtroppo non era così, ormai da secoli si illudeva di poter salvare la mia anima... che aveva strappato secoli prima.

    Ci stringemmo e entrambi decretammo quel che presto si sarebbe compiuto...l'arrvo dell'alba.

    L'etenrnità ci aspettava, ma a noi non interessava...




    Fine






    Oddio è smielato lo so... va beh, dopo Justicer ci provo anche io a farmi giustiziare dai commenti, per chi è riuscito a leggerla tutta.

    p.s. voglio bene a chi legge anche solo un pezzettino

    p.p.s.s. recensite pls.
    vado a fare la pipi....

    Add on Icq: 196118793

  • #2
    Due commenti, va', visto che vuoi essere lapidata.
    1) Correggi gli errori di ortografia.
    2) C'è il forum "Libri e letteratura" per queste cose.

    Life was like a fantasy / Taken by reality / Does anyone remember me / You once knew me
    Flashes of the day / I knew I was here to stay / But no one stays the same


    Lo Spambollino fa FIGO

    Membro del W.A.M. (War Against Mediaset) e presidente del M.A.I. (Musicians Against Ibanez)

    Ex Custode della Topa (R.I.P.) [NCdS]

    Dedico questa riga alla topa. Mi mancherai.

    Commenta


    • #3
      data l ora a cui ho potuto guardare il post, e dato che domani mattina come tutte le mattine andrò a lavoro...lo leggerò da lavoro sii fiduciosa Kah

      Commenta


      • #4
        Stravolta da una giornata in mezzo alla vita, tornavo a casa. Lì mi attendeva la pura morte, la mia vera felicità... non capivo molto bene quale concetto fosse veramente e sopratutto quale significato gli attribuiva la gente.
        Personalmente odio le assonanze e la musicalità di un brano, a molti piace.
        Pertanto non dico nulla.

        Era distante da tutto, era isolata dal centro, dal divertimento, da chiunque.. forse era anche per questo che l'amavo tanto. Quella mia Tana. Era costruita in pietra, inespugnabile, una fortezza, sembrava un Castello, beh! In realtà lo era stato in antiche ere, adesso cadeva un pò in rovina, ma era veramente tutto il mio mondo, tutto ciò di cui avevo bisogno.
        Dai qualche adattata allo stile magari, puoi usare semplicemente dei sinonimi per abbellirlo (tecnica facile e dai frutti veloci, un pò come dei gioielli di bigiotteria)
        Esempio sparato così:

        Si ergeva distante da qualsiasi altro concetto vitale: divertimento, calore, gioia del semplice vivere in compagnia..forse proprio per questa ragione l'ho sempre amata tanto.
        La mia tana, la mia alcova, il mio nido sulla rupe più irraggiungibile.
        I blocchi di pietra con cui s'innalza donano un'aura di maestosità, di inespugnabile sicurezza, baluardo intramontabile.
        Un tempo era forse un castello, oggi è lo spirito che non accetta il tramonto del decadimento, come me..forse per questo ne ho sempre manifestato un bisogno quasi fisico.


        Spinsi con forza l'alto cancell che rendeva la mia dimora ancora più tetra e inattacabile, il cigolio mi accompagnò fino al grande portone. Finalmente varcata la soglia, le tenebre più totali mi avvolsero, un leggero brivido percorse la mia schiena, non potevo certo pretendere una temperatura più calda, viste le spesse mura i raggi non avrebbero mai influito.
        Qualche errore di grammatica probabilmente dovuto al Dgtare velocemente (succede pure a me dannate tastiere nuove -_- )

        Per tecnica vale sempre la storia dell'usare i sinonimi per generare una forma analoga.
        Per evitare di far la mia fine (periodi a volte lunghissimi, contorti e incomprensibili) prova a rendere i periodi più veloci e "graffianti" (tramite lessico più diretto o semplice uso dei ; o dei : )


        Buffo, mi chiamo Vivian... ma non è tanto il mio nome che mi fa sorridere, quanto il fatto che mi sia attribuito un nomignolo, in quel piccolo circolo di persone che sono obbligata a frequentare, per poter tenere nascota la mi vera identità... Mi conoscono ormai come Vivi. Nonostante io disprezzi totalmente tutto ciò che è inerente alla vita e quindi anche un soprannome che è la sua assonanza mi disturba un pò. Ma cosa ci potevo fare? Dovevo continuare a fingere il mio essere "normale" ormai i temi sono cambiati, non si può modificare le cose a propio genio...
        Qui ha il sapore di artefatto, almeno in parte.
        Puoi scegliere se modificarlo per renderlo ironizzante (usando in parte termini sulla "bonarietà" salvo poi smentire tutto con un pò di sana cattiveria)
        E' che risulta laborioso assimilare il concetto e, una volta assimilato, sa di piatto (è come se la protagonista parlasse stile annuncio treni per intenderci)

        Non mi faceva molta differenza la temperatura che respiravo... mi tolsi la maschea di dosso, mi spogliai lentamente e gustai la mia vera essenza che sprigionava il mio odore. Sentivo la stipidità umana e la sua inutilità, scivolarmi via insieme ai miei abiti, camminavo e dietro di me come una scia, segnavo il mio passaggio.
        La temperatura non si respira, si percepisce al massimo
        La parte "e gustai la mia vera essenza che sprigionava il mio odore" suona male, prova con un:
        Mi tolsi tutti gli orpelli che mi imprigionavano: maschera, vestiti, preconcetti.
        Lì, indossando solamente la cappa di tenebra propria del luogo, sentii finalmente la mia stessa essenza.
        Scacciata la stupidità umana, bruciata l'inutilità, esorcizzate le paure e i timori.
        Tutti questi stracci di umana mente, calpestati dal mio passaggio.



        Salii le scale con fare lento e silenzioso, sentivo sotto i miei piedi la carezza del tappeto che che le ricopriva, il passamano mi scivolavasenza opporre resistenza, quasi mi avesse riconosciuto. Percorsi il lungo corridoio con l'agitazione che saliva in me.
        Il passamano non scivola, scivola la mano su di esso


        Stavo per raggiungere l'unico filo che mi teneva legata al presente.

        Era tutto avvolto nell'oscuritò totale, ormai i miei occhi si erano abituati e percorrevo sicura quesgli angoli da me respirati da molti anni. La maglia mi strinse quasi la mano, entrai, finalmente...
        Questa parte non galoppa molto bene, dacci una oliatina nella sintassi e va decisamente meglio.

        Mi avvicinai al suo essere guardavo dall'alto quel giaciglio che mi rendeva fiera per il solo fatto di essere al suo cospetto. mi abbassai, aprii il coperchio ed entrai, mi misi sopra di lui ancora assopito.
        Qui i punti.
        Vedo il desiderio però di dare una sorta di fludità al periodo (forse per calare maggiormente in lettore nella fluidità onirica del movimento?)..l'unica è fare un lavoretto di ristrutturazione, non molto facile (non ti invidio qui.)


        Il suo odore mi strinse più di una catena avvolta al collo, sentivo come una sorta di calore, o più probabilmente era solo un ricordo evocato. Sentivo il sangue che ancora gli circolava nelle vene, chissà da quale vergine lo aveva rapito quella notte.ne respiravo l'odore impresso nelle labbra, quella punta di stridulità che ne avvolgeva le vesti.
        Stridulità è sbagliato come termine.
        Vai sempre di sinonimi poi.

        L'eternità trovavo in quei momenti, la completezza nel solo tatto, il totale abbandono. Baciai il suo collo con infinita dolcezza, era strano, quella stessa bocca che con tanta ferocia e brutalità aveva mietuto migliai di vite, potesse compiere gesti di tanta armonia e quiete.
        Ci sta anch qui.
        Ortografia da fretta.


        Ormai era notte fonda e il nostro essere chiamava l'amara verità, la nostra era natura...i suoi occhi si apirono lentamente, sentii il suo cuore battere più forte, il desiderio di uccidere saliva in lui... e in me. Il sangue ci urlava di andarlo a prendere.

        Mi avvolsi nel mio amntello nero e vestita solo di quello , abbracciai la notte e le sue sorelle. Fresca l'aria sul mio corpo nudo, mentre balsavo da un tetto all'altro cercando la mia preda.

        Chissà lui dov'era... Non andavamo mai insieme a dare tributo alla nostra essenza. Lui non voleva. Diceva che non ci saremmo più guardati allo stesso modo. Sapevamo esattamente cosa vremmo fatto.. forse era un lembo di umanità che ci legava al passato.
        Qlc errore d'ortografia
        Piacevole l'idea.


        Mi fermai sul tetto più alto, il vento mi accarezzava il volto e scopriva la mia pelle bianca come porcellana, chiuque mi avesse visto, si sarebbe stroppiciato gli occhi e sarebbe tornato a dormire.

        Ecco... la mia preda. Non provavo nè rimpiati nè sentimenti, o lui o me...Questo mi riptevo sofrozandomi di non lasciarmi travolgere da quell'animale che si svegliava in me...
        Qlc errore di grammatica, forma ok
        Però non capisco la storia del lasciar vedere il corpo ignudo di una vampira (generalmente stra****) e stropicciarsi gli occhi tornando a dormire.
        Vabè punti di vista.

        La finestra della mia vittima era aperta, fin troppo facile entrare, fin troppo facile essergli sopra e attendere di servirsi di lui.
        S svegliò di soprassalto, allibito guardo il mio corpo nudo sopra di lui, ero in ginocchio vicino alle sue gambe, mi abbassai lentamente, annusai il suo odore e lo spogliai della sua veste da notte. Il suo collo mi attirava più di ogni altra cosa, però volevo farlo lentamente...
        il giovane che avevo scelto era di una bellezza attraente, lineamenti fancilleschi e il suo stupore mi incuriosivano. Come un'antilope incuriosisce una leonessa.
        Lui era pietrificato, non del tutto, il suo essere uomo da poco lo tradiva. Lo provocai, divertendomi con i suoi boccoli d'angelo, gli ricadeva sulle spalle, sul collo... il suo collo, soffice pelle come seta.
        Ok..


        Ad un tratto qualcosa mi distolse dal mio pasto, una presenza alle mie spalle. Era Lui. Era Kaine... cosa ci faceva? Aveva visto il mio gioco? Perchè era lì? migliaia di domande mi tormentarono. Non mi voltai neanche, il suo potere mi opprimeva il corpo. Colsi la vita del giovane sotto di me, lo prosciugai della vita e volai via dalla finestra senza guardare indietro.
        Ripetizione del "vita - vita"
        Ma perchè chiamare Kaine un vampiro? (che irrito)


        Io signora della notte, che mai nessuno aveva fatto vacillare, me ne correvo a casa con la coda fra le gambe.

        Mi diressi alla mansarda, il piano più per un demone dei bassi inferi come me. Una picola stanza, con enormi finestre, entravano le stelle a guardarla.. Lui era lì, sapeva che mi sarei diretta in quel luogo... Era il luogo dove avevo deciso di farmi raggiungere dall'alba per mettere fine alle mie follie. Seduto sulla poltrona davanti al camino, con in mano un calice con del liquidi cremisi.
        Sorseggiava lentamente.
        forse qui è manierismo mio però il "sorseggiava lentamente" da solo non sta bene.
        o metti sorseggiava da un calice un liquido cremisi o trovi qlc altro metodo.

        Commenta


        • #5
          Ormai lo avevo perduto... ne ero sicura, vederlo lì, meraviglioso nella sua pelle di marmo e i lineamenti di seta.
          Avvertì la mia angoscia e incominciò lui:

          <Ti diverti sempre così tanto con le tue vittime?>
          Ero atterrita da quella domanda, mi vergognai... e poi riprese...

          <Il mostro che è in noi, ha contminato quel poco di umanità che era in te...>
          Non credevo a quello che sentivo, lascrime di sangue mi scesero copiose sulle guancie, credevo che ormai dopo secoli si fossero prosciugate, ma non era così...

          Mi misi davanti a lui e dissi
          <Chidi la mia Vita è Tua>

          Mi avvolse in un abbraccio forte, da togliere il fiato e più non capivo e più mi trasmetteva tutto il suo amore per me. Mi fece sedere accanto a lui e continuò.

          <Credevo che almeno la tua purezza fosse rimasta...> Capii che anche lui era rimasto orripilato dalla sua malvagità, entrambi eravamo schiavi della nostra natura.

          < Il nostro amore è sporcato da così tanta violenza...> e capii.

          Il mio Amato Kaine sperava che almeno io rispettasi le forme di vita di cui ci nutrivamo, ma purtroppo non era così, ormai da secoli si illudeva di poter salvare la mia anima... che aveva strappato secoli prima.

          Ci stringemmo e entrambi decretammo quel che presto si sarebbe compiuto...l'arrvo dell'alba.

          L'etenrnità ci aspettava, ma a noi non interessava...




          Fine
          Mh qualche imperfezione nella scelta delle parole.
          E un pò smielato in effetti.
          Per fortuna ho sempre l'insulina a portata di mano.






          Oddio è smielato lo so... va beh, dopo Justicer ci provo anche io a farmi giustiziare dai commenti, per chi è riuscito a leggerla tutta.

          p.s. voglio bene a chi legge anche solo un pezzettino

          p.p.s.s. recensite pls.
          Ok recensione generale.

          Il racconto spiega questa mezza nottata della vampira dico bene?
          Prova a renderla più complessa per dar l'aria da "vampiro".
          Perditi nei dettagli, renderebbe molto meglio la vista e la potenza dei sensi di un vampiro.
          Gli intrecci dei tappeti, le venature della roccia, l'umidità notturna, gli odori ed i sapori..ne hai di cose da usare al riguardo.

          Per il resto non posso dir altro, la mia parte nel rompere i coglioni l'ho già fatta.


          Ah già, forum sbagliato

          Ah già ancora, ma neanche uno sbudellamento?

          Commenta


          • #6
            Scusate per il forum sbagliato, chiederò a sacrina di non sacrificarmi, visto anche che non conoscevo l'esistenza di tale forum.

            Poi volevo aggiungere delle cose in fondo ma ero un pò cotta, so che alle 10 è difficile essere cotti, però avevo lavorato e giovcato a Wharammer due notti di fila, ero un pò... non mi viene l'aggettivo...si distrutta gh

            Il racconto l'ho scritto a 20 anni (ora ne ho 24). Mentre lo scrivevo ho cercato di correggere errori e di rimetterlo un pò apposto, ma avevo sonno assurdo, moooolto sonno , scusate per gli errori, noterete che aumentavano verso la fine, non ce la facevo più.

            Apparte le mie scuse, ringrazio chi ha recensito e cerco con i consigli dati di correggerlo, grazie davvero.

            Justicer lassa sta è meglio se non lo leggi hihihi mentre lo scrivevo, mi dicevo ma che cacchio ho partorito?... dopo aver letto un sacco di libri sui vampiri ho visto un monte di errori. hihihi


            Ciao Tati grazie
            Ultima modifica di Kahlan; 06-05-2005, 10:01.
            vado a fare la pipi....

            Add on Icq: 196118793

            Commenta


            • #7
              Bello tata Per stavolta non te lo sposto

              Commenta


              • #8
                Re: Raccoto... forse un pò lunghino

                Originally posted by Kahlan


                Era distante da tutto, era isolata dal centro, dal divertimento, da chiunque.. forse era anche per questo che l'amavo tanto. Quella mia Tana. Era costruita in pietra, inespugnabile, una fortezza, sembrava un Castello, beh! In realtà lo era stato in antiche ere, adesso cadeva un pò in rovina, ma era veramente tutto il mio mondo, tutto ciò di cui avevo bisogno.

                Originally posted by Kahlan


                COnsigli d aparte mia... Prova a usare in queste descrizioni delle anafore (ad es ripetere "Era" oppure il soggetto "castello". Questo può dare un ritmo maggiore.

                Dovresti utilizzare i climax. "Era costruita in pietra, inespugnabile, una fortezza" qui lo tronchi o non lo finisci bene e cosi come nelle prime due righe.

                Climax e quando usi 3 aggettivi uno di fianco all'altro in salendo
                (tipo: la casa era grande enorme gigantesca)


                Ho letto solo il 1mo pezzettino

                Commenta


                • #9
                  Temo di non poterti fare una critica stilistica; non me ne ritengo all'altezza.
                  Ma, se posso, a me è piaciuto molto.
                  Vendo: Nulla, al momento.
                  Scambio: Nulla, al momento.
                  Asto: Nulla, al momento.
                  Compro: Nulla, al momento.

                  ICQ: 388589975

                  Commenta

                  Sto operando...
                  X