Mai dimenticherò quegli anni dove dalla mattina alla sera si organizzavano partite quartieri contro quartieri, dove la sete veniva rinfrancata dal primo che aveva un garage aperto o che buttava un pò d'acqua dai balconi. Il caldo non era ancora inquinato e le giornate non venivano interrotte come oggi da piogge inaspettate, quasi tropicali, e che spesso sporcano le macchine di terra.
Mai dimenticherò le partite di calcio che oggi i ragazzi non fanno più, i rumori del pallone che sbatte contro il muro, della signora repressa che urla contro i ragazzi che fanno rumore, col ragazzetto di turno che al momento non gioca perchè le squadre sono già 6 contro sei, oppure 8 contro 8 e aspetta il suo turno avendo tra le mani il quotidiano sportivo. Già, il quotidiano sportivo che i ragazzetti d'oggi senza più fantasia nemmeno sanno che esiste, il quotidiano sportivo che oggi invece si ha con un clik sul pc, il quotidiano sportivo che non si va più a comprare passeggiando, il quotidiano sportivo che quella mattina del giugno del 1989 era il corriere dello sport, con una prima pagina a caratteri cubitali che fece sospendere la partita per la curiosità e l'incredibilità della notizia che era "Il Real offre 40 miliardi per Maradona". La partita pur di leggere la notizia si fermò, perchè Maradona era dentro tutti, grandi e piccini, Maradona era Maradona e basta. 40 miliardi di Lire nell'89 erano, per fare un'esempio, come comprare oggi un giocatore per 300 milioni di euro. Il rapporto era quello.
Internet ancora non aveva invaso ne le menti ne le abitudini dei cittadini, le notizie avevano ancora un valore rispetto ad oggi, e rispetto ad oggi regnava la curiosità.
Le macchine si fermavano per poter chiedere di leggere la notizia, le persone si affacciavano per chiedere di Maradona.
Ma Maradona fu impossibile addirittura per il Real, perchè Maradona non era uno qualunque.
Oggi un giocatore del Napoli, del Palermo, della Samp, dell'Inter sarebbe impensabile che non passasse in un grande club dopo aver fatto gavetta.
Maradona restò un sogno per il Real, e si ritirò poi dalla carriera calcistica nel 1997.
Oggi è uno dei più grandi allenatori di calcio della storia.
Non ti dimenticherò mai Diego.
Mai dimenticherò le partite di calcio che oggi i ragazzi non fanno più, i rumori del pallone che sbatte contro il muro, della signora repressa che urla contro i ragazzi che fanno rumore, col ragazzetto di turno che al momento non gioca perchè le squadre sono già 6 contro sei, oppure 8 contro 8 e aspetta il suo turno avendo tra le mani il quotidiano sportivo. Già, il quotidiano sportivo che i ragazzetti d'oggi senza più fantasia nemmeno sanno che esiste, il quotidiano sportivo che oggi invece si ha con un clik sul pc, il quotidiano sportivo che non si va più a comprare passeggiando, il quotidiano sportivo che quella mattina del giugno del 1989 era il corriere dello sport, con una prima pagina a caratteri cubitali che fece sospendere la partita per la curiosità e l'incredibilità della notizia che era "Il Real offre 40 miliardi per Maradona". La partita pur di leggere la notizia si fermò, perchè Maradona era dentro tutti, grandi e piccini, Maradona era Maradona e basta. 40 miliardi di Lire nell'89 erano, per fare un'esempio, come comprare oggi un giocatore per 300 milioni di euro. Il rapporto era quello.
Internet ancora non aveva invaso ne le menti ne le abitudini dei cittadini, le notizie avevano ancora un valore rispetto ad oggi, e rispetto ad oggi regnava la curiosità.
Le macchine si fermavano per poter chiedere di leggere la notizia, le persone si affacciavano per chiedere di Maradona.
Ma Maradona fu impossibile addirittura per il Real, perchè Maradona non era uno qualunque.
Oggi un giocatore del Napoli, del Palermo, della Samp, dell'Inter sarebbe impensabile che non passasse in un grande club dopo aver fatto gavetta.
Maradona restò un sogno per il Real, e si ritirò poi dalla carriera calcistica nel 1997.
Oggi è uno dei più grandi allenatori di calcio della storia.
Non ti dimenticherò mai Diego.
Commenta