Il club bianconero verserà nelle casse del settore giovanile e scolastico della Figc 300 mila euro, suddivisi in tre rate annuali da 100 mila euro l'una. Il legale Grande Stevens: "Non si tratta di una ammissione di colpa, ma di un atto di generosità"
TORINO, 18 giugno 2008 - La Juventus ha patteggiato una pena pecuniaria, uscendo così da Calciopoli 2, il secondo filone dello scandalo che due estati fa ha travolto il mondo del pallone legato alle schede telefoniche svizzere trovate dopo la prima sentenza. Verserà nelle casse del settore giovanile e scolastico della Figc 300 mila euro, suddivisi in tre rate annuali da 100 mila euro l'una.
Lo ha confermato il legale del club bianconero, Franzo Grande Stevens: "Non si tratta di un'ammissione di colpa - ha detto l'avvocato, raggiunto telefonicamente dall'Ansa - ma di un atto di generosità", in linea con il nuovo codice etico della società di corso Galileo Ferraris. Si chiude così definitivamente una delle pagine più nere della storia della Juventus, che nell'ambito del primo filone dell'inchiesta venne condannata per frode sportiva alla retrocessione in serie B con penalizzazione e alla revoca di due scudetti.
MESSINA E PAPARESTA - La Disciplinare della Federcalcio ha comminato multe salate per i club (60.000 euro per il Messina) e sospensioni per i tesserati coinvolti. Sei mesi di inibizione sono stati inflitti al presidente del Messina, Pietro Franza (altrettanti per Mario Bonsignore, ex dirigente dei messinesi) e 20 all'arbitro benemerito Romeo Paparesta. Per Gianluca Paparesta, che ha già scontato un lungo periodo di stop, l'organo giudicante della Figc ha deciso per due mesi di inibizione, con l'obbligo dei servizi socialmente utili. L'arbitro pugliese, che vorrebbe tornare al più presto in campo, dovrà infatti partecipare a 4 incontri educativi da stabilire da parte della federazione.
PROCESSO NON CHIUSO PER ALTRI - Per gli altri imputati il processo invece non si chiude. Rinviato infatti a nuovo ruolo il procedimento a carico di Luciano Moggi (all'epoca dei fatti contestati direttore generale della Juve), Mariano Fabiani (ex dirigente del Messina) e gli arbitri Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis, Marcello Ambrosino (assistente).
TORINO, 18 giugno 2008 - La Juventus ha patteggiato una pena pecuniaria, uscendo così da Calciopoli 2, il secondo filone dello scandalo che due estati fa ha travolto il mondo del pallone legato alle schede telefoniche svizzere trovate dopo la prima sentenza. Verserà nelle casse del settore giovanile e scolastico della Figc 300 mila euro, suddivisi in tre rate annuali da 100 mila euro l'una.
Lo ha confermato il legale del club bianconero, Franzo Grande Stevens: "Non si tratta di un'ammissione di colpa - ha detto l'avvocato, raggiunto telefonicamente dall'Ansa - ma di un atto di generosità", in linea con il nuovo codice etico della società di corso Galileo Ferraris. Si chiude così definitivamente una delle pagine più nere della storia della Juventus, che nell'ambito del primo filone dell'inchiesta venne condannata per frode sportiva alla retrocessione in serie B con penalizzazione e alla revoca di due scudetti.
MESSINA E PAPARESTA - La Disciplinare della Federcalcio ha comminato multe salate per i club (60.000 euro per il Messina) e sospensioni per i tesserati coinvolti. Sei mesi di inibizione sono stati inflitti al presidente del Messina, Pietro Franza (altrettanti per Mario Bonsignore, ex dirigente dei messinesi) e 20 all'arbitro benemerito Romeo Paparesta. Per Gianluca Paparesta, che ha già scontato un lungo periodo di stop, l'organo giudicante della Figc ha deciso per due mesi di inibizione, con l'obbligo dei servizi socialmente utili. L'arbitro pugliese, che vorrebbe tornare al più presto in campo, dovrà infatti partecipare a 4 incontri educativi da stabilire da parte della federazione.
PROCESSO NON CHIUSO PER ALTRI - Per gli altri imputati il processo invece non si chiude. Rinviato infatti a nuovo ruolo il procedimento a carico di Luciano Moggi (all'epoca dei fatti contestati direttore generale della Juve), Mariano Fabiani (ex dirigente del Messina) e gli arbitri Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis, Marcello Ambrosino (assistente).
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