Luciano Moggi torna per presentare il suo libro "Un calcio nel cuore" e l'occasione è propizia anche per togliersi nuovi sassolini dalla scarpa, a cominiciare da quello più ingombrante: Massimo Moratti.
"Il presidente non mi cercava certo per mettermi a lavorare alla Telecom o nelle raffinerie di famiglia: ha provato più volte a portarmi all'Inter - ha detto l'ex direttore generale della Juventus - voleva che lo aiutassi a uscire dalla situazione di eterno perdente che gli avevano cucito addosso. Soffriva più per gli insuccessi, per le ironie che lo circondavano che per le montagne di soldi che buttava al vento in ogni campionato. Mi ha cercato la prima volta nel 1995 quando voleva comprare Roberto Baggio".
Nel 1999, però, il matrimonio fu ad un passo dall'essere celebrato: "Ricordo bene, era maggio. Mi incontro con Moratti, parliamo prima di programmi poi di contratto. L'accordo di massima finisce su un foglio, nero su bianco insomma. Intanto però Moratti mi chiede una mano sul mercato. Da subito, c'era da vendere Moriero".
"Il contratto io ce l'ho e lo conservo gelosamente. E quando sentirò il presidente dire davanti a una platea vasta, in una trasmissione televisiva importante e non solo tra le righe di qualche intervista che questo contratto non esiste, allora andrò anch'io in televisione e mostrerò il documento. E' un vero peccato, nella sua mente Moratti mi ha ripudiato, o forse si vergogna per avermi fatto pedinare da Tavaroli e compagnia. Pazienza..." ha concluso Moggi.
"Oggi Massimo Moratti mi odia, questo è chiaro. Però non è lontano il tempo dei suoi corteggiamenti, delle promesse e delle lusinghe. Quante telefonate mi ha fatto, quante telefonate mi ha fatto fare. Peccato che non siano state intercettate anche quelle, una bella Morattopoli potrebbe arricchire la trama di questa sceneggiata chiamata Calciopoli" scrive nel suo libro.
"Il presidente non mi cercava certo per mettermi a lavorare alla Telecom o nelle raffinerie di famiglia: ha provato più volte a portarmi all'Inter - ha detto l'ex direttore generale della Juventus - voleva che lo aiutassi a uscire dalla situazione di eterno perdente che gli avevano cucito addosso. Soffriva più per gli insuccessi, per le ironie che lo circondavano che per le montagne di soldi che buttava al vento in ogni campionato. Mi ha cercato la prima volta nel 1995 quando voleva comprare Roberto Baggio".
Nel 1999, però, il matrimonio fu ad un passo dall'essere celebrato: "Ricordo bene, era maggio. Mi incontro con Moratti, parliamo prima di programmi poi di contratto. L'accordo di massima finisce su un foglio, nero su bianco insomma. Intanto però Moratti mi chiede una mano sul mercato. Da subito, c'era da vendere Moriero".
"Il contratto io ce l'ho e lo conservo gelosamente. E quando sentirò il presidente dire davanti a una platea vasta, in una trasmissione televisiva importante e non solo tra le righe di qualche intervista che questo contratto non esiste, allora andrò anch'io in televisione e mostrerò il documento. E' un vero peccato, nella sua mente Moratti mi ha ripudiato, o forse si vergogna per avermi fatto pedinare da Tavaroli e compagnia. Pazienza..." ha concluso Moggi.
"Oggi Massimo Moratti mi odia, questo è chiaro. Però non è lontano il tempo dei suoi corteggiamenti, delle promesse e delle lusinghe. Quante telefonate mi ha fatto, quante telefonate mi ha fatto fare. Peccato che non siano state intercettate anche quelle, una bella Morattopoli potrebbe arricchire la trama di questa sceneggiata chiamata Calciopoli" scrive nel suo libro.
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