La richiesta arriva dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sul falso in bilancio condotta dal pm Carlo Nocerino. Coinvolti anche il vicepresidente dell'Inter Rinaldo Ghelfi e l'ex dirigente nerazzurro Mauro Gambaro
MILANO, 24 settembre 2007 - La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente dell'Inter Massimo Moratti, il vicepresidente Rinaldo Ghelfi e l'ex dirigente Mauro Gambaro. Stessa richiesta per l'amministratore delegato e vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani. Tutti sono indagati nell'ambito dell'inchiesta sul falso in bilancio condotta dal pm Carlo Nocerino. La richiesta di rinvio a giudizio è partita nei giorni scorsi dall'ufficio del Pm, ora il Gup dovrà decidere se celebrare il processo. La Procura ritiene che le due società abbiano fatto ricorso alla pratica, molto diffusa, di scambiarsi giocatori a prezzi gonfiati per ricavarne plusvalenze con cui ripianare i rispettivi bilanci e potersi iscrivere così al campionato.
ROMA, 21 giugno 2007 - Si è scatenato l’inferno intorno alla fine-inchiesta della Procura di Milano relativa al cosiddetto doping amministrativo di Inter e Milan. Quello che rappresenta il prologo di una probabilissima richiesta di rinvio a giudizio di Moratti e Galliani a cura del pm Carlo Nocerino è diventato strada facendo un’altra cosa: un sommario processo di piazza riservato soprattutto all’Inter dello scudetto a tavolino, tanto che anche a Montecitorio, sponda deputati iscritti al locale Juventus club, la sentenza è già stata scritta.
LE ACCUSE DEL PM NOCERINO - Leggendo quanto scrive Nocerino vengono i brividi, quando accusa Moratti e il suo staff amministrativo di avere esposto nei bilanci fino al giugno 2004 "fatti non rispondenti al vero" e poi "con l’intenzione di ingannare i soci e il pubblico e al fine di conseguire l’ingiusto profitto, di evitare di evidenziare perdite che avrebbero comportato l’obbligo di ripianare/ridurre il capitale sociale, nonché di evitare di rappresentare alla Covisoc l’esatta situazione patrimoniale ai fini delle verifiche propedeutiche all’ammissione ai campionati 2004-05 e 2005-06". Mettendola così, e guardando al codice di giustizia sportiva, in teoria ci sta dentro tutto il peggio dell’articolo 13, relativo alle sanzioni: si parte da una penalizzazione di uno o più punti ma sono previste anche retrocessione, esclusione e revoche di scudetti. Pure quelli assegnati a tavolino.
COLPA DELLE PLUSVALENZE - Ma qual è l’impianto accusatorio del pm milanese? A quanto è dato sapere, e a quanto risulta alla Federcalcio, si basa in massima parte sulle cosiddette plusvalenze fittizie, o meglio gonfiate. Quell’artificio contabile grazie al quale fino a qualche anno fa molte società di calcio restauravano nei limiti del possibile, e talvolta anche oltre, il proprio bilancio: gonfiando il valore (cartaceo) dei calciatori e procedendo a scambi che aggiustavano per un certo tempo i conti dei due club coinvolti nell’operazione. Lo si è fatto non solo a Milano, e infatti inchieste sul doping amministrativo sono in piedi anche altrove. A Genova (Genoa e Udinese, Samp e Milan) si è arrivati alle richieste di rinvio a giudizio, a Roma c’è già un processo (a Cragnotti e Sensi) che si sa (così si dice) come finirà: con l’indulto, perché il falso in bilancio è un reato che è un po’ meno reato, nel senso che è stato depotenziato, attraverso la riduzione delle pene e dei tempi di prescrizione.
GIUSTIZIA SPORTIVA E GIUSTIZIA ORDINARIA - Qui interessa solo relativamente sapere come andranno a finire, magari tra qualche anno, le vicende nei tribunali italiani. Quello che incuriosisce, divide e appassiona, tanto più dopo Calciopoli, è la vicenda sportiva. Borrelli, il capo dell’Ufficio Indagini che aveva già chiuso il fascicolo passandolo al Procuratore Palazzi per una più che probabile archiviazione, sarà costretto a riaprirlo? Nocerino offrirà nuove maniglie al teorema accusatorio o la giustizia sportiva dovrà solo soffermarsi sulla questione delle plusvalenze gonfiate? Esse rientrano in quella "falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi" coi quali "una società tenta di ottenere o ottiene l’iscrizione a un campionato a cui non avrebbe potuto essere ammessa", come recita il codice di giustizia sportiva (art. 7) quando poi fa riferimento alle sanzioni (peraltro assai variegate)?
COVISOC - Allora, e oggi, non c’è una parola tra le tante (troppe) della giustizia sportiva che faccia riferimento alle plusvalenze. Gonfiate e no. Oggi, al contrario di allora, c’è solo una Covisoc un po’ più attenta a verificarne il contenuto. A pesarle. Allora l’Inter e il Milan, in buona compagnia, ebbero proprio dalla Covisoc via libera all’atto delle iscrizioni al campionato. Fosse stato loro contestato qualcosa, si può ragionevolmente supporre che avrebbero ripianato mettendo mano al portafoglio. Niente di cui vantarsi, anzi. Ma anche poco da spartire col processo sommario tanto presto sollevato.
COMUNICATO UFFICIALE A.C.MILAN
24/09/2007
In relazione alla richiesta di rinvio a giudizio per pretese false comunicazioni sociali del proprio Amministratore Delegato Adriano Galliani, l'A.C.Milan ne conferma l'assoluta estraneità agli addebiti e confida che la piena correttezza dei bilanci della Società venga accertata nei tempi più solleciti.
ci processeranno anche per aver speso 21 milioni per un 17enne?
bolla di sapone,anche se queste cose e' meglio che finiscano nel calcio
MILANO, 24 settembre 2007 - La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente dell'Inter Massimo Moratti, il vicepresidente Rinaldo Ghelfi e l'ex dirigente Mauro Gambaro. Stessa richiesta per l'amministratore delegato e vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani. Tutti sono indagati nell'ambito dell'inchiesta sul falso in bilancio condotta dal pm Carlo Nocerino. La richiesta di rinvio a giudizio è partita nei giorni scorsi dall'ufficio del Pm, ora il Gup dovrà decidere se celebrare il processo. La Procura ritiene che le due società abbiano fatto ricorso alla pratica, molto diffusa, di scambiarsi giocatori a prezzi gonfiati per ricavarne plusvalenze con cui ripianare i rispettivi bilanci e potersi iscrivere così al campionato.
ROMA, 21 giugno 2007 - Si è scatenato l’inferno intorno alla fine-inchiesta della Procura di Milano relativa al cosiddetto doping amministrativo di Inter e Milan. Quello che rappresenta il prologo di una probabilissima richiesta di rinvio a giudizio di Moratti e Galliani a cura del pm Carlo Nocerino è diventato strada facendo un’altra cosa: un sommario processo di piazza riservato soprattutto all’Inter dello scudetto a tavolino, tanto che anche a Montecitorio, sponda deputati iscritti al locale Juventus club, la sentenza è già stata scritta.
LE ACCUSE DEL PM NOCERINO - Leggendo quanto scrive Nocerino vengono i brividi, quando accusa Moratti e il suo staff amministrativo di avere esposto nei bilanci fino al giugno 2004 "fatti non rispondenti al vero" e poi "con l’intenzione di ingannare i soci e il pubblico e al fine di conseguire l’ingiusto profitto, di evitare di evidenziare perdite che avrebbero comportato l’obbligo di ripianare/ridurre il capitale sociale, nonché di evitare di rappresentare alla Covisoc l’esatta situazione patrimoniale ai fini delle verifiche propedeutiche all’ammissione ai campionati 2004-05 e 2005-06". Mettendola così, e guardando al codice di giustizia sportiva, in teoria ci sta dentro tutto il peggio dell’articolo 13, relativo alle sanzioni: si parte da una penalizzazione di uno o più punti ma sono previste anche retrocessione, esclusione e revoche di scudetti. Pure quelli assegnati a tavolino.
COLPA DELLE PLUSVALENZE - Ma qual è l’impianto accusatorio del pm milanese? A quanto è dato sapere, e a quanto risulta alla Federcalcio, si basa in massima parte sulle cosiddette plusvalenze fittizie, o meglio gonfiate. Quell’artificio contabile grazie al quale fino a qualche anno fa molte società di calcio restauravano nei limiti del possibile, e talvolta anche oltre, il proprio bilancio: gonfiando il valore (cartaceo) dei calciatori e procedendo a scambi che aggiustavano per un certo tempo i conti dei due club coinvolti nell’operazione. Lo si è fatto non solo a Milano, e infatti inchieste sul doping amministrativo sono in piedi anche altrove. A Genova (Genoa e Udinese, Samp e Milan) si è arrivati alle richieste di rinvio a giudizio, a Roma c’è già un processo (a Cragnotti e Sensi) che si sa (così si dice) come finirà: con l’indulto, perché il falso in bilancio è un reato che è un po’ meno reato, nel senso che è stato depotenziato, attraverso la riduzione delle pene e dei tempi di prescrizione.
GIUSTIZIA SPORTIVA E GIUSTIZIA ORDINARIA - Qui interessa solo relativamente sapere come andranno a finire, magari tra qualche anno, le vicende nei tribunali italiani. Quello che incuriosisce, divide e appassiona, tanto più dopo Calciopoli, è la vicenda sportiva. Borrelli, il capo dell’Ufficio Indagini che aveva già chiuso il fascicolo passandolo al Procuratore Palazzi per una più che probabile archiviazione, sarà costretto a riaprirlo? Nocerino offrirà nuove maniglie al teorema accusatorio o la giustizia sportiva dovrà solo soffermarsi sulla questione delle plusvalenze gonfiate? Esse rientrano in quella "falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi" coi quali "una società tenta di ottenere o ottiene l’iscrizione a un campionato a cui non avrebbe potuto essere ammessa", come recita il codice di giustizia sportiva (art. 7) quando poi fa riferimento alle sanzioni (peraltro assai variegate)?
COVISOC - Allora, e oggi, non c’è una parola tra le tante (troppe) della giustizia sportiva che faccia riferimento alle plusvalenze. Gonfiate e no. Oggi, al contrario di allora, c’è solo una Covisoc un po’ più attenta a verificarne il contenuto. A pesarle. Allora l’Inter e il Milan, in buona compagnia, ebbero proprio dalla Covisoc via libera all’atto delle iscrizioni al campionato. Fosse stato loro contestato qualcosa, si può ragionevolmente supporre che avrebbero ripianato mettendo mano al portafoglio. Niente di cui vantarsi, anzi. Ma anche poco da spartire col processo sommario tanto presto sollevato.
COMUNICATO UFFICIALE A.C.MILAN
24/09/2007
In relazione alla richiesta di rinvio a giudizio per pretese false comunicazioni sociali del proprio Amministratore Delegato Adriano Galliani, l'A.C.Milan ne conferma l'assoluta estraneità agli addebiti e confida che la piena correttezza dei bilanci della Società venga accertata nei tempi più solleciti.
ci processeranno anche per aver speso 21 milioni per un 17enne?
bolla di sapone,anche se queste cose e' meglio che finiscano nel calcio
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