Nostalgia Sheva: "Pronto a tornare"
"Il mio gioco non si adatta a Mourinho"
Nonostante il primo gol in Champions con la maglia del Chelsea Andriy Shevchenko non sorride. L'attaccante ha ammesso le incomprensioni col tecnico e la sua disponibilità a tornare in Italia. "Il mio gioco non si adatta alle idee di Mourinho - ha detto al "Mirror" - Io non ho mai parlato di un ritorno al Milan, ma se dovesse accadere sono pronto a fare le valigie. Se non vado bene a qualcuno me ne torno in Italia".
Eppure sembrava finalmente aver conquistato i tifosi di Stamford Bridge. La standing ovation riservatagli nella gara di Champions con Levski Sofia, sembrava il sintomo di un amore ormai sbocciato con i tifosi del Chelsea: un gol di classe, giocate sopraffine, altre due reti sfiorate non sono tuttavia bastate ad Andriy Shevchenko per ritrovare il sorriso. Infatti, nonostante i tifosi siano entusiasti del "rinnovato" ucraino, con con un'ostinazione tipica di pochi, Josè Mourinho è sempre più convinto che l'ucraino non sia indispensabile per il proprio modo di intendere il calcio. Ed allora Sheva, ferito nell'orgoglio, nonostante la ferma intenzione di affermarsi anche in Inghilterra, ha voluto rispondere per le rime al suo tecnico, indizio che nel rapporto tra i due qualcosa si è rotto, e tale rottura potrebbe in parte aprire nuovi orizzonti all'ucraino il cui ritorno in Italia, a questo punto, sembra tutt'altro che fantascientifico.
"Mi sento come a casa al Chelsea, come se fossi qui da molto tempo, ma sfortunatamente il mio gioco non si adatta con le idee di Mourinho - ha dichiarato Shevchenko in un'intervista esclusiva al tabloid Mirror - Tutti i giornali hanno scritto di un mio ritorno in prestito al Milan. Io personalmente non ne ho mai parlato con i dirigenti, nè credo lo abbiamo fatto i tecnici. Ma se dovesse accadere, sono pronto a fare le valigie e partire. Sono una persona sicura di sè, se non vado bene a qualcuno, allora me ne torno in Italia, non c'è problema, così potrò dimostrare quello che valgo. Perché non sono un giocatore finito".
L'attaccante ucraino, ceduto dal Milan al Chelsea per 44 milioni di euro circa, ha collezionato con la maglia dei "Blues" soltanto sei reti per un rendimento ritenuto non all'altezza della sua fama. "Posso capire Mourinho, non sto segnando quanto vorrei anche io, e Abramovich, un vero amico sempre dalla mia parte, non può insistere più di tanto, nonostante sia il proprietario del club. Quello che può fare è premere per una cessione in prestito e non definitiva". Ciò che è certo, comunque, è che anche nell'ipotesi di una partenza da Londra, la sua famiglia non lo seguirà. "Naturalmente mi dispiacerebbe andarmene, soprattutto per la mia famiglia che si è adattata molto bene in Inghilterra. Mia moglie Kristen è contentissima, è americana e finalmente vive in una nazione dove si parla l'inglese. E' chiaro che se dovessi tornare a Milano, lei e i bambini resterebbero qui". Un duro sfogo quello di Sheva che apre le porte ad un clamoroso ritorno, per ritrovare se stesso, quel giocatore capace di vincere il Pallone d'Oro.
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Dai Andrji torna in Italia... poi la sera vai con Bobo Vieri e una velina di turno te la rimedia!!!
"Il mio gioco non si adatta a Mourinho"
Nonostante il primo gol in Champions con la maglia del Chelsea Andriy Shevchenko non sorride. L'attaccante ha ammesso le incomprensioni col tecnico e la sua disponibilità a tornare in Italia. "Il mio gioco non si adatta alle idee di Mourinho - ha detto al "Mirror" - Io non ho mai parlato di un ritorno al Milan, ma se dovesse accadere sono pronto a fare le valigie. Se non vado bene a qualcuno me ne torno in Italia".
Eppure sembrava finalmente aver conquistato i tifosi di Stamford Bridge. La standing ovation riservatagli nella gara di Champions con Levski Sofia, sembrava il sintomo di un amore ormai sbocciato con i tifosi del Chelsea: un gol di classe, giocate sopraffine, altre due reti sfiorate non sono tuttavia bastate ad Andriy Shevchenko per ritrovare il sorriso. Infatti, nonostante i tifosi siano entusiasti del "rinnovato" ucraino, con con un'ostinazione tipica di pochi, Josè Mourinho è sempre più convinto che l'ucraino non sia indispensabile per il proprio modo di intendere il calcio. Ed allora Sheva, ferito nell'orgoglio, nonostante la ferma intenzione di affermarsi anche in Inghilterra, ha voluto rispondere per le rime al suo tecnico, indizio che nel rapporto tra i due qualcosa si è rotto, e tale rottura potrebbe in parte aprire nuovi orizzonti all'ucraino il cui ritorno in Italia, a questo punto, sembra tutt'altro che fantascientifico.
"Mi sento come a casa al Chelsea, come se fossi qui da molto tempo, ma sfortunatamente il mio gioco non si adatta con le idee di Mourinho - ha dichiarato Shevchenko in un'intervista esclusiva al tabloid Mirror - Tutti i giornali hanno scritto di un mio ritorno in prestito al Milan. Io personalmente non ne ho mai parlato con i dirigenti, nè credo lo abbiamo fatto i tecnici. Ma se dovesse accadere, sono pronto a fare le valigie e partire. Sono una persona sicura di sè, se non vado bene a qualcuno, allora me ne torno in Italia, non c'è problema, così potrò dimostrare quello che valgo. Perché non sono un giocatore finito".
L'attaccante ucraino, ceduto dal Milan al Chelsea per 44 milioni di euro circa, ha collezionato con la maglia dei "Blues" soltanto sei reti per un rendimento ritenuto non all'altezza della sua fama. "Posso capire Mourinho, non sto segnando quanto vorrei anche io, e Abramovich, un vero amico sempre dalla mia parte, non può insistere più di tanto, nonostante sia il proprietario del club. Quello che può fare è premere per una cessione in prestito e non definitiva". Ciò che è certo, comunque, è che anche nell'ipotesi di una partenza da Londra, la sua famiglia non lo seguirà. "Naturalmente mi dispiacerebbe andarmene, soprattutto per la mia famiglia che si è adattata molto bene in Inghilterra. Mia moglie Kristen è contentissima, è americana e finalmente vive in una nazione dove si parla l'inglese. E' chiaro che se dovessi tornare a Milano, lei e i bambini resterebbero qui". Un duro sfogo quello di Sheva che apre le porte ad un clamoroso ritorno, per ritrovare se stesso, quel giocatore capace di vincere il Pallone d'Oro.
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Dai Andrji torna in Italia... poi la sera vai con Bobo Vieri e una velina di turno te la rimedia!!!
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