Scandalo calcio, al via il maxi processo Nell'aula dello stadio Olimpico di Roma la prima udienza. Quattro squadre sul banco degli imputati: Juve, Milan, Lazio e Fiorentina
Il capo dell'ufficio indagini della Figc, Francesco Saverio Borrelli (Ansa)
ROMA - Il momento della verità è sempre più vicino. Dopo l’intenso lavoro dell’Ufficio indagini e i deferimenti della procura federale, scatta oggi allo stadio Olimpico il maxi-processo sportivo più atteso della storia del calcio italiano. Lo scandalo, nato dalle indagini delle procure di Torino e Napoli, coinvolge, in questa prima fase di inchiesta, quattro società, Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina, e 26 tesserati.
LE IMPUTAZIONI - Le violazioni contestate riguardano gli articoli 1 (dovere di lealtà) e 6 (illecito sportivo). A giudicarli sarà la nuova Commissione d’appello federale (Caf), presieduta da Cesare Ruperto. Insieme a lui, nel collegio giudicante ci saranno Michele Lo Piano, Giuseppe Marziale, Carlo Porceddu e Mario Zoppellari, insieme al rappresentante dell’Aia Carlo Bravi. Il dibattimento durerà una settimana, poi, tra il 7 e il 9 luglio la sentenza di primo grado. Quella di appello, affidata alla Corte Federale, dovrà arrivare intorno al 20 luglio, per le scadenze poste dalla Uefa. Il centro di tutto è il sistema creato da Luciano Moggi, che aveva, stando agli inquirenti, ramificazioni determinanti nella Federcalcio e nel settore arbitrale.
INDAGINI E INTERCETTAZIONI - Il campionato messo sotto esame è quello 2004/2005. Mentre le prime intercettazioni venivano pubblicate, i vertici della Figc sono crollati. Sono arrivati un commissario straordinario, Guido Rossi, e un nuovo capo dell’Ufficio indagini, Francesco Saverio Borrelli. Persone limpide, e soprattutto completamente avulse dal precedente sistema. Con il passare dei giorni, la vicenda si è arricchita di numerosi particolari. E’ emerso, stando agli inquirenti, il controllo totale di Luciano Moggi sul campionato e sui designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Dalle intercettazioni si sono poi ricavati i tentativi di Lazio e Fiorentina (riusciti, secondo chi ha indagato) di rivolgersi alla "cupola", appoggiarla e riceverne benefici. E una quarta società, il Milan, attraverso il suo dirigente addetto agli arbitri, avrebbe tentato di costruire un contro-sistema, sfruttando la collaborazione dei guardalinee.
RISCHIO RETROCESSIONE - I club rischiano la retrocessione all’ultimo posto nello scorso campionato e l’iscrizione - come recita il Codice di giustizia sportiva - "ad un campionato inferiore". E’ la sanzione prevista per l’illecito sportivo, compiuto con "responsabilità diretta" dalle società, così come il procuratore Stefano Palazzi ha individuato per Juventus, Lazio e Fiorentina. La situazione più grave è quella della Juventus, che rischia la retrocessione (in B o in C-1), insieme a una penalizzazione. Altrettanto complicate, anche se di minor gravità, sono le posizioni di Lazio e Fiorentina, che vedono l’incubo della serie B. Il Milan sembra essere messo leggermente meglio, in quanto la responsabilità per l’illecito (commesso da Meani, non da Adriano Galliani) è oggettiva, non diretta, e dunque potrebbe anche essere punita con una semplice penalizzazione nel prossimo torneo. I tesserati, tra cui spiccano l’ex presidente Figc Franco Carraro e gli ex designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, rischiano tutti sanzioni comprese tra la sospensione e la radiazione.
29 giugno 2006
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Che giustizia sia fatta!
Il capo dell'ufficio indagini della Figc, Francesco Saverio Borrelli (Ansa)
ROMA - Il momento della verità è sempre più vicino. Dopo l’intenso lavoro dell’Ufficio indagini e i deferimenti della procura federale, scatta oggi allo stadio Olimpico il maxi-processo sportivo più atteso della storia del calcio italiano. Lo scandalo, nato dalle indagini delle procure di Torino e Napoli, coinvolge, in questa prima fase di inchiesta, quattro società, Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina, e 26 tesserati.
LE IMPUTAZIONI - Le violazioni contestate riguardano gli articoli 1 (dovere di lealtà) e 6 (illecito sportivo). A giudicarli sarà la nuova Commissione d’appello federale (Caf), presieduta da Cesare Ruperto. Insieme a lui, nel collegio giudicante ci saranno Michele Lo Piano, Giuseppe Marziale, Carlo Porceddu e Mario Zoppellari, insieme al rappresentante dell’Aia Carlo Bravi. Il dibattimento durerà una settimana, poi, tra il 7 e il 9 luglio la sentenza di primo grado. Quella di appello, affidata alla Corte Federale, dovrà arrivare intorno al 20 luglio, per le scadenze poste dalla Uefa. Il centro di tutto è il sistema creato da Luciano Moggi, che aveva, stando agli inquirenti, ramificazioni determinanti nella Federcalcio e nel settore arbitrale.
INDAGINI E INTERCETTAZIONI - Il campionato messo sotto esame è quello 2004/2005. Mentre le prime intercettazioni venivano pubblicate, i vertici della Figc sono crollati. Sono arrivati un commissario straordinario, Guido Rossi, e un nuovo capo dell’Ufficio indagini, Francesco Saverio Borrelli. Persone limpide, e soprattutto completamente avulse dal precedente sistema. Con il passare dei giorni, la vicenda si è arricchita di numerosi particolari. E’ emerso, stando agli inquirenti, il controllo totale di Luciano Moggi sul campionato e sui designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Dalle intercettazioni si sono poi ricavati i tentativi di Lazio e Fiorentina (riusciti, secondo chi ha indagato) di rivolgersi alla "cupola", appoggiarla e riceverne benefici. E una quarta società, il Milan, attraverso il suo dirigente addetto agli arbitri, avrebbe tentato di costruire un contro-sistema, sfruttando la collaborazione dei guardalinee.
RISCHIO RETROCESSIONE - I club rischiano la retrocessione all’ultimo posto nello scorso campionato e l’iscrizione - come recita il Codice di giustizia sportiva - "ad un campionato inferiore". E’ la sanzione prevista per l’illecito sportivo, compiuto con "responsabilità diretta" dalle società, così come il procuratore Stefano Palazzi ha individuato per Juventus, Lazio e Fiorentina. La situazione più grave è quella della Juventus, che rischia la retrocessione (in B o in C-1), insieme a una penalizzazione. Altrettanto complicate, anche se di minor gravità, sono le posizioni di Lazio e Fiorentina, che vedono l’incubo della serie B. Il Milan sembra essere messo leggermente meglio, in quanto la responsabilità per l’illecito (commesso da Meani, non da Adriano Galliani) è oggettiva, non diretta, e dunque potrebbe anche essere punita con una semplice penalizzazione nel prossimo torneo. I tesserati, tra cui spiccano l’ex presidente Figc Franco Carraro e gli ex designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, rischiano tutti sanzioni comprese tra la sospensione e la radiazione.
29 giugno 2006
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Che giustizia sia fatta!
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