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[Disfida d'ottobre] Le due lune di Thadrack

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  • [Disfida d'ottobre] Le due lune di Thadrack

    Le due lune di Thadrack erano appena tramontate, quando un’esile fanciulla, coperta da un modesto mantello di tela, varcò il cancello delle mura della contea.Camminava furtivamente guardandosi spesso indietro e coprendosi il volto dagli sguardi curiosi dei contadini che a quell'ora, pigramente. si accingevano ad andar per campi. Il medaglione di pallido argento bruciava a contatto con la pelle, ad ogni passo sempre più caldo, ogni secondo sempre più insopportabile, ricordando a Yledeldh il compito per cui era stata tenuta in vita, nonostante l'onta che portava addosso. Era febbricitante, il medaglione assorbiva le sue energie, e le ali cercavano di farsi strada in un corpo non progettato per loro.

    - La settima alba, del mese del lupo, aprirà una nuova era - mormoravano gli scriba del palazzo - il giorno conoscerà la notte e la notte conoscerà il giorno, in un’unione in cui da un uovo millenario si sentirà il gemito del Drago ... e a lui tutti si prostreranno, affinché porti ricchezza e gloria perpetui -. I passi sempre più incerti, rendevano difficile il realizzarsi del suo compito. Doveva arrivare alla montagna di ghiaccio prima che il sole fosse arrivato al culmine della sua orbita...per poi precipitare nelle nere acqua del mare di Matydol. Doveva correre, ma a stento riusciva a stare in piedi. Eccolo il nero sentiero nella montagna, ecco la caverna che avrebbe presto portato sollievo al corpo infranto ... Un uomo guardava la scena dall'alto, sentiva il lamento del Drago, orribile suono alle sue orecchie sensibili, sentiva la sofferenza dell'anima, che faticosamente arrancava su per il pendio; sentiva la fine imminente del mondo così com’era stato concepito per centinaia di generazioni di uomini.Piegato in due da tutte queste emozioni osservava la giovane, e con la mente riandò alla nascita di essa, vent'anni prima.

    Non era stata una nascita felice. Un demone che si unisce ad un umana raramente è in grado di concepire qualcosa di vitale da essa. Ma il demone sapeva e osservava. Aveva atteso trecento interminabili anni affinché si realizzasse la giusta unione degli eventi. Le due lune dovevano allinearsi, e la stella del sud fare la sua comparsa nel cielo assolato. Aveva spiato tra le nascite della contea, affinché la giusta donna potesse concepire il frutto del suo etereo seme. Si era dovuto abbassare a livello mortale con mille schermaglie amorose, convincendo, seducendo e ingannando la donna, per sottometterla ad una lussuriosa notte...perché la bimba non doveva nascere da una violenza, ma da un dono umano. Quello che non aveva previsto era che anche lui potesse essere coinvolto nel gioco, innamorandosi della donna. Troppo tardi se ne accorse, mentre la donna si concedeva a lui, ed entrambi si perdevano nell'oblio dei sensi. Capì di amarla quando con un ultima spinta sancì la sua morte. Avrebbe dovuto ucciderla all'istante, prelevare dall'esanime corpo l'embrione e crescerlo avvolto nel suo pugno, affinché pochi influssi umani lo contaminassero. Non ne ebbe l'animo. La pietà si fece strada nel suo cuore, polverizzando il corpo, corrotto da ere di malvagità. La donna, di cui nessuno ricorda il nome, fu additata come peccatrice, trattata come la peggior specie di meretrice, usata e violentata da uomini che sotto false spoglie di salvatori della morale, sfogavano le proprie voglie sul corpo violato. In una spoglia stanza di un monastero, tra le urla della madre nacque Yledeldh. Aveva gli occhi viola, sembrava ti guardasse con sfida mentre col labbro imbronciato rifiutava di prendere il primo respiro che le avrebbe aperto i polmoni. Non so se fu il sonoro schiaffo della levatrice, o l'ultimo sospiro della madre morente a convincerla. Respirò! Un soffio gelido invase la sua gabbia toracica. Fu l'inizio e la fine.
    Ultima modifica di saramir; 17-10-2003, 20:04.


    Saramir [Ark], Magister Araldo, on Ven. Shard
    Saramir, Anziano Saggio Akrunes, on Atl. Mud

  • #2
    Arrancava la fanciulla nel sentiero. Pensava e camminava. Con un sol gesto avrebbe voluto sfilarsi il medaglione, e correre libera da quel peso opprimente. Ma non era il momento. - Arriva davanti al Drago e consegna questo medaglione- Queste le ultime parole che aveva sentito dalla melliflua bocca dello scriba. Era questo lo scopo di vent'anni di sofferenza? consegnare un banalissimo medaglione ad un Drago? Questo il suo ruolo, questa la sua importanza... Cresciuta nella cucina del monastero, fasciata di vecchie tuniche pruriginose, a voler mortificare lo splendido corpo che già dall'età' di 16 anni faceva girare più di un monaco con ingordigia. Apparentemente umile, passava le giornate tra il bucato e le ricette per il monastero. Era facile emulare un attenzione maniacale, quasi stupida per piccoli gesti, come sbucciar patate o impastare il pane e farne piccole pagnottelle. Non si accorgevano, gli stolti, che non era la mente ad essere impegnata. La mente vagava ... come fievole brezza correva lungo i corridoio, verso le segrete stanze della conoscenza. Vibravano e si smorzavano le candele al suo passaggio, Dolcemente si piegavano i foglie incartapecoriti aperti sui leggii. E i monaci tremavano. Una serva sbucciava patate in cucina, un demone leggeva un libro. Tutta la conoscenza del mondo era riversata in quei luoghi. Ecco perché era proibito consultare quei Tomi. La Conoscenza da potere. La conoscenza è tutto. Un solo libro le era recluso. Con rabbia la sua mente si avvicinava al vecchio leggio posto al centro della stanza. Aperto banalmente, anche il più comune dei novizi poteva sfogliarlo. Non riusciva a toccarlo, sfiorarlo, non sentiva nulla. Eppure sapeva che quello era il libro per lei. Contorceva le labbra, Yledeldh nello sforzo mentale estremo. Ma nulla. E due occhi cerulei la guardavano con odio. Unici occhi che sapevano il suo tentativo. Nulla. Lo scriba sapeva. Ma era tanta l'arroganza verso i suoi poteri che non prestava nessuna fede ai pericoli di una mente non totalmente umana. E un demone trova sempre le strade per arrivare dove vuole. Anche se la strada include prendere possesso della mente di un fanciullo, che con occhi innocenti accarezza un gatto, e il gatto lo graffia entrando nella sua mente. Nel più banale dei modi...dopo anni di tentativi, un sorriso si affacciò sulla giovane serva che lavava con energia i panni al tiepido sole mattutino. Sicuri e curiosi furono i passi del giovane verso quel tomo. Non destò sospetto, non diede nell'occhio. Non era un libro preso in considerazione. E per un momento Yledeldh fu tentata di scaraventare il tutto a terra con un gesto. Un libro di fiabe. Anni spesi a cercare un libro di fiabe? - ehi tu, cafoncello...non hai di meglio da studiare che perderti con le illustrazioni di un libretto? - una voce sgarbata e autoritaria, fece sussultare il fanciullo. - Ho un momento di pausa maestro - rispose con un sorriso biricchino - e questi sono disegni molto belli ... - Lasciò il responsabile a sbottare circa le nuove generazioni di ragazzi ... e si fermò a riflettere. Illustrazioni ... Passando un dito su di esse, non il fanciullo ma la serva che lavava i panni ritirò la mano con un ustione. Allora guardò meglio. La copertina del tomo recava il titolo. "Le mirabolanti avventure di Drago nero e della sua compagnia" Sfogliò velocemente il libro, dando l'apparenza di guardare svogliatamente le illustrazioni, ma era molto più di un libro di fiabe. Era il destino che doveva compiersi. Era il destino che lei non doveva sapere di avere. Si ritirò soddisfatta dalla mente del fanciullo, quasi senza recargli danno. Avrebbe avuto in futuro solo la sgradevole sensazione di non essere solo nelle stanze, al buio. Non passarono i giorni, senza che la giovane Yledeldh, fosse umiliata a lavori massacranti, sferzata nel corpo, e sottomessa nello spirito. Lo scriba ogni mattina la chiamava in una stanza fumosa di polveroso incenso. La faceva sedere in una sedia, e per ore mormorava litanie incomprensibili ad orecchio comune. Riti cerimoniali, per la preparazione al sacrificio, Yledeldh ne era consapevole. Ma taceva, e pazientemente subiva tutte le angherie. Non proprio tutte. Una sera, stanca malgrado la sua forte tempra, si stava ritirando nella sua celletta, quando fu afferrata da due mani violente. Trascinata nella stalla, erano chiare le intenzioni del monaco. - Aspetta - gli disse con voce affannosa e roca - non così, aspetta... - E il monaco, sfortunatamente per lui, si fermò. Bramoso di concupire e godere delle abilità che la fanciulla stava promettendo con la voce la lascio fare, adagiandosi nel fieno. Gli occhi di Yledeldh brillavano alla luce della lampada quando lentamente si sfilò il sopra della tunica, mostrando i seni allo sguardo sbavante del porco. In ginocchio cominciò a sganciarsi la gonna, ma con la mano andava sotto, verso l'affilato stiletto che portava alla caviglia. Fu un colpo. un taglio netto. La gola mozzata in due. E il sangue, schizzato nel suo viso, rese implacabile lo sguardo. Lentamente Yledeldh si alzò. Rimise la vecchia tunica. Posò lo stiletto e trascinò il cadavere fino alla stanza dello Scriba. Lo lasciò li. A gambe aperte e occhi spalancati davanti alla porta. Bussò con forza, e andò via.
    Ultima modifica di saramir; 17-10-2003, 20:07.


    Saramir [Ark], Magister Araldo, on Ven. Shard
    Saramir, Anziano Saggio Akrunes, on Atl. Mud

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    • #3
      Si avvicinava sempre più il giorno dell'eclissi. Lo scriba era sempre più nervoso e Yledeldh sempre più taciturna. Aveva un altro problema da affrontare. Un dolore sordo alla schiena, una sorta di bruciore nelle viscere tanto forte che a volte solo l'estrema forza di volontà non la portava a piegarsi in due. Il suo corpo stava reagendo alla maturità. Yledeldh si guardava furtivamente in uno specchio rotto trovato per caso ... Erano le ali che avevano deciso di venir fuori. Una massa nerastra palpitava al di sotto delle sue scapole, in movimento, contraendosi ogni tanto, quasi a voler sperimentare la forza muscolare che si stava creando. Non era il momento adatto, lo sapeva. Non poteva farsi scoprire. E così tacque. Sempre più fasciata in tuniche. Sempre più pallida e febbricitante. Lo Scriba non si accorse di nulla. Attribuì questa nuova copertura al tentativo di violenza ... e i malesseri ai riti che compiva su di lei. Del resto l'inutile donna non serviva ad altro che a consegnare un medaglione che avrebbe sottomesso il Drago ai suoi voleri. Sarebbe morta comunque.

      Il medaglione bruciava.
      I passi sempre più incerti.
      Il viso imperlato dal sudore.

      - Non posso - mormorò la ragazza cadendo sulle ginocchia – non ce la faccio più, sto male …- Alzati, amor mio … - sussurrò una voce nel vento. Inaspettata voce per la ragazza. Mai sentita. Una voce calda, come mai nessuno si era rivolta a lei. - Alzati! Manca poco, vieni da me. - sussurro’ il vento. - Il medaglione, brucia, non posso … la schiena … dolore sordo … si dilaniano le mie carni… e’ troppo … troppo … - la ragazza mormorava parole confuse. -Alzati, presto … guarda il sole … - continuò imperioso e tenero il vento – un piccolo sforzo amor mio, e tutto questo finirà! -

      Mentre faticosamente si cercava di sollevare, Yledeldh fu strattonata da una voce iraconda. - Che fai? Sbrigati sciocca e stolta, guarda il cielo … sbrigati … - L’anziano Scriba aveva deciso di intervenire. Il sole stava raggiungendo il suo massimo, le due lune erano ritornate in cielo e si stavano allineando nell’estremo disegno celeste. - Vado … non fatemi del male … vado -. Yledeldh si alzò in piedi e continuò il suo cammino. Lo Scriba la seguiva a pochi passi, spronandola col bastone. E l’odio della fanciulla cresceva, si nutriva, ma le dava anche la forza. Le ali avevano deciso di non aspettare più. Come una pugnalata la sottile pelle della schiena cedette alla pressione. Sangue misto a frammenti di pelle correva lungo la schiena si insinuava tra le curve del sedere scorreva fino alle caviglie.

      Ecco l’insenatura. L’apertura della caverna risplendeva di strane iscrizioni…sempre più leggibili mano a mano che il sole veniva a trovarsi in traiettoria coi raggi. - Entra e fa il tuo dovere - La incitò lo Scriba – sarai ben ricompensata - e la spinse verso l’apertura. Il cerchio si chiuse. Yledeldh, cadde quasi dentro la caverna. Gli occhi febbricitanti, comincio a svolgere il suo corpo dagli stracci bagnati di sudore e sangue. Tutto bruciava, tremava, aveva freddo e caldo insieme. Ma non era sola. - Aiutami - mormorò la ragazza – aiutami non posso più … - devi aiutarmi tu - mormorò la voce suadente – un piccolissimo sforzo, amor mio, sbrigati … - Un Drago, nero come la notte era poggiato nel fondo della caverna. Ansimava e sbuffava, come se respirare gli costasse una fatica immensa. Yledeldh finì di spogliarsi … alla luce delle torce il suo corpo risplendeva lucente e bagnato. Con un gemito e uno sforzo aprì le ali. Scaglie nere come la notte si aprirono su di lei…Meravigliose ali della creatura che era stata sua padre. - Sei stupenda- mormorò affannoso il Drago - Devo darti questo - Yledeldh si sfilò il medaglione – ma non voglio … non credo ti serva, ti sottometterà e io non voglio …- . - Stolto Scriba…come avrà potuto pensare mai che un artefatto umano possa fermare me?- ridacchiò il Drago … - Non deve sottomettere me quel medaglione…deve aprire quello … e subito! - Con un gesto della zampa indicò la volta della caverna. Yledeldh seguì perplessa lo sguardo. Fu con stupore che vice che in realtà la caverna non di continua pietra per tutta la sua superficie. Ma una porticciola, una sorta di botola d’argento era alla sua sommità più alta. Vi erano le stesse illustrazioni del libro di favole. E al centro un alloggiamento vuoto … che risplendeva sempre di più mano a mano che il medaglione bruciava.
      Ultima modifica di saramir; 17-10-2003, 20:12.


      Saramir [Ark], Magister Araldo, on Ven. Shard
      Saramir, Anziano Saggio Akrunes, on Atl. Mud

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      • #4
        Sbrigati amor mio, sali fin lassù … poggia lì il medaglione, presto …prima che il sole arrivi al suo massimo ... - . -Ci provo - fece incerta Yledeldh, che mai aveva pensato di avere delle ali a disposizione. Un balzetto e precipitò a terra. - Su Su riprova …chiudi gli occhi e segui l’istinto …-l a incoraggiò tenero il Drago …

        Yledeldh chiuse gli occhi, respirò a fondo … alzò le ali e spiccò il volo. Pian pianino salì fino alla botola e prendendo tra le mani il ciondolo lo premette nell’alloggiamento. Uno scatto. E la botola si aprì in due. La luce del sole penetrò nella caverna, illuminando il viso della fanciulla che sorpresa stava per cadere. Scese verso il Drago preoccupata che la luce gli facesse male. - tutto bene?- -Si amor mio, il sole e’ la forza, il sole e’ la vita … sono stato condannato all’oscurità’ da poteri più grandi di noi. Ma adesso e’ venuto il momento di emergere dal limbo. E’ venuto il momento di creare il nuovo regno - Il Drago si spostò verso i raggi solari …aspettando di poter prendere l’ultimo raggio di sole prima dell’eclissi. Il sole arrivò al suo culmine. Un raggio particolarmente potente entrò da una fessura, fu deviato dal medaglione e colpì il Drago. Una sorta di copertura luminescente si formò accanto ad esso per un attimo e si dissolse. Un uomo emerse dalle spoglie del Drago. Alto, Capelli neri e pizzetto ben curato. Occhi scuri, profondi come il mistero degli abissi guardavano la fanciulla. -mah – mormorava Yledeldh – il Drago … morto? – - no, affatto …sono io … posso trasformarmi quando voglio- sorrise Ymastelf – adesso andiamo a goderci l’eclissi … devo conoscere la compagna della mia vita o no? -

        Coperta la fanciulla con un mantello di morbida pelliccia bianca, la portò fuori dalla caverna. -Chi sei tu?- mormorò iracondo lo Scriba - come ti permetti di insinuarti in un rituale antico? - Non una parola proferì Ymastelf ma un solo gesto con la mano. Lo Scriba morì all’istante. I due giovani si sedettero ad ammirare lo splendido disegno che il cielo li riservava. Una nuova era si aprì al mondo. Ai periodi di gioia e prosperità, guerre interminabili, carestie, fame e miseria si alternarono nel giusto equilibrio delle cose. Così continuo il mondo per anni e anni. Finchè la regina non mise al mondo due gemellini. Ma questa…è un'altra storia.
        Ultima modifica di saramir; 17-10-2003, 20:15.


        Saramir [Ark], Magister Araldo, on Ven. Shard
        Saramir, Anziano Saggio Akrunes, on Atl. Mud

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        • #5
          asdasdsa

          troppo lungo il racconto x me. Mi son già perso

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          • #6
            non mi dice niente il finale.....bello l'inizio e l'argomentazione, ma il finale......






            Originally posted by Ezechiele

            Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre perchè egli e' in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome e' quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te...

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