È dura pensare che dalla giornata peggiore della vostra vita possa scaturire una nuova rinascita e la propria salvezza. Eppure così capitò a me quel giorno. Ero da poche ore stato cacciato dal proprietario del mio alloggio a Britain. Ma come biasimarlo? Erano tre anni ormai che non gli pagavo la stanza e lui aveva moglie e figli da mantenere…
Decisi di andarmene lontano, verso nord, verso le terre selvagge, là sì che avrei potuto far fortuna. Arrivai all’inizio della notte a Minoc e i pochi soldi rimastimi non sarebbero bastati per una camera alla locanda, decisi quindi di preservarli per il mangiare del giorno dopo e trovai un comodo riparo sotto al ponte che porta alle miniere. Sfortunatamente non ero solo, all’ombra del ponte si trovavano anche tre ladruncoli che, dopo avermi stordito, si portarono via il mio oro.
La mattina dopo mi svegliai con la testa dolorante dalla botta e subito capii di essere rimasto senza danaro. Iniziai a disperarmi e un santone che sentì i miei lamenti si avvicinò e mi porse qualche moneta che gli era stata elargita in cambio delle sue benedizioni. Lo ringraziai e mi recai così alla taverna per mangiare un boccone. Vi era molta gente seduta in vari tavoli e nell'angolo più lontano riconobbi i tre della sera prima che al vedermi scoppiarono a ridere. Ehssì... Di certo non ero un bello spettacolo, sporco, emaciato e vestito di stracci com'ero. Un'altra sola persona attirò la mia attenzione su di se, un uomo tutto vestito di blu con una barba ben curata che gli circondava quasi fosse una cornice tutto il viso, nulla al confronto della mia lunga barba ormai incolta da mesi. Feci un cenno all'oste e mi sedetti tutto solo ad un tavolo appartato.
Passò una buona mezz'ora ma l'oste ancora non si degnava di venire a servirmi. Lo chiamai ad alta voce e in tutta risposta revetti parole scortesi "Oh, il borghesotto si sta scaldando! Di certo è un bene dopo la notte che avete passato all'addiaccio." I tre furfanti e l'oste si misero a ridere, era evidente come lo sputo di un lama che si conoscevano. L'uomo vestito di blu si alzò dal suo tavolo e mi si avvicinò, poi ordinò all'oste di portarmi un buon piatto di carne. Quello tornato serio obbedì e giunto al tavolo disse che facevano quattro monete d'oro. L'uomo sconosciuto fece per pagare l'oste ma lo fermai affermando che potevo benissimo pagarmi il pranzo da solo. I tre furfanti si mostrarono stupiti, quasi cercassero di capire dove avevo nascosto quei soldi che ora stavo usando. "Mi chiamo Alatar il blu" disse l'uomo ora non più sconosciuto e detto questo sorrise. Non mi trattenni da una battuta "Il blu? E come mai questo aggettivo? Vi si addirebbe molto di più il verde" e scambiai con lui un sorriso malizioso prima che entrambi scoppiassimo a ridere. Iniziammo a scambiarci battute ironiche e ridere a crepapelle e scoprii che anche lui era in una situazione simile alla mia, proveniva da New Magincia dove era appena stato "sfrattato" dalla casa dove viveva abusivamente da ormai diversi anni, un nobile aveva deciso di comparla e ristrutturarla per viverci con la sua piscina e balconcino sul mare.
La nostra goliardia venne interrotta dal canglore di un'armatura a piastre indossata da un alto uomo con il volto coperto dall'elmo. Dietro di lui altri guerrieri tutti visibilmente molto forzuti, tutti tranne uno... Sembrava uno scudiero, con una tunica tutta arancione. Tutti si girarono verso di loro ed un silenzio impenetrabile calò nella taverna. Il guerriero che per primo era entrato ruppe il silenzio e, dopo essersi presentato come Cabal Hellraiser e aver presentato due dei suoi tre compagni come Fiord Hellraiser, sua moglie, e Campesinos rinomato arcere del regno, disse che avevano bisogno di due accompagnatori abili nella magia che li seguissero al nord. E che il loro compenso sarebbe stato quello di riceve 50000 monete d'oro.
Subito io e Alatar ci alzammo e ci presentammo a quel grandioso lord. Accettò i nostri servigi e partimmo da Minoc per il sentiero a nord di Monte Kendall. Durante il tragitto parlammo con l'altro cavaliere che li seguiva, quello dalla tunica arancione. Non ci era stato presentato e allora la curiosità cresceva. "Come vi chiamate signore? Il vostro nome precedentemente non ci è stato riferito" Il ragazzo sembrava contento di ricevere attenzioni, anche se da poveretti come noi. "Mi chiamo Cinghiscan messere, sono un nomade del deserto di Compassion". Io e Alatar ci guardammo e in sintonia ci scappò "[i]Cinghiscan l'arancione?[i]" e ridemmo come due veri stupidi. Il ragazzo non capì cosa intendevamo e sorvolammo sul discorso.
Dopo diversi giorni tornammo finalmente vivi a Minoc e Lord Hellraiser ci diede le 50000 monete d'oro come promesso. Lo salutammo e salutammo la sua signora consapevoli di avere nuovi amici su Sosaria. Cinghiscan rimase a Minoc in nostra compagnia e si strinse una buona amicizia anche se non era frequente vederlo sorridere. Ci domandammo cosa farne di questa grande quantità d'oro poi un giorno venimmo a conoscenza di gravi atti compiuti dai criminali di Minoc contro i lavoratori che si trovavano nelle profondità di Kendall o nei boschi che circondavano la città. Ricordai i tre ceffi della notte che giunsi in queste zone, mi ricordai l'oste... Fu facile convincere Alatar e Cinghiscan della necessità di creare una casa che potesse accogliere le brave persone che amavano fare il proprio lavoro e che volevano semplicemente essere lasciate in pace mentre lo eseguivano. Inoltre concordammo che Minoc necessitava di una buona taverna che non accogliesse e sostenesse i briganti della città.
Già, ma come racimolare i soldi mancanti? Cinghiscan si ricordò di alcune parole dettegli da Campesinos prima di giungere a Minoc. I nobili sono folli, ricchi e pieni di fobie. Pagherebbero somme ingenti per essere scortati di città in città e in breve tempo si racimolano grandi fortune. L'idea non era male ed in fondo aveva un senso, iniziammo subito e in soli due giorni avevamo i soldi per comprarci il terreno più comodo per accontentare qualsiasi tipologia di lavoratori di Minoc. Bestiame, legname, minerali, acqua nella quale pescare, un fiume comodo che porta sino a Vesper e al mare... c'era tutto il necessario. Finalmente avevamo forti basi sulle quali progettare il futuro e la nostra società mercantile era finalmente nata. Accademia delle Arti Corporative, ecco come la chiamiammo. E il giorno stesso decidemmo anche il nome della taverna che avremmo costruito e che presto verrà aperta "La Casa del Folletto".
Da allora molti si aggiunsero a quel progetto iniziale, eravamo tre e ora siamo in dieci e continuiamo a crescere. Nuovi amici si sono aggiunti. Come il folle Indiana Jones, non si sa se le sue storie siano vere oppure inventate ma in ogni caso è molto realistico quando le racconta. Orihalcon Volund, un burbero tuttofare giunto anni fa da Yew e da allora mai spostatosi da Minoc. La bellissima Lyvanna Afwyn la cui voce è musica e a nulla è paragonabile se non alla ormai defunta e leggendaria Gwenno, moglie di Iolo Fitzowen. E tanti altri simpaticissimi e irriverenti amici. Ma in tutto ciò le uniche costanti sono rimaste la nostra forte amicizia e, come sempre, la continua seriosità di Cinghiscan, vederlo sorridere è più raro che incontrare Lord British per le strade di Buccaneer's Den.
Decisi di andarmene lontano, verso nord, verso le terre selvagge, là sì che avrei potuto far fortuna. Arrivai all’inizio della notte a Minoc e i pochi soldi rimastimi non sarebbero bastati per una camera alla locanda, decisi quindi di preservarli per il mangiare del giorno dopo e trovai un comodo riparo sotto al ponte che porta alle miniere. Sfortunatamente non ero solo, all’ombra del ponte si trovavano anche tre ladruncoli che, dopo avermi stordito, si portarono via il mio oro.
La mattina dopo mi svegliai con la testa dolorante dalla botta e subito capii di essere rimasto senza danaro. Iniziai a disperarmi e un santone che sentì i miei lamenti si avvicinò e mi porse qualche moneta che gli era stata elargita in cambio delle sue benedizioni. Lo ringraziai e mi recai così alla taverna per mangiare un boccone. Vi era molta gente seduta in vari tavoli e nell'angolo più lontano riconobbi i tre della sera prima che al vedermi scoppiarono a ridere. Ehssì... Di certo non ero un bello spettacolo, sporco, emaciato e vestito di stracci com'ero. Un'altra sola persona attirò la mia attenzione su di se, un uomo tutto vestito di blu con una barba ben curata che gli circondava quasi fosse una cornice tutto il viso, nulla al confronto della mia lunga barba ormai incolta da mesi. Feci un cenno all'oste e mi sedetti tutto solo ad un tavolo appartato.
Passò una buona mezz'ora ma l'oste ancora non si degnava di venire a servirmi. Lo chiamai ad alta voce e in tutta risposta revetti parole scortesi "Oh, il borghesotto si sta scaldando! Di certo è un bene dopo la notte che avete passato all'addiaccio." I tre furfanti e l'oste si misero a ridere, era evidente come lo sputo di un lama che si conoscevano. L'uomo vestito di blu si alzò dal suo tavolo e mi si avvicinò, poi ordinò all'oste di portarmi un buon piatto di carne. Quello tornato serio obbedì e giunto al tavolo disse che facevano quattro monete d'oro. L'uomo sconosciuto fece per pagare l'oste ma lo fermai affermando che potevo benissimo pagarmi il pranzo da solo. I tre furfanti si mostrarono stupiti, quasi cercassero di capire dove avevo nascosto quei soldi che ora stavo usando. "Mi chiamo Alatar il blu" disse l'uomo ora non più sconosciuto e detto questo sorrise. Non mi trattenni da una battuta "Il blu? E come mai questo aggettivo? Vi si addirebbe molto di più il verde" e scambiai con lui un sorriso malizioso prima che entrambi scoppiassimo a ridere. Iniziammo a scambiarci battute ironiche e ridere a crepapelle e scoprii che anche lui era in una situazione simile alla mia, proveniva da New Magincia dove era appena stato "sfrattato" dalla casa dove viveva abusivamente da ormai diversi anni, un nobile aveva deciso di comparla e ristrutturarla per viverci con la sua piscina e balconcino sul mare.
La nostra goliardia venne interrotta dal canglore di un'armatura a piastre indossata da un alto uomo con il volto coperto dall'elmo. Dietro di lui altri guerrieri tutti visibilmente molto forzuti, tutti tranne uno... Sembrava uno scudiero, con una tunica tutta arancione. Tutti si girarono verso di loro ed un silenzio impenetrabile calò nella taverna. Il guerriero che per primo era entrato ruppe il silenzio e, dopo essersi presentato come Cabal Hellraiser e aver presentato due dei suoi tre compagni come Fiord Hellraiser, sua moglie, e Campesinos rinomato arcere del regno, disse che avevano bisogno di due accompagnatori abili nella magia che li seguissero al nord. E che il loro compenso sarebbe stato quello di riceve 50000 monete d'oro.
Subito io e Alatar ci alzammo e ci presentammo a quel grandioso lord. Accettò i nostri servigi e partimmo da Minoc per il sentiero a nord di Monte Kendall. Durante il tragitto parlammo con l'altro cavaliere che li seguiva, quello dalla tunica arancione. Non ci era stato presentato e allora la curiosità cresceva. "Come vi chiamate signore? Il vostro nome precedentemente non ci è stato riferito" Il ragazzo sembrava contento di ricevere attenzioni, anche se da poveretti come noi. "Mi chiamo Cinghiscan messere, sono un nomade del deserto di Compassion". Io e Alatar ci guardammo e in sintonia ci scappò "[i]Cinghiscan l'arancione?[i]" e ridemmo come due veri stupidi. Il ragazzo non capì cosa intendevamo e sorvolammo sul discorso.
Dopo diversi giorni tornammo finalmente vivi a Minoc e Lord Hellraiser ci diede le 50000 monete d'oro come promesso. Lo salutammo e salutammo la sua signora consapevoli di avere nuovi amici su Sosaria. Cinghiscan rimase a Minoc in nostra compagnia e si strinse una buona amicizia anche se non era frequente vederlo sorridere. Ci domandammo cosa farne di questa grande quantità d'oro poi un giorno venimmo a conoscenza di gravi atti compiuti dai criminali di Minoc contro i lavoratori che si trovavano nelle profondità di Kendall o nei boschi che circondavano la città. Ricordai i tre ceffi della notte che giunsi in queste zone, mi ricordai l'oste... Fu facile convincere Alatar e Cinghiscan della necessità di creare una casa che potesse accogliere le brave persone che amavano fare il proprio lavoro e che volevano semplicemente essere lasciate in pace mentre lo eseguivano. Inoltre concordammo che Minoc necessitava di una buona taverna che non accogliesse e sostenesse i briganti della città.
Già, ma come racimolare i soldi mancanti? Cinghiscan si ricordò di alcune parole dettegli da Campesinos prima di giungere a Minoc. I nobili sono folli, ricchi e pieni di fobie. Pagherebbero somme ingenti per essere scortati di città in città e in breve tempo si racimolano grandi fortune. L'idea non era male ed in fondo aveva un senso, iniziammo subito e in soli due giorni avevamo i soldi per comprarci il terreno più comodo per accontentare qualsiasi tipologia di lavoratori di Minoc. Bestiame, legname, minerali, acqua nella quale pescare, un fiume comodo che porta sino a Vesper e al mare... c'era tutto il necessario. Finalmente avevamo forti basi sulle quali progettare il futuro e la nostra società mercantile era finalmente nata. Accademia delle Arti Corporative, ecco come la chiamiammo. E il giorno stesso decidemmo anche il nome della taverna che avremmo costruito e che presto verrà aperta "La Casa del Folletto".
Da allora molti si aggiunsero a quel progetto iniziale, eravamo tre e ora siamo in dieci e continuiamo a crescere. Nuovi amici si sono aggiunti. Come il folle Indiana Jones, non si sa se le sue storie siano vere oppure inventate ma in ogni caso è molto realistico quando le racconta. Orihalcon Volund, un burbero tuttofare giunto anni fa da Yew e da allora mai spostatosi da Minoc. La bellissima Lyvanna Afwyn la cui voce è musica e a nulla è paragonabile se non alla ormai defunta e leggendaria Gwenno, moglie di Iolo Fitzowen. E tanti altri simpaticissimi e irriverenti amici. Ma in tutto ciò le uniche costanti sono rimaste la nostra forte amicizia e, come sempre, la continua seriosità di Cinghiscan, vederlo sorridere è più raro che incontrare Lord British per le strade di Buccaneer's Den.
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