GDR OFF:
Salve a tutti,
sono un nuovo giocatore di questo shard, ho cominciato appena una settimana fa e mi sto divertendo molto. Mi piacerebbe farvi leggere il BG.
Un salutissimo a Dana e Lady Gramigna!
Buona lettura...
@--Shivadas--@
GDR ON:
Johan, in questi giorni ho cercato di capire cosa potesse essermi accaduto. Ho cercato di ricordare chi tu fossi, chi fossi io! Tutto inutile. So solo quello che tu mi hai detto. Qualcosa dentro me, qualcosa di oscuro e strisciante, mi impedisce di crederti sebbene non abbia alcun motivo per non farlo. Vorrei con tutto me stesso essere certo di essere nato in questo villaggio, di essere stato cresciuto da te come da un fratello maggiore, vorrei non dover combattere con questo vuoto che mi pervade e dilata il tempo in questi ultimi, inutili giorni. Ma non posso, l’incubo dell’altra notte ha spazzato via ogni certezza, ha distrutto l’identità che forse tu conoscevi. No, neanche il nome con cui mi chiami posso sopportarlo, non sono Arald, o forse dovrei dire non sono più la persona che conoscevi. Prima di andarmene, voglio lasciarti il racconto di quel sogno fatale che ha ucciso una parte di me, che mi porterà lontano da tutto, per sempre…
“Intorno a me un mare di sabbia, deserto arido, torrido, soffocante. Stremato procedo, tutte le mie forze sono concentrate in quell’unica azione, camminare. Il silenzio fischia assordante nelle mie orecchie, lentamente una oscura litania riempe l’aria spezzando quel fischio così come il mio intercedere. Paralizzato rivolgo gli occhi al cielo, nubi nere, nere come il carbone si addensano sopra la mia testa. Si forma un turbine, qualcosa di gorgogliante sputa malsane parole, sento la testa esplodere dal rumore. Chiudo gli occhi, strizzandoli, incapace di reggere la vista dell’oscenità che sta prendendo forma sopra di me. Preclusa la vista attraverso gli occhi si acuisce quella della mente, un’ammasso di carne putrescente e nera troneggia dentro me, con forza devastante pianta il suo vessillo di morte nel mio cranio, il dolore lacinante mi fa aprire gli occhi, mi accascio in ginocchio mentre intorno a me centinaia di figure inafferrabili gridano, cantano, vomitano: “Shivadas, Shivadas, Shivadas…” Il dolore è intollerabile, col capo fra le mani urlo per non sentire più niente. Tutto si calma. Un calore benevolo si irradia dalla mia fronte in tutto il mio corpo. Una giovane donna, eterea come la bruma mattutina, pone la sua serica mano su di me. Con sguardo pungente mi dice: “Adesso sei vuoto, adesso sei solo Shivadas”. Rimango inchiodato ai suoi occhi mentre sento il mio corpo divenire cenere.”
Salve a tutti,
sono un nuovo giocatore di questo shard, ho cominciato appena una settimana fa e mi sto divertendo molto. Mi piacerebbe farvi leggere il BG.
Un salutissimo a Dana e Lady Gramigna!
Buona lettura...
@--Shivadas--@
GDR ON:
Johan, in questi giorni ho cercato di capire cosa potesse essermi accaduto. Ho cercato di ricordare chi tu fossi, chi fossi io! Tutto inutile. So solo quello che tu mi hai detto. Qualcosa dentro me, qualcosa di oscuro e strisciante, mi impedisce di crederti sebbene non abbia alcun motivo per non farlo. Vorrei con tutto me stesso essere certo di essere nato in questo villaggio, di essere stato cresciuto da te come da un fratello maggiore, vorrei non dover combattere con questo vuoto che mi pervade e dilata il tempo in questi ultimi, inutili giorni. Ma non posso, l’incubo dell’altra notte ha spazzato via ogni certezza, ha distrutto l’identità che forse tu conoscevi. No, neanche il nome con cui mi chiami posso sopportarlo, non sono Arald, o forse dovrei dire non sono più la persona che conoscevi. Prima di andarmene, voglio lasciarti il racconto di quel sogno fatale che ha ucciso una parte di me, che mi porterà lontano da tutto, per sempre…
“Intorno a me un mare di sabbia, deserto arido, torrido, soffocante. Stremato procedo, tutte le mie forze sono concentrate in quell’unica azione, camminare. Il silenzio fischia assordante nelle mie orecchie, lentamente una oscura litania riempe l’aria spezzando quel fischio così come il mio intercedere. Paralizzato rivolgo gli occhi al cielo, nubi nere, nere come il carbone si addensano sopra la mia testa. Si forma un turbine, qualcosa di gorgogliante sputa malsane parole, sento la testa esplodere dal rumore. Chiudo gli occhi, strizzandoli, incapace di reggere la vista dell’oscenità che sta prendendo forma sopra di me. Preclusa la vista attraverso gli occhi si acuisce quella della mente, un’ammasso di carne putrescente e nera troneggia dentro me, con forza devastante pianta il suo vessillo di morte nel mio cranio, il dolore lacinante mi fa aprire gli occhi, mi accascio in ginocchio mentre intorno a me centinaia di figure inafferrabili gridano, cantano, vomitano: “Shivadas, Shivadas, Shivadas…” Il dolore è intollerabile, col capo fra le mani urlo per non sentire più niente. Tutto si calma. Un calore benevolo si irradia dalla mia fronte in tutto il mio corpo. Una giovane donna, eterea come la bruma mattutina, pone la sua serica mano su di me. Con sguardo pungente mi dice: “Adesso sei vuoto, adesso sei solo Shivadas”. Rimango inchiodato ai suoi occhi mentre sento il mio corpo divenire cenere.”
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