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Cronache di UOD: Haven, Meteora, Elfi e Compleanno

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  • Cronache di UOD: Haven, Meteora, Elfi e Compleanno

    Resoconto del 10 Maggio

    Da quando il Consiglio dei Magi aveva annunciato che oggi sarebbe stato un giorno di festa, la gente era praticamente impazzita! Dapprima tutti erano increduli, poi dal Palazzo aveva iniziato a riversarsi una marea di ordinazioni: fabbri, decoratori, falegnami, giardinieri, cuochi, tutti avevano avuto un gran da fare per preparare l’evento.

    Il Consiglio era sempre stato generoso, ma mai come in questa occasione si respirava un'atmosfera di gioia e di abbondanza.
    In città l’aria ferveva, tutti erano indaffarati e non vedevano l’ora di partecipare. Questa volta Loki il Giusto aveva deciso proprio di invitare tutti, dal primo cavaliere all’ultimo dei viandanti, magari giunti nelle nostre terre per curiosità: per molti era la prima occasione che avevano di partecipare a una festa così importante! Oltre all’allegria per l'evento in sé, quindi, si era aggiunta la curiosità di vedere cosa il Consiglio avesse in serbo.
    Negli ultimi giorni, poi, l’atmosfera si era ulteriormente scaldata: a Palazzo avevano cominciato ad affluire una serie di persone e di animali che molti consideravano leggendari, ma soprattutto si erano visti per le terre di Sosaria i più grandi maghi del mondo.

    Per primo era giunto Moonlight il Lucente, circondato da un’aura sfavillante; qualche giorno dopo erano arrivati i giovani maghi Lightshade e Rico assieme a un giovane apprendista ancora sconosciuto. Di costoro si narrava che erano di gran cuore, ma anche alle volte piuttosto strani: infatti, durante la loro strada verso il palazzo chiunque avesse tentato di toccare la loro carrozza si era ritrovato le mani dei colori più improbabili: si videro bambini (ma non solo) con mani viola o verde acido, o con del fumo giallo e rosso uscire dalle loro orecchie, per non parlare di cani e gatti color pastello! Fortunatamente, dopo qualche giorno, tutto sarebbe tornato normale.
    L’apparizione più stupefacente fu quella dell’Arcimago Eventine il Saggio: di lui si narravano tante di quelle leggende che lui stesso era considerato tale, e la sua esistenza era messa in dubbio dai più. Per quanto riguarda lui, a vederlo, era un uomo normalissimo: alto, magro e con i capelli corvini, ma con uno sguardo penetrante e modi squisiti. Non lo si sarebbe mai scambiato per un mago: vedendo la sua carrozza dirigersi verso il ponte levatoio, al massimo si sarebbe detto che si trattava di un nobile, un conte o forse un arciduca.
    La gente si ricredette quando la carrozza del mago si ritrovò nei pressi del fossato che cingeva le mura del castello: semplicemente, la carrozza non si fermò ad attendere la discesa del ponte levatoio: continuò come se nulla fosse, galleggiando sull’aria in direzione del ponte levatoio ancora alzato, mentre il resto della carovana attendeva, sulla terraferma, che il ponte calasse. Come se non fosse abbastanza, la carrozza non si fermò nemmeno davanti alle solide assi del ponte, ma ci passò dentro, con assoluta noncuranza, dirigendosi tranquilla verso il Palazzo. La gente non parlò d’altro per giorni, ma ho già sentito qualcuno mettere in dubbio che fosse accaduto veramente.

    Che gioia vedere il cielo! Alzando gli occhi, in pieno giorno, era possibile vedere un piccolo globo rosso vicino al sole che, a dire dei sacerdoti in città, era il segno che gli dei benedicevano questa festa, creando una nuova stella per festeggiare a modo loro.
    La gente era sempre più entusiasta dell’evento e aspettava spasmodicamente la sera del 22. Io, però, coglievo continuamente sguardi preoccupati per quella nuova stella, e più volte vidi Eventine sui balconi delle torri del Palazzo, intento a osservarla con un piccolo strumento cilindrico.


    Nel pomeriggio si tenne una riunione straordinaria: Eventine volle convocare tutti i maghi a Palazzo. Eventine entrò ultimo nella sala, cupo in volto, attraversando, come suo solito, mura e porte. La discussione fu breve ma senz’altro animata, e pure da lontano si udirono urla e parole concitate, ma nessuno poteva sospettare cosa dissero, e il perché di una tale urgenza.


    Terminato il conciliabolo, tutti i maghi uscirono allegri e sorridenti, compresa la vivace Vanth dai capelli rosa sempre scarmigliati. In effetti, a dire il vero, un problema serio c'era stato: pare che Amdir e Loki, due tra i maghi più potenti, avevano incredibilmente fatto confusione con gli ingredienti della torta, che erano spariti dappertutto. Non si poteva certo celebrare il 4° compleanno delle nostre terre senza un dolce adeguato per bontà e dimensioni!

    Fu così che chiesero la nostra collaborazione per la ricerca e il recupero degli ingredienti più rari e preziosi. Non fu facile, poiché era rimasta una sola mucca magica dal vello violetto cangiante, che produceva il latte più buono e cremoso, ma era spaventata dai mostri che le sbarravano la strada verso gli alpeggi più fioriti e rigogliosi. La farina era stata rubata da piccoli esseri muschiati che vivevano nelle fogne, ed era davvero pericoloso andarla a recuperare intatta! Ancora, le uova più gustose erano sicuramente quelle delle magiche fenici, ma il loro nido era stato devastato e avevano nascosto le preziose covate addirittura nella tana della temibile Ancient Wyrm!
    Ultima modifica di Vanth_Staff; 24-05-2007, 21:58.

  • #2
    Resoconto del 22 maggio

    La cerca degli ingredienti durò diversi giorni, e la notizia della sopravvenuta preziosità di tali prodotti interessò perfino una efficace e pericolosa organizzazione di malviventi, che nascosero lievito burro e zucchero in luoghi davvero impervi e difficili da trovare. Nonostante ciò, fummo davvero bravi: in oltre 360 avventurieri combattemmo e recuperammo il necessario per la torta. Addirittura, ritrovammo il burro in un mastello nascosto in un tronco cavo nelle esotiche terre innevate di Tokuno! Consegnammo il tutto a un mago eremita che possiede un magico forno da dolci, alimentato da una strana roccia rossa appena fuori Haven.

    Finalmente era arrivato il momento di festeggiare!

    Appena pronta la torta, al tramonto, la festa iniziò: Haven pullulava di gente, una grandissima festa paesana era stata allestita, con perfino la cucina all'aperto e carrozzoni di giocolieri e tirassegno. Dalle torri più alte era possibile vedere un’immane fiumana di persone ondeggiare come un biondo campo di grano ondeggia colpito dal vento, e davvero sembrava impossibile che a Haven potesse esserci posto per tutti. Eppure tutto era stato calcolato così alla perfezione che nessuno criticò, vi erano cibo e vino in abbondanza, e frutti e dolci di natura esotica davvero sopraffini.

    L’amalgamarsi di diverse cucine e diversi ingredienti aveva dato vita a piatti eccezionali, e la gente aveva iniziato a provare gusto nell’assaggiare cibi e bevande a loro sconosciuti: così i nani bevevano vino in gran quantità, mentre gli elfi avevano incredibilmente trovavano delizioso il distillato speziato di corba, una radice che cresce solo a grandi profondità, specialità dei nani. Gli uomini, grandi viaggiatori e conoscitori di quasi tutti i cibi e le bevande, si limitavano a rimpinzarsi come al solito. Insomma, le pance erano sempre più piene, le facce sempre più allegre, la birra e il sidro scorrevano a fiumi, e i bambini ancora svegli giocavano a rincorrersi tra i tavoli e i lampioni.
    Il tempo passava, ma nessuno vi faceva caso: la cena aveva lasciato posto agli spettacoli serali, alle opere teatrali, ai balli e ai corteggiamenti, e la luce non mancava mai: la strana stella rossa giunta per l’occasione rischiarava a sufficienza.
    Mentre la sera lasciava il posto alla notte iniziarono le prime preoccupazioni: la luce diffusa dalla stella aveva un qualcosa di cupo. Gli spettacoli continuavano a tenersi normalmente, ma vedere gli attori recitare in una luce rossa, con i loro costumi che sembravano tinti di sangue, come se fossero velati da una bruma scura, non creava un’atmosfera adatta: più di una volta gli sguardi degli attori iniziarono a volgersi verso il cielo, dove la stella era divenuta rosso cremisi, ed era ormai grande come una luna.
    Ormai gli spettacoli si erano interrotti e le leccornie giacevano sparse sui tavoli senza che nessuno le mangiasse: la gente osservava il cielo ad occhi sbarrati, i più erano incapaci di dire una parola. Alcuni iniziavano a gridare al cattivo presagio.
    Sembrava che la stella si ingrandisse a vista d’occhio; allora ci si rese conto che non era una stella ma una meteora! Iniziarono a vedersi tutto attorno alla meteora una serie di punti neri, ma nessuno alla festa seppe dire che cosa mai potessero essere.
    Così iniziarono le esplosioni.

    Dapprima erano sorde e lontane, si fecero via via più vicine: la gente adesso si guardava attorno terrorizzata. Fu allora che vi fu un’esplosione a poche centinaia di metri dal palazzo di Haven.
    Il suono fu sconvolgente: le mura del castello tremarono, scosse fin dalla fondamenta; una raffica di aria colpì tutto! Sedie e tavoli saltarono in aria come cavalli imbizzarriti, e dolci, vini e stufati si riversarono sulla folla, che finalmente si riebbe.

    Fu come se un falco fosse calato in una tana di conigli: la gente che fino a poco prima era come inebetita, iniziò a urlare e a correre. Il panico colse tutti improvvisamente: le madri urlavano in cerca dei figli, chi si alzava in piedi tentava di raggiungere la propria casa, pestando sedie, tavoli e altre persone come se non esistessero, i cani abbaiavano forsennatamente e i cavalli spezzavano le briglie per poter scappare lontano. I drappi che una volta costituivano le decorazioni calavano sulla folla, mentre le esplosioni si facevano via via più vicine.

    Fra le urla e i boati, sembrava che la terra si fosse prepotentemente trasformata nell’inferno: la luce rossa della meteora era molto più forte adesso, ma non era una luce gioiosa e brillante. Era come se un pittore avesse mischiato sangue e inchiostro, e avesse riversato un secchio sulla tela. Sfortunatamente, le fonti di luce adesso erano due: la seconda proveniva dalla città in fiamme. Si erano verificate alcune esplosioni nel borgo adiacente al castello, e le case colpite erano esplose come se fossero state ripiene di dinamite: frammenti di fuoco salivano in cielo e ricadevano come neve mortale sul borgo, infiammando e carbonizzando qualunque cosa.

    Tanto incredibilmente quanto rapidamente, orde di mostri stavano arrivando a Haven, quasi fossero richiamati dalla meteora! Perfino dalle case crollate si levavano orde di mostri mai visti: goblin, demoni, furie alate, si riversavano sulle vie come un fiume in piena. Come se la distruzione dovuta alle esplosioni non fosse sufficiente, questi demòni mordevano, bruciavano, demolivano qualsiasi cosa con la quale venissero in contatto: i piccoli bruciavano fienili e granai, si riversavano nelle fogne e nelle cantine delle case, mentre i mostri più grandi demolivano brutalmente le statue e gli edifici in pietra; più di una volta litigarono fra loro, per avere il privilegio di distruggere una piazza o una statua e allora si azzuffavano, mostrando fenomenali artigli e disgustose zanne incrostate di acida bava.
    La gente era impazzita vedendo le orde di mostri, ma nessuno osava prendere la via delle pianure, per paura delle esplosioni, e di quello che le esplosioni celavano. La folla fremeva dentro le mura di Haven come dei gatti in un sacco: ma nessuno osava uscire.
    Le esplosioni erano ormai vicinissime, tanto potenti da sfondare i timpani: le vampate di aria fetida e calda che le seguivano erano ora così potenti che una persona che fosse stata investita da esse, sarebbe morta carbonizzata.
    Ricordo a quel punto che guardai al cielo: la meteora era enorme, rossa come un fuoco appena acceso…. gli intestini mi si torsero quando mi resi conto era diretta proprio sulla città!

    Allora osservai la città dalle mura sulle quali mi ero rintanato e fra le fiamme e la distruzione vidi una massa informe di demoni che si dirigeva verso il Palazzo: non so se fosse stato l’effetto della luce rossa, ma quei demoni rilucevano come si fossero fatti un bagno nel sangue. I demoni erano sempre più vicini alle mura, e in testa a quel grottesco esercito vi erano i demoni più possenti. Fra di loro erano alcuni con le braccia grosse come querce secolari, che avrebbero distrutto le mura con un sol colpo; alcuni erano piccoli, ma dalla loro deforme figura emanava un’aria di tale malvagità che persino gli altri demoni mantenevano una rispettosa distanza. L’esercito avanzava minaccioso, ma ormai era troppo tardi anche per loro.. vidi dietro quel grottesco esercito di demoni, come se fosse lo sfondo di un folle quadro, il grande meteorite rosso, che illuminava tutto come se fosse il tramonto della nostra era. Vidi che era fatto di fuoco, che ribolliva e si muoveva come se fosse vivo; dalla sua superficie si staccavano dei piccoli brulicanti pezzi rossastri, per poi ricadere verso il corpo della meteora, come se non potessero staccarvisi.
    Ultima modifica di Vanth_Staff; 24-05-2007, 21:58.

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    • #3
      A quel punto mi resi conto: eravamo tutti finiti!
      Il terrore mi attanagliò la mente…. Nessuno capiva cosa stava per accadere… un’informe pletora di mostri si dirigeva verso la città, e la cittadinanza, semmai fosse sopravvissuta al fuoco, sarebbe stata semplicemente trucidata.
      Rabbia e dolore mi avvolsero, volevo urlare ma non potevo, le mie dita afferrarono le mura così forte da farmi male…. Fu allora che Eventine mi mise una mano sulle spalle: il semplice tocco di un’altra persona mi fece riavere, e riacquistai almeno in parte la ragione. Guardandomi mi disse: “La situazione è tragica, ma non disperare. Ci siamo noi - volse lo sguardo indietro verso i suoi amici – e se sarà possibile fermare tutto ciò, sarà fatto. E l’esercito sta arrivando”.
      Sgranai gli occhi: esercito? Allora mi girai e vidi le colline nei pressi di Haven gremite di soldati. Le picche si alzavano al cielo, la cavalleria era pronta alla carica. L’esercito era diviso in due parti, la prima delle quali stava percorrendo il lato destro della cittadella, la seconda il lato sinistro.. avrebbero preso l’armata demoniaca nel centro, sulla via che la portava a Palazzo. Capii subito che la tattica era quella di spezzare in due l’ondata demoniaca e contemporaneamente riunire l’esercito. Era una tattica pericolosa perché con quel tipo di manovra avremmo certamente spezzato l’avanzata del nemico.. ma poi ci saremmo trovati accerchiati.
      “Non temere figliolo”
      La voce di Eventine era sempre pacata e tranquilla, ma questa volta percepii una determinazione senza fine.
      “Faremo qualsiasi cosa in nostro potere”
      Tremai nel sentire quelle parole. Qualcosa mi diceva che quell’uomo fosse di una tale potenza, che avrebbe potuto distruggere interi continenti solo con il cenno di una mano.
      “Resta qui, e osserva: il tuo compito è narrare di questo, in futuro. Nel futuro di Sosaria.”
      Si girò, e chiamò a se gli altri maghi: Moonlight il lucente, mago delle notti di luna, era come al solito circondato di un’aurea magica: ma benché quest’aurea fosse normalmente appena percepibile, questa volta era di una tale intensità che era difficoltoso osservarlo per più di qualche secondo. I vestiti indosso a lui vibravano cose se fossero vivi e i decori sulla sua tunica brillavano come metallo fuso. Sulla sua mano era apparsa una spada gigantesca: era fatta di luce pura, e Moonlight la maneggiava come se non avesse peso. Nei suoi occhi brillava una cupa determinazione. Osservò la massa informe di demoni che si avvicinava e puntò la spada verso la strada che li avrebbe portati al castello: un'onda di luce partì dalla spada e si scagliò sulla via: la terra tremò e apparve una larga e profonda fenditura proprio a poche centinaia metri dall'armata demoniaca. Questo avrebbe fermato quell'armata.. ma per quanto?
      Non finii di pormi questa domanda che Moonlight si lanciò dalle mura, planando dolcemente sulla strada. Quando atterrò era alto almeno il doppio di prima e si era frapposto fra l'esercito di demoni e la fenditura che aveva appena creato.

      Moonlight restò li, con le mani unite sull'elsa della spada e la punta conficcata in terra, in attesa dei demoni.

      Rico e Lightshade erano certamente fra i più giovani del gruppo dei maghi, ma anche loro erano animati da una gelida determinazione. Si guardarono negli occhi e poi annuirono: posero le mani sulla pietra dei loro rispettivi bastoni.
      I bastoni iniziarono a pulsare e furono avvolti da un fascio di luce liquida che si muoveva e si dimenava come se fosse un serpente. Il fascio crebbe di intensità: la luce che avvolgeva Rico divenne di un arancio fuoco, e quella che avvolgeva Lightshade divenne di un azzurro chiaro, come un ghiacciaio. I due fasci di luce si avvolsero attorno ai loro rispettivi padroni, e sembrò che si fondessero con i maghi: la luce si fece talmente forte che dovetti distogliere lo sguardo, ma quando riuscii a guardare di nuovo vidi l'aria che avvolgeva Rico era rossa come fuoco, e le vene del mago erano ora in rilievo, pulsavano ed erano luminosissime, come se nel suo sangue scorresse fuoco. La terra sotto i suoi piedi era fusa!!!
      Non meno terribile era la vista di Lightshade: aria che lo avvolgeva era gelida, e vedevo l'umidità condensarsi attorno a lui e ricadere in leggeri fiocchi di neve. La sua pelle era ora azzurra come ghiaccio, e i suoi occhi erano diventati totalmente bianchi.

      Entrambi si volsero, e volarono ai fianchi di Moonlight.
      Infine guardai Vanth: la splendida e selvaggia maga in rosa era in preda alla più tremenda collera che mai vidi in vita mia. La magia turbinava attorno alla sua figura come se fosse una bestia feroce incatenata: vento, fuoco e luce si univano e dividevano attorno a lei come se fossero vivi, e gestiti dal caos. Le mura e i tavoli che erano attorno al lei erano bruciati o stati scagliati via, e l'aura distruttiva che irradiava si stava facendo sempre più ampia attorno a lei. Ormai non era più possibile distinguere la sua figura: la magia era tale che deformava lo spazio attorno alla maga, e sembrava di vederla come attraverso uno stagno increspato dal vento.

      Poi d'improvviso l'aria attorno a lei si fece calmissima e tersa, ma tesa al limite della sopportazione. In quel momento Vanth si staccò dal suolo e si buttò sull'esercito.

      Fu come una valanga che rotola verso valle: in men che non si dica gli altri tre maghi furono al suo fianco, nel bel mezzo dell'esercito demoniaco, spiazzato da una simile audacia.

      Non vidi mai uno spettacolo tanto tremendo in vita mia, e prego gli dei di non mostrarmelo di nuovo: la ferocia di quei maghi era indicibile, e la loro destrezza non aveva eguali su Sosaria. Moonlight mieteva demoni agitando la spada e la sua lama di luce apriva i nemici come se fossero burro. I demoni urlavano e ululavano in un orrido linguaggio, che raschiava nelle orecchie e il loro sangue scorreva copioso a terra, bruciando qualsiasi cosa toccasse. Chi riusciva a sfuggire alla cieca ira di Moonlight incappava negli strali di Lightshade. Con la sola forza del pensiero, Rico scioglieva il terreno sotto i piedi dei demoni. La loro fibra era avvezza al calore, e certo non era con il calore che li si poteva efficacemente eliminare, ma non era questa la mira di Rico: la roccia fusa rallentava e impacciava i demoni, che scivolando non riuscivano a scappare abbastanza velocemente dalla spada di Moonlight; ma sopratutto Lightshade agiva in modo da congelare la roccia fusa attorno alle zampe dei demoni: il repentino cambiamento provocava atroci sofferenze, e la roccia risolidificata era assai robusta, lasciando i demoni inglobati nella roccia. Non vidi mai nessuno, guerriero, mago o demone, combattere come Vanth: saette, palle di fuoco, tremende raffiche di vento, tutta la furia degli elementi scaturiva dalle sue mani disintegrando o scagliando in aria qualsiasi cosa che solo osasse avvicinarsi. Vidi dei fasci viola catturare e stritolare demoni come se fossero di carta pesta, voragini aprirsi per inghiottire mostri e richiudersi sopra essi; altri semplicemente venivano lanciati in aria così violentemente che non ricadevano a terra interi.

      Ma i demoni erano troppi. Per quanto tempo i maghi avrebbero retto?
      Fu allora che Eventine mi indicò l'esercito: le fila degli arcieri si erano schierate dietro la fenditura aperta da Moonlight, e avevano iniziato a riversare nugoli di frecce sull'orda avversaria. Molti demoni, feriti dai dardi, avevano accusato il colpo nonostante molti fossero ricoperti da scaglie, e non si curavano delle frecce. Pochi riportavano ferite mortali o anche solo gravi: questo era un nemico formidabile, che non si curava di morire, e non agiva utilizzando particolare astuzia. I demoni vogliono sangue, non importa che questo sia di un nemico o di un amico.
      Fu allora che fanteria e cavalleria attaccarono: avevano aggirato la voragine e si erano diretti verso i maghi, nel cuore dell'esercito demoniaco. La carica fu violentissima: il lucido metallo delle armature andò a scagliarsi contro le luride scaglie dei demoni. I demoni non ebbero mai modo di capire cosa stesse accadendo: si trovarono accerchiati a destra e a sinistra, mentre nel cuore dell'orda un manipolo di maghi infliggeva ingenti perdite. Perfino i civili sporavvissuti presero le armi e, con un incredibile coraggio, combattevano senza sosta. Avrebbero vinto i demoni o noi?
      "Guarda il cielo".

      E vidi il meteorite. Era gigantesco, ed era diretto verso il centro dell'esercito.
      Eventine si allontanò e unì le mani in un gesto come di preghiera: una luce calda e intensa emanò dalla sua figura, espandendosi sempre più. Gli oggetti colpiti da quella luce sembravano rivivere, come se fossero animati da una gioia interna: il volto del mago era calmo come al solito, ma il suo sguardo tradiva una profonda concentrazione. Era sempre più perso nella magia, che si alzava maestosa in tutto il suo splendore: la consapevolezza e la sicurezza con la quale la magia si manifestava mi fece capire che stava per succedere davvero qualcosa di impensabile. Fu allora che sentii Eventine sussurare: "Maestro, aiutami".


      Il tempo si fermò. Tutto si fermò.



      Davanti a Eventine si formò una figura semitrasparente, fatta di sola luce: i suoi lineamenti erano segnati da sottili filamenti luminosi. Un corpo magro e agile apparteneva a quei lineamenti; ma quello che davvero saltava all'occhio erano le immense ali che l'uomo aveva sulle spalle. Due ali meravigliose e leggere si alzavano dietro l'uomo: tali ali erano come tatuate con meravigliosi decori lucenti, i quali, guardandoli direttamente, si muovevano come se fossero vivi, per tornare immoti guardandoli con la coda dell'occhio.

      Era Angelus.
      Ultima modifica di Vanth_Staff; 20-06-2007, 00:15.

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      • #4
        "Sai bene - disse - che i tuoi propositi sono oltre le nostre capacità. Il tuo buon cuore guida la tua mano, ma ciò che deve accadere è scritto nelle stelle. Nonostante questo, ti aiuterò"
        Alzò la mano e la poggiò sulla spalla di Eventine: quindi sparì e il tempo riprese a scorrere. Eventine volse il palmo della mano alla meteora: un gigantesco fascio di luce bianca la avvolse totalmente. La tensione era gigantesca: vedevo ogni singolo muscolo del mago combattere contro quella meteora, che accusava il colpo! Ma la meteora combatteva quella luce: delle macchie rosse chiazzavano qui e la il bozzolo che la luce bianca aveva creato attorno alla meteora. Nelle zone in cui le due luci si univano era possibile scorgere esplosioni e avvicendamenti fra rosso e bianco. Eventine al mio fianco stava sostenendo uno sforzo immane, come se il peso della meteora gravasse sulle sue spalle; il pavimento ai suoi piedi si era annerito e stava cedendo, mentre scintille e raffiche di vento si agitavano attorno alla sua figura. Notai solo allora un paio di ali semitrasparenti far capolino sulle spalle del mago: ma l'aiuto del sommo Angelus non sembrava sufficiente.

        Il meteorite era sempre più vicino, e la sua superficie era sempre più rossa: Eventine stava perdendo?!?

        Con un evidente sforzo il mago concentrò la sua volontà contro la meteora: poco prima dell'enorme impatto la meteora fu deviata, e cadde sulla città di Haven.



        Il meteorite cadde, e non vi fu più nulla.


        Non so spiegarvi perché, ma quasi tutti i mostri morirono, mentre gli abitanti sopravvissero. Io stesso mi trovavo sulle mura e le fiamme avrebbero dovuto colpirmi in pieno: Eventine era a pochi passi da me, ma io ero così atterrito da essermene dimenticato.

        Forse fu lui a salvarci, forse fu semplicemente un fortuito caso o chissà...

        Appena mi ripresi dallo schianto, vidi che molti del popolo erano riusciti a fuggire, ma altrettanti stavano impavidamente finendo di eliminare l'orda di mostri. Guardai verso l'area della festa e vidi ciò che restava della festa e dell'enorme torta di compleanno... e crollai in un sonno profondo.

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        • #5
          Resoconto del 23 maggio

          Mi svegliai a pomeriggio inoltrato, ed ero a Palazzo. C'era Loki a fianco a me, che subito mi indicò la finestra. Guardai fuori, e notai strane figure vestite con uno stile molto simile a quello di una mia amica elfa.
          "Sono esploratori dello stesso popolo che già incontrammo la scorsa primavera - mi disse Loki - ed Eventine sta parlando con loro. Pare che stiano studiando i frammenti di meteorite. Chissà se vorranno condividere le loro conoscenze con noi.
          Ah, stai tranquillo: Amdir durante la notte ha fatto ricostruire Haven, e pian piano tornerà più viva e popolata di prima. Soltanto, un poco più a nord.
          Siamo tutti vivi, e più forti di prima."
          Ultima modifica di Vanth_Staff; 24-05-2007, 21:59.

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          • #6
            Resoconto del 24 maggio

            Pare che gli esploratori siano vestiti con ricchi abiti e potenti artefatti. Il popolo già li guarda con invidia e ammirazione.
            Dagli studi che stanno eseguendo assieme ad Amdir e al nostro Consiglio dei Magi, pare che il meteorite fosse fortemente attratto dai frammenti rossi di un altro antico meteorite che aveva causato la nascita di Haven alcune ere fa, addirittura prima della scoperta del continente di Tokuno.
            Sono state inoltre ritrovate tantissime rocce nere, lucenti e taglienti simili all'ossidiana, ma molto più dure e resistenti. Le hanno chiamate Blackrocks.
            Sfortunatamente, questi studi hanno anche confermato che alcuni nuovi mostri portati dal meteorite sono in fuga per le terre di Sosaria.. chissà dove sono!

            In compenso, a colazione ho incontrato la bella Vanth. Certo, dopo averla vista in battaglia, trovarla seduta al tavolo a spalmare la marmellata sembrava davvero strano! Mi ha rivelato una splendida notizia: la festa non è stata rovinata, ma soltanto rimandata! Si inizierà sabato 26 e i festeggiamenti saranno ancora più grandi e dureranno fino alla sera del 27! Il programma prevede battaglie, tornei, dolci e prelibatezze, giochi e spettacoli. Eventine o più probabilmente Rico avviseranno la cittadinanza con un bando, mentre so che Moonlight ha già annunciato il suo torneo.
            Non vedo l'ora che sia sabato sera!
            Ultima modifica di Vanth_Staff; 24-05-2007, 21:59.

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            • #7
              Primo!!

              Bellissima storia.. confesso di non averla letta tutta ma immaginavo che il compleanno coincidesse con qualcosa di più "grosso"

              Complimenti a tutti
              Firma Irregolare, Editata.

              Freddy - GN Administrator

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              • #8
                secondo davvero una bella storia complimentoni
                siete davvero grandi come sempre del resto...

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                • #9
                  bel gdr sta storia la inserite anke nel sito di uod? nn sarebbe male
                  complimenti a tt lo staff!!
                  MSN:scarpellini3@msn.com ICQ: 198985847

                  JesteR style rulez

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                  • #10
                    Complimenti per la storia e per come è stata raccontata.
                    Ciao
                    Bod, Heartwood, Lumber, Elenca oggetti e Miner script per Easyuo.

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                    • #11
                      Gran bella storia complimenti
                      Gatsu Enk'Varr [AoT]
                      Gatsu Enk'Varr [LvX]



                      Icq: 468-192-342

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                      • #12
                        bravi , un bel tocco di gdr non guasta mai
                        Randy Warlord [M|A]
                        Randy Warlord[AoT]

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                        • #13
                          Bella narrazione Eve Complimenti a tutti i giemmi e thnx :*
                          Non ho una signa ç_ç

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                          • #14
                            Bellissima , c'e' da farci un libro, davvero O_O

                            Bhe , a sabato sera allora
                            Fatta io
                            What is in us that turns a deaf ear to the cries of human suffering

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                            • #15
                              a sabatu
                              Om Mani Padme Hum




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                              Sto operando...
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