Avevo scritto qualche tempo fa' questo poemetto per celebrare delle avventure fantastiche (probabilmente dettate dal fumo, maria docet) vissute da me ed altri miei amici su UO, poi l'avevo lasciato in sospeso... Ora ho deciso di riprenderlo e di postarlo qua. Eccovi il primo canto, a prestissimo il secondo.
Qualunque insulto e critica è ben accetto nei limiti del non-bannabile...
Canto I
*Gli eroi sono radunati nella banca, quando una voce li richiama fuori*
Allungan un passo in avanti,
puntan l'occhio oltre la porta.
Spavaldi senza corona nè manti,
sicuro l'un l'altro si scorta.
Si pongono fianco a fianco,
lo fanno con passo affrettato.
Wilhem splendente dal lato manco,
Jarko delle cure si è dimenticato.
Il nume li fissa con sguardo severo,
li apostrofa esclamando parole di sfida.
Ricambian dall'alto del proprio destriero
gli eroi, e nessun di sue forze diffida.
Si volge il dio nero verso il sole
e allunga il galoppo all'irato mare.
Ondeggia la barca per la dura mole
di tutt'i cavalieri, ed or può salpare.
Movesi il leggero vasel per quel lato
per cui l'astro mai nella storia sorge.
Si erge alta dal terreno bagnato
una torre, ed ognun dalla nave si sporge.
Il nume li ha già fatti esperti
della peste che langue dentro le mura.
Fra merli e bastioni al cielo erti
dovranno affrontare la sfida più dura.
Tocca il legno la riva fangosa,
Aidan primo a terra posa piede.
Già il dio nell'aria le ali sue posa
e nessuno più altro ne chiede.
Tutti ora sono nel melmo,
rimane la barca ad ondeggiare.
Tutti ora si sfiorano l'elmo:
un suono dall'aria li chiama ad andare.
Qualunque insulto e critica è ben accetto nei limiti del non-bannabile...
Canto I
*Gli eroi sono radunati nella banca, quando una voce li richiama fuori*
Allungan un passo in avanti,
puntan l'occhio oltre la porta.
Spavaldi senza corona nè manti,
sicuro l'un l'altro si scorta.
Si pongono fianco a fianco,
lo fanno con passo affrettato.
Wilhem splendente dal lato manco,
Jarko delle cure si è dimenticato.
Il nume li fissa con sguardo severo,
li apostrofa esclamando parole di sfida.
Ricambian dall'alto del proprio destriero
gli eroi, e nessun di sue forze diffida.
Si volge il dio nero verso il sole
e allunga il galoppo all'irato mare.
Ondeggia la barca per la dura mole
di tutt'i cavalieri, ed or può salpare.
Movesi il leggero vasel per quel lato
per cui l'astro mai nella storia sorge.
Si erge alta dal terreno bagnato
una torre, ed ognun dalla nave si sporge.
Il nume li ha già fatti esperti
della peste che langue dentro le mura.
Fra merli e bastioni al cielo erti
dovranno affrontare la sfida più dura.
Tocca il legno la riva fangosa,
Aidan primo a terra posa piede.
Già il dio nell'aria le ali sue posa
e nessuno più altro ne chiede.
Tutti ora sono nel melmo,
rimane la barca ad ondeggiare.
Tutti ora si sfiorano l'elmo:
un suono dall'aria li chiama ad andare.
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