Mancava solo il vecchio Morgan. Sei sguardi si incrociavano sopra sette teschi d'oro finemente cesellati ed impreziositi dall'ossidiana. Lucevano incostanti assecondando le bizze delle piccole fiammelle alimentate dal prezioso olio indiano. Il loro brillio si dimostrava sulle pietre che un giorno costituivano le mura della cappella. Ognuno dei macabri segnaposto volgeva gli incavi degli occhi verso le peggiori anime nere che i venti avessero mai avvolto. Un tristo destino li accomunava, un destino scelto da ognuno dei sette sventurati. Morgan sapeva fin troppo bene le conseguenze di ogni sua singola azione, sapeva ma forse preferiva sperare...pavido vecchio folle.
"Fratelli..."- il Primo Sigillo si accomodò sul vecchio trono in modo da poter appoggiare il pugno stretto sul velluto strappato del bracciolo. Passò lo sguardo lungo il perimetro della massiccia tavola. Indugiò solo sulla poltrona vuota alla sua destra.
"..settantun'anni, ed altri settantuno. Questo tempo è passato prima che il più debole di noi si rivelasse."- le parole erano amare ma allo stesso tempo piene di rabbia.
"Ognuno di voi, miei cari capitani, ha raccolto tanto oro da riempire novantacinque stive delle rispettive navi, eppure nessuno si è ancora placato."
"O forse dovrei metter in dubbio il vostro spirito?"- la mano, prima chiusa a pugno ora accarezzava il pregiato tessuto scarlatto.
"Sei vermiglie navi vi ho donato, sei invincibili vascelli. Ed una vita senza fine..."
"Ma a che prezzo?"- Barke Bonnet non pensava mai, vomitava sentenze anche quando nessuno stava ad ascoltarlo.
"Ad un prezzo adeguato, signor Bonnet...non crede?"- gli occhi del Primo Sigillo divennero due lame.
"...Morgan non lo pensava..."-
La botta dei palmi sul tavolo aiutarono il vecchio ad alzarsi dal trono. -"Morgan ha tradito me e voi fratelli! E per cosa?"
"Perchè anche lui era sull'orlo della pazzia!"- Il capitano alzò la voce, il volto divenne paonazzo.
"Vostra scelta, fortunati nella sventura!"-
"Ora basta!"- Bonnet innondò i muri dei riflessi dell'acciaio temprato che ghermiva -"Voglio dare fine a questa storia di dannati! Il mio giuramento non ha più senso di esistere!"
"In Sar!"- Pronunciate queste parole, il Primo Sigillo si placò e tornò a sedere.
Gli occhi di Barke Bonnet vedevano ma non guardavano, i muscoli si contraevano dando alle membra degli spasmi incontrollati. Il necromante condensò in dieci secondi il dolore di due vite da pirata. Lo sventurato non resistette e non sopravvisse. In quel momento nel porto dentro l'insenatura un vascello color vermiglio fu avvolto da una densa nebbia. La nebbia si lasciò soffiare dal vento solo quando la nave non c'era più.
"Ed ora siete a conoscenza della sorte riservata ai traditori ed ai disertori."- il Primo Sigillo continuò -"Avete avuto in dono navi di ineguagliabile potenza con le quali avete un legame di vita e morte. Vi ho donato l'invincibilità e la vita eterna! Sta a voi alimentare tali doni. Fate scorrere sull'oro rubato il sangue della vostra ciurma e bagnatene le assi del ponte."
Gli sguardi dei quattro capitani rimasti si abbassarono come per osservare il loro orgoglio divorato dalla colpa. Immagini di fedeli tagliagole accasciati sanguinanti su montagne d'oro distruggevano il loro animo. Non bastava la sensazione d'infinita potenza derivata dal macabro sacrificio a pacificare la coscienza...coscienza di pirata.
Ma ero io tra di loro il più tormentato, io che mi ero avvicinato alle pratiche segrete della necromanzia e del discorrere con l'anime. Potevo sentire le urla di vendetta dei miei marinai, potevo sentirle giorno e notte. Ma col tempo addomesticai tali tormentate anime e mai più sarabbe stato versato il sangue della mia ciurma sul ponte della vermiglia Caronte, nelle vene dei miei fidi tagliagole non scorreva più sangue. Loro, eteree creature, governavano il mio vascello più che mai invincibile. Manteneva la forza di mille sacrifici come se tali anime trovassero redenzione nel condurlo...mai nome fu più appropriato: Caronte.
"Fratelli..."- il Primo Sigillo si accomodò sul vecchio trono in modo da poter appoggiare il pugno stretto sul velluto strappato del bracciolo. Passò lo sguardo lungo il perimetro della massiccia tavola. Indugiò solo sulla poltrona vuota alla sua destra.
"..settantun'anni, ed altri settantuno. Questo tempo è passato prima che il più debole di noi si rivelasse."- le parole erano amare ma allo stesso tempo piene di rabbia.
"Ognuno di voi, miei cari capitani, ha raccolto tanto oro da riempire novantacinque stive delle rispettive navi, eppure nessuno si è ancora placato."
"O forse dovrei metter in dubbio il vostro spirito?"- la mano, prima chiusa a pugno ora accarezzava il pregiato tessuto scarlatto.
"Sei vermiglie navi vi ho donato, sei invincibili vascelli. Ed una vita senza fine..."
"Ma a che prezzo?"- Barke Bonnet non pensava mai, vomitava sentenze anche quando nessuno stava ad ascoltarlo.
"Ad un prezzo adeguato, signor Bonnet...non crede?"- gli occhi del Primo Sigillo divennero due lame.
"...Morgan non lo pensava..."-
La botta dei palmi sul tavolo aiutarono il vecchio ad alzarsi dal trono. -"Morgan ha tradito me e voi fratelli! E per cosa?"
"Perchè anche lui era sull'orlo della pazzia!"- Il capitano alzò la voce, il volto divenne paonazzo.
"Vostra scelta, fortunati nella sventura!"-
"Ora basta!"- Bonnet innondò i muri dei riflessi dell'acciaio temprato che ghermiva -"Voglio dare fine a questa storia di dannati! Il mio giuramento non ha più senso di esistere!"
"In Sar!"- Pronunciate queste parole, il Primo Sigillo si placò e tornò a sedere.
Gli occhi di Barke Bonnet vedevano ma non guardavano, i muscoli si contraevano dando alle membra degli spasmi incontrollati. Il necromante condensò in dieci secondi il dolore di due vite da pirata. Lo sventurato non resistette e non sopravvisse. In quel momento nel porto dentro l'insenatura un vascello color vermiglio fu avvolto da una densa nebbia. La nebbia si lasciò soffiare dal vento solo quando la nave non c'era più.
"Ed ora siete a conoscenza della sorte riservata ai traditori ed ai disertori."- il Primo Sigillo continuò -"Avete avuto in dono navi di ineguagliabile potenza con le quali avete un legame di vita e morte. Vi ho donato l'invincibilità e la vita eterna! Sta a voi alimentare tali doni. Fate scorrere sull'oro rubato il sangue della vostra ciurma e bagnatene le assi del ponte."
Gli sguardi dei quattro capitani rimasti si abbassarono come per osservare il loro orgoglio divorato dalla colpa. Immagini di fedeli tagliagole accasciati sanguinanti su montagne d'oro distruggevano il loro animo. Non bastava la sensazione d'infinita potenza derivata dal macabro sacrificio a pacificare la coscienza...coscienza di pirata.
Ma ero io tra di loro il più tormentato, io che mi ero avvicinato alle pratiche segrete della necromanzia e del discorrere con l'anime. Potevo sentire le urla di vendetta dei miei marinai, potevo sentirle giorno e notte. Ma col tempo addomesticai tali tormentate anime e mai più sarabbe stato versato il sangue della mia ciurma sul ponte della vermiglia Caronte, nelle vene dei miei fidi tagliagole non scorreva più sangue. Loro, eteree creature, governavano il mio vascello più che mai invincibile. Manteneva la forza di mille sacrifici come se tali anime trovassero redenzione nel condurlo...mai nome fu più appropriato: Caronte.
Commenta