Prefazione
Misero è il tempo rimasto, misere le speranze, miseri i sogni...Poiché al mio risveglio tutto sarà morte e non vita, tutto sarà misero, come i miseri mortali che gemeranno dal dolore al sentire le loro membra lacerarsi al solo tocco del puro terrore. Esso sarà motivo di strazio e sofferenza per tutti quelli che si opporranno al mio volere poiché io sono l'oscuro, io sono il terrore, io sono la morte, io sono il Lich.
Capitolo 1
Un giorno desolato e scuro, senza i caldi raggi del sole n******e, era alle porte. Al suo risveglio Shun sentì pervadere il suo stesso essere nell'intimo dell'animo, da un potere maledetto, che già una volta era stato motivo di disastro e sciagura per lui. Il Necrus lo stava richiamando a se...l'antico libro della morte, bramava un suo seguito, consapevole del fatto che il suo precedente padrone era nelle vicinanze, l'oscuro male che era nascosto tra quelle pagine, non desiderava altro che ritornare nelle mani dell'antico Lich, per formare quella simbiosi maledetta e perfetta tanto da poter devastare qualunque cosa.
Inganno e promesse vacillavano nella mente del mago, mai nella sua vita si era sentito attratto dal potere del libro, tanto da accennare goffi passi inconscienziosi verso la depravata meta...il suo cuore piangeva, egli sapeva: nell'intimo lui bramava il Necrus, ed appunto, era proprio l'assurda consapevolezza di volere il potere oscuro del libro che svestiva e svergognava Shun di fronte a se stesso.
Scese di soppiatto nelle segrete, senza accendere nessuna torcia e senza privilegiarsi della magia per darsi vista nel gesto impuro e sconsacrante che si apprestava a consumare.
Cosi giunto nella piccola stanza, sottostante la sacra sede dei cavalieri infernali, si fermò a rammentare la follia del suo gesto, il Necrus era lì, era sempre stato lì, pronto ad assoggettare i suoi capricci, il potere segreto era sempre stato lì, sempre a portata di mano, e non se ne era mai accorto...
Folle, folle, FOLLE! disse tra se e se, non riuscendo a capire nemmeno egli stesso il perché di tale sfogo, non riuscendo a capire se doveva far suo il libro o meno...
Capitolo 2
La bianca e pura creatura nella sua spensierata e serena corsa, solcava i verdi prati di Britannia, la sua chioma argentea lasciava una scia dietro se da meravigliare i fortunati testimoni di quello splendido spettacolo. Così quando le grigie montagne di Minoc si fecero sempre più vicine, la dolce mano della sua padrona la rassicurava, l'unicorno sembrava esitare nel procedere, quasi potesse percepire il cupo svolgere della vita attorno a quelle terre.
Nel suo immenso splendore, la signora e la sua celestiale cavalcatura non si fecero timore di tali luoghi, proseguirono con passo sicuro verso la meta conosciuta, ed una volta giunti in prossimità del luogo, la signora scese dal suo unicorno.
L'ampia costruzione si presentava come ella la ricordava: la piramide di stile azteco, che ad ogni suo piano era circondata da un terrazzo adornato da merletti dallo stesso colore che caratterizzava tutta la struttura: quello delle sabbie di Nujel'm che tanto le erano care. L 'ampio arcato d'ingresso sembrava quasi sorridere nel vedere di ritorno la sua regina, che persa in un mare di ricordi e pensieri, lentamente si apprestava ad entrare nella sacra sede dei Cavalieri Infernali.
“ Mia signora voi qui ?? ” irruppe una voce, con tono meravigliato e nello stesso tempo sorpreso, dall'interno dalla struttura.
Così Lady Paciottina, ancora immersa nei suoi pensieri, accennava un piccolo sorriso mentre con gli occhi scrutava ogni piccolo particolare di ciò che la circondava, il cavaliere tuttavia si diresse velocemente verso di lei, e dopo aver accennato un inchino gli disse: “ Milady, sono io mi riconoscete? Milady...sono Mime.... ”;
Lady Paciottina, notando l'imbarazzo di Mime, gli sorrise annuendo con un breve gesto del capo...poi proferì le sue prime parole: “ Dov'è Shun ? ”
Capitolo 3
“Sono giorni ormai che non si ha più notizia del maestro” disse Mara Jade seduta alla destra di Lady Paciottina, che distrattamente ascoltava le opinioni dei Cavalieri Infernali riuniti nel suo palazzo reale, fissando di tanto in tanto la sedia vuota al suo fianco.
Quel giorno l'alto consiglio era stato riunito per una ragione grave e sconosciuta, non si discuteva delle solite guerre o scaramucce, bensì del loro Maestro scomparso.
Il passo sicuro di un cavaliere che solcava il luminoso portale magico irruppe nella scena, la sua armatura di cuoio finemente lavorata portava incise varie rune e delineava la sua muscolatura ondulata e perfetta, mentre i suoi preziosi oggetti magici erano legati alla sua cintura, il suo sguardo fermo e deciso la diceva lunga sul suo retaggio, e molti lo riconobbero: Iracle Teziir, fratello di Shun.
Iracle rimase in piedi ad osservare il proseguire della discussione, Lord Mime sosteneva la tesi che Shun era partito alla ricerca del Lich Netherel per le terre di Ilshear, nel contempo altri anziani sostenevano avere visto Shun mentre si allontanava dalla sacra sede dei Cavalieri Infernali di tutta fretta con il Necrus tra le mani, il tutto combaciava nella formula comune che l'antico maestro era andato ad affrontare personalmente i fantasmi del suo passato, che tanto sembravano tormentarlo negli ultimi giorni.
“I sigilli recuperati nella tana degli antichi Draghi sono scomparsi dalla sede” disse Iracle con voce fredda, il suo pragmatismo era conosciuto, era uno dei più risoluti maghi che si potevano incontrare per le terre di Sosaria, la sua fermezza d'animo era dettata dai dogmi impercettibili dei sacri cavalieri della tavola rotonda, che anche se ora non esistevano più, avevano improntato molto il suo animo .
Tutti tacquero, perché mai una cosa del genere? Cosa mai poteva significare la scomparsa di Shun Teziir e dei sigilli? Molti erano a conoscenza del valore di questi ultimi, Shun spesso rammentava il fatto che essi avevano il potere di ricollegarlo al suo vecchio piano di esistenza, una terra lontana e sconosciuta agli abitanti di Sosaria, e che erano fondamentali per stanare il suo nemico di sempre.
Qualcosa non quadrava si chiedeva Lady Paciottina, Shun aveva aperto la caccia al suo nemico, assumendosi il rischio di portarsi con se i sigilli...
Capitolo 4
La luna sembrava sorridere dall'alto del suo splendore al quieto avanzare degli avventurieri che sembrava essere in perfetta sintonia con la natura circostante, Lady Paciottina, insieme ai più anziani Cavalieri Infernali, erano giunti alla conclusione di dover intercettare Shun almeno prima che avesse trovato Netherel, erano più che mai decisi ad aiutare il loro maestro ed amico di sempre in virtù del profondo legame che li aveva sempre uniti, ed anche perché sentivano che Shun da solo non avrebbe mai potuto competere contro il potente Lich.
I pensieri di ognuno divagavano nei vecchi ricordi dei giorni felici trascorsi, e soprattutto Lady Paciottina si perdeva nella malinconia di giorni ormai lontani, un grande peso sembrava gravare sulle sue spalle ora, si sentiva responsabile di tutti i Cavalieri Infernali, ma tali scrupoli furono annullati ogni volta che focalizzava la ragione per cui quel giorno tutto il consiglio si era messo in marcia per le terre di Ilshear.
Intanto Zeframh e Iracle stanziarono in avanguardia presso il passo segreto dei Monti Sanguinosi di Valor, infatti Mime aveva confidato al consiglio che Shun, poco giorni dopo lo scontro contro la leggendaria bestia Paragorn, era stato da quelli parti, sostenendo che il potente Lich si nascondeva in quelle pericolose e sconosciute zone di Valor.
Dopo due giorni di cammino i due si riunirono al resto della truppa arrivata in prossimità del passo al tramonto, gli occhi impavidi dei Cavalieri Infernali osservarono con sospetto quella zona, una brezza gelida costantemente dimenava questo luogo, e le montagne più a nord sembravano ruggire nel rossore lasciato dal tramonto, cosicché con le armi impugnate e gli animi confortati dalla presenza degli altri compagni, il gruppo penetrò per la sconosciuta via e proseguì imperterrito il suo cammino.
Dopo tre ore di duro cammino su sentieri che sembravano abbandonati ormai da millenni, e dopo una stretta curva caratterizzata da qualche sperone di dura roccia, un agghiacciante spettacolo si presentò agli occhi degli impavidi avventurieri...
Misero è il tempo rimasto, misere le speranze, miseri i sogni...Poiché al mio risveglio tutto sarà morte e non vita, tutto sarà misero, come i miseri mortali che gemeranno dal dolore al sentire le loro membra lacerarsi al solo tocco del puro terrore. Esso sarà motivo di strazio e sofferenza per tutti quelli che si opporranno al mio volere poiché io sono l'oscuro, io sono il terrore, io sono la morte, io sono il Lich.
Capitolo 1
Un giorno desolato e scuro, senza i caldi raggi del sole n******e, era alle porte. Al suo risveglio Shun sentì pervadere il suo stesso essere nell'intimo dell'animo, da un potere maledetto, che già una volta era stato motivo di disastro e sciagura per lui. Il Necrus lo stava richiamando a se...l'antico libro della morte, bramava un suo seguito, consapevole del fatto che il suo precedente padrone era nelle vicinanze, l'oscuro male che era nascosto tra quelle pagine, non desiderava altro che ritornare nelle mani dell'antico Lich, per formare quella simbiosi maledetta e perfetta tanto da poter devastare qualunque cosa.
Inganno e promesse vacillavano nella mente del mago, mai nella sua vita si era sentito attratto dal potere del libro, tanto da accennare goffi passi inconscienziosi verso la depravata meta...il suo cuore piangeva, egli sapeva: nell'intimo lui bramava il Necrus, ed appunto, era proprio l'assurda consapevolezza di volere il potere oscuro del libro che svestiva e svergognava Shun di fronte a se stesso.
Scese di soppiatto nelle segrete, senza accendere nessuna torcia e senza privilegiarsi della magia per darsi vista nel gesto impuro e sconsacrante che si apprestava a consumare.
Cosi giunto nella piccola stanza, sottostante la sacra sede dei cavalieri infernali, si fermò a rammentare la follia del suo gesto, il Necrus era lì, era sempre stato lì, pronto ad assoggettare i suoi capricci, il potere segreto era sempre stato lì, sempre a portata di mano, e non se ne era mai accorto...
Folle, folle, FOLLE! disse tra se e se, non riuscendo a capire nemmeno egli stesso il perché di tale sfogo, non riuscendo a capire se doveva far suo il libro o meno...
Capitolo 2
La bianca e pura creatura nella sua spensierata e serena corsa, solcava i verdi prati di Britannia, la sua chioma argentea lasciava una scia dietro se da meravigliare i fortunati testimoni di quello splendido spettacolo. Così quando le grigie montagne di Minoc si fecero sempre più vicine, la dolce mano della sua padrona la rassicurava, l'unicorno sembrava esitare nel procedere, quasi potesse percepire il cupo svolgere della vita attorno a quelle terre.
Nel suo immenso splendore, la signora e la sua celestiale cavalcatura non si fecero timore di tali luoghi, proseguirono con passo sicuro verso la meta conosciuta, ed una volta giunti in prossimità del luogo, la signora scese dal suo unicorno.
L'ampia costruzione si presentava come ella la ricordava: la piramide di stile azteco, che ad ogni suo piano era circondata da un terrazzo adornato da merletti dallo stesso colore che caratterizzava tutta la struttura: quello delle sabbie di Nujel'm che tanto le erano care. L 'ampio arcato d'ingresso sembrava quasi sorridere nel vedere di ritorno la sua regina, che persa in un mare di ricordi e pensieri, lentamente si apprestava ad entrare nella sacra sede dei Cavalieri Infernali.
“ Mia signora voi qui ?? ” irruppe una voce, con tono meravigliato e nello stesso tempo sorpreso, dall'interno dalla struttura.
Così Lady Paciottina, ancora immersa nei suoi pensieri, accennava un piccolo sorriso mentre con gli occhi scrutava ogni piccolo particolare di ciò che la circondava, il cavaliere tuttavia si diresse velocemente verso di lei, e dopo aver accennato un inchino gli disse: “ Milady, sono io mi riconoscete? Milady...sono Mime.... ”;
Lady Paciottina, notando l'imbarazzo di Mime, gli sorrise annuendo con un breve gesto del capo...poi proferì le sue prime parole: “ Dov'è Shun ? ”
Capitolo 3
“Sono giorni ormai che non si ha più notizia del maestro” disse Mara Jade seduta alla destra di Lady Paciottina, che distrattamente ascoltava le opinioni dei Cavalieri Infernali riuniti nel suo palazzo reale, fissando di tanto in tanto la sedia vuota al suo fianco.
Quel giorno l'alto consiglio era stato riunito per una ragione grave e sconosciuta, non si discuteva delle solite guerre o scaramucce, bensì del loro Maestro scomparso.
Il passo sicuro di un cavaliere che solcava il luminoso portale magico irruppe nella scena, la sua armatura di cuoio finemente lavorata portava incise varie rune e delineava la sua muscolatura ondulata e perfetta, mentre i suoi preziosi oggetti magici erano legati alla sua cintura, il suo sguardo fermo e deciso la diceva lunga sul suo retaggio, e molti lo riconobbero: Iracle Teziir, fratello di Shun.
Iracle rimase in piedi ad osservare il proseguire della discussione, Lord Mime sosteneva la tesi che Shun era partito alla ricerca del Lich Netherel per le terre di Ilshear, nel contempo altri anziani sostenevano avere visto Shun mentre si allontanava dalla sacra sede dei Cavalieri Infernali di tutta fretta con il Necrus tra le mani, il tutto combaciava nella formula comune che l'antico maestro era andato ad affrontare personalmente i fantasmi del suo passato, che tanto sembravano tormentarlo negli ultimi giorni.
“I sigilli recuperati nella tana degli antichi Draghi sono scomparsi dalla sede” disse Iracle con voce fredda, il suo pragmatismo era conosciuto, era uno dei più risoluti maghi che si potevano incontrare per le terre di Sosaria, la sua fermezza d'animo era dettata dai dogmi impercettibili dei sacri cavalieri della tavola rotonda, che anche se ora non esistevano più, avevano improntato molto il suo animo .
Tutti tacquero, perché mai una cosa del genere? Cosa mai poteva significare la scomparsa di Shun Teziir e dei sigilli? Molti erano a conoscenza del valore di questi ultimi, Shun spesso rammentava il fatto che essi avevano il potere di ricollegarlo al suo vecchio piano di esistenza, una terra lontana e sconosciuta agli abitanti di Sosaria, e che erano fondamentali per stanare il suo nemico di sempre.
Qualcosa non quadrava si chiedeva Lady Paciottina, Shun aveva aperto la caccia al suo nemico, assumendosi il rischio di portarsi con se i sigilli...
Capitolo 4
La luna sembrava sorridere dall'alto del suo splendore al quieto avanzare degli avventurieri che sembrava essere in perfetta sintonia con la natura circostante, Lady Paciottina, insieme ai più anziani Cavalieri Infernali, erano giunti alla conclusione di dover intercettare Shun almeno prima che avesse trovato Netherel, erano più che mai decisi ad aiutare il loro maestro ed amico di sempre in virtù del profondo legame che li aveva sempre uniti, ed anche perché sentivano che Shun da solo non avrebbe mai potuto competere contro il potente Lich.
I pensieri di ognuno divagavano nei vecchi ricordi dei giorni felici trascorsi, e soprattutto Lady Paciottina si perdeva nella malinconia di giorni ormai lontani, un grande peso sembrava gravare sulle sue spalle ora, si sentiva responsabile di tutti i Cavalieri Infernali, ma tali scrupoli furono annullati ogni volta che focalizzava la ragione per cui quel giorno tutto il consiglio si era messo in marcia per le terre di Ilshear.
Intanto Zeframh e Iracle stanziarono in avanguardia presso il passo segreto dei Monti Sanguinosi di Valor, infatti Mime aveva confidato al consiglio che Shun, poco giorni dopo lo scontro contro la leggendaria bestia Paragorn, era stato da quelli parti, sostenendo che il potente Lich si nascondeva in quelle pericolose e sconosciute zone di Valor.
Dopo due giorni di cammino i due si riunirono al resto della truppa arrivata in prossimità del passo al tramonto, gli occhi impavidi dei Cavalieri Infernali osservarono con sospetto quella zona, una brezza gelida costantemente dimenava questo luogo, e le montagne più a nord sembravano ruggire nel rossore lasciato dal tramonto, cosicché con le armi impugnate e gli animi confortati dalla presenza degli altri compagni, il gruppo penetrò per la sconosciuta via e proseguì imperterrito il suo cammino.
Dopo tre ore di duro cammino su sentieri che sembravano abbandonati ormai da millenni, e dopo una stretta curva caratterizzata da qualche sperone di dura roccia, un agghiacciante spettacolo si presentò agli occhi degli impavidi avventurieri...
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