"...era un giorno come tanti altri nella terra di Sosaria, e la piccola Aeris se ne stava sul cortile di casa, ad osservare il sole che tramontava. Stava per rincasare, quando le parve di sentire un cavallo al galoppo; dopo un po' il rumore si fece più forte e chiaro, e la piccola volse lo sguardo alla strada. In effetti c'era una figura che cavalcava verso casa, oscurata dalla luce del sole alle sue spalle. Nonostante fosse ancora abbastanza lontano, Aeris gli si lanciò incontro gridando: "Papà! Papà". Il padre di Aeris era un fabbro e ed un esperto minatore. Andava in lungo e in largo per Sosaria, cercando metalli preziosi, con i quali forgiava armi, armature e via dicendo. I suoi servigi erano molto apprezzati tra i guerrieri più forti e valorosi del tempo. Per via del suo lavoro, era costretto a stare gran parte del tempo lontano da casa. Ma, appena fu più vicino, Aeris si fermò di soprassalto, vedendo il padre cavalcare scomposto perchè gravemente ferito. L'uomo tese il braccio per afferrare la figlia, ma le numerose ferite non gli permisero di sostenere il peso, e perse l'equilibro cadendo da cavallo. La bambina guardò il padre negli occhi: era morente! Il suo volto era pallido come la luna. Aveva molte cose da dire alla figlia, ma le uniche parole che uscirono dalla sua bocca furono: "Scappa... Aeris scappa!" - con le poche forze che gli rimanevano estrasse un piccolo oggetto avvolto in un panno di stoffa - "Loro non devono averlo, MAI !!". Aeris era in preda alla paura e in lacrime, quando ad un certo punto scorse in lontananza un altro individuo a cavallo che si dirigeva verso di loro. La piccola voleva scappare, ma era troppo impaurita per muoversi, e la figura si avvicinava minacciosamente. "Devi scappare piccola mia! Loro vogliono me! Nasconditi finchè sei in tempo!" - ripetè il padre. Allora Aeris si fece coraggio e si rifugiò dietro un cespuglio vicino. Dopo pochi minuti la figura a cavallo che prima era così lontana, era adesso a pochi passi da suo padre. Il suo volto era completamente coperto dal cappuccio di una lunga tunica scura. Con la mano sinistra reggeva un scudo metallico, mentre con l'altra mano brandiva un piccolo pugnale scintillante. "Dov'è?" - disse il misterioso individuo, rivolgendosi al padre, con una voce che non sembrava neanche appartenere a questo mondo - "dimmi dov'è!! Ti darò l'antidoto e avrai salva la vita!". Aeris non riuscì a sentire cosa rispose il padre... Fatto sta che il suo aggressore cominciò a pronunciare delle parole strane, che sembravano appartenere ad una lingua antica, forse dimenticata, e... ad un tratto, una saetta squarciò il cielo, ormai buio, e colpì in pieno il padre della piccola. La bambina, già in lacrime, stava per mettersi ad urlare dalla disperazione, ma riuscì a trattenersi. L'assassino scese da cavallo e si chinò sul corpo del fabbro, o meglio...su ciò che ne rimaneva. Stava cercando qualcosa. Ma cosa? Aeris attese dietro il cespuglio...e finalmente l'uomo risalì a cavallo e riprese a galoppare. La bambina, allora, uscì allo scoperto e fece per soccorrere il padre ma... di lui non rimaneva che un mucchio di cenere. Aeris non capiva esattamente cosa fosse successo. Molte domande affollavano i suoi pensieri: chi era quell'uomo? perchè aveva fatto questo? Ma nessuna di queste meritava risposta. L'unica cosa che adesso contava era...la vendetta. L'unica cosa che Aeris aveva in mente adesso era che quell'uomo meritava la morte, e che sarebbe stata lei stessa a dargliela..."
continua...
continua...
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