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[DISFIDA DI DICEMBRE] Post per le poesie

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  • [DISFIDA DI DICEMBRE] Post per le poesie

    Qui di seguito vanno postate solo le poesie.

  • #2
    Originally posted by Olatunji, Acc: Rototom
    Felucca, d'alberi aridi e morti
    son i tuoi boschi che danno l'orrore,
    eppure lì sol rimembro il torpore
    dei sensi di colpa che sono sorti.
    Vagando pei boschi dimenticati
    scordo i trascorsi miei insanguinati.

    Giovine era, et ricco di speme
    quello poeta che ora vi canta,
    fu l'ambizione a rendergli erranta
    l'alma sua trista che ora vi geme.
    Ma il il suo desio, il suo primo pensiero
    fu l'essere un giusto et gran cavaliero.

    Come un fiocco di neve candido ei fu,
    bianca la veste et puro il suo onore,
    ma ora il battersi con gran valore
    l'è un dolce ricordo che non torna più.
    Quel fiocco di neve che ei fu stato
    è un tristo uomo dal tempo segnato.

    Guardami il volto, puoi tu comprendere?
    Son mesto e ho perso ogni speranza,
    tra querce morte il tempo m'avanza
    per l'alma pulir con il mio piangere.
    Vagando pei boschi dimenticati
    scordo i trascorsi miei insanguinati.

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    • #3
      METAFORA DI VITA

      Giacevo immobile sul mio freddo trono
      a mirar la valle oramai innevata.
      Un triste dì, uccisero la donna mia amata,
      sebbene fui un re coraggioso, forte e buono.
      Oh miei sudditi, a voi non seppi proferir parola
      sul come mai l'inverno da quel dì non vola.

      Per giorni, mesi, anni ne cercai il corpo invano.
      Scalai montagne grandi come un'era
      e mentre l'inverno parea non lasciar il posto alla primavera,
      continuai a vagar senza badar a quel fatto strano.
      Arrivai in una valle che donava corpi alla terra.
      Ero solo. Un re, da solo, in mezzo ai resti di una guerra.

      Ad un tratto in fronte a me un forte bagliore.
      Era proprio lì, innanzi ai mei stanchi occhi.
      Ma ahimè, quando mi destai e vidi che era solo neve a fiocchi,
      il gelo penetrò in me, come quando un uomo muore.
      Era messer lo sole, li cui raggi lucenti
      si riflettean sui fiocchi, e da lì ai miei occhi...oramai spenti.

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      • #4
        Ok, la riposto qui

        CUORI IN INVERNO

        Sulla nera statua del grande sovrano
        lenta la neve fioccava
        mentre cantando l'esercito passava
        forte mi stringesti la mano,
        giurando: "Tempo è di liberare un popolo oppresso.
        Tornerò con lo scudo o sopra di esso".

        Di paura si riempì il mio cuore;
        fioccava la neve lenta
        e fredda come la speranza ormai spenta
        di veder tornare il mio unico amore
        che diceva: "Tempo d'onore e di coraggio è questo:
        tornerò con lo scudo o sopra di esso".

        Ora la statua del Re di ghiaccio è adorna
        lenta la neve fiocca ai suoi piedi...
        Deh, amore, perchè non riedi?
        E son sei anni che l'inverno ritorna
        assieme al ricordo di un canto sommesso
        "Torna con lo scudo o sopra di esso".

        ________________________________

        Drizzt Do'Urden



        O mor henion i dhu:
        Ely siriar, el sila
        Ai! Aniron Undomiel

        Tiro! El eria e mor
        I 'lir en el luitha 'uren.
        Ai! Aniron...

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        • #5
          scusatemi se disturbo ancora ma la poesia lo scritta ieri e mi so scordato di mettere la terza strofa che stava all'altra pagina ora ve la scrivo tutta intera:

          Dal Tramonot All'Alba

          Sono sulla torre a guardare il tramonto,
          i pastori ormai rientravano
          le ronde si cambiavano;
          io sto ad aspettare il prossimo confronto.
          il bianco cavaliere ero
          aspettavo teso il cavaliere nero.

          Sceso
          ormai ero
          e il nero
          era teso,
          perchè la morte
          sarebbe giunta alle nostre porte.

          E i fiocchi scesero,
          durante lo scontro diaccio
          il fiocco scendeva da pagliaccio,
          e il nero
          tese la conciliazione
          che quel fiocco di neve all'alba portò emozione

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          • #6
            Furia

            Rialzatoci dagli scontri furenti
            nella mite calma rimanemmo ad ammirare
            il bagliore che caldo appare
            dallo scintillio delle gocce lucenti,
            e anche il suolo, prima terso di dolore
            mutò stancamente il suo aspro colore.

            Non sente le urla di gioia, né il patimento
            la neve che si insinua fra gli irsuti crini
            di larici, abeti, cadaveri e pini,
            coprendo le atrocità col suo gelido manto.
            Ripresi fummo ormai dai passati stenti
            e complice la Luna ci svegliammo, clementi.

            Una Rosa come stemma, Trinsic la nostra terra
            ma da quel giorno più nessuno osò invocarci,
            "cavalieri erranti" ora son soliti chiamarci,
            un infausto destino sentenziò invero la nostra guerra
            e le nostre anime mai furon poste a conoscenza
            del perchè i nostri ferri causaron sì tal sofferenza.

            Il tempo si è spento per aiutare i morenti
            sporco di sangue era il guanto, ora l'onore,
            sparso su tutto il campo è il nostro valore
            e risplendono nel cielo come stelle cadenti
            le lacrime di un cavaliere ormai senza casa,
            fiocchi dal cielo e per terra una rosa.





            Nella stesura di questa poesia ho fatto particolare attenzione alla forma (mi ci è voluto parecchio tempo per farla, poi io mai scritta una quindi il doppio del lavoro :P ) quindi sono d'obbligo per "gustarla" a pieno (almeno lo spero) delle piccolissime annotazioni: le strofe di inizio e fine sono volutamente più brevi, per rendere più fluida la lettura e per sottolineare la parte centrale, il racconto vero e proprio; all'inizio ho cercato di "spaesare" il lettore, in modo che capisca per intero la storia solo poco a poco; la descrizione dei fatti avviene prima da una distanza lontana (si vede il cielo, il campo di battaglia per intero, tutto sfuocato a causa del bagliore) per poi "zoomare" poco a poco su alcuni particolari (come i cadaveri, gli alberi), ed infine terminare sulla figura del cavaliere.
            Ho voluto descrivere il tutto non solo tramite il significato delle parole ma anche con i loro suoni ("scontri furenti", dovrebbero dare l'idea della gravità dei suoni, "mite calma rimanemmo ad ammirare", l'estensivo uso di M e N distende la lettura, "scintillio lucenti", dà l'idea del bagliore, "insinua fra gli irsuti crini", dà l'idea di qualcosa di pungente, ecc).
            La storia non dovrebbe esser complicata da capire ma è piena di allusioni e metafore ("la luna", il sentiero che guida il cavaliere ormai sperso, "la neve", la purezza del cavaliere, "la rosa", gli ideali del cavaliere, "Trinsic", ovviamente la sua patria natia, "i fiocchi di neve", sono l'elemento più controverso di tutto il racconto, non a caso sono il tema della poesia, in quanto hanno molteplici significati e altrettante allusioni, un esempio su tutti sono le lacrime e le stelle ma estremizzando si possono anche vedere come "intervento purificatore del divino", sotto di cui si nascondono gli orrori della guerra (guerra che, volutamente, non ha una vera ragione per esser fatta poichè nessuna guerra, e questo è il mio pensiero, è giustificabile).
            Ultima chicca, lo schema delle rime è
            ABBACC
            DEEDAA
            FGGFHH
            ABBAII
            Con quindi prima e ultima strofa che si riprendono e prima e seconda strofa legate fra loro (la terza strofa è volutamente slegata dalle altre perchè fa quasi storia a sè, visto che si scosta dal campo di battaglia e racconta un antefatto).
            Ultima modifica di MiKeLezZ; 17-12-2004, 04:52.

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            • #7
              La mia è completamente in endecasillabi se può interessare , come da tradizione

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              • #8
                Originally posted by MiKeLezZ

                Nella stesura di questa poesia ho fatto particolare attenzione alla forma (mi ci è voluto parecchio tempo per farla, poi io mai scritta una quindi il doppio del lavoro :P ) quindi sono d'obbligo per "gustarla" a pieno (almeno lo spero) delle piccolissime annotazioni: le strofe di inizio e fine sono volutamente più brevi, per rendere più fluida la lettura e per sottolineare la parte centrale, il racconto vero e proprio; all'inizio ho cercato di "spaesare" il lettore, in modo che capisca per intero la storia solo poco a poco; la descrizione dei fatti avviene prima da una distanza lontana (si vede il cielo, il campo di battaglia per intero, tutto sfuocato a causa del bagliore) per poi "zoomare" poco a poco su alcuni particolari (come i cadaveri, gli alberi), ed infine terminare sulla figura del cavaliere.
                Ho voluto descrivere il tutto non solo tramite il significato delle parole ma anche con i loro suoni ("scontri furenti", dovrebbero dare l'idea della gravità dei suoni, "mite calma rimanemmo ad ammirare", l'estensivo uso di M e N distende la lettura, "scintillio lucenti", dà l'idea del bagliore, "insinua fra gli irsuti crini", dà l'idea di qualcosa di pungente, ecc).
                La storia non dovrebbe esser complicata da capire ma è piena di allusioni e metafore ("la luna", il sentiero che guida il cavaliere ormai sperso, "la neve", la purezza del cavaliere, "la rosa", gli ideali del cavaliere, "Trinsic", ovviamente la sua patria natia, "i fiocchi di neve", sono l'elemento più controverso di tutto il racconto, non a caso sono il tema della poesia, in quanto hanno molteplici significati e altrettante allusioni, un esempio su tutti sono le lacrime e le stelle ma estremizzando si possono anche vedere come "intervento purificatore del divino", sotto di cui si nascondono gli orrori della guerra (guerra che, volutamente, non ha una vera ragione per esser fatta poichè nessuna guerra, e questo è il mio pensiero, è giustificabile).
                Ultima chicca, lo schema delle rime è
                ABBACC
                DEEDAA
                FGGFHH
                ABBAII
                Con quindi prima e ultima strofa che si riprendono e prima e seconda strofa legate fra loro (la terza strofa è volutamente slegata dalle altre perchè fa quasi storia a sè, visto che si scosta dal campo di battaglia e racconta un antefatto).
                Sgarbi non avrebbe saputo fare meglio

                ______________________

                Drizzt Do'Urden



                O mor henion i dhu:
                Ely siriar, el sila
                Ai! Aniron Undomiel

                Tiro! El eria e mor
                I 'lir en el luitha 'uren.
                Ai! Aniron...

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                • #9
                  La Caduta del Cavaliere di Solamnia

                  La spada cade lentamente dalla mano
                  gli occhi pesanti si chiudono lenti
                  si annebbiano i sensi più non vedi e non senti
                  la fine è giunta e da casa sei lontano
                  il nemico avanza crudele e feroce
                  sul tuo petto ancora scintilla la croce...

                  Cavaliere Solamnico, Paladine ti protegge,
                  la luce divina dall'alto discende
                  preghi, implori, il dio che ti difende
                  ma il corpo oramai più non ti sorregge,
                  il pensiero tuo corre lontano
                  alla dama alla quale chiedesti la mano...

                  Il torpore avvolge la tua mente ormai stanca
                  odi il clangore delle armi che si scontrano
                  percepisci l'orrore della morte che portano
                  mentre la tua pelle ormai sbianca,
                  vorresti alzarti tornare con i tuoi cavalieri,
                  affrontare la morte, coraggiosi e fieri...

                  Ma oramai la Nera Signora si avvicina inesorabile,
                  il freddo avvolge le tue membra come un manto,
                  la neve ti copre lentamente come un guanto,
                  e tu che fino ad oggi ti sentivi invincibile,
                  con onore a Vinas Solamnus, Sturm e Huma,
                  totalmente ti immergi nella bruma...

                  Fiocchi di neve cadono sull'armatura della Rosa,
                  il sangue come un mantello sul manto innevato
                  lo spirito dal corpo viene sollevato,
                  il Solamnico oramai oggi riposa,
                  cavalca ancora amico mio nei campi degli dei...
                  baderemo noi a ricordare per sempre chi sei...




                  **
                  Per chi non conoscesse bene Dragonlance e i Cavalieri di Solamnia specifico alcune cose:
                  "L'armatura della Rosa" indica i "Cavalieri della Rosa", i più in alto nella gerarchia dei Cavalieri di Solamnia.

                  "Vinas Solamnus" è il fondatore dei Cavalieri di Solamnia
                  "Sturm" è un cavaliere eroe della saga di Dragonlance
                  "Huma" è un eroe della battaglia delle lance.
                  "Paladine" è la divinità protettrice dei cavalieri di S.

                  "L'indipendenza genera il caos. Sottomettiti e sii forte"

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                  • #10
                    Sgarbi non avrebbe saputo fare meglio

                    hai ragione

                    Commenta


                    • #11
                      QUELLA BIANCA ARMATURA

                      Fiocchi di neve come lacrime di ghiaccio,
                      di chi vede la morte dal bianco vestito,
                      esser maestoso col suo folle canto
                      del cavalier di se fiero ruba il coraggio.
                      Tra'l puro colore ora lor giacciono.
                      col loro carnefice ora lor vivono.

                      Tra genti silenti e campane mute
                      eccomi, pronto, anch'io forse accecato
                      dalla gloria e la fama d'esser ricordato,
                      parto per vie alla mente smarrite.
                      Ogni passo c'avanzo per il puro colore,
                      della gente che fu sento il dolore.

                      d'innanzi a me, la vedo, è laggiù
                      nel suo leggero sonno ella sta
                      quasi a nasconder la sua vera realtà.
                      Siamo tu ed io ora, e nulla più,
                      le mie dita arpeggiarono come mai prima d' ora,
                      ma a nulla servii con la maestosa creatura.

                      Tu,che t' avvicini all' animo mio,
                      ed io, or come un' infante, la spada sguainar nn riesco
                      perchè la paura ferma il mio gesto.
                      il freddo m' assale e il mio cuore restio,
                      l' ultimo passo su questa radura,
                      come un fiocco, ora anch' io, sulla tua bianca armatura

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                      • #12
                        ma a nessuno piaciono le poesie
                        ci sono poki post
                        :'( :'(

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