complimenti
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Il sangue della strega
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fa paura
ma affascina con le sue fiamme dorate
che si spargono veloci
e ci riducono in cenere
incontrollato è devastante
domato è umiliante
il fuoco scorreva in noi
ora
ci alletta con la sua promessa di distruzione
ci spinge all'estremo della
ragione.
senza limiti o domati
noi distruggiamo,
noi amiamo
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bellissima storia .. complimenti
***IN PAUSA SU ROC attivo altrove****
PoluzKiller UNDEAD Mage liv70
Shadowpz BloodElf Rogue liv70
DarkPoluz UNDEAD Priest liv70
Cattivonapz Tauren(sexy) Dudu liv70
Muccapazza Tauren(sexy) War liv64 (non ho piu' voglia di exparlo)
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"
Una luna di alabastro accompagnava i miei dubbi e i miei timori.
Sebbene provata, non riuscivo a dormire. Un turbinio di emozioni riempiva il mio cuore fino a farlo traboccare.
Il pensiero poi di riposare nello stesso giaciglio in cui mia madre aveva conosciuto la salvezza grazie a mio padre, mi rendeva entusiasta ma al contempo malinconica.
Mio padre...
Soltanto alle prime luce dell'alba le mie stanche membra si abbandonarono ad un sonno ristoratore. Quando mi risvegliai il sole era già alto. Rinvigorita, decisi di indossare la preziosa armatura. In ogni parte di essa sentivo l'odore del sangue unito a quello di mia madre. In ogni parte di essa il nome Minax era stato cancellato con ferri roventi recanti il sigillo del Sacro Consiglio.
Soltanto lo stolto affida la sua vita ad armi e bardature. Eppure
dentro quell'armatura mi sentivo più forte, più coraggiosa, pronta ad affrontare qualsiasi battaglia.
Intrecciai i lunghi capelli adornandoli con i monili che già avevano abbellito i capelli di mia madre.
Lentamente scesi le scale. Il fodero della spada sfiorava gli alti gradini emettendo un sottile tintinnio, mentre il largo scudo rendeva un pò stretto il passaggio.
Con mio sommo stupore mi ritrovai sola. Ne Gertrude ne mia madre erano presenti.
Un forte frastuono proveniva fuori dalla casa. Con passo affrettato varcai l'uscio. Un fiume umano si riversava dentro la città.
L'esercito era tornato. E forse con esso anche mio padre...Ultima modifica di TankGirl; 10-11-2005, 00:37.
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" Ben trenta lune erano trascorse dalla sua partenza. Con passo veloce mi diressi verso la città. Il peso dell'armatura rallentava la mia corsa mentre la chiara sabbia sembrava quasi trattenermi per preservarmi da un dolore che già nel mio cuore aveva trovato terreno fertile.
Abbandonai scudo e spada a pochi passi da me per alleggerire la mia andatura. Non servì a molto. Era il mio animo a gravare.
Un oscuro presentimento di morte mi possedeva. Il mio affanno per la corsa fu appasentito da rantoli di disperazione.
Iniziai a piangere. Nella foga della corsa inciampai più di una volta.
Sabbia e lacrime si mescolarono.
Poco tempo dopo raggiunsi l'altura su cui sorgeva la città. Con mani e piedi scalai il sentiero sinuoso.
Mi fermai un istante appoggiando le mani sulle ginocchia. Il mio cuore stava per esplodere. L'immagine ormai vicina dell'esercito
però rinfrancò le mie membra.
L'intera cittadinanza si era radunata spontaneamente per accogliere i propri vivi e ahimè i propri defunti. Il primo pianto che udii fu quello di Miriel, mia amica di infanzia.
Chinata per terra, stringeva a sè un fracassato elmo recante lo stemma degli Erendur, il casato di suo marito.
Accanto a lei una piccola creatura di appena tre inverni piangeva disperata. Il suo viso paonazzo solcatoa dalle lacrime rapì la mia compassione.
Mi chinai verso di loro abbranciandole.
Da afflitta mi trasformai in consolatrice. Non professai alcuna parola. Non avrebbe avuto senso. Restammo abbracciate finchè un amaro sorriso sul viso di Miriel mi congedò e una voce a me familiare riempi il mio cuore di gioia
- Morgana
La voce di mio padre "Ultima modifica di TankGirl; 21-03-2006, 18:17.
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