Pioveva. La pioggia scendeva inesorabile e non lasciava tregua. Era una giornata grigia, come tutte le precedenti. L'inverno era ormai inoltrato ed il freddo penetrava nelle ossa rendendo ancor più difficile il cammino. Il sentiero era reso scivoloso dalla pioggia che lentamente scioglieva la poca neve caduta nei giorni precedenti. Era stremato ed ormai non riusciva più ad avanzare. Ogni tanto guardava indietro sperando di non vederlo. Aveva fatto molta strada e forse era al sicuro, ma il mostro fiutava l'aria ed avanzava con maggior facilità. Era sicuro, lo avrebbe trovato. Doveva nascondersi, ma dove, si chiedeva. La sua fuga continuava senza che sapesse dove fosse diretto. Si chiedeva quando tutto questo fosse iniziato, quando l'orrore aveva invaso la sua vita. Non sapeva rispondere. Non aveva mai molte risposte.
Magia, si ricordò. I suoi avi conoscevano l'arte della magia. Ma ormai molto tempo era passato, troppo. Lui mai aveva potuto usufruire di tali insegnamenti, nessuno ormai lo faceva più. Bisognava vivere ed i raccolti erano scarsi, non c'era più l'abbondanza di un tempo. La magia ormai era vista come una chimera lontana e nessuno ci badava più. Qualcuno dei nuovi arrivati sosteneva che erano solo fantasie, solo chiacchere per gli sciocchi. Ma non ci credeva, non ci voleva credere. Lui era convinto che la magia esisteva, anche se non sapeva realmente cosa fosse. Da piccolo passava interi pomeriggi ad ascoltare le storie di draghi, di duelli, di cavalieri e di maghi che l'anziana raccontava vicino al lago. Si chiese se fosse stato un adepto dell'antica setta come avrebbe potuto risolvere quella drammatica situazione in cui era coinvolto. Non ci fu risposta, come sempre.
Improvvisamente sentì il fiato del mostro avanzare ed un puzzo nefando iniziava ad impregnare l'aria. Si mise a correre, non aveva le forze per farlo, ma lo fece lo stesso. Cercò di entrare nel bosco più fitto, di far perdere le sue tracce, ma sapeva che ormai non aveva alcuna speranza. Inciampò e cadde. Il mostro ormai era su di lui, lo aveva raggiunto. L'urto fu violento, più di quello che doveva essere e perse conoscenza.
Ci mise molto tempo per riprendersi. Era intontito. Era terrorizzato. Fece un balzo e si voltò indietro ma non vide nulla. Il sangue gli gelò nelle vene. Guardò intorno a lui, ma tutto era sparito. Si trovò immerso nel vuoto, nel nulla. Alzò gli occhi al cielo nel tentativo di scorgere la luce del sole tra le nuvole, ma invano. D'un tratto si accorse che anche il suo corpo era sparito. Il terrore si impossessò di lui ed emise un grido che nessuno sentì. Pianse, ma nessuna lacrima sgorgò dai suoi occhi. Un brivido pervase il suo essere ed ebbe la consapevolezza di cosa era accaduto.
Era morto.
Magia, si ricordò. I suoi avi conoscevano l'arte della magia. Ma ormai molto tempo era passato, troppo. Lui mai aveva potuto usufruire di tali insegnamenti, nessuno ormai lo faceva più. Bisognava vivere ed i raccolti erano scarsi, non c'era più l'abbondanza di un tempo. La magia ormai era vista come una chimera lontana e nessuno ci badava più. Qualcuno dei nuovi arrivati sosteneva che erano solo fantasie, solo chiacchere per gli sciocchi. Ma non ci credeva, non ci voleva credere. Lui era convinto che la magia esisteva, anche se non sapeva realmente cosa fosse. Da piccolo passava interi pomeriggi ad ascoltare le storie di draghi, di duelli, di cavalieri e di maghi che l'anziana raccontava vicino al lago. Si chiese se fosse stato un adepto dell'antica setta come avrebbe potuto risolvere quella drammatica situazione in cui era coinvolto. Non ci fu risposta, come sempre.
Improvvisamente sentì il fiato del mostro avanzare ed un puzzo nefando iniziava ad impregnare l'aria. Si mise a correre, non aveva le forze per farlo, ma lo fece lo stesso. Cercò di entrare nel bosco più fitto, di far perdere le sue tracce, ma sapeva che ormai non aveva alcuna speranza. Inciampò e cadde. Il mostro ormai era su di lui, lo aveva raggiunto. L'urto fu violento, più di quello che doveva essere e perse conoscenza.
Ci mise molto tempo per riprendersi. Era intontito. Era terrorizzato. Fece un balzo e si voltò indietro ma non vide nulla. Il sangue gli gelò nelle vene. Guardò intorno a lui, ma tutto era sparito. Si trovò immerso nel vuoto, nel nulla. Alzò gli occhi al cielo nel tentativo di scorgere la luce del sole tra le nuvole, ma invano. D'un tratto si accorse che anche il suo corpo era sparito. Il terrore si impossessò di lui ed emise un grido che nessuno sentì. Pianse, ma nessuna lacrima sgorgò dai suoi occhi. Un brivido pervase il suo essere ed ebbe la consapevolezza di cosa era accaduto.
Era morto.
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