Numerose offerte erano pervenute al Generale, dagli esponenti del Caos e dell' Ordine, riguardo quelle famose Chiavi...c'era qualcosa in quegli oggetti, che emanava una potente forza fascinatrice...quegli artefatti, luminosi, cesellati, pulsavano di potere nelle mani di Sazabi...solo montagne d'oro - pensava tra sè e sè, avrebbero potuto separarlo da quegli oggetti talmente potenti...
Pochi erano in realtà a conoscenza della storia che si celava dietro quelle chiavi...la storia di un potere antico quanto il mondo...quanto la creazione...
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Una fredda serata tra i ghiacci di Deceit. Il sole era calato da un bel pezzo. Il generale era seduto davanti al fuoco, in contemplazione davanti alle chiavi. Magari il loro potere aveva sopraffatto anche la sua psiche, come quella di molti in precedenza. Un dilemma, un rompicapo, un paradosso. Voleva quelle chiavi per se, ma sentiva che esse gli si legavano sempre di più, che lo avrebbero logorato a tale punto, da portarlo alla follia. Non poteva permetterlo, ma quelle chiavi ispiravano all'avarizia e alla gelosia...
Quando a un tratto una secca bussata alle porte della Fortezza dei Cacciatori. Vi era un uomo, un guerriero attempato. Portava con se una robusta ascia da battaglia, ma consumata dalle tante battaglie e dalle tante vittime abbatute.. indossava vesti semplici, rosse. Rosse come il sangue che aveva versato e fatto versare a chi lo opponeva. Brandiva un insegna nella mano sinistra, un drappo dello stesso colore delle vesti, raffigurante un simbolo ciliato, una triplice lama, nei quali spazi vuoti erano incise le lettere N, O ed X.
Pochi erano in realtà a conoscenza della storia che si celava dietro quelle chiavi...la storia di un potere antico quanto il mondo...quanto la creazione...
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Una fredda serata tra i ghiacci di Deceit. Il sole era calato da un bel pezzo. Il generale era seduto davanti al fuoco, in contemplazione davanti alle chiavi. Magari il loro potere aveva sopraffatto anche la sua psiche, come quella di molti in precedenza. Un dilemma, un rompicapo, un paradosso. Voleva quelle chiavi per se, ma sentiva che esse gli si legavano sempre di più, che lo avrebbero logorato a tale punto, da portarlo alla follia. Non poteva permetterlo, ma quelle chiavi ispiravano all'avarizia e alla gelosia...
Quando a un tratto una secca bussata alle porte della Fortezza dei Cacciatori. Vi era un uomo, un guerriero attempato. Portava con se una robusta ascia da battaglia, ma consumata dalle tante battaglie e dalle tante vittime abbatute.. indossava vesti semplici, rosse. Rosse come il sangue che aveva versato e fatto versare a chi lo opponeva. Brandiva un insegna nella mano sinistra, un drappo dello stesso colore delle vesti, raffigurante un simbolo ciliato, una triplice lama, nei quali spazi vuoti erano incise le lettere N, O ed X.
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