“ – Jolly svegliati, Jolly –
Quel giorno è impresso nella mia mente come fosse accaduto un istante fa, molto tempo e passato, i capelli non erano cosi seccati dal sole e io ero poco piu di un bambino…
Vivevo con la mia famiglia in una umile casa, mio padre era un falegname e mia madre curava la casa, i campi e vivevamo in tranquillita da sempre, a volte sentivo parlare i contadini di cio che accadeva in Sosaria… ma non m’interessava ed ero troppo giovane per capire…
Ma quella notte, la mia vita cambio radicalmente…
Mio padre sali in camera…mi scosse violentemente e mi fece alzare, aveva uno sguardo che mai aveva avuto i suoi occhi erano diversi..il suo sguardo perso e impaurito…
Mi disse che dovevamo lasciare la casa al piu presto o sarebbe stato troppo tardi…io non capivo, mi alzai e mi feci trascinare giu alla stalla…mia madre era in lacrime e tremava…
I due cavalli nitrivano nervosamente…mio padre prese velocemente due sacche mi sedette in groppa al cavallo insieme a mia madre e urlo di andare via….
Mia madre mi stringeva forte, volevo piangere ma non sapevo il perche…un ultimo sguardo e poi la bestia inizio a correre nervosamente lontano dal villaggio…
Viaggiammo per due lune senza mai ne riposare ne trovare ristoro…attraverso boschi e foreste..il viaggio fu silenzioso…io non dissi mai una parola ne tentai domande e mia madre non parlo, ne tento di darmi spiegazioni..
Giungemmo a Trinsic…e ci fermammo in una accogliente locanda, li inaspettatamente mia madre inizio a parlare con dei cavallieri che portavano uno strano simbolo…un serpente..
Sentivo di guerra, di morti e disperazione….
Parlavano di un esercito del male comandato da un certo Lord BlackThorne, un esercito che pericolosamente si stava avvicinando a Britain…
A quel punto capii tutto, mio padre un umile falegname si era arruolato nell’esercito di Lord British che stava girando le città per raccogliere tutti gli uomini in eta e in forza d’arme…
Ero fiero di lui, fin da piccolissimo sognavo di diventare un paladino della giustizia…e ora mio padre combatteva al fianco dei valorosi cavallieri del regno…
Non ero triste anche se molto preoccupato ed ero orgoglioso di avere dei genitori cosi moralmente forti e non succubi e timorosi come la maggior parte dei sudditi…
Mentre ero li assorto nei miei pensieri…l’imponente cavalliere…si volto verso di me..incrociando cosi il mio sguardo, il cuore mi batteva a mille…
Il cavalliere si chinò e mi disse: - ragazzo, tuo padre è un eroe, ricordalo…e tu potrai grazie a lui, servire il bene…ed imparare le arti del paladino…-
A quel punto mia madre scoppio in un trattenuto ma evidente pianto…mi strinse forte…io di nuovo non capivo, mi strinse la mano e mi diede un sacchetto con dei denari…, mi accarezzo la fronte e mi chiese scusa…a quel punto il cavalliere mi prese di forza e mi porto via…. Io urlai, e scoppiai in lacrime…tesi una mano verso mia madre..e l’uscio della locanda si chiuse in faccia allontandomi per sempre da mia madre.
Non sto a raccontare tutto quello che provai perche troppo intimi sono quei sentimenti, posso dirvi che mi portarono in una fortezza, li incontrai nobili cavallieri…e altri giovani come me…mi dissero che mio padre era in guerra e che io dovevo crescere e imparare per aiutare lui e il bene…cosi feci, passarono gli anni…e lentamente imparai le arti della guerra e della cavalleria… a18 anni ero ormai un ottimo spadaccino…
La guerra procedeva…e il fronte era ancora stabile…in un punto impreciso del regno…i racconti dei cavallieri che tornavano, narravano di demoni di orchi e di mercenari che marciavano verso la capitale…
Mi sentivo pronto per combattere e per sconfiggere il caos…continuai ad allenarmi duramente per qualche mese ancora…e poi finalmente presi la decisione di arruolarmi in un battaglione order..
Fui arruolato nella marina di Britain con il grado di mozzo…e una mattina la flotta diretta verso il nemico salpò….
Non avevo mai immaginato di entrare nella marina, ma quello era il posto che mi era stato assegnato…e cosi iniziai dalle pulizie delle stive, alla preparazione dei ranci e alla cura delle vele…
La notte spesso la passavo in Prua a guardare il cielo stellato e a pensare com’era possibile tanta crudelta in un mondo cosi bello…e osservavo il cielo e il mare che si fondevano e creavano un riflesso di ombre scure e di stelle…che ondeggiavano tra le onde.
I giorni passavano lenti e il mio desiderio di rincontrare mio padre era sempre piu forte ma non sapevo se fosse ancora vivo…e quale fosse stato il suo destino…
Un giorno girovagando per la nave mi avvicinai alla poppa…e scorsi un gruppo di marinai e un commodoro che parlavano…non feci caso…alle loro parole finche non riconobbi il mio nome nei loro discorsi..
Mi nascosi dietro un cassone di legno e ascoltai di nascosto il loro discorso:
-cosa ne facciamo del mozzo? Sapete benissimo chi è…, è troppo pericoloso lasciarlo qui…-
non capivo a quale mozzo si riferissero e restai ad ascoltare..
- mi vengono i brividi solo a nominarlo il suo nome….sapete cosa si dice in giro..vero? diamolo in pasto ai pesci datemi retta Commodoro-
- Marinai, il mozzo Rogers non ha mai saputo niente…e ucciderlo potrebbe essere un errore, potra esserci molto utile un giorno…-
- Quando quelle putride feccie senza onore del Pirata Morgan Rogers arriveranno…se non vorranno che il figlio del loro capitano faccia la fine della madre dovranno arrendersi e dirci dove si trova Lord Blackthorme-
A quelle parole sobbalzai di scatto e feci cadere una cassa…i marinai si accorsero di me…io tentai di scappare…ma venni colpito violentemente al capo e caddi a terra…
Quando mi svegliai mi trovai in una gabbia, all’interno delle stive…il puzzo di pesce era insopportabile e la fame mi stava divorando…dopo un po iniziai a pensare alle parole di prima, e non volevo crederci, mio padre era un lurido pirata…non potevo neanche pensarci..e iniziai a prendere a pugni il muro e ad urlare…
A un certo punto scesero il commodoro e due marinai sghignazzando…io urlai e dissi che ero fedele a Lord British e che mio padre l’avrei ucciso con le mie stesse mani…
Loro si guardarono e scoppiarono in una tetra risata…- tuo padre era troppo idealista anche per noi e non ha retto a un piccolo screzio…, tua madre era una gran bella donna, e dovevi vedere che virtu aveva (sghignazzando) tutta la marina britannica la consoceva di fama…peccato che io non le piacevo e me non si donava neanche per mille denari…e si sa un uomo ferito nel suo orgoglio piu intimo deve trovar vendetta…e tua madre per avermi rifiutato urlo un ultima volta, ma non di piacere si e trattato ( una tetra risata coinvolge i due marinai) ma si, era solo una prostituta, una lurida e sporca prostituta…e tu domani all’alba morirai”
...continua...
Quel giorno è impresso nella mia mente come fosse accaduto un istante fa, molto tempo e passato, i capelli non erano cosi seccati dal sole e io ero poco piu di un bambino…
Vivevo con la mia famiglia in una umile casa, mio padre era un falegname e mia madre curava la casa, i campi e vivevamo in tranquillita da sempre, a volte sentivo parlare i contadini di cio che accadeva in Sosaria… ma non m’interessava ed ero troppo giovane per capire…
Ma quella notte, la mia vita cambio radicalmente…
Mio padre sali in camera…mi scosse violentemente e mi fece alzare, aveva uno sguardo che mai aveva avuto i suoi occhi erano diversi..il suo sguardo perso e impaurito…
Mi disse che dovevamo lasciare la casa al piu presto o sarebbe stato troppo tardi…io non capivo, mi alzai e mi feci trascinare giu alla stalla…mia madre era in lacrime e tremava…
I due cavalli nitrivano nervosamente…mio padre prese velocemente due sacche mi sedette in groppa al cavallo insieme a mia madre e urlo di andare via….
Mia madre mi stringeva forte, volevo piangere ma non sapevo il perche…un ultimo sguardo e poi la bestia inizio a correre nervosamente lontano dal villaggio…
Viaggiammo per due lune senza mai ne riposare ne trovare ristoro…attraverso boschi e foreste..il viaggio fu silenzioso…io non dissi mai una parola ne tentai domande e mia madre non parlo, ne tento di darmi spiegazioni..
Giungemmo a Trinsic…e ci fermammo in una accogliente locanda, li inaspettatamente mia madre inizio a parlare con dei cavallieri che portavano uno strano simbolo…un serpente..
Sentivo di guerra, di morti e disperazione….
Parlavano di un esercito del male comandato da un certo Lord BlackThorne, un esercito che pericolosamente si stava avvicinando a Britain…
A quel punto capii tutto, mio padre un umile falegname si era arruolato nell’esercito di Lord British che stava girando le città per raccogliere tutti gli uomini in eta e in forza d’arme…
Ero fiero di lui, fin da piccolissimo sognavo di diventare un paladino della giustizia…e ora mio padre combatteva al fianco dei valorosi cavallieri del regno…
Non ero triste anche se molto preoccupato ed ero orgoglioso di avere dei genitori cosi moralmente forti e non succubi e timorosi come la maggior parte dei sudditi…
Mentre ero li assorto nei miei pensieri…l’imponente cavalliere…si volto verso di me..incrociando cosi il mio sguardo, il cuore mi batteva a mille…
Il cavalliere si chinò e mi disse: - ragazzo, tuo padre è un eroe, ricordalo…e tu potrai grazie a lui, servire il bene…ed imparare le arti del paladino…-
A quel punto mia madre scoppio in un trattenuto ma evidente pianto…mi strinse forte…io di nuovo non capivo, mi strinse la mano e mi diede un sacchetto con dei denari…, mi accarezzo la fronte e mi chiese scusa…a quel punto il cavalliere mi prese di forza e mi porto via…. Io urlai, e scoppiai in lacrime…tesi una mano verso mia madre..e l’uscio della locanda si chiuse in faccia allontandomi per sempre da mia madre.
Non sto a raccontare tutto quello che provai perche troppo intimi sono quei sentimenti, posso dirvi che mi portarono in una fortezza, li incontrai nobili cavallieri…e altri giovani come me…mi dissero che mio padre era in guerra e che io dovevo crescere e imparare per aiutare lui e il bene…cosi feci, passarono gli anni…e lentamente imparai le arti della guerra e della cavalleria… a18 anni ero ormai un ottimo spadaccino…
La guerra procedeva…e il fronte era ancora stabile…in un punto impreciso del regno…i racconti dei cavallieri che tornavano, narravano di demoni di orchi e di mercenari che marciavano verso la capitale…
Mi sentivo pronto per combattere e per sconfiggere il caos…continuai ad allenarmi duramente per qualche mese ancora…e poi finalmente presi la decisione di arruolarmi in un battaglione order..
Fui arruolato nella marina di Britain con il grado di mozzo…e una mattina la flotta diretta verso il nemico salpò….
Non avevo mai immaginato di entrare nella marina, ma quello era il posto che mi era stato assegnato…e cosi iniziai dalle pulizie delle stive, alla preparazione dei ranci e alla cura delle vele…
La notte spesso la passavo in Prua a guardare il cielo stellato e a pensare com’era possibile tanta crudelta in un mondo cosi bello…e osservavo il cielo e il mare che si fondevano e creavano un riflesso di ombre scure e di stelle…che ondeggiavano tra le onde.
I giorni passavano lenti e il mio desiderio di rincontrare mio padre era sempre piu forte ma non sapevo se fosse ancora vivo…e quale fosse stato il suo destino…
Un giorno girovagando per la nave mi avvicinai alla poppa…e scorsi un gruppo di marinai e un commodoro che parlavano…non feci caso…alle loro parole finche non riconobbi il mio nome nei loro discorsi..
Mi nascosi dietro un cassone di legno e ascoltai di nascosto il loro discorso:
-cosa ne facciamo del mozzo? Sapete benissimo chi è…, è troppo pericoloso lasciarlo qui…-
non capivo a quale mozzo si riferissero e restai ad ascoltare..
- mi vengono i brividi solo a nominarlo il suo nome….sapete cosa si dice in giro..vero? diamolo in pasto ai pesci datemi retta Commodoro-
- Marinai, il mozzo Rogers non ha mai saputo niente…e ucciderlo potrebbe essere un errore, potra esserci molto utile un giorno…-
- Quando quelle putride feccie senza onore del Pirata Morgan Rogers arriveranno…se non vorranno che il figlio del loro capitano faccia la fine della madre dovranno arrendersi e dirci dove si trova Lord Blackthorme-
A quelle parole sobbalzai di scatto e feci cadere una cassa…i marinai si accorsero di me…io tentai di scappare…ma venni colpito violentemente al capo e caddi a terra…
Quando mi svegliai mi trovai in una gabbia, all’interno delle stive…il puzzo di pesce era insopportabile e la fame mi stava divorando…dopo un po iniziai a pensare alle parole di prima, e non volevo crederci, mio padre era un lurido pirata…non potevo neanche pensarci..e iniziai a prendere a pugni il muro e ad urlare…
A un certo punto scesero il commodoro e due marinai sghignazzando…io urlai e dissi che ero fedele a Lord British e che mio padre l’avrei ucciso con le mie stesse mani…
Loro si guardarono e scoppiarono in una tetra risata…- tuo padre era troppo idealista anche per noi e non ha retto a un piccolo screzio…, tua madre era una gran bella donna, e dovevi vedere che virtu aveva (sghignazzando) tutta la marina britannica la consoceva di fama…peccato che io non le piacevo e me non si donava neanche per mille denari…e si sa un uomo ferito nel suo orgoglio piu intimo deve trovar vendetta…e tua madre per avermi rifiutato urlo un ultima volta, ma non di piacere si e trattato ( una tetra risata coinvolge i due marinai) ma si, era solo una prostituta, una lurida e sporca prostituta…e tu domani all’alba morirai”
...continua...
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