Tweet
[…] L’uomo non è nient’altro che Creatore e Distruttore di se stesso, il suo volere può spostare montagne, la sua ira può far scorrere fiumi di sangue, il suo amore può rischiarare le più buie tenebre, la sua mente è l’arma più affiliata che possiate mai incontrare […]
Così disse il saggio Amaunator, sacerdote del Mattino.
Città, montagne di pietre accatastate per creare forma, colore, immagine.
Creature senza eguali forgiano qualunque metallo per ricavare strumenti d’ogni genere, dal più semplice cucchiaio, alla più devastane arma.
In un mondo corrotto esistevano nei boschi meridionali alcune invisibile creature che molti credevano solo voci, spiriti, o più semplicemente rumori causati dal vento che accarezzava le dorate foglie degli alberi d’autunno.
Ma come in ogni leggenda, la verità non si fa scudo di menzogna, e come una lacrima sul bagnato, anche questa verità arricchirà la conoscenza dell’uomo.
Sebbene tutto il mondo, girava per volere di quel metallo chiamato oro, in quei boschi a sud vivendo uomini che avevano eletto come ideale la Libertà e non la Ricchezza.
Questi uomini non odiavano la vita, non odiavano l’umanità, ma la rispettavano a tal punto da crearsela da soli senza interferire con gli altri.
Senza gloria ma guidati dalla speranza questi uomini fondarono una piccola città il cui nome è tutt’ora sconosciuto alle orecchie distratte del resto del mondo.
Guerrieri e stregoni, arcieri e bardi, nessuno era un gradino sopra gli altri, tutti coesistevano perché tutti erano un pezzo del quadro finale.
Come nomi incisi nella roccia questi spiriti lotteranno uniti con i nemici della luce, la loro luce, la luce che illumina il sentiero degli uomini, quel bagliore che ogni creatura vuole nei suoi occhi, la stella luminosa che riscalda i cuori dei poeti, quel raggio di sole che ti abbaglia ma ti rende felice, quella fonte incontrollata, incompresa, incontrastata, che nessuno comprende ma tutti hanno nella mente, quella è la luce che gli spiriti proteggeranno, quella luce chiamata Libertà.
Così disse il saggio Amaunator, sacerdote del Mattino.
Città, montagne di pietre accatastate per creare forma, colore, immagine.
Creature senza eguali forgiano qualunque metallo per ricavare strumenti d’ogni genere, dal più semplice cucchiaio, alla più devastane arma.
In un mondo corrotto esistevano nei boschi meridionali alcune invisibile creature che molti credevano solo voci, spiriti, o più semplicemente rumori causati dal vento che accarezzava le dorate foglie degli alberi d’autunno.
Ma come in ogni leggenda, la verità non si fa scudo di menzogna, e come una lacrima sul bagnato, anche questa verità arricchirà la conoscenza dell’uomo.
Sebbene tutto il mondo, girava per volere di quel metallo chiamato oro, in quei boschi a sud vivendo uomini che avevano eletto come ideale la Libertà e non la Ricchezza.
Questi uomini non odiavano la vita, non odiavano l’umanità, ma la rispettavano a tal punto da crearsela da soli senza interferire con gli altri.
Senza gloria ma guidati dalla speranza questi uomini fondarono una piccola città il cui nome è tutt’ora sconosciuto alle orecchie distratte del resto del mondo.
Guerrieri e stregoni, arcieri e bardi, nessuno era un gradino sopra gli altri, tutti coesistevano perché tutti erano un pezzo del quadro finale.
Come nomi incisi nella roccia questi spiriti lotteranno uniti con i nemici della luce, la loro luce, la luce che illumina il sentiero degli uomini, quel bagliore che ogni creatura vuole nei suoi occhi, la stella luminosa che riscalda i cuori dei poeti, quel raggio di sole che ti abbaglia ma ti rende felice, quella fonte incontrollata, incompresa, incontrastata, che nessuno comprende ma tutti hanno nella mente, quella è la luce che gli spiriti proteggeranno, quella luce chiamata Libertà.