Visto che si è parlato solo di Mare, o luoghi di mare, qualcuno di voi quest anno è stato in qualche luogo di montagna?
annuncio
Comprimi
Ancora nessun annuncio.
Himalaya, Tibet (西藏)
Comprimi
X
-
-
Lecito chiederti una "recensione"?"Ci sono alcuni misteri che la mente umana non penetrerà mai. Per convincercene non dobbiamo far altro che gettare un'occhiata alle tavole di numeri primi. Ci accorgeremo che non vi regna né ordine né legge."
Eulero.
Commenta
-
Originariamente inviato da ascotfmh Visualizza il messaggioLecito chiederti una "recensione"?Ramish [Dwarf]Presidente del Club del Gnè Gnè Gnè
Originariamente inviato da LordAladinDottor Spammish!Originariamente inviato da VisionZHIReclutamish
Commenta
-
Dunque, la prima sensazione che si ha, lasciato lo Junnan è che il Tibet è un paese che è cambiato, anche se non ci sei mai stato prima te ne accorgi. Puoi arrivarci in diversi modi, ma credo che uno solo serva davvero a darti l'esperienza del Tibet: viaggiarci dentro per arrivare a Lhasa. Tra gli altipiani dell'Himalaya ovunque ti volti puoi vedere vette e laghi e, se ti fermi a chiedere il nome di un luogo o di un altro, ti sentirai raccontare una leggenda o una storia di guerrieri, monaci o demoni.
In Tibet non è facile arrivarci, serve prima di tutto un visto per la Cina, poi una volta nel Paese di mezzo devi recarti in un'agenzia e chiedere un permesso speciale per entrare in Tibet, niente di impossibile, però comunque è una gran rottura di coglioni se decidi di far tutto da te, roba da impazzire tra la burocrazia e la barriera linguistica. Comunque il percorso che ho fatto io è uno dei più stancanti. il Tibet è stato un viaggio nel viaggio, non sono partito da Roma per andare a Lhasa, ma quando dopo undici ore di treno sono giunto da Beijing fino ai confini del Laos, il richiamo delle vette dell'Himalya è stato troppo forte. Ma dicevamo, il Tibet ti desta emozioni già nelle indicazioni impolverate dei vecchi cartelli blu, nomi come Kailash, il lago sacro sono diversi quando li leggi nei villaggi, piuttosto che sulla LonelyPlanet. Ed è come atterrare sulla Luna, voglio dire la questione politica del Tibet è uno degli argomenti di cui se ne parla di più, ma se ne parla e basta, l'incontro con la realtà ti fa pensare che bisognerebbe discuterne molto più apertamente, tralasciando il Diritto Internazionale, che del resto, dormendo nei villaggi, ti accorgi che quel diritto si è sviluppato davvero molto lontano da qui e poco o nulla ha a che fare con questa gente.
In Tibet, ti rendi conto che questa povertà evidente è un tratto del popolo, è la sua anima. Può sembrare assurdo, ma il Tibet va visto con occhi diversi, occhi che in genere tieni chiusi in altre parti del mondo. In Tibet la realtà è la leggenda, è un territorio fiabesco che i pochi turisti, principalmente radicati nei luoghi principali, non riescono a snaturare.
Ho scattato molte fotografie, ma non per conservarne il ricordo, il Tibet è qualcosa che ricordi a prescindere, certi scenari rimangono vividi e impressi nella memoria per sempre, le ho scattate per una reazione naturale allo stupore e qualcuna pure per ricordare a me stesso di esserci stato davvero, di non averlo sognato.
Il viaggio per arrivare a Lhasa, che poi è stato tutto il mio viaggio in Tibet, richiede una certa preparazione fisica e un po' di spirito di sacrificio. Non puoi arrivare a certe altitudini così, di botto. Ma devi fermarti di volta in volta in un villaggio, abituare i tuoi polmoni e il tuo fisico ad una certa aria e dopodichè ripartire. Gli abitanti del luogo ti guardano come uno strano animale, se decidi di intraprendere questo percorso, spesso ti fermano per strada per rubarti qualche scatto con qualche vecchia macchina fotografica a rullino, spesso e volentieri sei l'unica cosa che interrompe la quotidianità di questa gente.
Tutti sono gentili e ospitali, ti offrono da bere una cosa che sembra grappa, servita in bottiglie di coccio decorate con immagini di demoni, i più benestanti ti offrono addirittura carne di yak, forse la carne più buona che mi sia mai capitato di assaggiare. Ma con lo yak questi ci fanno tutto: il burro, il latte, sia come cibo che per l'illuminazione, candele dall'odore sgradevole che tuttavia profumano le case con l'unico odore che puoi immaginarti in certi posti.
Ti accolgono con sciarpe, generalente bianche, questo dipende da chi sei tu e dal tuo ospite e sempre ti salutano con le sciarpe quando parti, me ne diede addirittura una la nostra guida che ci accompagnò per un tratto lungo il Fiume della Felicità, dove ci siamo fermati a osservare gli aquiloni, deve essere qualcosa come il loro sport nazionale, del resto con quel vento mi è sembrata una cosa logica.
Comunque Lhasa, Lhasa è praticamente una città cinese adesso, la lingua tibetana sembra sparita da questo centro e i turisti, pressochè tutti cinesi, hanno il divieto di scattare foto al Potala, noi per rispetto di questa cultura plurisecolare ci siamo adattati, anche se, in finale, non c'era nessuno a controllarci.
Ora mi rendo conto benissimo che questa non è una vera e propria "recensione", ma è quanto di meglio riesco a fare se penso al Tibet, ho girato mezzo mondo, ma nessun luogo mi ha mai fatto un effetto del genere.
Il Tibet non si può raccontare.
Commenta
-
Originariamente inviato da IlCattivo Visualizza il messaggiofacciamo che rinomino il thread in "Himalaya, Tibet" ? mi date il permesso? Ramish?Ramish [Dwarf]Presidente del Club del Gnè Gnè Gnè
Originariamente inviato da LordAladinDottor Spammish!Originariamente inviato da VisionZHIReclutamish
Commenta
-
Originariamente inviato da KoroshiyaIchi Visualizza il messaggioDunque, la prima sensazione che si ha, lasciato lo Junnan è che il Tibet è un paese che è cambiato, anche se non ci sei mai stato prima te ne accorgi. Puoi arrivarci in diversi modi, ma credo che uno solo serva davvero a darti l'esperienza del Tibet: viaggiarci dentro per arrivare a Lhasa. Tra gli altipiani dell'Himalaya ovunque ti volti puoi vedere vette e laghi e, se ti fermi a chiedere il nome di un luogo o di un altro, ti sentirai raccontare una leggenda o una storia di guerrieri, monaci o demoni.
In Tibet non è facile arrivarci, serve prima di tutto un visto per la Cina, poi una volta nel Paese di mezzo devi recarti in un'agenzia e chiedere un permesso speciale per entrare in Tibet, niente di impossibile, però comunque è una gran rottura di coglioni se decidi di far tutto da te, roba da impazzire tra la burocrazia e la barriera linguistica. Comunque il percorso che ho fatto io è uno dei più stancanti. il Tibet è stato un viaggio nel viaggio, non sono partito da Roma per andare a Lhasa, ma quando dopo undici ore di treno sono giunto da Beijing fino ai confini del Laos, il richiamo delle vette dell'Himalya è stato troppo forte. Ma dicevamo, il Tibet ti desta emozioni già nelle indicazioni impolverate dei vecchi cartelli blu, nomi come Kailash, il lago sacro sono diversi quando li leggi nei villaggi, piuttosto che sulla LonelyPlanet. Ed è come atterrare sulla Luna, voglio dire la questione politica del Tibet è uno degli argomenti di cui se ne parla di più, ma se ne parla e basta, l'incontro con la realtà ti fa pensare che bisognerebbe discuterne molto più apertamente, tralasciando il Diritto Internazionale, che del resto, dormendo nei villaggi, ti accorgi che quel diritto si è sviluppato davvero molto lontano da qui e poco o nulla ha a che fare con questa gente.
In Tibet, ti rendi conto che questa povertà evidente è un tratto del popolo, è la sua anima. Può sembrare assurdo, ma il Tibet va visto con occhi diversi, occhi che in genere tieni chiusi in altre parti del mondo. In Tibet la realtà è la leggenda, è un territorio fiabesco che i pochi turisti, principalmente radicati nei luoghi principali, non riescono a snaturare.
Ho scattato molte fotografie, ma non per conservarne il ricordo, il Tibet è qualcosa che ricordi a prescindere, certi scenari rimangono vividi e impressi nella memoria per sempre, le ho scattate per una reazione naturale allo stupore e qualcuna pure per ricordare a me stesso di esserci stato davvero, di non averlo sognato.
Il viaggio per arrivare a Lhasa, che poi è stato tutto il mio viaggio in Tibet, richiede una certa preparazione fisica e un po' di spirito di sacrificio. Non puoi arrivare a certe altitudini così, di botto. Ma devi fermarti di volta in volta in un villaggio, abituare i tuoi polmoni e il tuo fisico ad una certa aria e dopodichè ripartire. Gli abitanti del luogo ti guardano come uno strano animale, se decidi di intraprendere questo percorso, spesso ti fermano per strada per rubarti qualche scatto con qualche vecchia macchina fotografica a rullino, spesso e volentieri sei l'unica cosa che interrompe la quotidianità di questa gente.
Tutti sono gentili e ospitali, ti offrono da bere una cosa che sembra grappa, servita in bottiglie di coccio decorate con immagini di demoni, i più benestanti ti offrono addirittura carne di yak, forse la carne più buona che mi sia mai capitato di assaggiare. Ma con lo yak questi ci fanno tutto: il burro, il latte, sia come cibo che per l'illuminazione, candele dall'odore sgradevole che tuttavia profumano le case con l'unico odore che puoi immaginarti in certi posti.
Ti accolgono con sciarpe, generalente bianche, questo dipende da chi sei tu e dal tuo ospite e sempre ti salutano con le sciarpe quando parti, me ne diede addirittura una la nostra guida che ci accompagnò per un tratto lungo il Fiume della Felicità, dove ci siamo fermati a osservare gli aquiloni, deve essere qualcosa come il loro sport nazionale, del resto con quel vento mi è sembrata una cosa logica.
Comunque Lhasa, Lhasa è praticamente una città cinese adesso, la lingua tibetana sembra sparita da questo centro e i turisti, pressochè tutti cinesi, hanno il divieto di scattare foto al Potala, noi per rispetto di questa cultura plurisecolare ci siamo adattati, anche se, in finale, non c'era nessuno a controllarci.
Ora mi rendo conto benissimo che questa non è una vera e propria "recensione", ma è quanto di meglio riesco a fare se penso al Tibet, ho girato mezzo mondo, ma nessun luogo mi ha mai fatto un effetto del genere.
Il Tibet non si può raccontare.
Quei luoghi non sono facili da raccontare, soprattutto perchè l'esperienza che si prova è sostanzialmente "indescrivibie".
Comunque, ho capito che il Tibet è un luogo talmente diverso dal nostro mondo, che prima o poi spero di visitareRamish [Dwarf]Presidente del Club del Gnè Gnè Gnè
Originariamente inviato da LordAladinDottor Spammish!Originariamente inviato da VisionZHIReclutamish
Commenta
Commenta