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Questa è la storia di un uomo straordinario capace di offrire il dono di una nuova prospettiva della vita. Nel risanare i corpi sfiancati dal dolore e le anime oppresse dal tormento, Fratel Cosimo, accende la speranza che va oltre l’aldiquà e si innalza verso la percezione di una vita senza fine. Per forza qui si introduce il mistero del miracolo. In quale prospettiva si può oggi parlare di miracoli? Innanzi tutto che cosa è un miracolo? Alfred Lapple scrive che: "I miracoli di Gesù e quelli della storia della fede cristiana sono i segni visibili che dicono: qui è all’opera il dito di Dio! Qui è successo qualcosa che ha a che fare anche con il futuro, con l’eternità!"(1).
Ma torniamo a questa incredibile storia che ci farà conoscere quest’uomo dei miracoli, Cosimo Fragomeni, secondo alcuni l’erede spirituale di padre Pio. Siamo in Calabria, nella provincia di Reggio. Da Placanica, nella Locride, attraverso la statale Jonica 106, si arriva alla piccola frazione di S. Domenica. La strada è tortuosa, difficile, con curve a gomito che si arrampicano attraverso un paesaggio spoglio, se non fosse per i pochi ulivi. E' la strada del dolore che percorrono, periodicamente, migliaia di malati nel corpo e nell'anima, che vengono da tutt'Italia. Gente disperata che cerca di porre fine a una sofferenza terribile, quella che annienta giorno dopo giorno e contro la quale la scienza degli uomini non può nulla. Tanti di questi disgraziati cercano e spessissimo trovano quella trasformazione radicale della loro vita che coincide con la guarigione.
Ecco finalmente Santa Domenica. E' un cartello ad avvisare. Di lato all'iscrizione, ancora pochi metri più avanti, un'altra insegna indica: "Santa Domenica - La Madonna dello Scoglio". Nella piazzetta si scorge un muro tappezzato di quadretti di marmo che raccontano le grazie impossibili ricevute da tanti ammalati. Poco più avanti, un'enorme pietra scavata in alto, sito dell'apparizione a Cosimo della Madonna, che ospita in quella cavità una piccola statua della Vergine. La cappella, proprio accanto, dove si stringono i pellegrini, è adornata da un grande quadro della Madonna, dipinta proprio come apparve a Fratel Cosimo il 13 maggio del 1968. Lì, ogni mercoledì e sabato, si affollano centinaia di sofferenti desiderosi solo di incontrare Fratel Cosimo. Ognuno di loro ha due o tre minuti al massimo per raccontare il suo dolore e per ricevere, sempre, parole di conforto e spessissimo qualcosa di impossibile, ma nulla è impossibile per chi ha fede.
Ma chi è Frate Cosimo? All'anagrafe Cosimo Fragomeni nasce il 27 gennaio 1950, figlio di Ilario e Maria Mazzà poveri contadini. Da ragazzo, non ha ancora undici anni, porta le pecore a pascolare e in quei luoghi solitari hanno inizio le prime apparizioni della Vergine. I problemi economici della famiglia lo hanno costretto, dodicenne, a lasciare la scuola. Del povero e solitario ragazzino ciò che colpisce finanche gli stessi genitori, è il suo pregare continuo, spontaneo, appassionato. Al parroco, don Rocco Gregorace, Cosimo, a luglio del 1968, consegna una lettera in cui racconta il suo incontro col soprannaturale. Ecco cosa dice la lettera:
"Le preghiere che da ragazzo sempre offrivo alla Madonna mi facevano crescere di giorno in giorno sempre di più nella fede e nella preghiera, suscitandomi nell'animo un grande desiderio di farmi santo, corrispondendo in tutto e per tutto al volere del Signore e della Madonna. Una voce mi mormorava in fondo all'anima di comprarmi una coroncina del rosario. Giorno 11 luglio 1968 compro la coroncina dalla sorella dell'Arciprete di Placanica e, la sera dello stesso, solo in una stanzetta, mi inginocchio e inizio con grande fervore il primo rosario alla Madonna. E mentre stavo pregando vedo una luce abbagliante davanti a me e alla vista di quella luce che non sapevo che cosa fosse, mi son preso da timore e spavento.
"Stringevo la corona forte al petto e con voce tremante invocai la Madonna dicendo: -Madonna mia! - Subito dopo in quella luce meravigliosa è apparsa una dolce figura di una bellissima giovane, vestita di bianco e avvolta da una nuvola bianca, con le mani giunte, dalle quali pendeva una luccicante corona e cinta ai fianchi da una fascia celeste. Il volto brillava di un immenso candore di serenità, mi sorride e poi mi parla con una voce tanto cara dicendomi: - figlio non temere io sono Maria quella che tu ami tanto, la mamma del buon Gesù, vuoi offrirti al Signore e appartenere alla Celeste Schiera delle anime predilette da me? -. Io dopo un attimo sospirando di gioia le dissi: -si lo voglio -.
"Qui la Madonna alza gli occhi in alto poi li abbassa mestamente e continua a parlarmi dicendomi: - prega molto, accetta e sopporta con amore ciò che mio Figlio vorrà mandarti per la salvezza di tanti peccatori. Ogni primo sabato del mese fa un'ora di preghiera notturna dalle 23 alle 24 in onore del mio cuore immacolato con l'intenzione di offrirmi riparazioni per i peccatori -. Mi sorride di nuovo alza la mano destra verso di me in segno di benedizione, pronunciando alcune parole che io non ho udito, muovendo leggermente le labbra che erano di colore roseo. Qui giunge le mani e scompare in quella stessa luce da cui era avvolta. Dopo di allora una fiamma si accese nella mia anima che mai si spegnerà e sempre più mi sentivo arso da una sete di preghiera. La recita della corona che ho appreso in tale giorno per qualunque motivo mai sò più lasciare"(2).
Per l'esterefatto giovane fu tutto un succedersi di eventi e fatti indescrivibili, soprannaturali. Percezione del soprannaturale, estasi, turbamento, gioia ineffabile, questi furono i sentimenti che, anche nel corso delle successive apparizioni, sentì agitarsi nel suo animo. Nel 1976 a maggio scrisse ancora al suo parroco di un altro incontro con la Vergine che lo aveva molto turbato:
"Primo sabato, erano le otto di sera ed io dopo aver molto pregato e scongiurato l'immensa misericordia del Signore con l'intima voce dell'anima che il mio cuore mi suggeriva per ottenere la conversione di tanti fratelli peccatori, avendo in mano la coroncina, stavo per incominciare il mio Rosario innamorato alla Vergine Immacolata quando, appena fattomi segno di incominciare la corona, mi vedo abbagliato da un grande faro di luce così vivida e splendente che sembrava un sole coronato da tantissimi raggi d'oro, nel cui sole apparve un cielo arcato di nuvole candide e in mezzo ad esse apparve la Madonna che portava in mano un foglio bianco piegato in due.
"Lo aprì e lo rivolse verso di me tenendolo con la destra e col dito della sinistra mi indicava quel foglio sul quale c'erano scritte le seguenti parole di maiuscolo carattere e di facile leggibilità. In cima al foglio c'era impressa una croce rossa come di sangue, alla base di essa alcune parole scritte dicevano: - Gesù tutto amore è molto offeso... I popoli inferociti dalla superbia oltraggiono il Suo nome... Le sue piaghe sanguinano... Figli miei lasciate il peccato e ravvedetevi, umiliatevi, chiedete perdono del male già fatto. Se volete che le vostre anime siano salve, supplicate con vera fede l'eterno Dio e Lui vi darà a tutti il perdono e la salvezza. Preghiera... Eucarestia... Penitenza... -.
"...stavo come assorto in raccoglimento, manifestando un atteggiamento di dolore, poi Lei piegò il foglio che teneva in mano e se lo pose sul petto tenendolo sotto le mani poste una sull'altra come incrociate e dopo mi parlò dicendomi: - Figlio mio satana nel mondo cristiano continua a seminare zizzania e a suscitare odio tra gli uomini che facilmente si lasciano ingannare. Il mondo è pieno di malvagità e di delinquenza, il male avanza sempre di più e l'ira di Dio si avvicina. Figliuolo ti chiedo di darmi tanta gioia in questo mese di maggio con la tua incessante preghiera, che offrirai con grande amore al mio cuore immacolato per il trionfo e la gloria della Santa Chiesa. Prega per il Papa, per i vescovi e i sacerdoti -. La Madonna finì di parlare si fermò ancora per un attimo, mi diede un sorriso e sparì"(3).
Il mondo è perturbato, il male e il peccato seducono le genti della Terra e come scrive Sergio Quinzio: "i veri credenti sono, infatti, realmente i nemici del mondo, i negatori delle sue mondanamente ragionevoli ragioni: come la logica del potere mondano è nemica della fede, così la logica della fede è antimondana anche se non si esercita clamorosamente come tale in ogni istante. (...). In realtà è una lotta all'ultimo sangue tra cristianesimo e mondo..."(4).
Cosimo sul luogo delle apparizioni, col tempo, farà porre una statua in marmo della Vergine e, lì vicino, si adopererà freneticamente per far costruire la chiesetta. Ecco per sommi capi la giovinezza di Fratel Cosimo e la sua esperienza col sacro. Quest'uomo, terziario francescano, che in un'ora riesce a ricevere e consolare più di cento persone allibite, sa già tutto delle loro tragedie, dei loro dolori. Vede, infatti, nel corpo e nell'anima di chi gli sta innanzi e conosce gli organi ammalati e risponde, non di rado, senza che il malato abbia profferito, verbalmente, alcuna domanda.
Quest'uomo coi carismi della guarigione, della conoscenza profetica ispirata, che lo porta a parlare lingue che non conosce, che libera i posseduti dal maligno è stato più volte paragonato a Padre Pio. Di lui si è anche detto che ha la stessa forza di mons. Milingo e il carisma di padre Tardiff. Questo è l’uomo dei miracoli che parla con parole vive, di fuoco, che rendono malleabile il più duro metallo.
Questa è la storia di un uomo straordinario capace di offrire il dono di una nuova prospettiva della vita. Nel risanare i corpi sfiancati dal dolore e le anime oppresse dal tormento, Fratel Cosimo, accende la speranza che va oltre l’aldiquà e si innalza verso la percezione di una vita senza fine. Per forza qui si introduce il mistero del miracolo. In quale prospettiva si può oggi parlare di miracoli? Innanzi tutto che cosa è un miracolo? Alfred Lapple scrive che: "I miracoli di Gesù e quelli della storia della fede cristiana sono i segni visibili che dicono: qui è all’opera il dito di Dio! Qui è successo qualcosa che ha a che fare anche con il futuro, con l’eternità!"(1).
Ma torniamo a questa incredibile storia che ci farà conoscere quest’uomo dei miracoli, Cosimo Fragomeni, secondo alcuni l’erede spirituale di padre Pio. Siamo in Calabria, nella provincia di Reggio. Da Placanica, nella Locride, attraverso la statale Jonica 106, si arriva alla piccola frazione di S. Domenica. La strada è tortuosa, difficile, con curve a gomito che si arrampicano attraverso un paesaggio spoglio, se non fosse per i pochi ulivi. E' la strada del dolore che percorrono, periodicamente, migliaia di malati nel corpo e nell'anima, che vengono da tutt'Italia. Gente disperata che cerca di porre fine a una sofferenza terribile, quella che annienta giorno dopo giorno e contro la quale la scienza degli uomini non può nulla. Tanti di questi disgraziati cercano e spessissimo trovano quella trasformazione radicale della loro vita che coincide con la guarigione.
Ecco finalmente Santa Domenica. E' un cartello ad avvisare. Di lato all'iscrizione, ancora pochi metri più avanti, un'altra insegna indica: "Santa Domenica - La Madonna dello Scoglio". Nella piazzetta si scorge un muro tappezzato di quadretti di marmo che raccontano le grazie impossibili ricevute da tanti ammalati. Poco più avanti, un'enorme pietra scavata in alto, sito dell'apparizione a Cosimo della Madonna, che ospita in quella cavità una piccola statua della Vergine. La cappella, proprio accanto, dove si stringono i pellegrini, è adornata da un grande quadro della Madonna, dipinta proprio come apparve a Fratel Cosimo il 13 maggio del 1968. Lì, ogni mercoledì e sabato, si affollano centinaia di sofferenti desiderosi solo di incontrare Fratel Cosimo. Ognuno di loro ha due o tre minuti al massimo per raccontare il suo dolore e per ricevere, sempre, parole di conforto e spessissimo qualcosa di impossibile, ma nulla è impossibile per chi ha fede.
Ma chi è Frate Cosimo? All'anagrafe Cosimo Fragomeni nasce il 27 gennaio 1950, figlio di Ilario e Maria Mazzà poveri contadini. Da ragazzo, non ha ancora undici anni, porta le pecore a pascolare e in quei luoghi solitari hanno inizio le prime apparizioni della Vergine. I problemi economici della famiglia lo hanno costretto, dodicenne, a lasciare la scuola. Del povero e solitario ragazzino ciò che colpisce finanche gli stessi genitori, è il suo pregare continuo, spontaneo, appassionato. Al parroco, don Rocco Gregorace, Cosimo, a luglio del 1968, consegna una lettera in cui racconta il suo incontro col soprannaturale. Ecco cosa dice la lettera:
"Le preghiere che da ragazzo sempre offrivo alla Madonna mi facevano crescere di giorno in giorno sempre di più nella fede e nella preghiera, suscitandomi nell'animo un grande desiderio di farmi santo, corrispondendo in tutto e per tutto al volere del Signore e della Madonna. Una voce mi mormorava in fondo all'anima di comprarmi una coroncina del rosario. Giorno 11 luglio 1968 compro la coroncina dalla sorella dell'Arciprete di Placanica e, la sera dello stesso, solo in una stanzetta, mi inginocchio e inizio con grande fervore il primo rosario alla Madonna. E mentre stavo pregando vedo una luce abbagliante davanti a me e alla vista di quella luce che non sapevo che cosa fosse, mi son preso da timore e spavento.
"Stringevo la corona forte al petto e con voce tremante invocai la Madonna dicendo: -Madonna mia! - Subito dopo in quella luce meravigliosa è apparsa una dolce figura di una bellissima giovane, vestita di bianco e avvolta da una nuvola bianca, con le mani giunte, dalle quali pendeva una luccicante corona e cinta ai fianchi da una fascia celeste. Il volto brillava di un immenso candore di serenità, mi sorride e poi mi parla con una voce tanto cara dicendomi: - figlio non temere io sono Maria quella che tu ami tanto, la mamma del buon Gesù, vuoi offrirti al Signore e appartenere alla Celeste Schiera delle anime predilette da me? -. Io dopo un attimo sospirando di gioia le dissi: -si lo voglio -.
"Qui la Madonna alza gli occhi in alto poi li abbassa mestamente e continua a parlarmi dicendomi: - prega molto, accetta e sopporta con amore ciò che mio Figlio vorrà mandarti per la salvezza di tanti peccatori. Ogni primo sabato del mese fa un'ora di preghiera notturna dalle 23 alle 24 in onore del mio cuore immacolato con l'intenzione di offrirmi riparazioni per i peccatori -. Mi sorride di nuovo alza la mano destra verso di me in segno di benedizione, pronunciando alcune parole che io non ho udito, muovendo leggermente le labbra che erano di colore roseo. Qui giunge le mani e scompare in quella stessa luce da cui era avvolta. Dopo di allora una fiamma si accese nella mia anima che mai si spegnerà e sempre più mi sentivo arso da una sete di preghiera. La recita della corona che ho appreso in tale giorno per qualunque motivo mai sò più lasciare"(2).
Per l'esterefatto giovane fu tutto un succedersi di eventi e fatti indescrivibili, soprannaturali. Percezione del soprannaturale, estasi, turbamento, gioia ineffabile, questi furono i sentimenti che, anche nel corso delle successive apparizioni, sentì agitarsi nel suo animo. Nel 1976 a maggio scrisse ancora al suo parroco di un altro incontro con la Vergine che lo aveva molto turbato:
"Primo sabato, erano le otto di sera ed io dopo aver molto pregato e scongiurato l'immensa misericordia del Signore con l'intima voce dell'anima che il mio cuore mi suggeriva per ottenere la conversione di tanti fratelli peccatori, avendo in mano la coroncina, stavo per incominciare il mio Rosario innamorato alla Vergine Immacolata quando, appena fattomi segno di incominciare la corona, mi vedo abbagliato da un grande faro di luce così vivida e splendente che sembrava un sole coronato da tantissimi raggi d'oro, nel cui sole apparve un cielo arcato di nuvole candide e in mezzo ad esse apparve la Madonna che portava in mano un foglio bianco piegato in due.
"Lo aprì e lo rivolse verso di me tenendolo con la destra e col dito della sinistra mi indicava quel foglio sul quale c'erano scritte le seguenti parole di maiuscolo carattere e di facile leggibilità. In cima al foglio c'era impressa una croce rossa come di sangue, alla base di essa alcune parole scritte dicevano: - Gesù tutto amore è molto offeso... I popoli inferociti dalla superbia oltraggiono il Suo nome... Le sue piaghe sanguinano... Figli miei lasciate il peccato e ravvedetevi, umiliatevi, chiedete perdono del male già fatto. Se volete che le vostre anime siano salve, supplicate con vera fede l'eterno Dio e Lui vi darà a tutti il perdono e la salvezza. Preghiera... Eucarestia... Penitenza... -.
"...stavo come assorto in raccoglimento, manifestando un atteggiamento di dolore, poi Lei piegò il foglio che teneva in mano e se lo pose sul petto tenendolo sotto le mani poste una sull'altra come incrociate e dopo mi parlò dicendomi: - Figlio mio satana nel mondo cristiano continua a seminare zizzania e a suscitare odio tra gli uomini che facilmente si lasciano ingannare. Il mondo è pieno di malvagità e di delinquenza, il male avanza sempre di più e l'ira di Dio si avvicina. Figliuolo ti chiedo di darmi tanta gioia in questo mese di maggio con la tua incessante preghiera, che offrirai con grande amore al mio cuore immacolato per il trionfo e la gloria della Santa Chiesa. Prega per il Papa, per i vescovi e i sacerdoti -. La Madonna finì di parlare si fermò ancora per un attimo, mi diede un sorriso e sparì"(3).
Il mondo è perturbato, il male e il peccato seducono le genti della Terra e come scrive Sergio Quinzio: "i veri credenti sono, infatti, realmente i nemici del mondo, i negatori delle sue mondanamente ragionevoli ragioni: come la logica del potere mondano è nemica della fede, così la logica della fede è antimondana anche se non si esercita clamorosamente come tale in ogni istante. (...). In realtà è una lotta all'ultimo sangue tra cristianesimo e mondo..."(4).
Cosimo sul luogo delle apparizioni, col tempo, farà porre una statua in marmo della Vergine e, lì vicino, si adopererà freneticamente per far costruire la chiesetta. Ecco per sommi capi la giovinezza di Fratel Cosimo e la sua esperienza col sacro. Quest'uomo, terziario francescano, che in un'ora riesce a ricevere e consolare più di cento persone allibite, sa già tutto delle loro tragedie, dei loro dolori. Vede, infatti, nel corpo e nell'anima di chi gli sta innanzi e conosce gli organi ammalati e risponde, non di rado, senza che il malato abbia profferito, verbalmente, alcuna domanda.
Quest'uomo coi carismi della guarigione, della conoscenza profetica ispirata, che lo porta a parlare lingue che non conosce, che libera i posseduti dal maligno è stato più volte paragonato a Padre Pio. Di lui si è anche detto che ha la stessa forza di mons. Milingo e il carisma di padre Tardiff. Questo è l’uomo dei miracoli che parla con parole vive, di fuoco, che rendono malleabile il più duro metallo.
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