Narrare la storia del Santo Graal è un po’ come ripercorrere la storia dell’uomo, con i suoi miti e le sue leggende, con i suoi culti e le sue usanze. Forse è proprio questa figura, al tempo stesso leggendaria e storica, a riunire in un unico filone, storie che tra loro sembrerebbero ben distanti: si parte dalla Roma antica per arrivare ai giorni nostri. E le domande che ci si è sempre posto sono rimaste pressappoco le stesse: cos’è il Santo Graal? Ma soprattutto: dove si trova oggi?
Le diverse concezioni del Graal
Prima di iniziare il viaggio nello spazio e nel tempo, è doveroso fare una premessa: l’origine del termine “Graal” si fa risalire al termine latino Gradalis, che vuol dire scudella lata et aliquantun profunda, cioè una scodella o un vaso: questi oggetti nella mitologia classica simboleggiavano il potere benefico delle forze superiori… basta pensare alla Cornucopia dei Greci e dei Romani. Ma cos’è fisicamente il Graal?
Il primo a nominarlo fu Chretien de Troyes nella sua opera “Perceval le Gallois ou le Compte du Graal” nel 1190: viene visto come una coppa, ma non ci sono riferimenti di un suo legame con Gesù.
Solamente nel 1202 Robert de Baron nella sua opera Joseph d’Arimathie legherà in maniera indissolubile il Graal con il calice dell’Ultima Cena, nel quale in seguito Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Gesù crocifisso.
Verso il XIII secolo, la sua concezione muta radicalmente: il Graal viene addirittura associato ad un libro che scrisse Gesù stesso e che poteva essere letto solamente da qualcuno eletto da Dio. Questo perché le verità scritte se narrate agli uomini potevano sconvolgere i quattro elementi e scatenare un terribile potere!
Intorno al 1210 si assiste ad una nuova rivisitazione del Graal: il tedesco Wolfram Von Eschenbach nella sua opera Parzifal lo descrive come una pietra purissima, chiamata lapis exillis: il suo potere era tale che “se un uomo continuasse a guardarla per duecento anni, il suo aspetto non cambierebbe: forse solo i suoi capelli diverrebbero grigi”. Leggendo questo incredibile potere si è pensato che il termine "lapis exillis" derivasse dal latino lapis ex coelis, cioè “pietra caduta dal cielo”.
In seguito, però, la definitiva concezione del Santo Graal fu proprio quella che lo descriveva come il calice dove Gesù bevve durante l’Ultima Cena e dove in seguito venne raccolto il suo sangue dopo la crocifissione.
Il Graal nella leggenda
Ma adesso il dilemma è: come mai il Graal si ritrova proprio in Inghilterra? Perché la sua presenza è così continua nelle vicende legate al mitico Re Artù? Si narra che Gesù soggiornò per un breve periodo in Cornovaglia e qui ricevette in dono da un potente Druido convertito al Cristianesimo una coppa rituale che divenne per Lui un oggetto molto prezioso. Dopo la Crocifissione, Giuseppe d’Arimatea volle riportarla a colui che l’aveva regalata. Ebbene: questo Druido non era altro che Merlino, che diventa così il collegamento tra la cultura cristiana e quella celtica!
Giuseppe, però, una volta arrivato in Inghilterra, affidò il calice ad un guardiano di nome Hebron, o Bron, parente stretto di Parsifal. Ecco che comincia l’intreccio tra i personaggi che sulla leggenda del Santo Graal costruiscono la loro intera esistenza.
Dopo secoli, però, di Hebron si perdono le tracce, così come del Santo Graal, e sulla Britannia si scatena una terribile maledizione, chiamata dai Celti Wasteland. L’unico modo per porle fine, secondo Merlino, è quello di recuperare il Graal: Re Artù, allora, incarica il più meritevole dei suoi cavalieri di trovarlo: il prescelto è Parsifal.
Questo eroe, dopo mille peripezie, riesce a trovare il mitico Castello del Graal, Corbenic, e giunge finalmente alla sua meta. Ma, secondo la leggenda, troppa è la sua precipitazione che non si pone neanche la domanda di cosa è realmente il Graal e qual è il suo vero potere: a causa di questo la sacra coppa viene nuovamente perduta.
Parsifal allora, dopo alcuni anni passati in meditazione, riprende la ricerca e riesce nuovamente a trovarla. Questa volta però non commette gli errori precedenti e riesce a portare ad Artù il Graal, mettendo fine al Wasteland.
Molto tempo dopo, in seguito alla morte di Artù e alla successiva scomparsa di Merlino nella sua tomba di cristallo, il Graal nel 540 viene portato in Medio Oriente dove se ne perdono le tracce: solo intorno al XII secolo se ne ricomincia a parlare associando la sua esistenza a quella dell’ordine dei Cavalieri Templari.
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