Con i suoi 2.100 chilometri quadrati di superficie, pari a metà Molise, il vulcano Marsili, al largo delle coste siciliane e calabresi, è tra i più estesi d’Europa. Impossibile prevedere quando succederà ma di certo, soltanto il fatto che il rischio è concreto, le conseguenze potrebbero essere devastanti e interesserebbero le coste di Sicilia, Calabria e Campania.
Ciclicamente si torna a parlare di un suo possibile risveglio, che potrebbe provocare uno tsunami nel mar Tirreno. Qualche scienziato ha anche ipotizzato, in modo fantasioso e azzardato, che l’eruzione del Marsili possa essere una delle cause della fine del mondo prevista dai Maya per il 2012.
Gli esperti, quelli veri, concordano nell’affermare che il vulcano, così come il vicino vulcano Valivov, sia attivo e dunque potenzialmente pericoloso. Il fatto sarebbe confermato da un recente studio del Cnr, iniziato nel febbraio del 2010, che ha evidenziato l’instabilità delle pareti del monte sotterraneo. Poiché tuttavia episodi di questo genere sono imprevedibili, la scienza non può fare molto, oltre a formulare ipotesi di tipo probabilistico. Quello che preoccupa maggiormente è la comparsa di numerosi crateri secondari, fenomeno diffuso – sempre parlando percentualmente – prima di un’eruzione.
Se davvero Marsili dovesse svegliarsi, i danni sarebbero incalcolabili. La fuoriuscita del magma e le frane lungo le pendici del vulcano potrebbero produrre uno smottamento tale da creare onde della velocità minima di 500 chilometri orari che in pochi minuti raggiungerebbero le coste tirreniche: i litorali delle isole Eolie in primis, ma anche quelli di Sicilia, Calabria e Campania.
Proprio le Eolie sono state vittime, in un passato non troppo lontano, di un maremoto, seppur di dimensioni relativamente ridotte. Era il 30 dicembre 2002 quando dallo Stromboli si staccò, in seguito a un terremoto di origine vulcanica, una parte della Sciara del Fuoco. La frana sottomarina provocò un’onda anomala che ferì lievemente tre persone. Se fosse successo in estate, il bilancio probabilmente non sarebbe stato così clemente.
Nell’area di Marsili, tra Sicilia e Calabria, ci sono stati ben 23 tsunami nei secoli. Forse prima di chiedersi cosa succederebbe in caso di risveglio del vulcano, occorrerebbe attrezzarsi meglio dal punto di vista della prevenzione. Per il Marsili, infatti, non esiste nemmeno una struttura di monitoraggio che permetta di verificare in tempo reale i movimenti del vulcano.
a cura di Stefano Amato
fonte: http://scienze.befan.it/
Ciclicamente si torna a parlare di un suo possibile risveglio, che potrebbe provocare uno tsunami nel mar Tirreno. Qualche scienziato ha anche ipotizzato, in modo fantasioso e azzardato, che l’eruzione del Marsili possa essere una delle cause della fine del mondo prevista dai Maya per il 2012.
Gli esperti, quelli veri, concordano nell’affermare che il vulcano, così come il vicino vulcano Valivov, sia attivo e dunque potenzialmente pericoloso. Il fatto sarebbe confermato da un recente studio del Cnr, iniziato nel febbraio del 2010, che ha evidenziato l’instabilità delle pareti del monte sotterraneo. Poiché tuttavia episodi di questo genere sono imprevedibili, la scienza non può fare molto, oltre a formulare ipotesi di tipo probabilistico. Quello che preoccupa maggiormente è la comparsa di numerosi crateri secondari, fenomeno diffuso – sempre parlando percentualmente – prima di un’eruzione.
Se davvero Marsili dovesse svegliarsi, i danni sarebbero incalcolabili. La fuoriuscita del magma e le frane lungo le pendici del vulcano potrebbero produrre uno smottamento tale da creare onde della velocità minima di 500 chilometri orari che in pochi minuti raggiungerebbero le coste tirreniche: i litorali delle isole Eolie in primis, ma anche quelli di Sicilia, Calabria e Campania.
Proprio le Eolie sono state vittime, in un passato non troppo lontano, di un maremoto, seppur di dimensioni relativamente ridotte. Era il 30 dicembre 2002 quando dallo Stromboli si staccò, in seguito a un terremoto di origine vulcanica, una parte della Sciara del Fuoco. La frana sottomarina provocò un’onda anomala che ferì lievemente tre persone. Se fosse successo in estate, il bilancio probabilmente non sarebbe stato così clemente.
Nell’area di Marsili, tra Sicilia e Calabria, ci sono stati ben 23 tsunami nei secoli. Forse prima di chiedersi cosa succederebbe in caso di risveglio del vulcano, occorrerebbe attrezzarsi meglio dal punto di vista della prevenzione. Per il Marsili, infatti, non esiste nemmeno una struttura di monitoraggio che permetta di verificare in tempo reale i movimenti del vulcano.
a cura di Stefano Amato
fonte: http://scienze.befan.it/
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