L'universo è decisamente vecchio
13.7 miliardi di anni, si stima. Un'età ragguardevole. Da quel lontano Big Bang dal quale tutto ebbe inizio. Ma come si calcola l'età dell'universo? Gli astronomi spiegano come ciò sia possibile misurando lacomposizione della materia e la densità dell'energia nell'universo. Questo li ha aiutati a determinare in quanto tempo si sia espanso. Il periodo che intercorre tra l'esplosione primordiale e il presente dichiara l'età effettiva del nostro universo.
L'universo va ingrandendosi
Erano gli anni '20 quando Edwin Hubble scoprì che l'universo non è statico. Era opinione comune, infatti, che la gravità della materia ne avrebbe rallentato l'espansione.
Nel 1988, l'Hubble Space Telescope analizzò alcune supernova molto distanti. Si poté quindi concludere che l'universo, in passato, si stava espandendo più lentamente di quanto non lo stia facendo oggi. Questa scoperta portò a credere che fosse l'energia oscura ad accelerarne l'espansione. Le dinamiche di come questa forza agisca costituisce oggi uno dei più grandi enigmi ancora irrisolti.
L'accelerazione dell'universo
Nel 1998, due astronomi annunciarono che l'universo non solo andava espandendosi, ma stava anche accelerando. Come fare per determinarlo? Più una galassia è lontana dalla Terra, più velocemente si muoverà. Anche Albert Einstein e la sua teoria della relatività confermarono tale assunto. Nel 2011, tre scienziati vinsero il Nobel per la Fisica per aver scoperto, nel 1998, l'accelerazione dell'universo.
L'universo è piatto?
Si determinerebbe la forma dell'universo grazie alla forza della gravità e la velocità dell'espansione. Se la densità eccede in alcuni valori, l'universo si definisce "chiuso", come una sfera. Ciò implica che l'universo non abbia una fine. Se, al contrario, la densità non oltrepassa i valori critici di densità, la forma dell'universo è "aperta". In questo caso, non ci sarebbero limiti o confini e continuerà ad espandersi per sempre. Tuttavia, se i valori sono perfettamente uguali, la geometria dell'universo può dirsi "piatta". In questo caso, la velocità dell'espansione si avvicinerà allo zero dopo un certo quantitativo di tempo.
L'universo è colmo di oggetti invisibili
L'universo con tutta probabilità è colmo di oggetti che non possono essere visti. Le stelle, ipianeti e le galassie oggi note costituiscono solo il 4 per cento dell'universo. Il restante 96 per cento è costituito da oggetti invisibili. Si tratterebbe dell'energia oscura e della materia oscura. Non sono state identificate, ma gli astronomi basano la loro esistenza sull'influenza gravitazionale che entrambe esercitano sulla materia nota, ossia quella che può essere vista.
L'eco della nascita dell'universo
Il Big Bang risuona nell'universo grazie alle eco delle microonde cosmiche. La missione Planck dell'Esa ha mappato il cielo in microonde che potessero rivelare come sia iniziato l'universo. Le osservazioni sono quanto di più preciso si abbia in relazione alla sua nascita. Gli scienziati sono fiduciosi che, grazie a tali misurazioni, si potrà giungere a rispondere ad una serie di domande rimaste ancora sospese, tra le quali cosa successe immediatamente dopo che l'universo si formò.
Potrebbero esserci più universi
Forse non viviamo in un universo, bensì in un multiverso. Il nostro sarebbe solo uno dei tanti universi che suggerirebbe come dopo il Big Bang lo spazio-tempo si sia espanso a velocità diverse. Tuttavia il punto è molto controverso ed è puramente teorico. I ricercatori hanno scandagliato il background cosmico in cerca di segni evidenti di collisioni, ma senza risultato. Se due universi si fossero scontrati, l'impatto avrebbe avrebbe lasciato uno schema circolare nel contesto cosmico.