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UFO e Misteri

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  • #2
    LA PIRAMIDE DI CHEOPE



    La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più grande piramide egizia e la più famosa piramide del mondo. È la più grande delle tre piramidi della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a.C., è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni.
    Si presume sia stata eretta da Cheope (Horo Medjedu) della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre. All'interno, come per molte altre sepolture reali dell'antico Egitto, saccheggiate dai violatori di tombe già nell'antichità, non è stata trovata alcuna sepoltura e ciò ha fatto nascere un buon numero di teorie, fino ad oggi prive di reale fondamento, sul fatto che le piramidi non siano monumenti funebri. L'attribuzione della grande piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici con i dati storici disponibili, costituiti dai libri dello storico greco Erodoto.

    ETA' E POSIZIONE
    La data probabile del suo completamento è il 2570 a.C. È la più antica delle tre grandi piramidi nella necropoli di Giza, alla periferia del Cairo, in Egitto.
    Poche centinaia di metri a sud-ovest dalla Piramide di Cheope sorge la piramide attribuita al suo successore Chefren, che costruì anche la Sfinge. Ancora a poche centinaia di metri a sud-ovest è la piramide di Micerino, successore di Chefren, alta circa la metà delle due maggiori. La piramide di Chefren appare più alta in alcune foto, ma solo perché è costruita su un terreno più elevato.

    COSTRUZIONE
    Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 metri (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della piramide di Chefren, alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di pietra calcarea che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di erosione naturale, che alla rimozione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre.
    La base della piramide copre oltre 5 ettari di superficie, formando un quadrato di circa 230,34 metri per lato. L'accuratezza dell'opera è tale che i quattro lati della base presentano un errore medio di soli 1,52 cm in lunghezza e di 12" di angolo rispetto ad un quadrato perfetto. I lati del quadrato sono allineati quasi perfettamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest. I lati della piramide salgono ad un angolo di 51º 50' 35".
    Il rapporto tra l'altezza e il lato della base quadrata della piramide di Cheope coincide, con buona approssimazione, alla Sectio Aurea che governa anche la stele del Re Get. Questa proporzione dell'armonia, o numero aureo Fi fu usata da Fidia per progettare il Partenone dell' Acropoli di Atene. Lo studioso Osvaldo Rea dimostra attraverso prove documentali che questa proporzione dell'armonia si riscontra anche nella visione aerea dell’intera Acropoli di Aletrium, nel Lazio, cosi come nelle proporzioni della Porta Maggiore e della porta minore dell’Acropoli. Si osserva, inoltre, che il valore ottenuto dal rapporto tra il perimetro di base (circa 921,4 m) della piramide ed il doppio dell'altezza della stessa (circa 146,6 m * 2 = 293,2 m), approssima, con buona precisione, il valore del Pi Greco. Risulta sorprendente, infine, che la lunghezza del perimetro della piramide espresso in pollici sia all'incirca pari a 36524, ovvero cento volte il valore 365,24, corrispondente alla durata, espressa in giorni, dell'anno solare.
    Per la costruzione del solo rivestimento esterno della Grande Piramide sono state scelte pietre di calcare, basalto e granito, pesanti ognuna dalle 2 alle 4 tonnellate, mentre la parte interna, denominata Zed è costituita di monoliti in granito pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate, per un peso totale che si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2 600 000 m³ . È quindi la più voluminosa piramide d'Egitto (ma non del mondo, dato che la piramide di Cholula, in Messico è più grande). Nell'epoca immediatamente successiva alla costruzione, la piramide era rivestita esternamente di bianche pietre di calcare, lucide e molto lisce, incise con antichi caratteri, precipitate al suolo a causa di un violento terremoto nel 1301 a.C.; la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione di El Kaherah (Il Cairo), inoltre il pyramidion d’oro, che era situato sulla sommità, sotto i raggi del sole doveva risplendere come una gemma gigantesca. Sono stati utilizzati circa centomila uomini che hanno lavorato per circa venti anni.
    La piramide di Cheope si distingue dalle altre per la sua posizione geografica, ma anche per il grande numero di passaggi e alloggiamenti, per la rifinitura dei lavori interni e la precisione di costruzione. Il 18 settembre 2002, alcuni archeologi cercarono, utilizzando un robot radiocomandato, di scoprire il percorso di uno di questi misteriosi passaggi, ma una volta forata la prima lastra, che ostacolava il passaggio, e fatta entrare la microcamera, ci si accorse che ce n'era subito un'altra.

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    • #3
      SEZIONE DELLA PIRAMIDE DI CHEOPE



      DATI PRINCIPALI
      Altezza totale iniziale = 147,61 m
      Altezza odierna = 136,86 m
      Base 230,38 × 230,38 = 53.074,94 m2
      Angolo basale = 52º 50' 35"

      STRUTTURA INTERNA

      Ingresso
      L'ingresso originale della Grande Piramide si trovava a 17 metri dal suolo, a 7,29 metri dalla linea mediana della struttura. Dall'entrata originale si dirama un passaggio alto 96 cm e largo 1,04 metri, che scende con un angolo di 26° 31'23" attraverso le pietre della piramide fino al letto di roccia su cui sorge l'edificio. Dopo 105,23 metri il passaggio diviene orizzontale e continua per 8,84 metri fino alla Camera inferiore, che appare non terminata. C'è una continuazione del passaggio orizzontale nel muro sud della Camera. È presente anche un pozzo scavato nel pavimento della camera. Alcuni egittologi hanno suggerito che questa dovesse essere, in effetti, l'originale camera sepolcrale, ma che Cheope abbia cambiato idea e chiesto che la camera fosse collocata più in alto nella piramide.

      Passaggio discendente
      A 28,2 m dall'entrata è presente un buco quadrato nel soffitto del passaggio discendente, originariamente nascosto da una lastra di pietra, che costituisce l'inizio del Passaggio ascendente. Quest'ultimo passaggio è lungo 39,9 mertri. Altezza e larghezza sono le medesime del passaggio discendente. Anche l'inclinazione è pressoché la medesima. L'estremità inferiore di questo passaggio è chiusa da tre enormi blocchi di granito, lunghi ognuno circa 1,5 m. All'inizio della Grande Galleria si vede un foro nel muro (oggi bloccato da rete metallica). È l'inizio di un cunicolo verticale che segue un percorso irregolare attraverso la muratura della piramide per unirsi al passaggio discendente. Inoltre, sempre all'inizio della Grande Galleria, è presente un passaggio orizzontale che conduce alla cosiddetta "Camera della Regina". Il passaggio è alto 1,1 metri per quasi tutta la sua lunghezza, ma vicino alla camera c'è un gradino nel pavimento, dopo il quale il passaggio diventa altro 1,73 metri.

      La Camera della Regina
      La "Camera della Regina" è esattamente a metà strada tra le facce nord e sud della piramide e misura 5,75 metri per 5,23, con un'altezza al vertice della camera di 6,23 metri. In corrispondenza dell'estremità orientale della camera è presente una nicchia di 4,67 metri di altezza. Nelle pareti nord e sud della camera si aprono dei cunicoli che, contariamente a quelli della Camera del Re, si sviluppano orizzontalmente per 2 metri, per poi puntare verso l'altro. La parte orizzontale non è originaria. I due metri di collegamento furono infatti tagliati nella pietra nel 1872 da un ingegnere inglese, Waynman Dixon, che credeva giustamente, per analogia con la camera del Re, che questi cunicoli dovessero esistere. Originariamente i cunicoli non avevano apertura nella camera della regina. Dal momento che i cunicoli non sono connessi con le facce esterne della piramide né erano originariamente connessi con la camera, il loro scopo rimane sconosciuto. Al termine di uno di questi cunicoli, Dixon scoprì una palla di diorite nera con inserti in bronzo (attualmente esposta al British Museum), probabilmente una sorta di martello dimenticato dagli operai durante la costruzione.
      I condotti nella Camera della Regina furono esplorati nel 1992 dall'ingegnere Tedesco Rudolf Gantenbrink usando un robot cingolato di suo disegno, chiamato "Upuaut 2". Scoprì che uno dei due condotti (quello sud) è bloccato da una lastra di calcare con due "maniglie" di rame consunte. Alcuni anni più tardi, la National Geographic Society creò un robot simile che fece un buco nella lastra, solo per scoprie una lastra più grande dietro di lei. Il condotto nord si rivelò più difficile da esplorare, a causa delle asperità causate dal non perfetto allineamento dei blocchi. In ogni caso anche in esso fu trovata una "porta" di calcare.

      La Grande Galleria
      La Grande Galleria costituisce la prosecuzione del Passaggio Ascendente, ma è alta 8,6 metri e lunga 46,68. Alla base è larga 2,06 metri, ma dopo 2,29 metri i blocchi di pietra rientrano verso l'interno per 7,6 cm su ogni lato. Ci sono 7 di questi gradini, cosicché alla sommità la galleria è larga solo 1,04 metri. La copertura è fatta di blocchi posati a un angolo leggermente più inclinato rispetto al pavimento, cosi da incastrare ogni blocco in un incavo ricavato nella sommità della galleria come un dente di un crick. Lo scopo è fare in modo che ogni blocco sia retto dal muro della galleria piuttosto che poggiare sul blocco sotto di esso, cosa che sarebbe risultata in una pressione cumulativa eccessiva al termine della galleria.
      All'estremità superiore della galleria, sul lato destro, è presente un foro nel soffitto che si apre in un breve tunnel attraverso il quale si può avere accesso alla Camera di scarico inferiore. Le altre camere di scarico furono scoperte nel 1837/38 dal Colonnello Howard Vyse e da J.S. Perring, che scavarono dei tunnel verso l'alto usando dell'esplosivo.
      Il pavimento della Grande Galleria consiste in una gradonata su ogni lato, larga 51 cm, che lasciano tra loro spazio per una rampa larga 1,04 metri. Lo scopo della gradonata non è chiaro, ma dal momento che la rampa centrale ha la stessa larghezza del passaggio ascendente, si è ipotizzato che le pietre di chiusura fossero stivate nella Grande Galleria e che le lastre della gradonata reggessero pali di legno intesi a trattenerle dallo scivolare nel passaggio finché i lavori non fossero stati completati. Questo, a sua volta, ha fatto nascere l'ipotesi che, originariamente, fossero previsti molti più dei tre blocchi ritrovati, in modo da riempire completamente il passaggio ascendente.
      Al termine della Grande Galleria c'è un gradino che dà su un passaggio orizzontale lungo approssimativamente 1,02 metri, nel quale si possono riscontrare quattro alloggiamenti, tre dei quali erano probabilmente destinati ad accogliere saracinesche di granito. Frammenti di questa roccia rinvenuti da Petrie nel passaggio discendente probabilmente appartenevano a queste lastre.

      La Camera del Re e le camere di scarico
      La Camera del Re è 10,47 metri da est a ovest e 5,234 da nord a sud. Ha un soffitto piatto collocato a 5,974 metri dal pavimento. A un'altezza di 91 cm dal pavimento si trovano due stretti condotti nei muri nord e sud (in uno è stata installata una ventola per cercare di far circolare aria nella piramide). Il proposito di questi condotti non è chiaro: Sembrerebbero allineati con le stelle o con aree del cielo a nord e a sud, ma, d'altro canto, uno di essi segue un percorso irregolare attraverso la struttura, e, di conseguenza, attraverso di esso non ci può essere allineamento diretto alle stelle. Non sembra che contribuiscano in maniera spontanea alla ventilazione, quindi la spiegazione più verosimile è che siano associati con il rituale di ascensione dell'anima del sovrano. La Camera del Re è interamente rivestita di granito. I blocchi sono tagliati e collocati con eccellente precisione, tanto che è impossibile inserire tra loro un foglio di carta. Il soffitto è formato da nove lastre di pietra del peso complessivo di 400 tonnellate. Al di sopra di esso si trovano cinque comparti chiamati Camere di scarico. Le prime quattro, come la camera del Re, hanno soffitti piatti, ma la camera terminale ha un tetto a capanna. Vyse sospettò l'esistenza delle camere superiori quando verificò che poteva inserire un lungo palo attraverso una crepa nel soffitto della prima camera. Dalla superiore all'inferiore sono denominate "Camera Davidson", "Camera Wellington", "Camera di Lady Arbuthnotr" e "Camera Campbell". Si ritiene che questi interstizi servano ad alleggerire la struttura, evitando che il soffitto della camera del Re collassi sotto il peso delle pietre superiori. Dal momento che non erano state concepite per essere visibili, non sono state rifinite e le pietre in esse riportano ancora i marchi di cava. Una delle pietre nella camera di Campbell presenta un marchio, apparentemente il nome della squadra di lavoro, che contiene l'unico riferimento nella piramide al faraone Cheope.
      L'unico oggetto presente nella camera del Re è un sarcofago monolitico rettangolare in granito, con un angolo rotto. Il sarcofago è poco più largo del passaggio ascendente, e quindi deve essere stato collocato nella camera prima che fosse messo in opera il soffitto. Contrariamente alle pareti, magistralmente lavorate, il sarcofago è rozzamente sbozzato, con tracce di sega visibili in molti punti. Ciò è in contrasto con i sarcofagi ben rifiniti e decorati trovati in altre piramidi dello stesso periodo. Petrie suggerì che un sarcofago decorato fosse stato inizialmente previsto, ma sia andato perso nel fiume a nord di Aswan e sia stato frettolosamente predisposto un rimpiazzo. Questa teoria, tuttavia, non spiega perché il secondo sarcofago non sia stato rifinito in situ.

      La nuova entrata
      La "struttura" più recente della piramide è l'entrata attraverso cui oggi accedono i turisti. Questo passaggio è stato realizzato circa nel 820 d.C. dagli operai del califfo al-Ma'mun, per esplorare l'interno del monumento.
      Il tunnel è tagliato direttamente attraverso il pietrame per circa 27 metri e gira bruscamente a sinistra per intersecare le pietre che bloccano il passaggio ascendente. Incapaci di rimuovere queste pietre, gli operai proseguirono il tunnel sopra di esse attraverso la più morbida pietra calcarea finché non raggiunsero il passaggio ascendente. È possibile raggiungere da questo punto anche il passaggio discendente, ma l'accesso è solitamente vietato.
      Oggi l'accesso alla piramide è ristretto a massimo 100 persone in mattinata e nel pomeriggio ed è vietato fare fotografie all'interno.

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      • #4
        LA SFINGE




        La sfinge di Giza è la più grande statua monolitica del mondo: è lunga circa 74 metri, alta circa 20 metri e larga 6 metri, di cui solo la testa è 4 metri. Fu costruita circa 2.500 anni prima di Cristo e raffigura una sfinge, più precisamente un'androsfinge, essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato.

        REALIZZAZIONE

        Origini
        Il monumento probabilmente fu ricavato da un affioramento di roccia, durante la costruzione delle piramidi di Giza. Stranamente la Grande Sfinge è un monumento isolato, quando, invece, le sfingi successive erano poste in coppia per proteggere l’ingresso di un edificio. In teoria poteva essere scolpita un'altra grande sfinge; infatti, poco distante, a sud, nell’altopiano si erge un’altra collinetta di roccia, ma in pratica non è stato così, forse a causa della troppa distanza.

        Materiale e struttura geologica
        La Grande Sfinge fu realizzata scolpendo la pietra viva, mentre alcune parti sono state costruite o riparate con l’aggiunta di blocchi di roccia tagliati. Tuttavia lo strato roccioso varia all’interno del monumento. La struttura geologica fu analizzata a metà deglianni ottanta del Novecento, durante i lavori di Lehner e Hawass, dal geologo K. Lal Gauri dell’Università di Louisville, nel Kentucky. Il risultato fu che il monumento era composto da tre diversi strati rocciosi:
        - lo strato inferiore del corpo è di pietra calcarea dura ma fragile, di origine più antica;
        - lo strato mediano, che comprende il nucleo della Sfinge, migliora salendo verso l’alto, ma è in media di pessima qualità; per questo sono presenti numerose crepe;
        - lo strato superiore, che comprende la testa della Sfinge e il collo, è formato da pietra calcarea dura, che diventa sempre più pura nella testa, permettendo di preservarla meglio nel tempo.

        Testa
        Nonostante il tipo di pietra, utilizzato per la testa della Sfinge, sia di qualità migliore del corpo, il volto è la parte più danneggiata del monumento. La causa, tuttavia, non è solamente da attribuire al deterioramento naturale ma anche all’azione dell’uomo. Infatti, il naso è stato completamente rimosso, mentre la bocca e gli occhi sono stati gravemente danneggiati. Sembra che il danno sia stato fatto nel XIV secolo dallo sceicco Saim-ed-Dahr per motivi di fanatismo religioso, come scrisse lo storico arabo El-Makrizi.
        Per quanto riguarda la datazione, la testa della Sfinge è sicuramente stata realizzata durante la IV dinastia dell’Antico Regno (2620 a.C.-2500 a.C.). Appartengono a quell’epoca lo stile del copricapo, la presenza del cobra reale sulla fronte e la fisionomia del volto, caratteristiche che si ritrovano nelle sculture dei re Chefren e Micerino, della stessa dinastia. Inoltre, un elemento in comune con le statue dell’epoca è la barba cerimoniale, di cui i frammenti sono stati ritrovati ai piedi della sfinge e ora conservati al British Museum di Londra e al Museo di antichità egiziane del Cairo.
        A differenza del corpo, la testa è di dimensioni più ridotte del normale, sebbene vista da vicino risulti ben proporzionata. La causa è forse da attribuire o alla scarsa quantità della pietra calcarea dura o all’esigenza di allungare il corpo per colpa delle crepe.
        L'identificazione del volto raffigurato, invece, desta molti dubbi. Inizialmente era stato attribuito a Chefren, sovrano della IV dinastia egizia (2560 a.C. – 2540 a.C.). Mark Lehner ha mostrato con modelli al computer, che sovrapponendo il volto della Sfinge alla statua del faraone Chefren la somiglianza era evidente. Tuttavia il risultato di Lehner è stato confutato dalla ricostruzione facciale del detective Frank Domingo della polizia di New York. Secondo recenti studi, tuttavia, la statua rappresenterebbe, invece, Cheope, secondo sovrano della IV dinastia (2595 a.C. – 2570 a.C.), e la sua costruzione sarebbe da attribuire al figlio Kheper, a lui succeduto prima di Chefren dal 2570 a.C. al 2560 a.C. Alla fine dopo numerose ricerche non c’è ancora un’ipotesi inconfutabile, anche se secondo l’archeologia ufficiale il volto della Sfinge resta comunque attribuito a Chefren.

        Passaggi nascosti
        Uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Ne esistono almeno tre, di cui solo uno di origine nota: un breve varco senza uscita dietro la testa, effettuato nel XIX secolo da John Shae Perring e Howard Vyse durante la ricerca di una camera segreta all’interno del corpo. Gli altri due passaggi di origine ignota, uno di 9 metri che parte dalla crepa posteriore e uno nel lato nord della Sfinge, sono entrambi ciechi. L’ipotesi che all’interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici.

        LA SFINGE ALL'INTERNO DELLA NECROPOLI DI GIZA

        Posizione
        La Grande Sfinge è parte integrante di un ampio complesso funerario. Il monumento si trova a fianco del viale che conduce dal tempio a valle alla Piramide di Cheope a Giza. Il corpo della Sfinge è seduto su una piattaforma di pietra ed è circondato da un recinto roccioso, realizzato durante gli scavi per la costruzione delle piramidi. Il monumento è stato ricavato con la roccia presente all’interno del recinto; per questo esso ha la stessa pessima qualità di pietra.



        A est della Sfinge sorgono due templi, uno di fronte alle zampe posteriori, battezzato come Tempio della Sfinge, mentre l’altro, il Tempio a valle di Chefren, si trova accanto al primo in direzione sud. Entrambi sono stati costruiti con la medesima roccia del corpo della Sfinge, e per questo sono gravemente danneggiati dall’erosione. Quando fu rinvenuto il Tempio a valle di Chefren, l’ipotesi che la Grande Sfinge fosse stata realizzata dopo la costruzione delle piramidi di Cheope e Chefren ebbe una nuova prova. Infatti, il Tempio era collegato alla Piramide di Chefren tramite una via di accesso in pietra calcarea, che era fornita di canali di drenaggio per l’acqua piovana e, sul lato settentrionale, di un grande fosso, che è tagliato in un angolo del recinto della Sfinge e bloccato con pezzi di granito, per non far defluire l’acqua nel sito. Inoltre il ritrovamento sul lato nord del recinto di tombe appartenenti all'epoca di Cheope e Chefren, avvalora l’ipotesi della realizzazione del monumento durante il loro regno o per lo meno non prima.

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        • #5
          GRANDI PIRAMIDI, LE CAMERE SEGRETE E LE STELLE







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          • #6
            UFO RIPRESO NELLA MISSIONE STS-48 (GUERRE STELLARI)

            Una delle notizie sugli Ufo che pochi conoscono è che nel 1991 la Nasa durante la missione Space Shuttle STS-48 ha filmato un avvenimento alquanto insolito; infatti da quanto si evince dal filmato si nota una sfera luminosa che sta per entrare nell'orbita del nostro pianeta ma, ad un certo punto, un raggio proveniente dal nostro pianeta cerca di colpirlo e non ci riesce perchè, la sfera, riesce a fare una incredibile manovra ad incredibile velocità, dove qualsiasi mezzo di progettazione terrestre solo per la forza di inerzia sarebbe stato distrutto.

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            • #7
              UFO DA SATELLITE METEOSAT 3


              Capita a chi si interessa del fenomeno UFO soltanto occasionalmente o più spesso nei mesi estivi, di andarsene in giro con il naso per aria, per vedere anche se per qualche misero secondo, questi strani oggetti volanti, tanto elusivi quanto misteriosi. Ben altra cosa è l'osservazione di un fenomeno riconducibile ad un UFO, dallo spazio. Infatti i satelliti geostazionari che circondano la Terra hanno occhi elettronici che spiano il tempo atmosferico, gli impianti militari ed industriali, l'inquinamento e chissà quale altro aspetto della nostra Terra.
              Nel 1993, alle ore 18,30 (ore 20,30 UTC) del 3 settembre accade qualcosa di assolutamente inatteso.
              Il signor Vittorio Orlando, radioamatore con l'hobby della meteorologia, riceve dal suo potente apparato un'immagine che deriva dal Meteosat - 3 che, in alcune ore della giornata, viene usato come "trasponder" per il segnale del Meteosat - 4, che non vola a livello europeo, ma è collocato sul continente americano, più o meno sul Golfo del Messico.

              NON È UN SATELLITE OMBRA
              L'immagine ricevuto è sconcertante: sulla sinistra in alto, dove è possibile scorgere il cielo e la curvatura della Terra e dove non dovrebbe esserci nulla, c'è invece un oggetto volante non identificato di forma lenticolare, che sembra essere geostazionario, posizionato con il suo asse principale parallelo al suolo terrestre.




              A questo punto l'analisi del fotogramma genera domande cui, se possibile, dare delle risposte. Cos'è l'oggetto fotografato? È forse un satellite artificiale? Alla seconda domanda si risponde con un secco no! Perché in quella zona di spazio non ci sono altri corpi denunciati dal controllo NORAD. Ciò però non vuol dire che non ci sia qualche satellite spia non denunciato, un "satellite ombra", che espleta le sue segrete informazioni, senza che i normali organi di comunicazione ne sappiano qualcosa. Infatti nessuno metterebbe un satellite segreto su un orbita che interferisce così fortemente con le orbite di indiscrete telecamere. Va sottolineato che l'oggetto inquadrato non è della classica forma satellitare, ma discoidale: essa si presterebbe molto male a correzioni di rotta, non appare adatta a volare geostazionariamente sul pianeta a causa dell'esposizione di alcune parti alle micrometeoriti, al forte calore solare ed alla bassa temperatura che si registrerebbe nelle zone in ombra.
              Inoltre, non si notano, anche impiegando ingrandimenti, particolari modanature sullo scafo che implichino la presenza di micromotori, necessari a correggere l'impostazione e l'orientamento delle antenne che dovrebbero trovarsi a bordo dell'oggetto per ricevere e trasmettere a terra, a meno che queste antenne non ci siano ma... cosa ce ne facciamo di un satellite con cui non possiamo trasmettere e ricevere?

              SILENZIO DEI CENTRI METEO
              L'oggetto in questione, poi, risulta quasi sicuramente ruotare sul suo asse principale, in quanto l'immagine ricevuta dal radioamatore contiene informazioni sulle emissioni all'infrarosso degli oggetti ripresi, cioè sul calore emesso da questi oggetti; e si nota come l'oggetto, pur essendo a ben 36000 Km di altezza, dove la temperatura è dell'ordine dei meno duecento gradi sotto lo zero Kelvin non presenta zone radianti in modo differente il calore.
              A quell'altezza tale fenomeno si può avere solo se l'oggetto in questione ruota sul suo asse, esponendo periodicamente tutte le sue parti al calore solare, omogeneizzando così la temperatura su tutta la superficie dell'oggetti stesso.
              Una fascia più scura circonda l'oggetto e tale anomalia appare essere in accordo con numerose foto di oggetti volanti non identificati fotografati anche da terra.
              Va anche considerato che una schermata come quella catturata dal radioamatore genovese ha un tempo di trasmissione di circa tre minuti e trenta secondi, necessario perché il sistema di "videolento" trasmetta tutte le righe che compongano l'immagine.
              Sappiamo che l'immagine così com'è, è stata ricevuta da altri radioamatori, tra cui un belga, ed una cosa è certa: anche alla centrale operativa di controllo dei satelliti metereologici in Germania l'immagine deve aver fatto un certo scalpore. Ma nessuna comunicazione è arrivata in tal senso dal centro di Armstaad, come se nessuno avesse fatto caso allo strano oggetto. È inutile dire che nella schermata successiva che riprende la zona di coordinate LY CMS IR l'oggetto misterioso era scomparso.

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              • #8
                Avvistamenti degli astronauti

                A partire dall'inizio degli anni '60 alla NASA furono numerose le richieste di chiarimenti sulla questione UFO. L'opinione pubblica, incuriosita sempre più dal fenomeno, cominciava a chiedersi quali potessero essere le informazioni dell'ente governativo americano. L'ente spaziale, pressato da più parti diramò una circolare standard prestampata, in cui ribadiva le conclusioni della Commissione Condon: non esistono prove che gli UFO siano velivoli extraterrestri, che costituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale e, di conseguenza, dimostrino uno sviluppo tecnologico superiore a quello terrestre. Insomma, la NASA si allineava alle decisioni di Stato, convergendo sulla politica del silenzio e discredito sistematico della faccenda, gestita dalle autorità politiche.
                Durante la campagna elettorale alla presidenza del 1976, il candidato democratico Jimmy Carter affermò che il governo degli Stati Uniti era in possesso di molte informazioni sulla questione degli UFO aggiungendo di ritenere molto probabile che "un'altra civiltà stia tentando di mettersi in contatto con il nostro mondo". Una volta eletto presidente, Jimmy Carter chiese ulteriori chiarimenti alla NASA, il cui portavoce, Dave Williamson, assistente ai progetti speciali, ribadì che la NASA non era "ansiosa di inserirsi nel dibattito, perché non sarebbe stato opportuno effettuare ricerche su un fenomeno non misurabile come quello degli UFO". Williamson aveva aggiunto che "non si dispone ancora di prove certe ed elementi materiali, analizzabili inequivocabilmente, comprovanti l'esistenza fisica degli UFO e che le stesse documentazioni fotografiche non costituiscono una prova", precisando che entro la fine del 1977 avrebbe fornito una risposta al consigliere scientifico del Presidente. In effetti la risposta pervenne tramite l'amministratore della NASA, il dott. Robert Frosh il quale, declinando l'incarico proposto dalla presidenza, ritenne l'iniziativa "uno spreco del tutto improduttivo", pur rimanendo ufficialmente disponibile ad analizzare "autentiche prove fisiche fornite da fonti attendibili". Il primo febbraio 1978, l'ente spaziale USA emanò una circolare con numero di serie 70-1 dove si asseriva che "i rapporti su oggetti volanti non identificati, penetranti lo spazio aereo statunitense, sono di interesse della Difesa, come parte regolare del sistema di sorveglianza". Si affermava inoltre che la NASA non aveva nessun programma di ricerca sugli UFO.

                Gli astronauti e gli UFO
                Al di là delle pubbliche dichiarazioni, la NASA in quel periodo era certamente a conoscenza del fenomeno e ne sapeva certamente molto di più di quanto dichiarasse pubblicamente. Sono, infatti, tanti gli astronauti che hanno avvistato, nel corso delle loro missioni, oggetti volanti non identificati dotati di caratteristiche e capacità di volo del tutto simili a quelle degli UFO. In tempi recenti, svincolati dal segreto militare, molti di questi viaggiatori dello spazio hanno ammesso di essere stati protagonisti di incontri ravvicinati nel cosmo. Le loro testimonianze sono particolarmente significative per l'ufologia, soprattutto per due motivi: essendo gli astronauti persone scelte per la loro competenza e per il loro equilibrio psicologico, non si possono ritenere i loro avvistamenti semplici errori di interpretazione di fenomeni naturali, né visioni o allucinazioni. In secondo luogo, questi avvistamenti sono avvenuti nello spazio, e quindi non possono essere attribuiti a fenomeni atmosferici, a velivoli sperimentali o palloni sonda.
                Il programma spaziale americano, sin dagli inizi, sembra essere stato costantemente monitorato da oggetti di origine non terrestre. Il maggiore Gordon Cooper, astronauta delle missioni Mercury e Gemini 5, disse di aver avvistato il 16 maggio 1963, durante la quindicesima orbita della sua navicella, sopra il continente australiano e ad una velocità di 17.000 miglia orarie, un oggetto di colore verde con una scia di scarico rossa, in rotta di avvicinamento alla sua capsula. Tale rapporto venne trasmesso dall'emittente NBC, ma la NASA si rifiutò di rispondere alle domande dei giornalisti sull'episodio, vietando allo stesso Cooper di farlo. Ma Cooper, successivamente, parlò della sua esperienza, così come hanno fatto altri astronauti, fra i quali O'Leary.
                Tra i tanti episodi che si possono narrare, quello più conosciuto riguarda proprio il primo allunaggio americano del 20 luglio 1969. Un radioamatore sovietico, sintonizzato sulle frequenze di trasmissione della NASA, avrebbe intercettato una comunicazione riservata tra gli astronauti scesi sulla Luna e la base americana, nel corso della quale uno sbalordito Neil Armstrong commentava: "Questi oggetti sono spaventosi, enormi. Non ci credereste. Ci sono delle sonde spaziali laggiù. Sono in fila sul fondo del cratere, sul lato opposto al nostro. Sono sulla Luna e ci stanno osservando", e ancora "... mio Dio è incredibile. È una forma di vita quella lì", mentre da Houston perveniva la seguente risposta "Andate dall'altra parte, sappiamo di loro, andate dall'altra parte e cambiate canale di trasmissione". Attorno a quest'episodio, mai confermato dalla NASA, è fiorita una vasta pubblicistica, non sempre critica e spesso avida di rivelazioni sensazionali, secondo la quale sarebbero state scattate anche diverse fotografie della presenza dei dischi volanti sulla Luna, tra cui una che mostra un'astronave aliena lenticolare spuntare da una collinetta. Uprova della presenza di alieni sul nostro satellite si troverebbeuna sequenza filmata, divulgaall'epoca da uno dei più noti giornalisti statunitensi, Walter Cronkite, in cui si vedono in maniera molto distinta delle strane luci sull'orizzonte lunare. Sebbene queste ed altre sequenze filmiche e fotografiche non abbiano trovato una risposta definitiva, gli astronauti americani che allunarono nel '69 hanno sempre negato di avere incontrato gli UFO sulla Luna. Esiste però un filmato, girato dall'astronauta "Buzz" Aldrin il 19 luglio, durante le fasi di allunaggio, in cui si vedono due globi di luce bianco-bluastra che sembrano inseguire la capsula americana. Il filmato in questione è disponibile per chi ne faccia richiesta direttamente alla NASA, ma l'ente ha seccamente smentito l'episodio, dapprima in maniera informale, in seguito ufficialmente, con una nota datata 1975. Eppure, nel 1993, proprio Aldrin, ormai in pensione e non più legato al segreto militare, doveva ammettere di avere realizzato il filmato, dicendosi certo di avere incontrato gli UFO. La vicenda ha spinto altri ex dipendenti NASA, come lo scienziato Maurice Chatelain, a prendere posizione affinché l'ente spaziale americano divulgasse tutti i dati relativi all'allunaggio. Chatelain, in particolare, si diceva sicuro che Neil Armstrong avesse visto addirittura alcuni alieni sul bordo di un cratere, e che la NASA avesse imposto il silenzio sulla vicenda. A conferma della teoria che gli americani abbiano incontrato navi aliene sulla Luna, Chatelain fa notare che, in una missione prevista per il 1996, l'ente spaziale aveva intenzione di depositare sul nostro satellite due robot muniti di telescopi proprio nel punto in cui - secondo altre voci - gli astronauti dell'Apollo 14 (1971) avrebbero trovato tracce inconfutabili del passaggio di UFO. Il veterano dello spazio Alan Shepard, che già durante il volo verso la Luna aveva avvistato una serie di luci misteriose che inseguivano la sua astronave, una volta sceso sul nostro satellite avrebbe trovato molte strane impronte. Questa storia trova conferma in quanto dichiarato all'ex pilota della Lufthansa Werner Utter dall'astronauta americano Charles Conrad (missione Apollo 12), secondo il quale tutti gli equipaggi Apollo, succedutisi sulla Luna tra il luglio del '69 ed il dicembre del '72, avevano trovato sulla polvere lunare un gran numero di queste orme. Conrad ne aveva parlato anche pubblicamente, ad una conferenza stampa a Budapest nel 1970, durante la quale aveva affermato che le impronte rinvenute dovevano appartenere per forza ad esseri alieni. Le tracce erano state poi fotografate ed analizzate dai tecnici della NASA, che avevano mantenuto il più stretto riserbo attorno alla vicenda. In seguito Conrad, entrato a far parte di una società aeronautica fornitrice della CIA, negò tutto, smentendo anche "di aver mai visto qualcosa, nello spazio, che potesse far pensare all'esistenza di forme di vita aliena". Un altro fatto che sembra confermare gli incontri ravvicinati degli astronauti americani è la schedatura, effettuata il 29 gennaio 1971 dal Centro spaziale Goddard, di tutti gli oggetti in orbita terrestre, di cui tre rimasero di natura ignota. Non si può escludere che, in fase di preparazione della missione Apollo 14, la NASA tenesse quindi in conto anche la possibilità di incontri ravvicinati nello spazio. Nel 1994 la veridicità di questi episodi è stata ribadita dall'autorevole documentarista svizzero Luc Buergin, già redattore dell'ormai scomparsa rivista ufologica "Sign", nel libro Mondblitze (Lampo di luna). Buergin, autore di diverse interviste ad importanti scienziati vicini alla NASA, ha dichiarato: "Ho saputo che la sonda Lunar Orbiter 5 ha registrato strane tracce di veicoli sul suolo lunare già nel 1967, e impronte simili furono viste dall'astronauta Harrison Schmitt, dell'Apollo 17, nel dicembre del 1972".

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                • #9
                  Battaglia nello spazio?

                  Nel 1995 il ricercatore americano Richard Hoagland tecnico NASA e fondatore del gruppo Mars Mission, un pool di studiosi che cerca da tempo di combattere il cover up rendendo noti tutti quei fatti che l'ente spaziale americano cerca di occultare, come ad esempio la presenza della famosa "sfinge" sul suolo di Marte, divulgò un filmato (vedi) che fece molto discutere e che potrebbe gettare ombre inquietanti sui reali scopi di certe missioni spaziali americane. Il filmato sarebbe stato ripreso dallo Space Shuttle Discovery il 15 settembre 1991. In quel momento la navetta era in orbita attorno alla Terra ad una quota di 570 km e stava passando sulla verticale della città di Perth (Australia) ad una velocità di quasi 28 mila km/h. La curvatura del pianeta è ben visibile nel filmato, così come la linea chiara che separa la zona della Terra illuminata dal Sole da quella ancora immersa nell'oscurità. Improvvisamente compare un oggetto che si sposta verso la parte sinistra dell'inquadratura ed entra nell'atmosfera terrestre. Subito dopo si notano un lampo di luce ed una scia luminosa che sembra dirigersi verso l'oggetto, il quale cambia immediatamente la propria traiettoria, compiendo una virata ad angolo acuto, e torna nello spazio esterno a grande velocità.
                  Il filmato venne trasmesso da molti canali televisivi (anche in Italia) suscitando un certo scalpore. L'impressione che si ricava osservandolo è quella di assistere ad una vera e propria battaglia spaziale fra un ordigno di origine aliena e un'arma terrestre di difesa situata in orbita attorno al nostro pianeta. Questa è la conclusione a cui è giunto il gruppo di studio di Hoagland dopo aver analizzato scrupolosamente il filmato. È da rilevare l'anomalia dell'oggetto inquadrato: la NASA afferma che si trattava di un rottame staccatosi dallo Shuttle accompagnato da pezzi di ghiaccio formatisi nell'atmosfera. Tuttavia quest'ipotesi è smentita dalla traiettoria e, soprattutto, dal velocissimo movimento dell'oggetto. Inoltre è stato fatto notare che il ghiaccio e i rottami avrebbero riflesso la luce solare, mentre l'oggetto in questione sembrerebbe brillare di luce propria. Le dimensioni di quest'ultimo, poi, sarebbero notevoli, addirittura superiori a quelle dello Shuttle. È da escludere anche l'ipotesi di bolidi o asteroidi, infatti, una meteora o un asteroide non possono fuoriuscire dall'atmosfera terrestre sfuggendo alla forza di attrazione del pianeta. È semmai possibile che rimbalzino contro l'atmosfera, ma in tal caso ciò non avviene con un angolo di incidenza negativo rispetto alla loro traiettoria originale. Le manovre pertanto effettuate dall'oggetto del filmato presuppongono un comportamento di tipo intelligente. La velocità dell'UFO inquadrato dalla telecamera di bordo dello Shuttle è stata calcolata nell'ordine degli 87 mila km/h mentre in seguito al cambiamento di rotta esso accelera ad oltre 300 mila km/h, subendo un'accelerazione di gravità superiore di 14 mila volte a quella terrestre. Tale possibilità è inconcepibile per qualunque ordigno conosciuto, tanto da far pensare a quella che Hogland definisce una tecnologia "iperdimensionale". Per quanto riguarda il flash scaturito dallo Shuttle la NASA ha sostenuto trattarsi di un lampo causato dall'accensione dei razzi della navicella. L'accensione avrebbe però dovuto causare anche uno spostamento orbitale della navetta e di conseguenza anche delle stelle sullo sfondo, mentre nel filmato ciò non avviene. Secondo Hoagland, in realtà, il lampo di luce e la scia luminosa diretta verso l'oggetto sarebbero la conseguenza della messa in funzione di una sorta di cannone al plasma costruito dalla tecnologia militare statunitense. Questo cannone sarebbe stato posto su una piattaforma in orbita attorno al nostro pianeta nell'ambito di un progetto di difesa contro invasioni aliene. Il filmato evidenzierebbe, quindi, un vero e proprio scenario di guerra fra gli USA ed una razza extraterrestre. "Questo filmato - ha dichiarato Hogland - è stato trasmesso in diretta dallo Shuttle nel corso di un programma di meteorologia. Al momento, alla NASA nessuno si era reso conto immediatamente della sua importanza, anche perché non si poteva prevedere quanto sarebbe accaduto". Va aggiunto poi che, dopo questa svista, le trasmissioni Shuttle sono state criptate ed ora non è più possibile vedere in diretta quanto viene ripreso nello spazio. Hogland ritiene che in seno alla NASA vi sia una lotta di potere fra chi vuole che si sappia degli UFO e chi intende mantenere il segreto a tutti i costi. La divulgazione televisiva di questo filmato sarebbe stata orchestrata da qualcuno nelle alte sfere. Questi concetti sono stati ripresi da Brian O' Leary, ex astronauta, astronomo e professore di fisica all'Università di Princeton, il quale ha dichiarato, che in base alla sua esperienza e ricerca, di essere in grado di affermare che da cinquant'anni le informazioni sugli UFO è probabilmente orchestrata da un gruppo d'élite di uomini CIA, NSA, DIA e similari. La NASA, come ente spaziale legato con un cordone ombelicale al sistema militare, agirebbe in base a precise direttive provenienti dall'alto.

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                  • #10
                    I cerchi nel grano (in inglese crop circles), o agroglifi, sono aree di campi di cereali, o di coltivazioni simili, in cui le piante appaiono appiattite in modo uniforme, formando così varie figure geometriche (talvolta indicate come "pittogrammi") ben visibili dall'alto. A seguito del numero crescente di apparizioni di queste figure (soprattutto in Inghilterra) a partire dalla fine degli anni settanta del XX secolo, il fenomeno dei crop circles è diventato oggetto d'indagine per determinare la genesi di queste figure.
                    Si sa con certezza che molti cerchi, compresi quelli di complessità maggiore, sono realizzati dall'uomo, come ad esempio quelli realizzati da Doug Bower, Dave Chorley e John Lundberg. Bower e Chorley, che diedero l'avvio alla moda del disegno dei cerchi nel grano in Inghilterra negli anni '80, furono poi insigniti del Premio Ig Nobel nel 1992 per l'ideazione della loro burla dei cerchi nel grano.
                    Non esiste alcuna prova che metta in dubbio l'origine umana di tutti i cerchi nel grano, anche se varie ipotesi, totalmente prive di riscontri ed evidenze scientifiche, sono state avanzate per cercare di spiegare in modo alternativo la creazione di tali figure: dalla spiegazione paranormale a quella ufologica.

                    Prime apparizioni
                    I cerchi nel grano finirono sotto i riflettori all'inizio degli anni ottanta, con i primi tre cerchi in Inghilterra. Le iniziali speculazioni giornalistiche su ipotetici "atterraggi alieni" ebbe risalto sui quotidiani nazionali, e da allora i cerchi nel grano iniziarono ad apparire sempre più numerosi nelle campagne inglesi.
                    Il Wiltshire Times fu uno dei primi giornali ad occuparsi dei cerchi inglesi, e ad usare nel 1980 il termine crop circles.
                    Tentativi di cercarne la presenza in epoche passate non hanno finora prodotto alcun risultato. Talvolta viene citata la storia del "Diavolo mietitore", un pamphlet del 1678, ma ad un'attenta analisi risultò che non c'era alcuna correlazione con i cerchi nel grano, e che si tratta di un semplice libello volto a diffondere una morale fondata sulla dualità ricco-povero come era in uso in quell'epoca.
                    Un altro fatto riguarda le ricognizioni aeree che venivano fatte su ampie aree del Regno Unito non molto dopo la seconda guerra mondiale, che rivelarono qualcosa di inaspettato, non identificabile dal suolo. Studi seguenti mostrarono differenti livelli di maturazione nel grano, che indicavano differenze nel sottosuolo. Si scoprì infine che questi motivi nel grano erano dovuti ai resti sepolti di antichi edifici. Ricerche archeologiche vennero subito avviate, e vennero rinvenuti diversi siti archeologici prima inaspettati.

                    Crescita del fenomeno
                    Col passare degli anni, dai primi pochi cerchi nelle campagne inglesi, il fenomeno si è diffuso in tutto il mondo, anche in Italia. Ad oggi, migliaia di campi di grano hanno ospitato cerchi e figure sempre più complesse.
                    Ai primi semplici cerchi degli anni ottanta, sono seguite forme sempre più elaborate e complesse. I cerchi nel grano sono divenuti infine una vera e propria forma d'arte, da parte di gruppi di persone che hanno realizzato pubblicamente le loro opere. Il 12 agosto 2006 è stato riprodotto fedelmente anche il logo di Mozilla Firefox.

                    Le forme dei cerchi nel grano
                    I primi esempi di questo fenomeno erano solitamente delle semplici forme circolari di varie dimensioni, il che portò alcuni a speculare che si trattasse di un fenomeno naturale. Dopo alcuni anni invece sono emersi disegni sempre più elaborati e complessi.
                    Ci sono stati molti temi ricorrenti nel corso degli anni. In generale, le prime formazioni (1970 - 2000) sono basate su semplici figure geometriche. Formazioni successive, quelle che compaiono dopo il 2000, sono più complesse e sembrano basate su altri principi ispiratori come i frattali. Col tempo le figure sono divenute sempre più creative, molti cerchi nel grano hanno dettagli finemente sviluppati, con intricate simmetrie all'interno di altre simmetrie e variazioni su diverse scale di grandezza. Talvolta sono apparse persino illustrazioni con personaggi dei fumetti.

                    La spiegazione del fenomeno
                    Nonostante il proliferare di miti e credenze in relazione alla genesi dei crop circles non c'è alcuna prova che deponga per la natura non umana del fenomeno. Diverse organizzazioni scettiche, tra cui il CICAP, hanno ampiamente dimostrato che tutti i cerchi nel grano possono essere fatti dall'uomo in poche ore, con pochi mezzi.

                    Realizzazione pratica dei cerchi
                    Alcune persone hanno mostrato come producevano cerchi nel grano, smentendo certe precedenti credenze e supposizioni. È stato così dimostrato che:

                    * la realizzazione di cerchi nel grano è fattibile da parte di qualunque persona
                    * non è necessaria una tecnologia sofisticata, in quanto semplici strumenti risultano già sufficienti
                    * qualunque persona è in grado di produrre figure nel grano anche molto complesse e precise e in breve tempo

                    Già nel 1991 Doug Bower e Dave Chorley, annunciarono che i cerchi erano una burla da essi stessi architettata poco più di un decennio prima, a partire dal 1978, usando assi, funi e cavi elettrici come unici strumenti e ne crearono uno, davanti ai giornalisti, in circa un'ora
                    Il sito web Circlemakers aggrega oggi un noto gruppo di creatori di cerchi "artificiali". Il sito, creato da John Lundberg, si è prefisso di dimostrare che è possibile riprodurre anche forme complesse nel grano con l'uso di semplici attrezzi e ha realizzato molte opere che ha pubblicato nel suo sito.
                    Il gruppo olandese di circlemaker D-Signs ha realizzato uno dei più grandi crop del mondo. Si tratta dell'Atlas, tracciato nei pressi della cittadina di Goes il 7 agosto 2009, con la partecipazione di 60 persone. Il crop raffigura un essere umano (molto simile all'uomo Vitruviano) in foggia di farfalla con le ali dischiuse e misura 530x450 metri.
                    La rivista Scientific American, nel 2002 pubblicò un articolo di Matt Ridley, il quale aveva iniziato a creare cerchi nel grano nel nord dell'Inghilterra nel 1991. Egli descrisse le tecniche da lui sviluppate usando strumenti relativamente semplici ma nondimeno capaci di trarre in inganno i successivi osservatori, e riferì il fatto che fonti attendibili come il Wall Street Journal erano state facilmente ingannate.

                    Teorie ufologiche, paranormali e complottistiche
                    Una delle ipotesi più fantasiose che è stata proposta è che i cerchi sarebbero stati creati da presunte "astronavi aliene" che secondo i sostenitori di tali ipotesi atterrerebbero per motivi imprecisati sui campi, appiattendo le messi in un cerchio ben definito. Ma come detto prima, la crescente complessità delle formazioni rilevate a partire dagli anni 1980, e le prove dell'origine umana degli stessi, permettono ormai di escludere tutte le ipotesi più o meno semplicistiche o fantasiose che erano state avanzate in un primo tempo.
                    Alcuni suggeriscono invece una spiegazione legata alla cimatica, cioè lo studio delle strutture geometriche che appaiono ad esempio quando si sollecita una membrana tesa con delle vibrazioni o con dei suoni. Secondo questa ipotesi i complessi disegni potrebbero così essere rappresentazioni geometriche visuali di frequenze sonore, assumendo che frequenze risonanti via via crescenti possano aver prodotto pittogrammi sempre più complessi, simili ai mandala. Non esistono prove di come questi fenomeni, solitamente presenti solo in dimensioni e energie ridotte, potrebbero però prodursi in maniera così ampia e precisa su coltivazioni di grandi dimensioni areali.
                    Un'altra fantasiosa ipotesi è che un satellite artificiale in orbita attorno alla Terra starebbe usando un qualche tipo imprecisato di emissione energetica (ad esempio un raggio di microonde o Maser) per creare i disegni. I gambi appiattiti dei cerchi nel grano risultano spesso piegati appena sotto a un nodo, e possono inoltre presentare delle bruciature annerite possibilmente imputabili a un riscaldamento intenso. Gli assertori di questa teoria ipotizzano, senza averne prove, che il programma "Star Wars" del Pentagono possa aver sviluppato un satellite in grado di inviare tale tipo di raggi a microonde, anche se non chiariscono né le motivazioni né le effettive modalità attuative di tali supposti "esperimenti".
                    W. C. Levengood e E. H. Haselhoff avevano pubblicato tre studi in cui affermavano che in laboratorio i semi raccolti all'interno di tali cerchi hanno mostrato una curva di crescita notevolmente accelerata rispetto alle normali sementi. Il loro studio è stato però smentito e criticato, sia nel merito che nel metodo.
                    Infine, in ambienti vicini alla corrente di pensiero comunemente chiamata New Age (tenendo conto che la grande varietà dei punti di vista che vi fanno capo non consente una facile schematizzazione) si sono fatte avanti le tesi di coloro che suggeriscono una segnata connessione dei cerchi nel grano con presunti fenomeni mistici legati ad una presunta "evoluzione spirituale" dell'umanità. C'è chi ritiene che i vari pittogrammi incisi sui campi di grano contengano messaggi codificati trasmessi in forma grafica da una qualche forma di presunta "coscienza superiore", cui secondo loro saremmo "connessi". Tali messaggi, in quest'interpretazione priva di alcun riscontro o prova, avrebbero secondo loro in certi casi un ruolo di presunta messa in guardia dai pericoli che un uso devastante delle risorse planetarie potrebbe causare all'umanità e all'intero ecosistema (e in questo senso il riferimento implicito al grano risulterebbe non casuale). Non viene però chiarito, da tali persone, come e perché dei disegni circolari in campi di grano dovrebbero assumere una funzione di "messaggio spirituale".

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                    • #11
                      I CERCHI NEL GRANO CREATI CON I GPS, LASER E MICROONDE

                      Come ha dichiarato il presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale) Vladimiro Bibolotti, in un articolo apparso sul numero 20 di "UFO Magazine luglio-agosto 2011 dal titolo "La Sindrome dell'Ufologo", i "crop circles" (al pari di scie chimiche, orbs, manifestazioni mistiche o da psicosetta) non sono collegati direttamente al fenomeno UFO. Anzi questo collegamento è stato fatto da ricercatori improvvisati e che fanno del sensazionalismo la loro arma "migliore". Non si può che essere totalmente d'accordo con Bibolotti, visto che l'Ufologia è la tematica multidisciplinare che studia esclusivamente gli Oggetti Volanti Non Identificati.
                      E, infatti, sul numero di agosto 2011 della rivista "Physics World" è apparso un articolo scientifico scritto dal professor Richard Taylor direttore del Materials Sciences Institute dell'Università dell'Oregon che punta l'indice sui metodi di creazione dei cosiddetti "cerchi nel grano", che molti pensano frettolosamente creati da entità non di questo mondo.
                      Il professor Taylor afferma che il crescente aumento delle manifestazioni di "crop circles" cresce - in maniera esponenziale - insieme ai progressi della scienza e tecnologia. Lo scienziato fa notare come le arti e la fisica si uniscono per produrre i più impressionanti e spettacolari modelli dei disegni sui campi.
                      Oggi i disegni dei cerchi nel grano sono più complessi di un tempo, tanto da far contare circa 2000 differenti forme. Analisi matematiche hanno rilevato l'uso di linee da costruzione, invisibili ad occhio nudo, che vengono progettate per costruire modelli, anche se sapere esattamente in che modo vengono creati i cerchi nel grano rimane una questione aperta.
                      Secondo Taylor la Fisica contiene la risposta, con i "circlemakers" (artisti dei cerchi nel grano) che - con ogni probabilità - utilizzano il GPS (Global Positioning System), così come lasers e microonde per creare i loro modelli.
                      Le microonde, suggerisce Taylor, potrebbero essere utilizzate per far abbassare i gambi delle colture e raffreddarli in una posizione orizzontale, una tecnica che potrebbe spiegare la velocità e l'efficienza degli artisti e i dettagli incredibili che alcuni cerchi nel grano presentano.
                      Infatti, un team di ricerca sostiene di essere in grado di riprodurre il complesso danno inflitto alle colture utilizzando un magnetron palmare, facilmente reperibile in forni a microonde, e una batteria a 12 V.
                      Come dichiara Taylor, "gli artisti dei crop circles difficilmente riveleranno i loro segreti. Questa estate, artisti sconosciuti si avventureranno nelle campagne vicino alla vostra casa e svolgeranno il loro lavoro, con la certezza che stanno continuando ad alimentare l'eredità del movimento d'arte più rivolto alla Scienza che la Storia abbia mai avuto".
                      Matin Durrani, direttore di "Physics World", ha dichiarato: "può sembrare strano che un fisico come Taylor si occupi dello studio del cerchi nel grano, ma sta cercando di agire come un buono scienziato - esaminando le prove della progettazione e costruzione dei cerchi, senza con ciò essere trasportato nella fiera spettacolare di UFO, alieni e falsi allarmi".

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                      • #12
                        L'AERONAUTICA ITALIANA NON ESCLUDE CHE GLI UFO POSSANO ESSERE DI ORIGINE EXTRATERRESTRE

                        Strane luci nel cielo, forme irregolari in volo, in un caso anche una ‘palla infuocata’ di colore rosso: sono tre gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati che il Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica militare ha catalogato per l’anno 2008.
                        Il primo avvistamento Ufo risale al 2 marzo dello scorso anno: alcuni cittadini hanno segnalato di aver visto, al tramonto, un oggetto sferico di colore ”bianco, luminosità costante, con alone di forma ellittica di colore rosso”, che volava a circa 200 metri di quota sul cielo di Terrasini (Palermo).
                        Quattro mesi più tardi, il 28 luglio a Riccione, alcune persone hanno osservato in pieno giorno (le 12.45) per tre minuti un oggetto di forma ”irregolare” che ‘’sembrava allungarsi ed accorciarsi” mentre volteggiava, ”fluttuando su se stesso’.
                        Sempre nell’area di Riccione, il 21 agosto dello scorso anno, altri cittadini hanno segnalato l’avvistamento di una ”palla infuocata” di colore rosso che volava a circa 1.500 metri d’altezza ”da sud verso nord, sul mare”.
                        L’oggetto è stato osservato per 10 minuti intorno alle 21.30 di sera. ”I dati sugli avvistamenti - dice all’ADNKRONOS il generale Roberto Di Giorgio, Capo del Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica militare - vengono raccolti e pubblicati. Lo scopo non è solo statistico perché l’attività viene svolta ai fini della sicurezza. La prima preoccupazione è naturalmente quella di accertare che ciò che viene avvistato non abbia ripercussioni per quanto riguarda la sicurezza del volo, sia civile che militare”.
                        ”I casi catalogati e diffusi anche on line sul portale dell’Aeronautica - aggiunge - sono quelli che non trovano un’immediata spiegazione logica che la riconduca a fenomeni naturali, umani o comunque ‘terrestri’ come ad esempio un pallone-sonda”.
                        Dal 2001 ad oggi sono stati catalogati 38 casi di avvistamento. L’Aeronautica militare raccoglie e pubblica sia gli episodi comunicati dai cittadini alle forze dell’ordine sia le segnalazioni provenienti dai piloti militari.
                        Per il futuro il progetto è quello di ”mettere a disposizione sul portale dell’Aeronautica i moduli per le segnalazioni”. Con le associazioni ufologiche ”c’è un interesse comune sulla materia, ma la nostra finalità è esclusivamente quella della sicurezza’‘, spiega il generale Di Giorgio.

                        ”La stragrande maggioranza delle segnalazioni - osserva - trova una spiegazione in breve tempo. Non è raro il caso di chi scambia una mongolfiera per un Ufo”. La possibilità di intelligenze extraterrestri ”non si può escludere”, ma al momento, precisa, ”non ci sono evidenze sulla possibilità che ci siano forme di vita”.

                        Nel 2007 l’Aeronautica militare ha catalogato altri tre casi di avvistamento Ufo: alle 10.10 delll’11 luglio, nell’area di Bologna, è stato segnalato un oggetto di colore bianco di forma ”irregolare”, che ”ruotava su se stesso lentamente” a circa un km di quota.
                        Un mese più tardi, il 19 agosto, alcuni cittadini testimoniarono di aver visto nella zona dell’aeroporto palermitano di Punta Raisi due luci bianche procedere in cielo a zig-zag da ovest verso est. Si arrivò quindi al 6 settembre di due anni fa, nell’area di Nettuno (Roma), quando dei ”punti di luce” bianchi vennero ”captati dalla macchina fotografica” di alcuni cittadini dopo la fine di un temporale.

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                        • #13
                          STRAGE DI USTICA: INCIDENTE, ATTACCO TERRESTRE O INTERVENTO ALIENO

                          Uno dei casi di copertura e di depistaggio più vergognosi della storia europea è quello effettuato sull’incidente avvenuto nei cieli di Ustica al DC-9 IH 780 della compagnia Itavia il 27/6/1980. Su questo caso i servizi segreti hanno fatto velocemente sparire tutte le prove ed i testimoni che potessero provare che il DC9 è stato abbattuto da forze NATO ed hanno inserito notevoli elementi di depistaggio. Tuttavia molte prove e testimoni non si è riusciti a farli sparire e questo ha reso possibile ricostruire cosa è realmente successo. Dalle testimonianze di personale militare e dai tracciati radar risulta che mentre il DC9 Itavia volava da Bologna a Palermo, uno-due misteriosi veicoli aerei si sono nascosti sotto il DC9 per confondere le tracce sugli schermi radar e lo hanno accompagnato per un lungo tratto fino a quando ha avuto inizio un’azione di attacco da parte di forze NATO. Infatti i radar della difesa NATO rilevano la presenza dei misteriosi oggetti volanti e dalli basi aeree NATO partono caccia ricognitori, aerei per la guerra elettronica ed almeno un aereo radar AWACS. Inoltre partono verso gli oggetti misteriosi la portaerei francese Clemenceau ed un sottomarino francese dotato di missili terra-aria. Questo sottomarino viene scelto per condurre l’attacco o perché è molto vicino alla zona di passaggio dei veicoli misteriosi, o perché è un sottomarino non è rilevabile da nessun sistema di rilevamento conosciuto e quindi è l’unica unità in grado di apportare un attacco a sorpresa ai veicoli aerei misteriosi.
                          Intanto dalle basi militari libiche parte un caccia Mig-23 con lo scopo di investigare sulla natura dei veicoli misterioso per cui le forze NATO stanno effettuando una caccia senza precedenti, caccia rilevata dai radar libici e dalle intercettazioni radar.
                          Alle 20.59 e 45 secondi, come confermato da un ex militare italiano che partecipò direttamente all’operazione, l’aereo radar AWACS segnala al sottomarino francese i dati necessari per il lancio di missili verso gli oggetti volanti sconosciuti e subito uno-due missili vengono esplosi sott’acqua dal sottomarino francese verso i misteriosi bersagli che si trovano vicino al DC9. I missili colpiscono il bersaglio ed infatti esplodono vicino al DC9, causandone l’esplosione del reattore di destra che provoca uno squarcio nella fiancata dell’aereo e danni agli impennaggi di coda. Alcuni passeggeri vengono risucchiati fuori dall’aereo e si sfracellano sulla superficie del mare, mentre l’aereo riesce ad effettuare un ammaraggio di fortuna.
                          Un oggetto misterioso è quindi stato colpito, ma non abbattuto. Infatti quest’oggetto, di forma affusolata, di dirige dal mare verso le montagne della Sila, volando però in modo irregolare (scodinzolando ed avvitandosi continuamente) a causa dei danni subiti dai missili del sottomarino francese. Molte persone, come i coniugi Maffini, avvistano lo stranissimo oggetto volante dirigersi verso le montagne della Sila. Intanto il Mig-23 continua l’inseguimento dell’oggetto luminoso per 300 km nell’entroterra calabrese fino a che raggiunge il misterioso oggetto in difficoltà: improvvisamente qualcosa provoca lo svenimento del pilota libico e così il Mig-23 precipita sui monti della Sila, dove viene poi ritrovato con ancora carburante nei serbatoi e con il pilota ancora al suo posto che non si era catapultato fuori poiché era per l’appunto svenuto.
                          Nel frattempo partono, tra gli altri, gli aerei della Marina con lo scopo di localizzare la zona dove era precipitato il DC-9. In particolare, il pilota della Marina Militare Italiana Sergio Bonifacio con un aereo ricognitore marino localizza dieci ore dopo l’incidente il DC-9 che galleggiava a pelo d’acqua sostanzialmente integro. Bonifacio riferì tutto via radio e per un’ora sorvolò la zona. Ad un tratto costui individuò a poca distanza dal relitto una strana sagoma, e poco dopo vide l’esplosione del DC-9. A quel punto l’aereo si inabissò velocemente e poi cominciarono a salire a galla cuscini e cadaveri. Dall’esame dei cadaveri recuperati risulta che i passeggeri erano sopravvissuti all’ammaraggio, che erano abbigliati in modo da essere pronti per essere salvati e che hanno subito la lacerazione del timpano destro a causa dell’esplosione avvenuta quando l’aereo galleggiava. Successivamente si provvedè a far scomparire più tracciati radar possibili, oltre alla seconda scatola nera, in pratica quella decisiva perché per le sue speciali caratteristiche aveva registrato tutto quello che era successo.
                          Inoltre, si è provveduto a zittire chi avrebbe potuto parlare e lo si è fatto o minacciandoli, o licenziandoli, o facendoli morire in “apparenti” incidenti. Infatti il radarista Stefano De Clara che assistette via radar alla vicenda è stato ucciso inscenando un falso suicidio, mentre i piloti Nutarelli e Naldini che giunsero per prima nelle vicinanze del DC9 Itavia, furono uccisi durante una show delle frecce tricolori a Ramstein con il sabotaggio del loro aereo in modo che la loro morte passasse per un incidente. Queste persone sono solo alcune delle molte che furono uccise senza pietà perché sapevano la verità, persone tra le quali bisogna includere i piloti, l’equipaggio e i passeggeri del DC9 Itavia. Oltre tutto ciò, si è provveduto a diffondere moltissime dichiarazioni e prove false con lo scopo di depistare da ciò che era realmente accaduto. A tale proposito valgono le conclusioni del giudice Priore che dopo una lunghissima indagine è pervenuto alla certezza che sulla tragedia di Ustica ci fu un depistaggio devastante.
                          Chi ha voluto ed attuato tutto questo ha lasciato dietro di sé una scia indelebile che lo fa identificare come un’organizzazione senza scrupoli capace di manovrare a suo piacimento le forze politiche, militari e civili dei paesi della NATO e sicuramente anche dei paesi del resto del mondo. Inoltre, considerando che personale militare e civile è stato ucciso senza pietà, che un aereo pieno di persone è stato fatto saltare in aria senza scrupoli, che si è uccisi due piloti in una manifestazione aerea causando una strage tra gli spettatori presenti, che si è licenziato e ridicolizzato gli altri testimoni, che dopo tanti anni la verità viene ancora coperta con ogni mezzo e soprattutto considerando che la verità su altri incidenti in operazioni militari è sempre venuta a galla: allora è logico chiedersi qual è quella cosa per cui si è ucciso senza pietà un numero così elevato di persone e soprattutto quale cosa vale un prezzo del silenzio così alto? Qual è quella cosa la cui rivelazione avrebbe danneggiato gravemente coloro che hanno voluto la copertura ad ogni costo?
                          Per quanto ci si sforzi, non è possibile immaginare nulla che valga una copertura totale dal prezzo così alto, copertura che continua fino ad oggi e che probabilmente continuerà fino a che l’incidente di Ustica non sarà dimenticato per sempre.

                          Nota: Alcuni elementi fanno ritenere che il Mig-23 ritrovato sulla Sila sia un'operazione di depistaggio ordita dall'intelligence italiana ed americana.

                          Nota2: Il livello di segretezza e di copertura del caso Ustica è senza precedenti e senza senso, dato che si sono verificati abbattimenti errati di aerei civili da parte di forze militari e non si è mai fatta una copertura del genere. Quindi dietro c'è ben più che l'abbattimento di un aereo civile per errore da parte dei militari. Per quanto possa sembrare strano, il livello di segretezza, di copertura e di depistaggio rientra nello stile tipico utilizzato quando ci sono di mezzo gli UFO.

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                          • #14


                            L'Area 51 è parte di una vasta zona militare (la Nellis Air Force Base) operativa di 26.000 km2, situata vicino al villaggio di Rachel a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada. Nonostante sia situata nella vasta regione appartenente alla Nellis Air Force Base, le strutture nei pressi del Groom Lake sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento dell' Air Force Flight Test Center della base aerea di Edwards nel Deserto del Mojave e, come tale, la base è nota con il nome di Air Force Flight Test Center (Detachment 3).
                            Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",, "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport". Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
                            Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
                            Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.

                            Operazioni
                            La base aerea di Groom Lake non è una base convenzionale e sembra utilizzata per lo sviluppo, il test e le fasi di addestramento di nuovi aerei. Quando questi velivoli vengono approvati dall'United States Air Force o da altre agenzie come la CIA, le loro operazioni vengono generalmente condotte da una normale base aerea militare. Tuttavia, è stato riferito che la base sia l'alloggiamento permanente di un piccolo numero di aerei sovietici, che vengono analizzati ed utilizzati per gli addestramenti.
                            I satelliti spia sovietici hanno ripreso immagini della base durante la Guerra Fredda, e successivamente anche satelliti ad uso civile hanno ottenuto immagini dettagliate della base e dell'ambiente circostante. Queste immagini permettono di fare poche conclusioni sulla base, poiché ritraggono solo una base, delle lunghe piste, gli hangar e il lago. Non consentono di provare nulla sulle strutture sotterranee.
                            Anche se non è contrassegnata con un identificativo ICAO, nel dicembre 2007 i piloti di aerei notarono che la base appariva nei loro sistemi di navigazione con il codice "KXTA".

                            Attività
                            EG&G, il contractor del Ministero della Difesa, mantiene un terminal privato 36.092, -115.165 all'Aeroporto internazionale McCarran a Las Vegas. Molti aerei senza identificativo forniscono un servizio navetta giornaliero da McCarran ai siti operati dall'EG&G in vaste regioni controllate dal governo federale nel Nevada meridionale. Questi aerei utilizzano l'identificativo radio "JANET" (ad es. "JANET 6") (attualmente utilizzano anche l'identificativo radio "Bland", con numero di volo "WWW"), che è stato ipotizzato sia l'acronimo per "Joint Air Network for Employee Transportation". EG&G ha comprato annunci nella stampa di Las Vegas cercando piloti militari con esperienza, richiedendo che i candidati abbiano i requisiti per ottenere autorizzazioni di sicurezza governative e che, una volta assunti, dovranno soggiornare a Las Vegas. Questi aerei includono sei Boeing 737/Boeing T-43 e diversi piccoli velivoli. I numeri identificati sono registrati sotto la USAF ed è stato riportato che volerebbero verso Groom Lake, Tonopah Test Range e in altre località della base Nellis e del NTS. Alcuni osservatori, che hanno tracciato il numero delle partenze e il numero di automobili presenti nei parcheggi privati della EG&G stimano che esistono diverse migliaia di pendolari ogni giorno. Questi voli navetta erano precedentemente effettuati dalla Key Air.

                            Posizione del governo statunitense sull'Area 51
                            Il 14 luglio 2003 il governo degli Stati Uniti ha ammesso l'esistenza della base, ammettendo tacitamente che l'aeronautica militare ha una "località operativa" nei pressi del lago, ma non ha fornito ulteriori informazioni. A differenza della maggior parte dell'area di Nellis, l'area che circonda il lago è permanentemente ristretta sia al traffico aereo civile che a quello militare "normale". Stazioni radar proteggono l'area, e il personale non autorizzato viene velocemente espulso. Anche i piloti militari che si addestrano nella Nellis Air Force Range rischiano sanzioni disciplinari se dovessero entrare accidentalmente nello spazio aereo che circonda Groom Lake.
                            La sicurezza del perimetro viene affidata a guardie private di sicurezza appartenenti ad un subcontractor della EG&G, l'agenzia di sicurezza Wackenhut.
                            Le guardie effettuano pattugliamenti con mezzi come Jeep Cherokee in colore mimetico, Humvee, pickup Ford F-150 di colore champagne e pickup Chevy 2500 4x4 di colore grigio. Anche se il personale è armato con fucili d'assalto M-16, non sono mai stati riferiti episodi di uso delle armi, che vengono usate se una persona prosegue dopo aver ricevuto l'ordine di fermarsi. Generalmente i trasgressori sono invece accompagnati fino al perimetro e viene avvisato per radio lo sceriffo della contea di Lincoln. Normalmente viene contestata una multa di 600 dollari, anche se alcuni giornalisti e visitatori hanno riferito di aver ricevuto successivamente visite da agenti dell'FBI. Alcuni osservatori sono stati trattenuti per aver puntato delle macchine fotografiche e videocamere verso la base.
                            La sorveglianza è rafforzata dalla presenza di sensori di movimento sepolti nel terreno e dall'uso di elicotteri HH-60 Pave Hawk.
                            La base non appare sulle mappe pubbliche del governo; la mappa topografica USGC dell'area mostra solo la miniera abbandonata del lago Groom. Una mappa dell'aviazione civile pubblicata dal "Nevada Department of Trasportation" mostra una vasta area ad accesso ristretto, definita come appartenente allo spazio aereo della base Nellis. Le carte aeronautiche ufficiali mostrano il lago Groom ma non sono indicate le strutture aeroportuali. In modo analogo l'atlante nazionale che mostra le aree federali in Nevada non fa distinzioni tra il blocco di Groom e le altre parti della base Nellis. Anche se ufficialmente declassificato, il filmato originale ripreso dal satellite spia statunitense Corona negli anni '60 è stato alterato prima della declassificazione; in risposta alle richieste di libertà di informazione, il governo ha risposto che queste riprese (che mappano il lago Groom e tutta la Nellis Air Force Range) sono state distrutte. Le immagini dei satellite Terra (che erano disponibili pubblicamente) sono state rimosse dai server web nel 2004 e dai dati USGS. Sono invece attualmente disponibili pubblicamente le immagini del satellite NASA Landsat 7 e commercialmente delle versioni ad alta risoluzione fornite da altre fonti. Queste immagini mostrano in dettaglio le piste, le strutture della base, gli aerei e i velicoli.
                            Lo stato del Nevada, riconoscendo il potenziale turistico derivante dal folklore che ruota attorno alla base, ha rinominato la statale 375 nei pressi dell'Area 51 con il nome di "The Extraterrestral Highway" ("l'autostrada extraterrestre") e lungo essa ha fatto posizionare dei cartelli fantasiosi.
                            Anche se la proprietà federale all'interno della base è esente da tasse locali e dello stato, le strutture di proprietà dei contractor privati non lo sono. Il ricercatore Glenn Campbell affermò nel 1994 che la base dichiara un valore tassabile di 2 milioni di dollari all'assessore delle tasse della contea di Lincoln, il quale non può entrare nell'area per effettuare degli accertamenti.

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                            • #15
                              TESTIMONIANZE
                              • Lo scienziato Chuck Clark, sottolineò che l’Area 51 sarebbe una sorta di “groviera”, nel senso che una rete di tunnel sotterranei, con relativi hangar, si celerebbe al di sotto del lago disseccato e di tutta la base; il che è tutt’altro che improbabile. Inoltre il personale, una volta entrato nell’”area riservata”, vi sarebbe trasportato all’interno di mezzi privi di finestrini.


                              • Bill Uhouse, ingegnere all’interno dell’Area 51, disse che a “dreamland” si realizzano e si sperimentano “nuovi mezzi” desunti da tecnologia non terrestre. Gli aerei della generazione “Stealth”sono solo la punta dell’iceberg che si cela sotto le installazioni del lago dissecato. Le strumentazioni al quarzo, è una tecnologia importata ovvero riflessa. Gli alieni sono già stati ospiti nell’Area 51 soprattutto come istruttori.


                              • Il fisico Paul Bennewitz e gli ex agenti dei servizi segreti americani William Cooper, John Lear e Virgil Armstrong, sostengono addirittura che il Governo americano accetterebbe da tempo sugli USA, un “protettorato” da parte degli extraterrestri; il tutto all’oscuro e alle spalle dei popoli della Terra, pur di mantenere il proprio ruolo di preminenza locale, a livello di una strategia planetaria.


                              • Secondo Michael Wolf:

                                - La prima volta che un UFO è precipitato e che i suoi rottami sono stati recuperati è stata nel 1941 nel tratto di oceano ad ovest di San Diego. La Marina recuperò all'interno del mezzo precipitato degli esseri morti provenienti da Zeta Reticuli, altrimenti detti "grigi". I resti del velivolo e i corpi vennero trasportati alla Sezione Tecnologia Straniera della Base Aerea Wright-Patterson situata a Dayton, nell'Ohio e vennero studiati dal Gruppo di Studi Speciali Retfours.
                                I rottami smantellati vennero in seguito inviati alla zona S4 a Indian Springs nel Nevada. Il velivolo era precipitato a causa della installazione del radar a impulsi, da poco inventato, che era stato posto sulla vicina isola Tinian, a tre miglia sud-sud ovest di Saipan. Fu da quel momento che la Marina degli Stati Uniti assunse un ruolo predominante in materia di UFO.

                                - Il primo di maggio del 1975 ci fu un "piccolo fraintendimento" tra i "Grigi" e gli umani all'interno dell'S4. Durante una dimostrazione del funzionamento di un piccolo reattore ad antimateria il capo dei grigi chiese alla guardie, soldati dei Berretti Azzurri, di portare i propri fucili e le proprie munizioni fuori dalla stanza. Si trattava di una misura di sicurezza per impedire che le armi si scaricassero a causa delle emissioni di energia. I soldati si opposero e, nella fase concitata che ne seguì, un Berretto Azzurro aprì il fuoco ed uccise un Grigio. Immediatamente vennero "terminati" due scienziati e 41 membri del personale militare. Venne concesso di vivere soltanto ad una guardia che avrebbe testimoniato come i "Grigi" usino una forma di energia mentale diretta come arma di autodifesa.

                                - La base sotterranea all'Area 51 sarebbe una vera e propria città, delle dimensioni di Rhode Island, in continua espansione e con due basi sorelle, una a circa dodici miglia di distanza, chiamata S4, ed un'altra chiamata Indian Springs. Vi sarebbero impiegati centinaia di militari e civili e sarebbero in corso almeno 8 programmi "neri" grazie ad un finanziamento annuale di due miliardi di dollari. All'interno vige la legge marziale e l'esterno è presidiato da addetti alla sicurezza di altissimo livello. Alcuni scienziati vivrebbero all'interno della base per almeno sei mesi e, mentre le loro camere da letto sono spartane, gli alieni dispongono di appartamenti meravigliosamente progettati. Ci sono anche centri commerciali, negozi in stile militare e zone per il tempo libero che includono pscine, palestre e campi di pallacanestro. Il cibo è eccellente.


                              • Secondo Mike Hunt nel 1980, un giornalista ed ufologo di Cincinnati (Ohio), Dave L. Dobbs, ricevette una lettera da un radiotecnico di nome Mike Hunt. Egli, fra i primissimi, fu tra coloro che associarono le attività di Area 51 agli UFO. Nelle sue testimonianze, Hunt sosteneva di aver lavorato laggiù nei primi anni '60 per conto della Commissione Atomica Statunitense, e di aver appreso che un UFO vi sarebbe stato trasportato dalla base aerea di Edwards, in California. Hunt avrebbe visto contenitori con il timbro :" Project Red Light", uno dei supposti progetti govemativi segreti americani sugli UFO, su cui circolano da anni testimonianze di seconda mano, diffuse - per esempio - da un ufologo filo-contattista texano, Wendelle Stevens.


                              • Nel 1988, un ufficiale dell'USAF ha dichiarato al giornalista aeronautico James Goodall che quanto si stava realizzando nell'Area 51 sfidava ogni descrizione. Goodall ha reso note anche dicerie secondo cui si trattava di tecnologie basate su campi di forza, su tentativi di controllare la gravitazione e di veri e propri "dischi volanti".

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