E se si cosa si cela al suo interno? questo articolo l'ho pescato su Internet dategli una letta .
L'idea che la Terra sia internamente vuota è antica come l'uomo. Miti e leggende di molti popoli affermano una simile realtà. Popoli come quelli asiatici, gli Eschimesi, gli Hopi, i Maya, gli Incas, gli antichi egizi e addirittura i Vichinghi avevano questa consapevolezza, che non è mancata nemmeno ad altri popoli europei. Nonostante tutto, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un forte insabbiamento di tali conoscenze, causato da una scelta aberrante ad opera di un potere che vuole confutare ogni notizia apparsa sull'argomento. Molte informazioni a riguardo vengono spesso occultate sul nascere. Assistiamo insomma al ripetersi di una metodologia applicata ai dischi volanti che da parecchio tempo solcano i nostri cieli, e non solo, verso i quali si sono scatenate le più palesi congiure del silenzio e del discredito. Volendo tralasciare, in questo contesto, le credenze e le mitologie dei vari popoli e tralasciando pure una copiosa letteratura che ha suscitato l'interesse di moltissime persone, si vuole ricondurre la ricerca ad un certo livello scientifico e spirituale. Cercheremo, in sostanza, di scoprire cosa realmente sia nascosto nella cavità della Terra e quali implicazioni ne derivino. Negli ultimi tempi la teoria della Terra cava, ospitante nel suo interno vita minerale, vegetale, animale ed umana, è stata contestata da più parti per la sua inconsistenza scientifica. Ad una attenta analisi ci si accorge però che in Europa, già dal XVII° secolo, era iniziato uno studio serio ed inoppugnabile per opera dell'inglese Edmond Halley. Egli è stato il grande pioniere scientifico della Terra cava, nonostante oggi sia noto in tutto il mondo come lo scopritore della cometa che ancora porta il suo nome. Nacque ad Haggerston nel 1656,nei pressi di Londra. Iniziò, giovanissimo, gli studi celesti e a vent'anni intraprese lunghi viaggi nell'emisfero sud per stilare un catalogo delle stelle boreali. Halley si dedicò allo studio delle comete o meglio delle orbite cometarie che a quel tempo erano poco conosciute, applicando i metodi di calcolo analitico ideati da Newton. Se però approfondiamo i suoi studi e i suoi interessi, scopriamo che egli fu uno scienziato di una versatilità e di una cultura a dir poco straordinarie. Oltre ad essere stato un pioniere nella scienza marinara, risalta soprattutto la sua opera pionieristica nello studio della Terra, a riguardo della quale propose una teoria strabiliante. Procediamo con ordine. Nel 1672 cominciò ad interessarsi del magnetismo terrestre. Fece una ricerca molto impegnativa sia sui dati rilevati da altri scienziati in diverse parti de mondo, sia su quelli da lui stesso ricavati durante i vari viaggi effettuati. Si accorse di aver sottomano dati che mostravano parecchie anomalie: ad alcune di queste riuscì a dare una spiegazione scientifica (presenza di rocce magnetiche) ma per altre dovette ripiegare su ipotesi rivoluzionarie. Il fatto che appariva più strano e misterioso era la posizione dell'ago magnetico della bussola che veniva deviato verso il basso, anziché posizionarsi nel piano orizzontale. Il fenomeno variava in funzione della latitudine. Ma anche alle varie longitudini, le letture della bussola variavano lateralmente dal nord geometrico effettivo. Halley si accorse di un'altra cosa importante: dalle letture della bussola degli anni precedenti alla sua ricerca, veniva evidenziato che le deviazioni laterali, rispetto alla longitudine, stavano cambiando. Così formulò un'ipotesi incredibile: era possibile la presenza di più poli magnetici. Da questa ipotesi si poteva risalire alla struttura della Terra come costituita da un involucro esterno e da un nucleo interno separato. Tali geoidi concentrici possedevano ognuno il proprio asse di rotazione con i rispettivi poli magnetici Nord e Sud. I suddetti assi però dovevano essere leggermente inclinati l'uno rispetto all'altro. Si poteva spiegare inoltre, ammettendo una leggera differenza nella velocità di rotazione, il lento spostamento della posizione del polo Nord, in quando i diversi poli, nel loro movimento, cercavano di agganciarsi l'uno con l'altro. A questa conclusione Halley arrivò nel 1683. Pubblicò poi un secondo lavoro sul magnetismo terrestre nel 1692, dove evidenziava che la Terra fosse formata da due gusci. Nel trattato si specificava inoltre che il periodo richiesto, affinchè il guscio esterno guadagnasse o perdesse una rotazione completa rispetto al nucleo, sarebbe stato dell'ordine di 700 anni mentre le variazioni magnetiche erano state osservate solo per un periodo di un secolo. Egli ritenne che fosse prematuro formulare una qualsiasi teoria quantitativa del fenomeno. Nonostante tale difficoltà, Halley condusse una serie di esperimenti al fine di trovare l'andamento della forza magnetica in funzione della distanza. Non vi riuscì ma il problema venne risolto in modo conveniente solo nel 1760 da J.T. Mayer , chiarendo che dipendeva dall'inverso del quadrato della distanza. Considerando poi che tutte le anomalie magnetiche non potevano avere come unica spiegazione una tale ipotesi, Halley volle aggiungere altre terre interne con un meccanismo simile alle scatole cinesi. Fu talmente determinato in questa sua ulteriore ipotesi che nel 1692, di fronte alla Royal Society di Londra, sostenne categoricamente anche la loro grandezza. Simili terre concentriche avevano approssimativamente le dimensioni dei pianeti come Marte, Venere e Mercurio. Si sentì controbattere che se tali terre fossero abitate, gli esseri viventi avrebbero avuto bisogno di luce. Halley suggerì che l'atmosfera interna doveva essere luminosa e che le aurore boreali venivano causate dalle emissioni di luce brillante attraverso la sottile crosta del polo. Un po' di tempo dopo, le teorie di Halley vennero riprese dal grande matematico svizzero Leonhard Eulero (1707-1783). L'eclettico studioso respinse l'idea dei pianeti multipli interni al pianeta Terra, sostituendovi quella di un unico sole che, secondo le sue deduzioni, dava calore e luce ad una civiltà sotterranea o degli Inferi. Eulero è conosciuto come uno dei più grandi scienziati del nostro pianeta e, nonostante la mancanza estrema di rigore che gli viene spesso rimproverata, tutti i sapienti sono concordi nell'ammettere come la sua prodigiosa attività e le sue qualità di pensatore ed inventore siano inimitabili, tanto da creare massimo rispetto e riverenza. Eulero ed Halley non furono i soli a cimentarsi nella teoria della Terra cava. Sull'argomento si pronunciò pure il matematico scozzese John Leslie ma il grande contributo, anche se poco determinante per quei tempi, venne dato dallo scienziato francese Pierre Louis Moreau de Maupertuis. Fisico, biologo, matematico ed astronomo, Maupertuis nacque a Saint Malo nel 1698 e, dopo un breve periodo di vita militare, decise di dedicarsi alla scienza. Per questo si stabilì a Parigi. Nel 1732 pubblicò il famoso trattato "Discours sur les differentes figures des astres", e tra i tanti argomenti inseriti per spiegare i vari fenomeni osservati nell'astronomia, con schemi di meccanica celeste proposti sia da R. Descartes che da Newton, propose il problema della Terra. Dichiarò che essa, come tutti gli altri corpi celesti, doveva essere appiattita ai poli. Tale affermazione derivava direttamente dalla meccanica newtoniana ma in quel periodo i Cassini e J.J. de Mairan sostenevano il contrario sulla base delle loro misure nel grado di latitudine. Maupertuis intervenne con una serie di memorie presentate all'Accademia delle Scienze negli anni 1733-36. La questione richiedeva più accurate misure sperimentali e perciò nel 1735 partì per il Perù con una spedizione scientifica. Non soddisfatto dei risultati, Maupertuis riuscì ad organizzare una nuova spedizione al Circolo Polare Artico. Partito per la Lapponia con un gruppo di scienziati e qui, con una serie molto accurata di rilievi, riuscì a dimostrare che il grado di latitudine del Circolo Polare risultava senza ombra di dubbio più grande di quello misurato in Francia. Da ciò Maupertuis dedusse la prova sperimentale dell'appiattimento della Terra ai poli, risultato che comunicò ufficialmente nel 1737. Ne seguirono inevitabili polemiche. Lo scienziato si difese con tutte le sue forze, tanto che la fama raggiunta lo portò a diventare Presidente dell'Accademia delle Scienze di Berlino, alla corte di Federico II. Nel costruire il Centro della Cultura europea, per assecondare il volere del re, si avvalse di validi scienziati, tra cui il matematico Leonhard Eulero. Fu proprio tale collaborazione che permise loro di avere continui scambi di idee sulla struttura della Terra. La teoria della Terra cava accomunò i tre grandi scienziati e ognuno di loro riuscì a darne una spiegazione razionale, con gli avalli delle prove sperimentali. Sicuramente Halley ebbe il vantaggio di aprire la strada a questa affascinante teoria mentre Eulero la modificò in maniera determinante. Maupertuis, d'altro canto, chiuse il discorso. Dal momento in cui la Terra viene considerata vuota, non può essere totalmente sferica. L'apertura verso l'interno le porta via parte della sua rotondità, proporzionalmente alla dimensione dell'apertura polare. Del resto fino al XVIII° secolo, la Terra era ritenuta sferica semplicemente perchè nessuno aveva mai visto la curvatura terrestre. Purtroppo un simile sforzo intellettuale e sperimentativo non ebbe seguito nelle menti degli scienziati europei.
L'idea che la Terra sia internamente vuota è antica come l'uomo. Miti e leggende di molti popoli affermano una simile realtà. Popoli come quelli asiatici, gli Eschimesi, gli Hopi, i Maya, gli Incas, gli antichi egizi e addirittura i Vichinghi avevano questa consapevolezza, che non è mancata nemmeno ad altri popoli europei. Nonostante tutto, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un forte insabbiamento di tali conoscenze, causato da una scelta aberrante ad opera di un potere che vuole confutare ogni notizia apparsa sull'argomento. Molte informazioni a riguardo vengono spesso occultate sul nascere. Assistiamo insomma al ripetersi di una metodologia applicata ai dischi volanti che da parecchio tempo solcano i nostri cieli, e non solo, verso i quali si sono scatenate le più palesi congiure del silenzio e del discredito. Volendo tralasciare, in questo contesto, le credenze e le mitologie dei vari popoli e tralasciando pure una copiosa letteratura che ha suscitato l'interesse di moltissime persone, si vuole ricondurre la ricerca ad un certo livello scientifico e spirituale. Cercheremo, in sostanza, di scoprire cosa realmente sia nascosto nella cavità della Terra e quali implicazioni ne derivino. Negli ultimi tempi la teoria della Terra cava, ospitante nel suo interno vita minerale, vegetale, animale ed umana, è stata contestata da più parti per la sua inconsistenza scientifica. Ad una attenta analisi ci si accorge però che in Europa, già dal XVII° secolo, era iniziato uno studio serio ed inoppugnabile per opera dell'inglese Edmond Halley. Egli è stato il grande pioniere scientifico della Terra cava, nonostante oggi sia noto in tutto il mondo come lo scopritore della cometa che ancora porta il suo nome. Nacque ad Haggerston nel 1656,nei pressi di Londra. Iniziò, giovanissimo, gli studi celesti e a vent'anni intraprese lunghi viaggi nell'emisfero sud per stilare un catalogo delle stelle boreali. Halley si dedicò allo studio delle comete o meglio delle orbite cometarie che a quel tempo erano poco conosciute, applicando i metodi di calcolo analitico ideati da Newton. Se però approfondiamo i suoi studi e i suoi interessi, scopriamo che egli fu uno scienziato di una versatilità e di una cultura a dir poco straordinarie. Oltre ad essere stato un pioniere nella scienza marinara, risalta soprattutto la sua opera pionieristica nello studio della Terra, a riguardo della quale propose una teoria strabiliante. Procediamo con ordine. Nel 1672 cominciò ad interessarsi del magnetismo terrestre. Fece una ricerca molto impegnativa sia sui dati rilevati da altri scienziati in diverse parti de mondo, sia su quelli da lui stesso ricavati durante i vari viaggi effettuati. Si accorse di aver sottomano dati che mostravano parecchie anomalie: ad alcune di queste riuscì a dare una spiegazione scientifica (presenza di rocce magnetiche) ma per altre dovette ripiegare su ipotesi rivoluzionarie. Il fatto che appariva più strano e misterioso era la posizione dell'ago magnetico della bussola che veniva deviato verso il basso, anziché posizionarsi nel piano orizzontale. Il fenomeno variava in funzione della latitudine. Ma anche alle varie longitudini, le letture della bussola variavano lateralmente dal nord geometrico effettivo. Halley si accorse di un'altra cosa importante: dalle letture della bussola degli anni precedenti alla sua ricerca, veniva evidenziato che le deviazioni laterali, rispetto alla longitudine, stavano cambiando. Così formulò un'ipotesi incredibile: era possibile la presenza di più poli magnetici. Da questa ipotesi si poteva risalire alla struttura della Terra come costituita da un involucro esterno e da un nucleo interno separato. Tali geoidi concentrici possedevano ognuno il proprio asse di rotazione con i rispettivi poli magnetici Nord e Sud. I suddetti assi però dovevano essere leggermente inclinati l'uno rispetto all'altro. Si poteva spiegare inoltre, ammettendo una leggera differenza nella velocità di rotazione, il lento spostamento della posizione del polo Nord, in quando i diversi poli, nel loro movimento, cercavano di agganciarsi l'uno con l'altro. A questa conclusione Halley arrivò nel 1683. Pubblicò poi un secondo lavoro sul magnetismo terrestre nel 1692, dove evidenziava che la Terra fosse formata da due gusci. Nel trattato si specificava inoltre che il periodo richiesto, affinchè il guscio esterno guadagnasse o perdesse una rotazione completa rispetto al nucleo, sarebbe stato dell'ordine di 700 anni mentre le variazioni magnetiche erano state osservate solo per un periodo di un secolo. Egli ritenne che fosse prematuro formulare una qualsiasi teoria quantitativa del fenomeno. Nonostante tale difficoltà, Halley condusse una serie di esperimenti al fine di trovare l'andamento della forza magnetica in funzione della distanza. Non vi riuscì ma il problema venne risolto in modo conveniente solo nel 1760 da J.T. Mayer , chiarendo che dipendeva dall'inverso del quadrato della distanza. Considerando poi che tutte le anomalie magnetiche non potevano avere come unica spiegazione una tale ipotesi, Halley volle aggiungere altre terre interne con un meccanismo simile alle scatole cinesi. Fu talmente determinato in questa sua ulteriore ipotesi che nel 1692, di fronte alla Royal Society di Londra, sostenne categoricamente anche la loro grandezza. Simili terre concentriche avevano approssimativamente le dimensioni dei pianeti come Marte, Venere e Mercurio. Si sentì controbattere che se tali terre fossero abitate, gli esseri viventi avrebbero avuto bisogno di luce. Halley suggerì che l'atmosfera interna doveva essere luminosa e che le aurore boreali venivano causate dalle emissioni di luce brillante attraverso la sottile crosta del polo. Un po' di tempo dopo, le teorie di Halley vennero riprese dal grande matematico svizzero Leonhard Eulero (1707-1783). L'eclettico studioso respinse l'idea dei pianeti multipli interni al pianeta Terra, sostituendovi quella di un unico sole che, secondo le sue deduzioni, dava calore e luce ad una civiltà sotterranea o degli Inferi. Eulero è conosciuto come uno dei più grandi scienziati del nostro pianeta e, nonostante la mancanza estrema di rigore che gli viene spesso rimproverata, tutti i sapienti sono concordi nell'ammettere come la sua prodigiosa attività e le sue qualità di pensatore ed inventore siano inimitabili, tanto da creare massimo rispetto e riverenza. Eulero ed Halley non furono i soli a cimentarsi nella teoria della Terra cava. Sull'argomento si pronunciò pure il matematico scozzese John Leslie ma il grande contributo, anche se poco determinante per quei tempi, venne dato dallo scienziato francese Pierre Louis Moreau de Maupertuis. Fisico, biologo, matematico ed astronomo, Maupertuis nacque a Saint Malo nel 1698 e, dopo un breve periodo di vita militare, decise di dedicarsi alla scienza. Per questo si stabilì a Parigi. Nel 1732 pubblicò il famoso trattato "Discours sur les differentes figures des astres", e tra i tanti argomenti inseriti per spiegare i vari fenomeni osservati nell'astronomia, con schemi di meccanica celeste proposti sia da R. Descartes che da Newton, propose il problema della Terra. Dichiarò che essa, come tutti gli altri corpi celesti, doveva essere appiattita ai poli. Tale affermazione derivava direttamente dalla meccanica newtoniana ma in quel periodo i Cassini e J.J. de Mairan sostenevano il contrario sulla base delle loro misure nel grado di latitudine. Maupertuis intervenne con una serie di memorie presentate all'Accademia delle Scienze negli anni 1733-36. La questione richiedeva più accurate misure sperimentali e perciò nel 1735 partì per il Perù con una spedizione scientifica. Non soddisfatto dei risultati, Maupertuis riuscì ad organizzare una nuova spedizione al Circolo Polare Artico. Partito per la Lapponia con un gruppo di scienziati e qui, con una serie molto accurata di rilievi, riuscì a dimostrare che il grado di latitudine del Circolo Polare risultava senza ombra di dubbio più grande di quello misurato in Francia. Da ciò Maupertuis dedusse la prova sperimentale dell'appiattimento della Terra ai poli, risultato che comunicò ufficialmente nel 1737. Ne seguirono inevitabili polemiche. Lo scienziato si difese con tutte le sue forze, tanto che la fama raggiunta lo portò a diventare Presidente dell'Accademia delle Scienze di Berlino, alla corte di Federico II. Nel costruire il Centro della Cultura europea, per assecondare il volere del re, si avvalse di validi scienziati, tra cui il matematico Leonhard Eulero. Fu proprio tale collaborazione che permise loro di avere continui scambi di idee sulla struttura della Terra. La teoria della Terra cava accomunò i tre grandi scienziati e ognuno di loro riuscì a darne una spiegazione razionale, con gli avalli delle prove sperimentali. Sicuramente Halley ebbe il vantaggio di aprire la strada a questa affascinante teoria mentre Eulero la modificò in maniera determinante. Maupertuis, d'altro canto, chiuse il discorso. Dal momento in cui la Terra viene considerata vuota, non può essere totalmente sferica. L'apertura verso l'interno le porta via parte della sua rotondità, proporzionalmente alla dimensione dell'apertura polare. Del resto fino al XVIII° secolo, la Terra era ritenuta sferica semplicemente perchè nessuno aveva mai visto la curvatura terrestre. Purtroppo un simile sforzo intellettuale e sperimentativo non ebbe seguito nelle menti degli scienziati europei.
Commenta