Le Pietre di Ica - prima parte -
Antefatti e caratteri salienti
E' la fine del 1961 quando, nei mercatini di Souvenir di Ica (Perù), iniziano a vedersi e ad essere vendute delle pietre con delle strane incisioni: piccoli uomini, animali sconosciuti, scene enigmatiche. Ad onor di cronoca è giusto riportare una testimonianza risalente al XVI secolo, secondo la quale già a quel tempo circolavano tali pietre che erano chiamate: Pietre del Potere.
Tali pietre sono andesiti carbonizzate di natura vulcanica createsi circa 100 milioni di anni fa (era Mesozoica). Sono arrotondate e levigate per via, probabilmente, del loro rotolio lunghi i letti dei fiumi. E' presente sulle pietre una patina di ossidazione risalente a circa 12.000 anni fa. La durezza delle pietre è calcolata in 4.5 della scala Mohs.
Secondo quanto si dice, tali pietre sono venute alla luce in seguito a un evento naturale: terremoto o inondazione. La loro importanza, la loro carica di verità devastante, forse, non sarebbe stata notata se per puro caso un uomo non sarebbe entrato in possesso di una di queste importantissime pietre.
Javier Cabrera Darquea
Egli è un medico chirurgo dell'Ospedale di Ica, persona ricca di qualità e con molti amici. Uno di questi amici, nel maggio del 1966 regalò una pietra acquistata su una bancarella di Ica, a Cabrera perché lo stesso la utilizzasse come un originale fermacarte. Cabrera ricorda, nel suo libro più famoso (Il messaggio delle pietre di Ica), che fu mervaigliato dell'eccessivo peso della pietra in confronto con la dimensione ridotta. L'arguto medico fu anche incuriosito dagli strani segni che la pietra portava incisi, uno di essi gli sembrò un pesce sconosciuto. La sua curiosità lo portò a iniziare delle ricerche che lo portarono a "scontrarsi" con una piccola collezione di pietre strane in possesso di un uomo. Visionando quella collezione notò tutta una serie di incisioni raffiguranti pesci, uccelli, rettili, uomini piccoli, scene, zodiaci ma tutto era strano, come se quegli animali non appartanessero al nostro mondo, come se quelle scene nascondevano altri significati reconditi e misteriosi.
La sua ricerca iniziò a ritmi più serrati e scoprì che anche il museo di Ica possedeva degli esemplari di pietre che però non erano esposti perchè erano classificati come dei falsi, opera degli huaqueros. Cabrera propose di verificare tale ipotesi, ma la possibilità gli fu negata. Decise, quindi, di agire in proprio iniziando ad acquistare quante più pietre poteva sul mercato. Ne raccolse circa 5000 e le espose a proprie spese presso i locali della casa di Cultura di Ica. L'attività di Cabrera fu anche stimolata dall'articolo di Santiago Agurto Calvo (rettore del Politecnico di Lima) e Alejandro Pezzia (Archeologo Peruviano), nel quale i due studiosi affermavano che avevano trovato pietre simili in tombe preincaiche, confermando che esse erano conosciute dalle popolazioni pre ispaniche e gettando nuovi spunti di discussione sulle pietre.
Falsi o originali?
E' da dire che la voce che si diffuse circa la falsità delle pietre fu alimentata anche dagli stessi venditori di pietre in quanto le pietre si vendevano abbastanza e se le stesse venivano classificate come reperti archeologici una gran fonte di guadagno per loro sarebbe sparita. Certo sarebbe comodo classificare le pietre come falsi ma a voler prendere per buona una simile soluzione ci si scontra contro un muro fatto di quantità, simboli e disegni. Le pietre sono numerose, circa 11.000, esse sarebbero dovute essere opera non di un solo falsario ma di un gruppo. Un gruppo ben organizzato, astuto ma, soprattutto, di elevata cultura, in quanto i componenti avrebbero dovuto avere approfondite nozioni di geologia, anatomia, natura oltre ad un'elevata quantità di tempo. Inoltre falsificare pietre piccole (pochi grammi) e medie (qualche chilo) è comprensibile, sono infatti pietre commerciabili perchè facilmente trasportabili, al contrario delle pietre di qualche quintale che sono stato rinevnute. Che motivo avrebbero avuto i falsari di falsificare tali pietre, impiegando tempo e mezzi senza possibilità di poter rientrare delle spese?
Fantasia collettiva
La teoria della falsità delle pietre permette di sorvolare su un fatto fondamentale che rende le pietre uniche e misteriose: in moltissime di queste pietre sono raffigurati uomini insieme a dinosauri! Se le pietre fossero vere, bisognerebbe riscrivere la storia del mondo, ecco perché a molti conviene classificarle come dei falsi. E' da dire che un'altra soluzione è possibile, essa è portata avanti da chi non ritiene tali pietre falsi, ma al contempo è assai cauto nelle affermazioni. Questa soluzione, dicevamo, è quella che sostiene che quei dinosauri, quei mostri di incerta identificazione, non sarebbero altro che creature fantastiche emergenti da un subconscio collettivo, nulla di inirente alla realtà, ma soltanto alla fantasia. Fantasie, quindi, associate all'uomo perché dalla mente dell'uomo generate ed accettate come tali. Si pensi, infatti, alla storia di San Giorgio ed il Drago: nessuno mai ha pensato o ritenuto che il drago ucciso dal santo fosse stato un dinosauro sopravvissuto, lo si è sempre ritenuto un simbolo, il simbolo di una forza del male sconfitto dal Bene. Certo, è possibile ritenere che anche per le pietre di Ica ciò sia possibile, ma la precisione anatomica di alcuni dinosauri incisi è davvero sconvolgente quanto a precisione, da ritenere davvero una forzatura o un assurdo che siano frutto solo di fantasia.
Paleontologi dell'ignoto
Un'altra ipotesi che vede le pietre come autentiche è quella che vede gli antichi incisori di esse come dei paleontologi, che erano riusciti a ricostruire la forma e l'aspetto dei dinosauri sulla base di grandi ossa fossili per caso dissepolte. Certo questi uomini avrebbero dovuto conoscere il processo di fossilizzazione per capire e comprendere i probabili reperti: in una leggenda degli indiani Zuni (Nuovo Messico), vi è riportato un racconto che sembra descrivere, con terminologia semplice e mirata, il processo di fossilizzazione. «[...]vivevano sulla terra mostri enormi[...] Poi gli abitanti del cielo dicono a questi animali: 'Vi trasformeremo in pietra, così non potrete più fare male agli uomini, e recherete loro conoscenza e giovamento'. Dopo che ciò fu detto la crosta terrestre si indurì e gli animali diventarono di pietra[...]».
L'ipotesi di Cabrera
L'ipotesi di Cabrera è semplice, avvincente ma di portata devastante. Secondo Cabrera esistono specie umane fin da epoche molto più antiche rispetto a quelle che conosciamo oggi, le più antiche arriverebbero sino a circa 65milioni di anni fa: l'era dei dinosauri. Secondo Cabrera le pietre sarebbero il clamoroso messaggio di esseri umani vissuti al tempo dei dinosauri. Lo studioso ipotizza che si potrebbe trattare di extraterrestri, atterrati in Perù dove avrebbero condotto esperimenti chirurgici e genetici, al fine di trasformare gli ominidi allora esistenti in individui dotati di intelligenza. Questi extraterrestri sarebbero volati via prima del grande diluvio, che lasciò sopravvivere pochi esseri umani che ripopolarono il mondo e trasformarono la realtà in mito.
Antefatti e caratteri salienti
E' la fine del 1961 quando, nei mercatini di Souvenir di Ica (Perù), iniziano a vedersi e ad essere vendute delle pietre con delle strane incisioni: piccoli uomini, animali sconosciuti, scene enigmatiche. Ad onor di cronoca è giusto riportare una testimonianza risalente al XVI secolo, secondo la quale già a quel tempo circolavano tali pietre che erano chiamate: Pietre del Potere.
Tali pietre sono andesiti carbonizzate di natura vulcanica createsi circa 100 milioni di anni fa (era Mesozoica). Sono arrotondate e levigate per via, probabilmente, del loro rotolio lunghi i letti dei fiumi. E' presente sulle pietre una patina di ossidazione risalente a circa 12.000 anni fa. La durezza delle pietre è calcolata in 4.5 della scala Mohs.
Secondo quanto si dice, tali pietre sono venute alla luce in seguito a un evento naturale: terremoto o inondazione. La loro importanza, la loro carica di verità devastante, forse, non sarebbe stata notata se per puro caso un uomo non sarebbe entrato in possesso di una di queste importantissime pietre.
Javier Cabrera Darquea
Egli è un medico chirurgo dell'Ospedale di Ica, persona ricca di qualità e con molti amici. Uno di questi amici, nel maggio del 1966 regalò una pietra acquistata su una bancarella di Ica, a Cabrera perché lo stesso la utilizzasse come un originale fermacarte. Cabrera ricorda, nel suo libro più famoso (Il messaggio delle pietre di Ica), che fu mervaigliato dell'eccessivo peso della pietra in confronto con la dimensione ridotta. L'arguto medico fu anche incuriosito dagli strani segni che la pietra portava incisi, uno di essi gli sembrò un pesce sconosciuto. La sua curiosità lo portò a iniziare delle ricerche che lo portarono a "scontrarsi" con una piccola collezione di pietre strane in possesso di un uomo. Visionando quella collezione notò tutta una serie di incisioni raffiguranti pesci, uccelli, rettili, uomini piccoli, scene, zodiaci ma tutto era strano, come se quegli animali non appartanessero al nostro mondo, come se quelle scene nascondevano altri significati reconditi e misteriosi.
La sua ricerca iniziò a ritmi più serrati e scoprì che anche il museo di Ica possedeva degli esemplari di pietre che però non erano esposti perchè erano classificati come dei falsi, opera degli huaqueros. Cabrera propose di verificare tale ipotesi, ma la possibilità gli fu negata. Decise, quindi, di agire in proprio iniziando ad acquistare quante più pietre poteva sul mercato. Ne raccolse circa 5000 e le espose a proprie spese presso i locali della casa di Cultura di Ica. L'attività di Cabrera fu anche stimolata dall'articolo di Santiago Agurto Calvo (rettore del Politecnico di Lima) e Alejandro Pezzia (Archeologo Peruviano), nel quale i due studiosi affermavano che avevano trovato pietre simili in tombe preincaiche, confermando che esse erano conosciute dalle popolazioni pre ispaniche e gettando nuovi spunti di discussione sulle pietre.
Falsi o originali?
E' da dire che la voce che si diffuse circa la falsità delle pietre fu alimentata anche dagli stessi venditori di pietre in quanto le pietre si vendevano abbastanza e se le stesse venivano classificate come reperti archeologici una gran fonte di guadagno per loro sarebbe sparita. Certo sarebbe comodo classificare le pietre come falsi ma a voler prendere per buona una simile soluzione ci si scontra contro un muro fatto di quantità, simboli e disegni. Le pietre sono numerose, circa 11.000, esse sarebbero dovute essere opera non di un solo falsario ma di un gruppo. Un gruppo ben organizzato, astuto ma, soprattutto, di elevata cultura, in quanto i componenti avrebbero dovuto avere approfondite nozioni di geologia, anatomia, natura oltre ad un'elevata quantità di tempo. Inoltre falsificare pietre piccole (pochi grammi) e medie (qualche chilo) è comprensibile, sono infatti pietre commerciabili perchè facilmente trasportabili, al contrario delle pietre di qualche quintale che sono stato rinevnute. Che motivo avrebbero avuto i falsari di falsificare tali pietre, impiegando tempo e mezzi senza possibilità di poter rientrare delle spese?
Fantasia collettiva
La teoria della falsità delle pietre permette di sorvolare su un fatto fondamentale che rende le pietre uniche e misteriose: in moltissime di queste pietre sono raffigurati uomini insieme a dinosauri! Se le pietre fossero vere, bisognerebbe riscrivere la storia del mondo, ecco perché a molti conviene classificarle come dei falsi. E' da dire che un'altra soluzione è possibile, essa è portata avanti da chi non ritiene tali pietre falsi, ma al contempo è assai cauto nelle affermazioni. Questa soluzione, dicevamo, è quella che sostiene che quei dinosauri, quei mostri di incerta identificazione, non sarebbero altro che creature fantastiche emergenti da un subconscio collettivo, nulla di inirente alla realtà, ma soltanto alla fantasia. Fantasie, quindi, associate all'uomo perché dalla mente dell'uomo generate ed accettate come tali. Si pensi, infatti, alla storia di San Giorgio ed il Drago: nessuno mai ha pensato o ritenuto che il drago ucciso dal santo fosse stato un dinosauro sopravvissuto, lo si è sempre ritenuto un simbolo, il simbolo di una forza del male sconfitto dal Bene. Certo, è possibile ritenere che anche per le pietre di Ica ciò sia possibile, ma la precisione anatomica di alcuni dinosauri incisi è davvero sconvolgente quanto a precisione, da ritenere davvero una forzatura o un assurdo che siano frutto solo di fantasia.
Paleontologi dell'ignoto
Un'altra ipotesi che vede le pietre come autentiche è quella che vede gli antichi incisori di esse come dei paleontologi, che erano riusciti a ricostruire la forma e l'aspetto dei dinosauri sulla base di grandi ossa fossili per caso dissepolte. Certo questi uomini avrebbero dovuto conoscere il processo di fossilizzazione per capire e comprendere i probabili reperti: in una leggenda degli indiani Zuni (Nuovo Messico), vi è riportato un racconto che sembra descrivere, con terminologia semplice e mirata, il processo di fossilizzazione. «[...]vivevano sulla terra mostri enormi[...] Poi gli abitanti del cielo dicono a questi animali: 'Vi trasformeremo in pietra, così non potrete più fare male agli uomini, e recherete loro conoscenza e giovamento'. Dopo che ciò fu detto la crosta terrestre si indurì e gli animali diventarono di pietra[...]».
L'ipotesi di Cabrera
L'ipotesi di Cabrera è semplice, avvincente ma di portata devastante. Secondo Cabrera esistono specie umane fin da epoche molto più antiche rispetto a quelle che conosciamo oggi, le più antiche arriverebbero sino a circa 65milioni di anni fa: l'era dei dinosauri. Secondo Cabrera le pietre sarebbero il clamoroso messaggio di esseri umani vissuti al tempo dei dinosauri. Lo studioso ipotizza che si potrebbe trattare di extraterrestri, atterrati in Perù dove avrebbero condotto esperimenti chirurgici e genetici, al fine di trasformare gli ominidi allora esistenti in individui dotati di intelligenza. Questi extraterrestri sarebbero volati via prima del grande diluvio, che lasciò sopravvivere pochi esseri umani che ripopolarono il mondo e trasformarono la realtà in mito.
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