Originariamente inviato da Vash1986
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L'hai detto tu stesso, la scienza (fino a poco tempo fa) non ne ha mai nutrito grande interesse, quindi non possiamo basarci su delle supposizioni e delle teorie finchè non abbiamo dati CERTI.
Esistono 2 linee idealistice.. una ottimista e una "pessimista".
Vi riporto il seguito del testo precedente che ho incollato:
(LEGGETO TUTTO SE VOLETE SAPERE QUALCOSA):
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In questi ultimi anni il contributo della comunità scientifica internazionale sul campo magnetico terrestre è cresciuto notevolmente anche perché si è notevolmente incrementato il dibattito sulla sua possibile inversione.
Possiamo citare tra tutti la testimonianza del Responsabile delle ricerche sul geomagnetismo dell’Istituto nazionale di Geofisica, Angelo De Santis, nonché collaboratore dell’ESA (L’Agenzia spaziale europea) per il progetto Swarm, che prevede la messa in orbita entro il 2009 di tre satelliti che dovrebbero permettere nuove ricerche sul campo magnetico terrestre, secondo cui l’inversione dei poli magnetici potrebbe avere determinati effetti sulla vita umana e del mondo animale.
Tale fenomeno infatti porterebbe la Terra ad avere una minore schermatura contro il vento solare e questo potrebbe comportare un assottigliamento dello strato di ozono e una maggiore penetrazione delle radiazioni ultraviolette che determinerebbe un aumento delle malattie tumorali per gli esseri umani.
Il fenomeno potrebbe avere anche effetti sulle specie animali che impiegano il campo magnetico per il proprio orientamento (le balene, le tartarughe, alcune specie di uccelli migratori).
De Santis ritiene che le cause della possibile inversione del campo magnetico terrestre possano essere ricercate proprio nei moti turbolenti che si verificano nello strato fluido metallico che sovrasta il nucleo solido del pianeta, con una sorta di meccanismo di geodinamo "autoalimentato" che originerebbe nuovi flussi di campo magnetico.
Le energie che alimentano questi moti turbolenti sarebbero legate al moto di rotazione del pianeta e probabilmente al processo di accrescimento del nucleo solido.
Resta il fatto che, mentre una parte della comunità scientifica appare più ottimista, altri studiosi sembrano ipotizzare una possibile inversione del campo magnetico in tempi relativamente brevi.
De Santis punta il dito contro l’aumento di velocità del fenomeno di spostamento dei poli magnetici che, in via teorica, richiederebbe migliaia di anni per il completamento dell’inversione, ma che nella dinamica attuale fa supporre un’inversione di polarità in tempi "rapidi".
Si parla di un’inversione che si potrebbe compiere in circa duemila anni.
Negli ultimi anni questa ipotesi è stata suffragata dagli studi condotti dagli scienziati europei e americani sui dati raccolti dai satelliti negli ultimi 20 anni.
Nel 2002, per esempio, Gauthier Hulot, dell’"Istituto di Fisica della Terra" di Parigi, confrontando i dati raccolti dal satellite Oersted con i dati raccolti vent’anni fa dal Magsat, ha individuato alcuni punti di flusso invertito in due zone a confine fra il Mantello e il Nucleo.
In particolare uno è stato individuato sotto le regioni dell’estrema punta meridionale dell’Africa, ed è stato osservato che in quel punto il campo magnetico punta verso il centro della Terra, anziché verso il polo sud magnetico.
Un’altra zona è stata individuata nelle regioni attorno al polo nord, con caratteristiche inverse rispetto al precedente.
Secondo lo staff di Hulot queste scoperte potrebbero spiegare il progressivo indebolimento del campo magnetico terrestre negli ultimi 150 anni.
Ciò che è sicuro per la comunità scientifica è che nel passato, come dimostrato dagli studi di paleomagnetismo, il campo magnetico ha subito, con una frequenza non regolare periodiche inversioni della sua polarità e questo fenomeno continuerà a verificarsi anche in futuro.
Recentemente il geologo americano Brad Clement, dell’Università della Florida, ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Nature in cui illustra le sue recenti scoperte sull’inversione del campo magnetico. Gli studi da lui condotti hanno portato a supporre che il campo magnetico terrestre si invertirebbe in pochi migliaia di anni alle basse latitudini mentre richiederebbe circa 10.000 anni per l’inversione alle latitudini elevate.
Le ipotesi messe in campo dagli studiosi si accavallano e si susseguono le une alle altre anche se non hanno ancora permesso di fare piena luce su quelli che siano i tempi, più o meno rapidi, di questo fenomeno.
Comunque la comunità scientifica sembra comunemente nell’essere in accordo sul fatto che i dati in possesso sullo spostamento dei poli nella dinamica attuale possa comportare nel giro di poche migliaia di anni il ripetersi del fenomeno dell’inversione dei poli magnetici, anche se non vi è accordo sui rischi che questo fenomeno possa comportare per la vita sulla Terra, come un incremento dell’attività sismica e vulcanica i cui effetti potrebbero essere notevoli e sconvolgenti.
Abbiamo già messo in luce in un altro articolo lo strano fenomeno dell’incremento dell’attività sismica che sembra notarsi da alcuni anni a questa parte su scala planetaria, per il quale si potrebbe ipotizzare un nesso con i futuri cambiamenti cui andrà incontro il campo magnetico della Terra.
Ovviamente la comunità scientifica fa quadrato su questo argomento perché ritiene che l’andamento dell’attività sismica sia da ritenere normale negli ultimi anni, per cui non vi sarebbero rischi particolari legati alle dinamiche del campo magnetico.
Sono ancora molti, comunque, i misteri su questa forza invisibile che regna sovrana.
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Buona Lettura
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