UFO IN INDIA
(di Alfredo Lissoni)
Molti anni fa Ruth Reyna, una studiosa del Punjab, dava scandalo (in Occidente) dichiarando che il pianeta Venere era abitato da ben cinquemila anni da una razza di extraterrestri in realtà originaria di questo pianeta ed emigrata dall'India nella notte dei tempi, a bordo di gigantesche astronavi (le misteriose "vimana" di cui si parla nei testi sacri indù) per evitare i disastrosi effetti di un imminente cataclisma. Sebbene questa fosse solo una presa di posizione personale, che gli induisti siano maggiormente aperti, per forma mentis, ad accettare il fenomeno UFO pare un dato di fatto, sebbene la grande distanza e la barriera linguistica impedisca agli occidentali di ricevere notizie, anche dai media locali, su eventuali avvistamenti in India. La casistica indubbiamente non manca, ed è di tutto rispetto, come la volta che, nel marzo del 1966, due ufficiali dell'esercito di Hyderabad riferirono che la loro vettura era stata sbalzata violentemente dalla strada dentro un fosso da un oggetto volante brillante, che a più riprese si era abbassato pericolosamente sul veicolo. Sfortunatamente in Occidente l'eco di questi avvenimenti è assai ridotto, il che lascia credere erroneamente che in India non accada mai nulla. Non è vero. C'è ad esempio chi, come un certo Swammy di Dubai, non perde occasione di promuoversi in Internet, nel sito Global Email Club degli Emirati Arabi Uniti, come "arabo ma indù di nascita, con interesse per gli UFO". Nel settembre del 1999 è stato poi inaugurato il primo sito Internet ufologico indiano, "UFO India" (http://ufoindia.8m.com), gestito dall'ufologo locale Prashant Solomon. Le premesse perché l'ufologia si sviluppi con successo in India vi sono tutte; già nell'antichissimo testo sacro "Srimad-Bhagavatam" (canto terzo, capoverso 23, verso 41), si afferma che il mistico Kardana Muni era solito "volare attraverso i differenti pianeti come l'aria che si propaga senza freno in tutte le direzioni". Nei suoi viaggi Kardama Muni attraversava i tre universi materiali del nostro mondo, l'Adholoka (il sistema planetario inferiore), il Madhyaloka (quello mediano) e l'Urdhavaloka (quello superiore). Oltre essi, Kardana Muni si imbatteva nei Vaikunthalokas, i pianeti superiori invisibili abitati da quelli che noi oggi chiamiamo gli extraterrestri. Un altro mistico, questa volta più moderno, Sri Ramana Maharshi, sosteneva che la collina di Arunachala ove egli viveva fosse internamente cava ed abitata da globi di luce intelligenti. Quando egli morì, un globo di luce fu visto uscire dal suo corpo e sorvolare la collina. All'evento, che oggi qualcuno avvicinerebbe all'ufologia, assisterono molte persone. La credenza in queste forme di luce intelligente è tipica degli induisti, convinti che esistano molte entità immateriali, sopra le quali stanno le gerarchie creatrici: la prima si manifestò all'alba della creazione; la seconda, incarnatasi in forma umana, fu quella dei Costruttori o stimolatori dei principi non sottili; poi fu la volta di altre gerarchie, che giunsero a portare all'uomo conoscenza e civiltà. Le gerarchie che vennero per prime erano di un grado assai elevato e quindi prive di forma o corpo; in sanscrito venivano chiamati gli arupa; gli altri dei, più fisici, che succedettero loro, detti deva o elementali, si chiamavano rupa; essi sono considerati i padri dell'umanità e gli indiani li chiamano Pitri o Pitaras: Sono i più simili, secondo i nostri canoni, a dei visitatori extraterrestri. Il loro compito è svegliare, nell'uomo ancora barbaro, le qualità vitali, emozionali, psichiche e spirituali. La tradizione indù insegna che sinora vi sono state dodici gerarchie creatrici che si sono succedute; quattro di esse hanno raggiunto la loro destinazione finale o liberazione: si stanno evolvendo verso altre sfere di coscienza (noi diremmo universi) più avanzate, per entrare in un'intimità maggiore con Dio. L'induismo considera infine l'esistenza, nell'evoluzione attuale, di altre gerarchie extraplanetarie, terrestri compresi, che si evolvono le une in rapporto alle altre. La nostra razza fa parte di una gerarchia di sette. Oltre agli induisti, nella terra di Gandhi troviamo i parsi, una minoranza indiana, moderni seguaci dell'antica religione persiana detta zoroastrismo, creata da Zarathustra attorno al 400 a.C., che venerava un uomo alato e che aveva come somma divinità Ahura Mazda. I mazdeisti antichi credevano che la "fravashi", la primigenia immagine spirituale di Zarathustra fosse stata portata dai geni celesti ai genitori di Zarathustra, prima che questi nascesse. La vita di questo riformatore religioso è intessuta di leggende a base di lotte contro i demoni (i deva o daeva); fra i trenta ed i quarant'anni l'angelo Vohu Manah, apparsogli sul fiume Daitya (oggi Oxus?), lo rapì in cielo e lo portò al trono del supremo dio Ahura Mazda, che gli si rivelò. Per dodici anni il profeta cercò invano di trovare seguaci della verità a lui rivelata. Ebbe ancora molte visioni e lotte con i demoni; predicò un politeismo fondato sulla credenza in una molteplicità di dei, che in parte presiedevano ai fenomeni naturali e in parte soddisfacevano a funzioni etiche e sociali; l'universo veniva concepito da un ultramondo luminosissimo, da una terra divisa in sette zone e da un oscuro inframondo. Nel cosmo zarathustriano si davano continua battaglia il principio del Bene, il dio Ahura Mazda o Ormazd, ed il suo avversario, lo spirito malvagio Angra Mainyu o Ahriman. Nei primi tremila anni (cifra simbolica) della storia dell'umanità Ahura Mazda avrebbe creato le essenze spirituali, cioè gliì angeli, gli spiriti buoni e le fravashi (i modelli spirituali degli uomini, raffigurati come angeli custodi alati). Tutto ciò - ove gli alieni non stonerebbero - esisteva in una dimensione parafisica trascendente detta 'menok'. Tremila anni dopo la creazione trascendente si sarebbe incarnata sulla Terra, in un mondo senza peccato. Dopo altri tremila anni Angra Mainyu sarebbe penetrato nel mondo, creando i demoni e diffondendoli sulla Terra. Da allora sarebbe iniziata la lotta fra il Bene ed il Male. In questa visione del mondo, che secondo molti teologi ha profondamente influenzato ebraismo cristianesimo ed Islam, troviamo, in armonia con il generale dualismo di bene e male, una gerarchia di spiriti buoni e cattivi, ove potrebbero rientrare gli E.T. I buoni, corrispondenti idealmente agli alieni pacifici, potrebbero trovare un riscontro negli Amesha Spenta (i santi immortali) generati da Ahura Mazda (autore di una creazione buona), incaricati di custodire particolari valori ed elementi sulla Terra (dalla legge all'integrità, dal bestiame alle acque). Al luminoso regno del bene appartengono inoltre gli Yazata, nelle cui schiere si ritrovano anche dei dell'antica religione iranica. Al grande nemico, che ricorda il Satana biblico, sono soggetti numerosi spiriti maligni, in prima linea i deva, che in parte sono antichi dei tramutati in demoni, come l'indiano Indra. Un'altra minoranza è quella dei sikh, la cui religione venne fondata nell'India settentrionale alla fine del XVº secolo dal guru (maestro) Nanak, mixando induismo e islamismo. I sikh, il cui simbolo si compone di due scimitarre, un pugnale ed un disco a sottolinearne l'indole guerriera, ritengono che le anime dei peccatori continuino a reincarnarsi, a seconda delle proprie malefatte, nei cieli degli dei, negli inferi o nelle 8.400.000 forme di esistenza sulla Terra. L'accenno ai "cieli degli dei" può lasciare aperta una porta all'accettazione dell'esistenza di altri esseri, al di fuori di questo pianeta, anche se magari umani reincarnati. Jaswant Singh, del Centro Missionario sikh di Phoenix, Arizona, mi ha scritto dicendomi di non conoscere precisi riferimenti ufologici ma che nel loro libro sacro "Guru Granth Sahib" rivelato da Dio, nella stanza 22 del primo Japji (verso) si parlava chiaramente di ben diciottomila "mondi di sopra" privi di alcun limite (secondo anche le scritture indù) e permeate dall'essenza di Dio. Non tutti peraltro sono così possibilisti. E difatti in Internet esiste Sikn.Net, una Home Page creata nel 1998 da un sikh trentenne che vive a New York, Gurumustuk Singh Khalsa, che afferma che "gli UFO sono una perdita di tempo". Il sito è sponsorizzato dalla Amar Infinity Foundation, un'associazione esclusiva che raduna i sikh sparsi per il mondo. Ancora più difficile il discorso per i jainisti, seguaci di un culto dei santi (jina) sorto in India intorno al 500 a.C., che oggi conta circa un milione e mezzo di seguaci. Secondo la dottrina dei jaina, difatti, il mondo è eterno e indistruttibile e circondato da uno spazio assolutamente vuoto! Non vi è dunque posto per gli extraterrestri;
(di Alfredo Lissoni)
Molti anni fa Ruth Reyna, una studiosa del Punjab, dava scandalo (in Occidente) dichiarando che il pianeta Venere era abitato da ben cinquemila anni da una razza di extraterrestri in realtà originaria di questo pianeta ed emigrata dall'India nella notte dei tempi, a bordo di gigantesche astronavi (le misteriose "vimana" di cui si parla nei testi sacri indù) per evitare i disastrosi effetti di un imminente cataclisma. Sebbene questa fosse solo una presa di posizione personale, che gli induisti siano maggiormente aperti, per forma mentis, ad accettare il fenomeno UFO pare un dato di fatto, sebbene la grande distanza e la barriera linguistica impedisca agli occidentali di ricevere notizie, anche dai media locali, su eventuali avvistamenti in India. La casistica indubbiamente non manca, ed è di tutto rispetto, come la volta che, nel marzo del 1966, due ufficiali dell'esercito di Hyderabad riferirono che la loro vettura era stata sbalzata violentemente dalla strada dentro un fosso da un oggetto volante brillante, che a più riprese si era abbassato pericolosamente sul veicolo. Sfortunatamente in Occidente l'eco di questi avvenimenti è assai ridotto, il che lascia credere erroneamente che in India non accada mai nulla. Non è vero. C'è ad esempio chi, come un certo Swammy di Dubai, non perde occasione di promuoversi in Internet, nel sito Global Email Club degli Emirati Arabi Uniti, come "arabo ma indù di nascita, con interesse per gli UFO". Nel settembre del 1999 è stato poi inaugurato il primo sito Internet ufologico indiano, "UFO India" (http://ufoindia.8m.com), gestito dall'ufologo locale Prashant Solomon. Le premesse perché l'ufologia si sviluppi con successo in India vi sono tutte; già nell'antichissimo testo sacro "Srimad-Bhagavatam" (canto terzo, capoverso 23, verso 41), si afferma che il mistico Kardana Muni era solito "volare attraverso i differenti pianeti come l'aria che si propaga senza freno in tutte le direzioni". Nei suoi viaggi Kardama Muni attraversava i tre universi materiali del nostro mondo, l'Adholoka (il sistema planetario inferiore), il Madhyaloka (quello mediano) e l'Urdhavaloka (quello superiore). Oltre essi, Kardana Muni si imbatteva nei Vaikunthalokas, i pianeti superiori invisibili abitati da quelli che noi oggi chiamiamo gli extraterrestri. Un altro mistico, questa volta più moderno, Sri Ramana Maharshi, sosteneva che la collina di Arunachala ove egli viveva fosse internamente cava ed abitata da globi di luce intelligenti. Quando egli morì, un globo di luce fu visto uscire dal suo corpo e sorvolare la collina. All'evento, che oggi qualcuno avvicinerebbe all'ufologia, assisterono molte persone. La credenza in queste forme di luce intelligente è tipica degli induisti, convinti che esistano molte entità immateriali, sopra le quali stanno le gerarchie creatrici: la prima si manifestò all'alba della creazione; la seconda, incarnatasi in forma umana, fu quella dei Costruttori o stimolatori dei principi non sottili; poi fu la volta di altre gerarchie, che giunsero a portare all'uomo conoscenza e civiltà. Le gerarchie che vennero per prime erano di un grado assai elevato e quindi prive di forma o corpo; in sanscrito venivano chiamati gli arupa; gli altri dei, più fisici, che succedettero loro, detti deva o elementali, si chiamavano rupa; essi sono considerati i padri dell'umanità e gli indiani li chiamano Pitri o Pitaras: Sono i più simili, secondo i nostri canoni, a dei visitatori extraterrestri. Il loro compito è svegliare, nell'uomo ancora barbaro, le qualità vitali, emozionali, psichiche e spirituali. La tradizione indù insegna che sinora vi sono state dodici gerarchie creatrici che si sono succedute; quattro di esse hanno raggiunto la loro destinazione finale o liberazione: si stanno evolvendo verso altre sfere di coscienza (noi diremmo universi) più avanzate, per entrare in un'intimità maggiore con Dio. L'induismo considera infine l'esistenza, nell'evoluzione attuale, di altre gerarchie extraplanetarie, terrestri compresi, che si evolvono le une in rapporto alle altre. La nostra razza fa parte di una gerarchia di sette. Oltre agli induisti, nella terra di Gandhi troviamo i parsi, una minoranza indiana, moderni seguaci dell'antica religione persiana detta zoroastrismo, creata da Zarathustra attorno al 400 a.C., che venerava un uomo alato e che aveva come somma divinità Ahura Mazda. I mazdeisti antichi credevano che la "fravashi", la primigenia immagine spirituale di Zarathustra fosse stata portata dai geni celesti ai genitori di Zarathustra, prima che questi nascesse. La vita di questo riformatore religioso è intessuta di leggende a base di lotte contro i demoni (i deva o daeva); fra i trenta ed i quarant'anni l'angelo Vohu Manah, apparsogli sul fiume Daitya (oggi Oxus?), lo rapì in cielo e lo portò al trono del supremo dio Ahura Mazda, che gli si rivelò. Per dodici anni il profeta cercò invano di trovare seguaci della verità a lui rivelata. Ebbe ancora molte visioni e lotte con i demoni; predicò un politeismo fondato sulla credenza in una molteplicità di dei, che in parte presiedevano ai fenomeni naturali e in parte soddisfacevano a funzioni etiche e sociali; l'universo veniva concepito da un ultramondo luminosissimo, da una terra divisa in sette zone e da un oscuro inframondo. Nel cosmo zarathustriano si davano continua battaglia il principio del Bene, il dio Ahura Mazda o Ormazd, ed il suo avversario, lo spirito malvagio Angra Mainyu o Ahriman. Nei primi tremila anni (cifra simbolica) della storia dell'umanità Ahura Mazda avrebbe creato le essenze spirituali, cioè gliì angeli, gli spiriti buoni e le fravashi (i modelli spirituali degli uomini, raffigurati come angeli custodi alati). Tutto ciò - ove gli alieni non stonerebbero - esisteva in una dimensione parafisica trascendente detta 'menok'. Tremila anni dopo la creazione trascendente si sarebbe incarnata sulla Terra, in un mondo senza peccato. Dopo altri tremila anni Angra Mainyu sarebbe penetrato nel mondo, creando i demoni e diffondendoli sulla Terra. Da allora sarebbe iniziata la lotta fra il Bene ed il Male. In questa visione del mondo, che secondo molti teologi ha profondamente influenzato ebraismo cristianesimo ed Islam, troviamo, in armonia con il generale dualismo di bene e male, una gerarchia di spiriti buoni e cattivi, ove potrebbero rientrare gli E.T. I buoni, corrispondenti idealmente agli alieni pacifici, potrebbero trovare un riscontro negli Amesha Spenta (i santi immortali) generati da Ahura Mazda (autore di una creazione buona), incaricati di custodire particolari valori ed elementi sulla Terra (dalla legge all'integrità, dal bestiame alle acque). Al luminoso regno del bene appartengono inoltre gli Yazata, nelle cui schiere si ritrovano anche dei dell'antica religione iranica. Al grande nemico, che ricorda il Satana biblico, sono soggetti numerosi spiriti maligni, in prima linea i deva, che in parte sono antichi dei tramutati in demoni, come l'indiano Indra. Un'altra minoranza è quella dei sikh, la cui religione venne fondata nell'India settentrionale alla fine del XVº secolo dal guru (maestro) Nanak, mixando induismo e islamismo. I sikh, il cui simbolo si compone di due scimitarre, un pugnale ed un disco a sottolinearne l'indole guerriera, ritengono che le anime dei peccatori continuino a reincarnarsi, a seconda delle proprie malefatte, nei cieli degli dei, negli inferi o nelle 8.400.000 forme di esistenza sulla Terra. L'accenno ai "cieli degli dei" può lasciare aperta una porta all'accettazione dell'esistenza di altri esseri, al di fuori di questo pianeta, anche se magari umani reincarnati. Jaswant Singh, del Centro Missionario sikh di Phoenix, Arizona, mi ha scritto dicendomi di non conoscere precisi riferimenti ufologici ma che nel loro libro sacro "Guru Granth Sahib" rivelato da Dio, nella stanza 22 del primo Japji (verso) si parlava chiaramente di ben diciottomila "mondi di sopra" privi di alcun limite (secondo anche le scritture indù) e permeate dall'essenza di Dio. Non tutti peraltro sono così possibilisti. E difatti in Internet esiste Sikn.Net, una Home Page creata nel 1998 da un sikh trentenne che vive a New York, Gurumustuk Singh Khalsa, che afferma che "gli UFO sono una perdita di tempo". Il sito è sponsorizzato dalla Amar Infinity Foundation, un'associazione esclusiva che raduna i sikh sparsi per il mondo. Ancora più difficile il discorso per i jainisti, seguaci di un culto dei santi (jina) sorto in India intorno al 500 a.C., che oggi conta circa un milione e mezzo di seguaci. Secondo la dottrina dei jaina, difatti, il mondo è eterno e indistruttibile e circondato da uno spazio assolutamente vuoto! Non vi è dunque posto per gli extraterrestri;
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