L'Isola di Pasqua si trova nell'oceano Pacifico a circa 2300 miglia a Ovest del Cile. È uno dei luoghi più isolati del mondo. Il nome deriva dal fatto che l'isola venne scoperta dall'ammiraglio olandese Jacob Roggeveen il giorno della domenica di Pasqua del 1772. Il suo isolamento fece sì che i suoi abitanti preistorici svilupparono una propria cultura differente da qualsiasi altra. Il loro sistema di scrittura ideografico è, ad esempio, diverso da qualsiasi altro conosciuto. Gli antichi abitanti coltivavano l'arte della scultura. I resti di quest'antica tradizione possono essere osservati ancora oggi. Il territorio dell'isola è, infatti, costellato da oltre 600 colossali teste di pietra. Esse raggiungono un'altezza di oltre 12 metri e un peso di ottanta tonnellate. Per molto tempo si è discusso sulla possibilità che la tecnologia primitiva delle antiche popolazioni consentisse o meno la realizzazione di simili opere colossali. Molti autori dalla fervida immaginazione sostenevano l'impossibilità che le statue potessero essere opera umana. Qualcuno è arrivato al punto di sostenere che esse devono essere opere di civiltà aliene poiché le caratteristiche dei volti raffigurati non assomigliavano a nessun lineamento terrestre. In realtà un attento esame fa emergere notevoli somiglianze con le caratteristiche somatiche degli abitanti dell'isola.
Negli anni 1955-56 l'esploratore e antropologo Thor Heyerdahl confutò queste fantasiose teorie con un efficace esperimento. Durante una spedizione durata sei mesi dimostrò che con una rudimentale tecnologia, gli isolani erano in grado di realizzare statue simili a quelle preistoriche e di trasportarle agevolmente anche a notevole distanza. Innanzitutto il materiale roccioso disponibile è un tufo vulcanico che può essere ammorbidito semplicemente mediante acqua. Inoltre con una speciale tecnica, ma con strumenti rudimentali, era possibile sfaldare facilmente la roccia e imprimergli la forma voluta. Durante l'esperimento sei soli uomini in tre giorni riuscirono a scolpire interamente una statua di dodici tonnellate. La statua venne poi trasportata utilizzando 180 uomini, muniti di funi e di un'enorme slitta di legno. Un'altra statua pesante trenta tonnellate venne addirittura issata su un'alta piattaforma di muratura, mediante un apposito basamento di pietre.
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tratto da http://www.cicap.org/enciclop/at100288.htm
Negli anni 1955-56 l'esploratore e antropologo Thor Heyerdahl confutò queste fantasiose teorie con un efficace esperimento. Durante una spedizione durata sei mesi dimostrò che con una rudimentale tecnologia, gli isolani erano in grado di realizzare statue simili a quelle preistoriche e di trasportarle agevolmente anche a notevole distanza. Innanzitutto il materiale roccioso disponibile è un tufo vulcanico che può essere ammorbidito semplicemente mediante acqua. Inoltre con una speciale tecnica, ma con strumenti rudimentali, era possibile sfaldare facilmente la roccia e imprimergli la forma voluta. Durante l'esperimento sei soli uomini in tre giorni riuscirono a scolpire interamente una statua di dodici tonnellate. La statua venne poi trasportata utilizzando 180 uomini, muniti di funi e di un'enorme slitta di legno. Un'altra statua pesante trenta tonnellate venne addirittura issata su un'alta piattaforma di muratura, mediante un apposito basamento di pietre.
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tratto da http://www.cicap.org/enciclop/at100288.htm