Eldorado: esisteva davvero, in Perù
Eldorado, il regno dell'oro, esisteva e fu evangelizzato dai Gesuiti alla fine del Cinquecento. Lo sostiene l'ultimo numero della rivista italiana Archeo sulla base di un documento ritrovato nell'archivio romano della Compagnia di Gesù. È una lettera che risale agli ultimi anni del Cinquecento o ai primi del Seicento. Secondo quanto scritto in essa, Eldorado o Paititi era un regno nascosto nella foresta peruviana, con costruzioni quadrate in muratura ricoperte di lamine d'oro. Esisteva anche un progetto di una chiesa da costruire con blocchi di oro massiccio.
Secondo l'antico manoscritto l'Eldorado fu scoperto alla fine del XVI secolo. Padre Andrea Lopez, all'epoca provinciale del Perù, informò della scoperta il padre generale della Compagnia, il quale chiese ed ottenne dal Papa il permesso esclusivo di evangelizzarne gli abitanti, tenendo contemporaneamente segreta la sua esistenza agli spagnoli, per evitare l'inevitabile corsa all'oro. "Non esiste una sola Eldorado, ne esistono tantissime in tutte le Americhe". A parlare così è Carlo Cavatrunci, esperto di archeologia dell'America Latina e ricercatore del Museo etnografico Pigorini di Roma a cui Lanci ha chiesto un commento sull'articolo della rivista Archeo sul ritrovamento della mitica città.
"In realtà — spiega lo scienziato — la leggenda di Eldorado (che in spagnolo vuole dire l'uomo d'oro) nasce dalla Colombia, dove un capo locale (o cacicco) si immergeva coperto di polvere d'oro in una laguna nei pressi di Bogotà in onore al dio Sole". "Da qui — riprende Cavatrunci — la leggenda si è diffusa in tutto il continente, dalle mitiche sette città d'oro di Cibola tra Messico e Stati Uniti, alla città dai tetti d'oro di Macoa in Venezuela, fino alla giungla peruviana e brasiliana, che sembra essere il luogo di elezione della mitica città d'oro". "Difficile dire quanto ci sia di vero in queste leggende", riprende lo scienziato.
"Non esistono prove archeologiche, cioè scavi, che abbiano dimostrato l'esistenza di città ricchissime nella giungla peruviana, anche se le ultime spedizioni risalgono a qualche decina di anni fa". "Al momento — conclude — non posso dare un giudizio sull'articolo uscito sulla rivista "Archeo", bisogna valutare l'attendibilità delle prove documentali. Per parte mia, credo che storicamente siano esistite tante piccole Eldorado, tanti piccoli tesori che in parte probabilmente sono sfuggiti agli spagnoli. Ma nel corso dei secoli, Eldorado è diventato un mito, una sorta di città dove tutto era d'oro e le costruzioni erano meravigliose. E non credo che storicamente questo sia esatto".
Eldorado, il regno dell'oro, esisteva e fu evangelizzato dai Gesuiti alla fine del Cinquecento. Lo sostiene l'ultimo numero della rivista italiana Archeo sulla base di un documento ritrovato nell'archivio romano della Compagnia di Gesù. È una lettera che risale agli ultimi anni del Cinquecento o ai primi del Seicento. Secondo quanto scritto in essa, Eldorado o Paititi era un regno nascosto nella foresta peruviana, con costruzioni quadrate in muratura ricoperte di lamine d'oro. Esisteva anche un progetto di una chiesa da costruire con blocchi di oro massiccio.
Secondo l'antico manoscritto l'Eldorado fu scoperto alla fine del XVI secolo. Padre Andrea Lopez, all'epoca provinciale del Perù, informò della scoperta il padre generale della Compagnia, il quale chiese ed ottenne dal Papa il permesso esclusivo di evangelizzarne gli abitanti, tenendo contemporaneamente segreta la sua esistenza agli spagnoli, per evitare l'inevitabile corsa all'oro. "Non esiste una sola Eldorado, ne esistono tantissime in tutte le Americhe". A parlare così è Carlo Cavatrunci, esperto di archeologia dell'America Latina e ricercatore del Museo etnografico Pigorini di Roma a cui Lanci ha chiesto un commento sull'articolo della rivista Archeo sul ritrovamento della mitica città.
"In realtà — spiega lo scienziato — la leggenda di Eldorado (che in spagnolo vuole dire l'uomo d'oro) nasce dalla Colombia, dove un capo locale (o cacicco) si immergeva coperto di polvere d'oro in una laguna nei pressi di Bogotà in onore al dio Sole". "Da qui — riprende Cavatrunci — la leggenda si è diffusa in tutto il continente, dalle mitiche sette città d'oro di Cibola tra Messico e Stati Uniti, alla città dai tetti d'oro di Macoa in Venezuela, fino alla giungla peruviana e brasiliana, che sembra essere il luogo di elezione della mitica città d'oro". "Difficile dire quanto ci sia di vero in queste leggende", riprende lo scienziato.
"Non esistono prove archeologiche, cioè scavi, che abbiano dimostrato l'esistenza di città ricchissime nella giungla peruviana, anche se le ultime spedizioni risalgono a qualche decina di anni fa". "Al momento — conclude — non posso dare un giudizio sull'articolo uscito sulla rivista "Archeo", bisogna valutare l'attendibilità delle prove documentali. Per parte mia, credo che storicamente siano esistite tante piccole Eldorado, tanti piccoli tesori che in parte probabilmente sono sfuggiti agli spagnoli. Ma nel corso dei secoli, Eldorado è diventato un mito, una sorta di città dove tutto era d'oro e le costruzioni erano meravigliose. E non credo che storicamente questo sia esatto".