una piccola presentazione:
Quando ho coniato il termine "criptozoologia", nella seconda metà degli anni cinquanta, la ricerca sistematica degli animali ancora sconosciuta che io intendevo designare con quel nome, aveva una reputazione decisamente non buona.
I sarcasmi e gli insulti dei rappresentanti della Scienza ufficiale non avevano cessato di piovere nel corso degli anni sui pochi pionieri che avevano avuto il coraggio e l' imprudenza di dedicarcisi.
Per aver avuto l' audacia, nel 1802, di introdurre il Kraken e il Polpo colossale nella continuazione de l' Histoire Naturelle di Buffon relativa ai molluschi, il naturalista francese Pierre Denis de Montfort doveva un giorno essere trattato da "cialtrone senza scrupoli" da un malacologo del British Museum, il dott. W.J. Rees.
Il geniale Samuel Constantin Rafinesque, americano di origine francese, che non aveva esitato nel 1817 a descrivere scientificamente il Gran Serpente del Mare, si era visto espellere dall' Università di Lexington ( Kentuchy ) per le sue stravaganze, ed aveva finito per spegnersi in una miseria spaventevole, solitario e dimenticato da tutti.
Quanto poi al monumentale trattato che lo zoologo olandese Antoon Corneli Oudemans aveva consacrato allo stesso Serpente di Mare, The Great Sea-Serpent ( 1892 ), la critica scientifica del più autorevole quotidiano londinese, l' aveva classificato come "giochetto molesto e laborioso, oltre che incosciente".
Nel 1934 il prestigioso anatomista inglese Sir Arthur Keith aveva dichiarato in un' intervista a proposito del "Mostro di Loch Ness" che : "un essere la cui esistenza sia comprovata da numerosi testimoni, ma che non arrivi mai sulla tavola di dissezione, appartiene al mondo degli spiriti".
E nel 1955 un grande erudito indiano, Swami Pranavananda, riteneva ancora le storie che correvano sull' Uomo delle Nevi dell' Himalaya, "fantasie, esagerate, false e menzognere".
E' in questa atmosfera di ostilità, di disprezzo e d' ironia che aveva fatto pubblicare in quello stesso anno 1955, Sur la piste des bètes ignorées con la speranza di riabilitare una branca di ricerca mal conosciuta, ed anche di conferirle dei crismi di dignità.
Tradotta in più di dieci lingue l' opera conobbe un successo enorme in tutto il mondo.
La critica - soprattutto quella dei giornali scientifici - riconobbe con una grande unanimità che si trattava di un' opera tanto coraggiosa quanto originale, e di un rigore inattaccabile dal punto di vista della Scienza.
Non mi restava altro che battezzare con un nome ufficiale la disciplina scientifica che avevo contribuito a far conoscere.
Gli anni sono passati.
Le nuove idee si sono diffuse e hanno perso la loro originalità.
Le audacie sono divenute moneta corrente, i dubbi evidenze.
I lazzi sono terminati.
Solo qualche conservatore attardato o qualche giovane ignorante azzardano ancora talvolta delle recriminazioni che peraltro non trovano alcuna eco.
Il nome "criptozoologia" è oggi usato correntemente in tutte le lingue della Terra : è anche entrato in molti dizionari ed enciclopedie.
E la scienza alla quale si riferisce comincia ad essere insegnata in qualche Università ( così all' Università di Chicago, dal 1980, dal Prof. Roy P. Mackal ), o figura nel programma di certi congressi scientifici ( per esempio al Congresso Internazionale di Biologia Sistematica ed Evoluzionista, all' Università di Sussex, a Brighton in Inghilterra ).
D' altronde dal 1982 un aeropago di scienziati accademici di molti Paesi - tra cui l' Africa del Sud, la Germania, il Canada, la Cina popolare, gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e l' Unione Sovietica - hanno fondato nei locali della Smithsonian Institution a Washington D.C., una società internazionale di criptozoologia, l' International Society of Cryptozoology, di cui sono stato eletto presidente.
La società pubblica un bollettino di attualità trimestrale, The I.S.C. Newsletter, e soprattutto un giornale scientifico annuale Cryptozoology.
Ad onta di questa reale ufficializzazione della nuova disciplina, è deplorevole constatare che molti di coloro che ad essa si richiamano e che si autodenominano criptozoologi, non hanno ben compreso di cosa si tratti.
Alcuni di quelli che dovrebbero considerarsi come miei discepoli arrivano al punto di proporre per la criptozoologia delle definizioni di fantasia o del tutto assurde, contraddicendo quella che io ho avuto il privilegio legittimo di stabilire, creando il termine. Un membro del comitato direttivo dell' I.S.C. ha riconosciuto di non avere la minima idea di cosa sia la criptozoologia, ma egli aveva perlomeno il merito dell' onestà. Io sono arrivato a pensare, come diceva Voltaire "Guardatemi dagli amici! Ai nemici ci penso io …".
Comunque sia non mi pare comunque inutile ripetere qui cosa sia esattamente la criptozoologia, fornendo tutti i chiarimenti necessari. Ma forse è ancora più importante precisare innanzitutto ciò che essa non è.
Quando ho coniato il termine "criptozoologia", nella seconda metà degli anni cinquanta, la ricerca sistematica degli animali ancora sconosciuta che io intendevo designare con quel nome, aveva una reputazione decisamente non buona.
I sarcasmi e gli insulti dei rappresentanti della Scienza ufficiale non avevano cessato di piovere nel corso degli anni sui pochi pionieri che avevano avuto il coraggio e l' imprudenza di dedicarcisi.
Per aver avuto l' audacia, nel 1802, di introdurre il Kraken e il Polpo colossale nella continuazione de l' Histoire Naturelle di Buffon relativa ai molluschi, il naturalista francese Pierre Denis de Montfort doveva un giorno essere trattato da "cialtrone senza scrupoli" da un malacologo del British Museum, il dott. W.J. Rees.
Il geniale Samuel Constantin Rafinesque, americano di origine francese, che non aveva esitato nel 1817 a descrivere scientificamente il Gran Serpente del Mare, si era visto espellere dall' Università di Lexington ( Kentuchy ) per le sue stravaganze, ed aveva finito per spegnersi in una miseria spaventevole, solitario e dimenticato da tutti.
Quanto poi al monumentale trattato che lo zoologo olandese Antoon Corneli Oudemans aveva consacrato allo stesso Serpente di Mare, The Great Sea-Serpent ( 1892 ), la critica scientifica del più autorevole quotidiano londinese, l' aveva classificato come "giochetto molesto e laborioso, oltre che incosciente".
Nel 1934 il prestigioso anatomista inglese Sir Arthur Keith aveva dichiarato in un' intervista a proposito del "Mostro di Loch Ness" che : "un essere la cui esistenza sia comprovata da numerosi testimoni, ma che non arrivi mai sulla tavola di dissezione, appartiene al mondo degli spiriti".
E nel 1955 un grande erudito indiano, Swami Pranavananda, riteneva ancora le storie che correvano sull' Uomo delle Nevi dell' Himalaya, "fantasie, esagerate, false e menzognere".
E' in questa atmosfera di ostilità, di disprezzo e d' ironia che aveva fatto pubblicare in quello stesso anno 1955, Sur la piste des bètes ignorées con la speranza di riabilitare una branca di ricerca mal conosciuta, ed anche di conferirle dei crismi di dignità.
Tradotta in più di dieci lingue l' opera conobbe un successo enorme in tutto il mondo.
La critica - soprattutto quella dei giornali scientifici - riconobbe con una grande unanimità che si trattava di un' opera tanto coraggiosa quanto originale, e di un rigore inattaccabile dal punto di vista della Scienza.
Non mi restava altro che battezzare con un nome ufficiale la disciplina scientifica che avevo contribuito a far conoscere.
Gli anni sono passati.
Le nuove idee si sono diffuse e hanno perso la loro originalità.
Le audacie sono divenute moneta corrente, i dubbi evidenze.
I lazzi sono terminati.
Solo qualche conservatore attardato o qualche giovane ignorante azzardano ancora talvolta delle recriminazioni che peraltro non trovano alcuna eco.
Il nome "criptozoologia" è oggi usato correntemente in tutte le lingue della Terra : è anche entrato in molti dizionari ed enciclopedie.
E la scienza alla quale si riferisce comincia ad essere insegnata in qualche Università ( così all' Università di Chicago, dal 1980, dal Prof. Roy P. Mackal ), o figura nel programma di certi congressi scientifici ( per esempio al Congresso Internazionale di Biologia Sistematica ed Evoluzionista, all' Università di Sussex, a Brighton in Inghilterra ).
D' altronde dal 1982 un aeropago di scienziati accademici di molti Paesi - tra cui l' Africa del Sud, la Germania, il Canada, la Cina popolare, gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e l' Unione Sovietica - hanno fondato nei locali della Smithsonian Institution a Washington D.C., una società internazionale di criptozoologia, l' International Society of Cryptozoology, di cui sono stato eletto presidente.
La società pubblica un bollettino di attualità trimestrale, The I.S.C. Newsletter, e soprattutto un giornale scientifico annuale Cryptozoology.
Ad onta di questa reale ufficializzazione della nuova disciplina, è deplorevole constatare che molti di coloro che ad essa si richiamano e che si autodenominano criptozoologi, non hanno ben compreso di cosa si tratti.
Alcuni di quelli che dovrebbero considerarsi come miei discepoli arrivano al punto di proporre per la criptozoologia delle definizioni di fantasia o del tutto assurde, contraddicendo quella che io ho avuto il privilegio legittimo di stabilire, creando il termine. Un membro del comitato direttivo dell' I.S.C. ha riconosciuto di non avere la minima idea di cosa sia la criptozoologia, ma egli aveva perlomeno il merito dell' onestà. Io sono arrivato a pensare, come diceva Voltaire "Guardatemi dagli amici! Ai nemici ci penso io …".
Comunque sia non mi pare comunque inutile ripetere qui cosa sia esattamente la criptozoologia, fornendo tutti i chiarimenti necessari. Ma forse è ancora più importante precisare innanzitutto ciò che essa non è.
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