Dopo molti tentennamenti, la Nasa ha dato il via libera alla realizzazione di una sonda interplanetaria destinata all'esplorazione del più lontano pianeta del Sistema Solare. Occorre però fare in fretta.
L'esplorazione di Plutone sarà condotta tra il 2003 e il 2013: la Nasa ha in progetto di lanciare, al più presto entro l'anno prossimo, una o due sonde verso il pianeta più misterioso e più lontano del Sistema Solare.Plutone, scoperto solo nel 1930 e la cui classificazione come pianeta è stata spesso contestata, non è mai stato raggiunto da una sonda umana. Nemmeno il telescopio spaziale Hubble ne ha finora fornito immagini particolareggiate. I fondi per la costruzione delle sonde che, nel giro di un decennio, condurrano l'esplorazione sono stati stanziati dal National Research Council: la più piccola costerà circa 325 milioni di dollari e la più grande 650 milioni. Grazie a esse, la Nasa vuole studiare tutto l'anello di corpi celesti di cui fa parte Plutone, la cosiddetta 'Fascia di Kuiper'. I fondi per la missione erano bloccati da qualche anno, ma sono stati ora resi disponibili.Bisogna però fare in fretta perché dopo il 2020 la rarefatta atmosfera del pianeta (composta soprattutto di metano) si ghiaccerà e cadrà al suolo per effetto del progressivo allontanamento dal Sole e si riformerà soltanto tra duecento anni. Plutone ha infatti un periodo di rivoluzione intorno al Sole di circa 248 anni.A causa della sua distanza dal Sole, ben 3,7 miliardi di Km (la terra ne dista solo 150 milioni), la luce solare sulla sua superficie ha la stessa intensità della luce lunare sulla Terra. Le temperature sono bassissime e si aggirano intorno ai duecento gradi centigradi sotto zero.Nel 1992 la Nasa aveva avviato la progettazione di due sonde molto equipaggiate con apparecchiature - innanzitutto fotografiche - ridotte all'essenziale. Due sonde di massa ridotta, solo 150 kg, che avrebbero dovuto essere lanciate nel 1998 ed arrivare a destinazione in sette o otto anni a seconda delle traiettorie. Le sonde avrebbero dovuto eseguire una dettagliata mappa della superficie di Plutone e Caronte. Alcuni spettrometri a bordo dovrebbero permettere accertamenti cruciali sulla composizione del pianeta e del suo satellite.
L'esplorazione di Plutone sarà condotta tra il 2003 e il 2013: la Nasa ha in progetto di lanciare, al più presto entro l'anno prossimo, una o due sonde verso il pianeta più misterioso e più lontano del Sistema Solare.Plutone, scoperto solo nel 1930 e la cui classificazione come pianeta è stata spesso contestata, non è mai stato raggiunto da una sonda umana. Nemmeno il telescopio spaziale Hubble ne ha finora fornito immagini particolareggiate. I fondi per la costruzione delle sonde che, nel giro di un decennio, condurrano l'esplorazione sono stati stanziati dal National Research Council: la più piccola costerà circa 325 milioni di dollari e la più grande 650 milioni. Grazie a esse, la Nasa vuole studiare tutto l'anello di corpi celesti di cui fa parte Plutone, la cosiddetta 'Fascia di Kuiper'. I fondi per la missione erano bloccati da qualche anno, ma sono stati ora resi disponibili.Bisogna però fare in fretta perché dopo il 2020 la rarefatta atmosfera del pianeta (composta soprattutto di metano) si ghiaccerà e cadrà al suolo per effetto del progressivo allontanamento dal Sole e si riformerà soltanto tra duecento anni. Plutone ha infatti un periodo di rivoluzione intorno al Sole di circa 248 anni.A causa della sua distanza dal Sole, ben 3,7 miliardi di Km (la terra ne dista solo 150 milioni), la luce solare sulla sua superficie ha la stessa intensità della luce lunare sulla Terra. Le temperature sono bassissime e si aggirano intorno ai duecento gradi centigradi sotto zero.Nel 1992 la Nasa aveva avviato la progettazione di due sonde molto equipaggiate con apparecchiature - innanzitutto fotografiche - ridotte all'essenziale. Due sonde di massa ridotta, solo 150 kg, che avrebbero dovuto essere lanciate nel 1998 ed arrivare a destinazione in sette o otto anni a seconda delle traiettorie. Le sonde avrebbero dovuto eseguire una dettagliata mappa della superficie di Plutone e Caronte. Alcuni spettrometri a bordo dovrebbero permettere accertamenti cruciali sulla composizione del pianeta e del suo satellite.