Tweet
MILANO -- Un fossile scoperto all'interno di una caverna in Romania è risultato essere, a detta degli specialisti, il più antico esemplare di essere umano moderno trovato in Europa
Tra una serie di fossili trovati tra i monti della Carpazia, gli studiosi ritengono di aver scoperto la più antica prova della presenza dell'Homo sapiens sul vecchio continente. Si tratta della mascella di un maschio adulto datata tra i 34 mila e i 36 mila anni fa.
Tra gli altri ritrovamenti effettuati nella caverna rumena, spicca l'osso facciale di un adolescente a cui non è stato ancora data una datazione precisa.
Se la data fosse corretta, i fossili risalirebbero all'era in cui si crede che gli umani divisero il continente con gli uomini di Neanderthal. Infatti, secondo i ricercatori che hanno analizzato i fossili, nei reperti si nota una sorta di ibridazione. Il che indica la possibilità di incroci razziali tra le due specie.
Affermazione, questa, che rinnova l'aspro dibattito tra gli studiosi che ritengono impossibile questo incrocio, portando come prova la totale mancanza di geni neandertaliani nel DNA dell'uomo moderno, e chi lo ritiene più che probabile.
Lo studio effettuato sui fossili da parte del Professor Erik Trinkaus e della sua equipe, è stato pubblicato su due autorevoli riviste scientifiche: The Journal of Human Evolution e Proceedings of the National Academy of Sciences.
I fossili sono stati ritrovati originariamente nel febbraio del 2002 a Pestera cu Oase, letteralmente "la Caverna delle Ossa". Non si sa perché gli ominidi si trovassero nella grotta, ma il professor Trinkaus suggerisce che, con ogni probabilità, la caverna veniva utilizzata come cimitero.
La teoria più accreditata per la nascita dell'uomo moderno, indica che la razza umana si sia sviluppata in Africa negli ultimi duecentomila anni, per poi generare un'ondata migratoria di Homo sapiens verso il vecchio continente. In Europa, i nostri antenati presero il posto delle altre specie ominidi, compresi i Neanderthal.
I resti più antichi di un moderno essere umano europeo ritrovati finora risalivano a 30 mila anni fa.
Tra una serie di fossili trovati tra i monti della Carpazia, gli studiosi ritengono di aver scoperto la più antica prova della presenza dell'Homo sapiens sul vecchio continente. Si tratta della mascella di un maschio adulto datata tra i 34 mila e i 36 mila anni fa.
Tra gli altri ritrovamenti effettuati nella caverna rumena, spicca l'osso facciale di un adolescente a cui non è stato ancora data una datazione precisa.
Se la data fosse corretta, i fossili risalirebbero all'era in cui si crede che gli umani divisero il continente con gli uomini di Neanderthal. Infatti, secondo i ricercatori che hanno analizzato i fossili, nei reperti si nota una sorta di ibridazione. Il che indica la possibilità di incroci razziali tra le due specie.
Affermazione, questa, che rinnova l'aspro dibattito tra gli studiosi che ritengono impossibile questo incrocio, portando come prova la totale mancanza di geni neandertaliani nel DNA dell'uomo moderno, e chi lo ritiene più che probabile.
Lo studio effettuato sui fossili da parte del Professor Erik Trinkaus e della sua equipe, è stato pubblicato su due autorevoli riviste scientifiche: The Journal of Human Evolution e Proceedings of the National Academy of Sciences.
I fossili sono stati ritrovati originariamente nel febbraio del 2002 a Pestera cu Oase, letteralmente "la Caverna delle Ossa". Non si sa perché gli ominidi si trovassero nella grotta, ma il professor Trinkaus suggerisce che, con ogni probabilità, la caverna veniva utilizzata come cimitero.
La teoria più accreditata per la nascita dell'uomo moderno, indica che la razza umana si sia sviluppata in Africa negli ultimi duecentomila anni, per poi generare un'ondata migratoria di Homo sapiens verso il vecchio continente. In Europa, i nostri antenati presero il posto delle altre specie ominidi, compresi i Neanderthal.
I resti più antichi di un moderno essere umano europeo ritrovati finora risalivano a 30 mila anni fa.